“L’imbattibile lentezza delle tartarughe” su Nos Vemos en VLC
Lavoro e identità nel romanzo di Alessandro Gianetti
L’imbattibile lentezza delle tartarughe
Nel romanzo L’imbattibile lentezza delle tartarughe (Arkadia Editore) Alessandro Gianetti offre un’indagine intima e sottile sulla condizione dell’uomo contemporaneo, sul valore del lavoro e sulle tensioni che attraversano la società. Il titolo richiama il paradosso di Achille e la tartaruga: mentre Achille corre, non riesce a raggiungerla. Gianetti trasforma questo paradosso in una metafora dell’esistenza moderna, dove la lentezza diventa resistenza, pensiero, gesto di consapevolezza.
L’altra faccia della perdita del lavoro
Il protagonista, Davide Risatti, è un disoccupato di mezza età che vive a Firenze, imprigionato in una routine senza scopo e in un senso di estraneità crescente. Le giornate si ripetono uguali finché un incontro con un ex collega, sindacalista disilluso, riaccende in lui la riflessione sul lavoro, sul valore dell’impegno e sul significato della comunità. Sullo sfondo, si staglia un mondo in trasformazione: il declino delle tutele collettive, la perdita di fiducia nelle istituzioni e la solitudine di chi non si riconosce più nel sistema produttivo.
Si tormentava su una frase di Thomas Paine: “Sono amico della ricchezza, perché è suscettibile di far del bene”. Era d’accordo o in disaccordo? Si ritrovava di più in un’altra: “Un esercito di principi giungerà dove un esercito di soldati non può arrivare”.
Riappropriarsi del tempo
Eppure, nella sua condizione di disoccupazione, Davide scopre anche un inaspettato lato di libertà. Privato del ritmo frenetico e dell’obbligo di produttività, inizia a riappropriarsi del tempo e della propria vita. La lentezza, che all’inizio sembra una condanna, si rivela una forma di conoscenza e di cura. È attraverso l’inattività forzata che Davide ritrova la capacità di osservare, di pensare, di vivere davvero e tornare a coltivare interessi personali, come quello di trasformare il cortile di casa in un giardino.
La lentezza diventa così il simbolo di un risveglio interiore: la possibilità di vivere pienamente, di restituire senso ai gesti quotidiani e di ritrovare, nella semplicità, la dignità dell’esistere.
Noemi Neri
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