Nuddadifà su “L’Unione Sarda”

da: L'Unione Sarda
L’Unione Sarda
11 gennaio 2016

La misteriosa morte di “Nuddadifà”: curioso noir sassarese di Nello Rubattu

Scordatevi lo charme del detective galante e incorruttibile ma prendetene vizi, risolutezza e una certa attitudine a mettersi nei guai. Al cavalier Francesco Marras, romanticismi e affini vanno stretti e lo fa capire senza tanti giri di parole. Perché lui, che non è mai stato cavaliere, da ex poliziotto e da ex pugile, sa essere svelto «come i pugni e le decisioni sbagliate». Nello Rubattu firma un romanzo che strizza l’occhio a gialli e polizieschi con il tocco del noir e ben condito dalla verve di una commedia nera che colpisce senza indugio e trascina in un ritmo concitato, senza nemmeno la pausa di una siesta in un pomeriggio d’estate. Eccolo, allora, questo sgangherato investigatore, sovrappeso e segnato dalla dissolutezza, immerso nella risoluzione di un caso surreale: la morte di Nuddadifà, al secolo Angelo Mereu, uno senza arte né parte ma particolarmente abile nel consolare vedove e anime sole. A pagare le indagini che vedranno il cavaliere Marras collaborare con il pappone Zezè, un manipolo di donne che non riesce ad accettare la perdita del loro elegante amante senza pretese. Si riconosce Sassari, con i suoi vicoli e le piazze ottocentesche, sino alla strada che porta al mare che diviene, pagina dopo pagina, testimone di vizi e segreti. Da una parte la città dove le chiacchiere corrono veloci e dall’altra la pineta dietro la spiaggia con il suo microcosmo di tossici, prostitute e variegata clientela. A rimanere immobile è solo una barca intorno alla quale gravitano dicerie e silenzi. In “Nuddadifà” l’ilarità non manca nemmeno nei punti più duri, secondo quello spirito cionfraiolo dalla battuta sempre pronta servita con la metafora efficace. Il linguaggio, dal sapore popolare, veloce e serrato è come un pugno nello stomaco, di quelli che vanno saputi prendere come fanno i pugili, mentre ci si lascia avvolgere da una brezza di salsedine e veleno, che, arrivando dal mare, forse, conosce la verità. E ci si affeziona in fretta a questo microcosmo di quasi cattivi, arrivando a giustificarne i vizi, sapendo che, seppur grotteschi, anche loro sanno sognare.

(Mariella Cortès)


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