Le feste e le sagre della Sardegna su La Nuova Sardegna

da: La Nuova Sardegna
I colori della tradizione, feste e sagre in Sardegna
La Nuova Sardegna
8 giugno 2012

“Feste e sagre di Sardegna”, la collana di otto volumi editi in collaborazione con la cagliaritana Arkadia, che la “Nuova” mette da domani in edicola con il primo volume, è un sontuoso censimento di tutte le feste dell’isola. Rilegato, tutto stampato a colori, con le bellissime foto di Antonio Meloni, ogni libro è una festa per gli occhi: anche perché la policromia delle immagini raddoppia l’effetto del caleidoscopio di colori che è proprio di tutte le celebrazioni in costume. Le pagine dedicate a ogni festa (ce ne sono censite e illustrate qualcosa come più di centoventi) sono anche accompagnate da un testo ricco di notizie e di rimandi alla tradizione e alla storia religiosa e civile, non senza l’indicazione delle manifestazioni di contorno, dell’esplosione della bravura e dell’originalità nella confezione dei dolci, nei suggerimenti di non perdere quei pranzi comunitari in cui non solo i fedeli e gli abitanti del luogo ma anche chi arriva “da fuori”, e sia pure un “fuori” lontano, è ospite gradito. Otto volumi per otto periodi dell’anno: perché ci sono mesi, in particolare quelli della tarda primavera e dell’estate e, al girare dell’anno, quelle del Carnevale e poi della Settimana Santa, che sono particolarmente densi di queste manifestazioni, e altri che ne vantano un numero minore. Il volume che esce domani potrebbe essere il più bello degli otto, se tutti e otto non fossero ugualmente suggestivi: in particolare, per il lettore sardo, là dove lo sorprende la notizia, anzi la scoperta, di feste che magari non gli era mai capitato di sentir nominare. Del resto, chi ha detto che la Sardegna è quasi un continente? Questo volume che esce domani, dunque, è dedicato ai mesi di luglio e agosto. Luglio è il mese dell’àrdia di Sedilo e delle sue sorelle (ci sono àrdie a Pozzomaggiore e a Paulilatino, altre ce ne saranno, come quella di Santulussurgiu, nel mese di agosto), ma con feste originali come la sagra della mietitura a Turri e la curiosa festa della Paranza a Calangianus, dove, banchettandosi a pesci in pieno retroterra, è anche il trionfo dello spirito caragnanesu che si celebra. E ancora, le pariglie di Ovodda, la processione a mare di Bonaria a Cagliari, le feste di Santa Maria della Rosa a Seneghe e della Vergine del Carmelo a Pattada. Ad agosto il volume censisce e racconta sedici diverse feste: due delle quali stanno come a conclusione della grande quaterna di sagre isolane, con i Candelieri di Sassari e il Redentore di Nuoro dopo la Sartiglia del Carnevale di Oristano e la pluricentenaria Sagra di Sant’Efisio che apre il festoso mese di maggio (“ben venga maggio”, dice la canzone delle fanciulle ozieresi) e la Cavalcata Sarda che quasi lo chiude. Delle feste agostane che si sono conquistate in questi ultimi anni una giusta attenzione ricorderei il palio di Fonni, trionfo dello stare a cavallo (magari anche in piedi o in verticlae sul cavallo, come nelle pariglie, attrazione d’obbligo di quasi tutte le feste equestri), la gara dei misteriosi fassonis di Santa Giusta e la sagra del vitello a Romana. Ma ci sono ancora i Candelieri in onore dell’Assunta in centri come Nulvi e Ploaghe al nord e Iglesias a sud (ma l’Assunta è celebrata anche con grandi processioni, come quella, indimenticabile, di Orgosolo), la processione a mare della Madonna a Bosa, la sartiglia e le pariglie di Dorgali come le pariglie di Abbasanta, la festa della grande zucca per San Raimondo di Bono (quasi un halloween casareccio, se non fosse che ricorda una spedizione punitiva dei Savoia contro un paese affetto dal contagio antifeudale), e ancora, ma qualche altra ne resta fuori di questo elenco, la festa di Santa Maria della Neve a Cuglieri, la processione di Suni e la festa di Ussassai (nel libro il nome di ogni paese, la prima volta che è citato in ciascun pezzo, ha il suo bell’accento se la parola è sdrucciola o tronca: così ad esempio, molto correttamente se si pensa a un lettore non sardo, Ulàssai e Macomèr).

(Manlio Brigaglia)


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