La realtà e la verità non vanno nella stessa direzione: ne prende atto Monica, un’adolescente borghese di un’imprecisata città del Sud, appena diventata donna. Lei, insieme a Maria Grazia, una giovane e promettente giornalista, è la protagonista del nuovo romanzo di Anna Di Cagno L’anno della garuffa (Arkadia). Una storia di formazione, ambientata nel 1978 all’indomani del rapimento di Aldo Moro. Mentre tutta Italia è con il fiato sospeso, per un gruppo ristretto di persone un altro rapimento sconvolge le loro vite. È quello di un bambino di dieci anni, Luca Barnaba ha solo dieci anni, figlio di un facoltoso e chiacchierato imprenditore. In un entourage ambiguo e discutibile, tra famiglie nelle quali gli adulti assumono droghe che promettono la felicità e vivono con autisti e personale di servizio, in un luogo in cui il contrabbando di sigarette non è considerato un reato, Monica è una ragazzina ribelle, amica di Dalila, la sorella del bambino rapito. Con il suo sguardo disincantato si insinua nel mondo incomprensibile degli adulti che la circondano, gente a cui non mancano beni materiali ma priva di valori. Monica conosce Maria Grazia quando la giornalista incontra la mamma di Luca per intervistarla e, da allora, tra le due ci sarà una sorta di sintonia che le porterà a cercarsi e confidarsi. Monica si sente importante a passare informazioni e, per Maria Grazia la ragazza è un gancio insostituibile verso quel mondo così denso di zone d’ombra. Tra la prima persona di Monica e una terza persona che di volta in volta offre uno sguardo d’insieme di una vicenda intricata e intrigante, L’anno della garuffa, grazie allo stile ricercato dell’Autrice, avvince il lettore. Monica assiste a una strana inversione delle leggi morali che dovrebbero regolare la vita degli adulti. Se conoscesse il biliardo all’italiana la definirebbe una garuffa – uno dei tiri più difficili del biliardo all’italiana, consiste nel riuscire a imprimere un effetto contro la biglia battente in modo da deviare il suo impatto con la sponda corta – ma lei ha tredici anni e può solo guardare per cercare di capire cosa sta accadendo. Con una ricostruzione dettagliata della fine degli anni Settanta e descrizioni particolarmente evocative, è un romanzo che ci riporta a una stagione intensa della storia italiana, una storia che rilegge il caso Moro come metafora della perdita della fiducia nel “mondo dei grandi” e scava nell’anima pulp della generazione a cavallo tra la guerra e il boom economico. “Siamo la periferia di un regno, non abbiamo mai avuto corti e palazzi reali, un’aristocrazia e un’intellighenzia.”
Come è nato “L’anno della garuffa”?
“Non so identificare un momento preciso in cui è nata l’idea di scrivere L’anno della garuffa. Ma so perfettamente che volevo raccontare quel Sud “minore” in cui gli Anni Piombo non sono mai arrivati realmente. Mi sono trasferita a Torino nel 1988 e la memoria del Terrorismo era ancora vivida, tra i miei compagni dell’università. Lì ho capito di aver vissuto un’infanzia diversa.”
Quanto c’è di te in Maria Grazia e Monica?
“Come Monica ero una ragazzina molto curiosa e attenta al mondo degli adulti, diversamente da Maria Grazia ho avuto una vita professionale costellata di donne meravigliose che mi hanno insegnato tanto e rispettato. Quindi sì, un po’ assomiglio a entrambe, per affinità e differenze.”
Il 1978, anno in cui è ambientato il romanzo, è descritto in maniera minuziosa. Hai un legame particolare con questo periodo?
