La reginella santa

da: L’Unione Sarda
La reginella santa. Storia di Maria Cristina di Savoia
L’Unione Sarda
8 dicembre 2012

 

Storia di ordinaria santità sullo sfondo dell’apocalisse napoleonica e della restaurazione: ne è protagonista una principessa di casa Savoia, nativa di Cagliari, figlia di quel Vittorio Emanuele I, sovrano reintegrato in una carta politica europea epurata da tracce rivoluzionarie, e di Maria Teresa d’Asburgo-Lorena, di stirpe imperiale, sorella di quel Francesco IV, duca di Modena, incerto sostenitore del patriota Ciro Menotti, che poi fece impiccare. Nel bicentenario della sua nascita, il libro Maria Cristina di Savoia. Figlia del Regno di Sardegna, regina delle Due Sicilie, di Ilaria Muggianu Sano e Mario Fadda, entrambi diplomati in studi Filosofici presso la Piontificia Facoltà Teologica della Sardegna, già scrittori a due mani di altri testi, ricostruisce l’esistenza esemplare della Venerabile, dall’infanzia in Sardegna, “dependance” del Regno negli anni dell’esilio della corte sabauda, al matrimonio con Ferdinando II di Borbone, alla morte in conseguenza del parto a soli ventiquattro anni, fino al processo di canonizzazione non ancora concluso.

ROMANZO STORICO. Più che un’opera agiografica, un avvincente romanzo storico, reso godibile da un ricco repertorio bibliografico e archivistico di carteggi e corrispondenze anche inedite, in cui si animano, nella loro complessità psicologica, i personaggi d’autorità della storia risorgimentale, tra intrighi di corte e ipotetici complotti, resi più familiari dall’ambientazione nostrana, il “modesto” Palazzo Viceregio di una Cagliari, agitata da residui rivoluzionari e congiuri, e una realtà sarda insolitamente vivace. Cristina sbocciò in questa cornice, conservando un rapporto viscerale con la Sardegna, coltivando l’esercizio della perfezione morale come un’eccezionalità vissuta nel quotidiano che le valse l’adorazione generale, delle sorelle, sovrane su troni europei, e della madre che compensò con un rapporto simbiotico con lei la precoce perdita dell’erede maschio.

IL PERSONAGGIO. Alta, longilinea e con lineamenti perfetti, fu al centro di politiche matrimoniali giocate sulla sua pelle, contesa tra giovani rampolli di dinastie strettamente imparentate tra loro, e costretta da un vero e proprio “complotto” di corte, ordito da Carlo Alberto, che non ne comprese la spiritualità, a rinunciare alla monacazione, cui la indirizzava una vocazione vissuta con intenso misticismo, per sposare Ferdinando II di Borbone re delle Due Sicilie. Divenuta così per tutti la “reginella santa”, investì il suo ruolo di una missione profondamente religiosa, impiegando tutte le sue risorse umane e materiali nel restituire dignità ai bisognosi, migliorandone le condizioni di vita attraverso un meccanismo di operosità solidale, con iniziative imprenditoriali, quali la riapertura della seteria di San Leucio, laboratori di cucito, maglieria e falegnameria presso le chiese di Napoli, e contrastando la pena capitale in nome di scelte umanitarie.

SANTITÀ. Una vita di cristianità militante conclusasi con la nascita del tanto atteso erede maschio, quel Franceschiello, il cui regno, ironia della sorte, fu abbattuto dal figlio di Carlo Alberto che aveva caldeggiato il suo matrimonio in funziona antiaustriaca. Figura non comune, quella di Maria Cristina, la «più moderna principessa dell’ancien régime», proprio per la sua santità senza clamori.

(Sandra Pani)


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