“Onora il figlio” su Ajonoas
A Portoscuso, Roberta Poggio presenta “Onora il figlio”
Sempre più, Portoscuso risponde positivamente a tutto ciò che è cultura! La cultura è fondamentale perché forma il pensiero critico, permette di interpretare la complessità sociale, erige l’identità individuale e collettiva e stimola il progresso. Oltre a procurare strumenti per una maggiore consapevolezza e capacità decisionale, la cultura lavora anche come un motore di sviluppo economico, di innovazione e di coesione sociale, partecipando a generare valore. Proprio per questa ragione l’Associazione Culturale II e III età Su Marchesu di Portoscuso ha voluto proporre al pubblico un momento culturale con la presentazione del libro “Onora il figlio” dell’autrice Roberta Poggio. Relatrice della serata la prof.ssa Eloisa Sedda che spiegando egregiamente l’opera, ha rivolto all’autrice l’invito a raccontare le vicende di Follero, paesino immaginario a vocazione rurale dove emerge la popolazione del luogo a deliberare sulla demolizione della chiesa principale.
“Il narrare le vicende della demolizione della chiesa a favore della costruzione del nuovo comune del paese rende i presenti attenti e vigili è un susseguirsi di fatti e di vicende, – commenta l’autrice Roberta Poggio, – che vedono i protagonisti catapultati, forse a causa di una lontana maledizione da un ambiente contadino. Due donne senza un apparente legame, entrambe Caterina ed entrambe Rambaldi, muoiono lo stesso giorno in città diverse. Nel medesimo istante Pietro, giovane destinato a una brillante carriera politica, entra in carcere. Ripercorrendo a ritroso le tappe che hanno portato a questi luttuosi destini, conosciamo a Roma la prima Caterina, giornalista affermata che viene travolta da uno scandalo e madre coraggiosa di un sedicenne con gravi problemi psichici. E a Genova la seconda Caterina, ragazza fragile che passa da un lavoretto all’altro nel tentativo di non soccombere alle problematiche famigliari. Conosciamo i loro genitori, le comuni origini a Follero. È qui che, nel 1969, l’agguerrita Beatrice e i fratelli Antonio e Francesco Rambaldi convincono i paesani a demolire l’antica chiesa di Santa Croce. Pagano caro il successo, – aggiunge Roberta Poggio, – per superstizione o per giochi di potere, i folleresi finiscono per esiliarli. Ma dietro tutto questo alberga forse un antico anatema scagliato contro alcune famiglie del paese in un passato oscuro e ormai dimenticato”.
Con l’evento culturale, la II e III Età Su Marchesu, ’vede l’Associazione Culturale crescere promuovere l’interesse dei suoi associati che immancabilmente sono presenti a momenti di promozione culturale.
Leo Basilio Pusceddu
La segnalazione su Ajonoas




