Il sogno di Safiyya su Dirittidistorti.it

da: Dirittidistorti.it
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8 novembre 2013

 

Il sogno di Safiyya. Un viaggio che insegna i valori della tolleranza e del rispetto

“Nato dallo spettacolo vario di una ingegnosa umanità, con il sottofondo instancabile di un ritornello di pace, attento alla profonda dissomiglianza fra mondi di pensiero e quelli di animo, irrigidito contro certi compromessi sapienti e leggeri”. Con queste parole la scrittrice Maria Pia Selvaggio descrive il libro di Nuccio Franco, Il sogno di Safiyya, un racconto intenso, un viaggio che prende il via fra le ceneri e gli orrori della guerra della Bosnia. Qui il reporter Jan ritorna con i ricordi al periodo dell’adolescenza, interrogandosi sui motivi della sua presenza in quella terra martoriata, insanguinata da massacri e terrificanti atti di crudeltà. Nella mente ha il sorriso di Youssuf e gli occhi della figlia Safiyya, che ha lasciato in Italia prima di partire come cronista. Sono stati loro, immigrati dal Marocco, con l’esempio e l’amicizia, a insegnargli i valori della tolleranza, del rispetto, della comprensione. Tornato dai Balcani, abbandonato lo scenario truculento di Sarajevo, Jan deciderà di dare una svolta alla sua vita e convincere Safiyya a seguirlo nel villaggio di Nevè Shalom, dove arabi e israeliani, cristiani e musulmani, vivono in perfetta armonia. Sarà questo il banco di prova per saggiare il loro sogno, quello di una terra in cui ogni essere umano è uguale, dove non si muore perché si appartiene alla fede sbagliata o si possiede un colore di pelle diverso. Qui Safiyya incontrerà anche l’amore, Yoshua, un uomo dal passato misterioso, con il quale inizierà un difficile percorso, mettendo in gioco le certezze consolidate, i sentimenti più veri, condividendo gioie e dolori, alla ricerca di un futuro e di un destino che non li allontani definitivamente. Il romanzo trascina in una lettura dal grande impatto emotivo, l’intreccio della trama, che si snoda fra luoghi e tempi diversi, ci offre un quadro di variegata umanità, di sincretismi e contaminazioni. L’autore trasmette al lettore in modo naturale e diretto, con uno stile giornalistico più che narrativo, i valori della coesistenza, del rispetto, dell’integrazione. “Il filo conduttore del libro – ci racconta Nuccio Franco – si sostanzia nel tentativo di trasmettere un messaggio forte, soprattutto alle nuove generazioni, ossia il senso di tolleranza, il dialogo, il credere che nessuno è inferiore a nessuno. Tutte cose, queste, che mi ha insegnato il mio mestiere,spesso in giro per il mondo,come a Nevè Shalom: il confronto con l’altro, sovente definito diverso. E poi c’è il sogno, quello dei personaggi di contribuire ad un mondo meno ignavo ed indifferente alle umane miserie, in un dialogo rispettoso dell’altrui essere al mondo, nella forza di credere nell’amore, al di là di schemi preconcetti, di sovrastrutture come la religione o i rapporti sociali”. Con Il sogno di Safiyya Franco trasforma in prosa narrativa le sue stesse esperienze, al fine di trasmettere un messaggio concreto, “frutto del mio vissuto che tanto mi ha dato e insegnato come la permanenza a Sarajevo e la sua aberrazione, la perdita di un amico, dell’Amico, l’aver conosciuto Safiyya e la sua famiglia, Norah e Youssuf, che mi hanno insegnato il rispetto per la diversità, per la vita. Safiyya, che rappresenta il mio alter ego, è riuscita a guidarmi con occhi di donna in questo viaggio, aiutandomi a decodificare fatti e situazioni che stentavo a comprendere, convincendomi che la strada intrapresa insieme era quella giusta e che la nostra amicizia aveva qualcosa in più, fatta di rispetto e comprensione reciproca”.


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