“Sì. Era l’anno in cui ho finito le elementari e ho dovuto salutare la mia meravigliosa maestra. È stata lei a lasciare in me la traccia indelebile del rapimento di Aldo Moro, perché ogni sabato portava in classe il quotidiano della città e ci leggeva un articolo sul quale, poi, dovevamo scrivere un tema. A Bari, città che non nomino mai, ma in cui è ambientato il romanzo, il caso Moro era molto sentito, perché pugliese d’origine e famoso docente universitario alla facoltà di Giurisprudenza per la generazione dei miei genitori.”
Per il titolo hai preso in prestito il nome di uno dei tiri del biliardo, la garuffa. È un gioco che ti appassiona?
“Non sono una giocatrice di biliardo, ma mi affascina la sua fisica. È il gioco più frequentemente usato per spiegare il principio di causalità Ma come tutti i giochi prevede dei tiri a effetto che sovvertono le leggi della fisica. E questo mi affascina come metafora della vita.”
C’è una particolare tipologia di lettori che vorresti leggesse L’anno della garuffa?
“I lettori sono tutti preziosi e, a ora, ho avuto apprezzamenti sia da uomini che da donne. So che è più facile per un/una over 50 leggere L’anno della garuffa, perché conserva la memoria di quel periodo, ma spero arrivi anche a quelli più giovani che vogliono capirne qualcosa di più. Sono stati anni drammatici e importanti per la storia del nostro Paese, ricordarli può aiutare a capire un po’ meglio il mondo in cui viviamo oggi.” Anna Di Cagno è nata a Bari e vive a Milano. Ha studiato Filosofia a Torino ed è diventata giornalista professionista nella redazione di “Cosmopolitan” nel 1994. Ha lavorato a lungo con magazine femminili occupandosi di tematiche di costume, cultura e attualità e ha collaborato con diverse agenzie di comunicazione. Sei anni fa ha fondato ilblogdimollybrown.com, sito che si occupa di cultura in maniera “spettinata”. Per Morellini Editore ha curato le antologie Lettere alla madre e Lettere al padre e partecipato alla raccolta di racconti Tra uomini e dei. Storie di rinascita e riscatto attraverso lo sport. Per Cairo ha scritto Lettere d’amore per uomini imperfetti, non-romanzo a quattro firme realizzato con Paola Mammini, Maria Di Biase ed Elena Mearini. Nel 2021 ha pubblicato Gala Éluard Dalì. Per interposti uomini, biografia romanzata della collana Femminile singolare che dirige insieme a Sara Rattaro. Molti suoi racconti sono presenti in diverse pubblicazioni.
Rossella Montemurro
Il link all’intervista su TuttoH24: https://tinyurl.com/bdejmju8
Ferragosto, con il suo caldo torrido e la magia dell’estate al suo culmine, è il momento perfetto per immergersi nella lettura di un buon libro. In riva al mare, in montagna, sulle sponde di un lago o semplicemente rilassati sul balcone di casa, la scelta del libro giusto può trasformare questa giornata in un viaggio indimenticabile. La quiete dei luoghi di vacanza, il frinire delle cicale, il dolce suono delle onde che si infrangono sulla battigia, il fresco fruscio delle foglie tra i monti o il placido riflesso delle acque lacustri creano l’atmosfera ideale per perdersi tra le pagine di un romanzo avvincente o di un saggio, una guida ricca di curiosità, un volume di poesie. E allora, perché non approfittare di questo giorno di pausa per scoprire nuove storie e lasciarsi trasportare dalla magia della lettura? Ecco una selezione di libri per un 15 agosto all’insegna del relax e dell’avventura letteraria. E se poi la vacanza si protrae per più giorni, c’è ancora più scelta…
L’anno della garuffa di Anna di Cagno – Arkadia
16 marzo 1978: poche ore prima di Aldo Moro, Luca Barnaba viene rapito sotto gli occhi dei suoi genitori. Ha dieci anni ed è figlio di un famoso (e chiacchierato) costruttore di un’imprecisata città di un Sud minore, porto di sbarchi di sigarette di contrabbando. Monica, voce narrante, è amica “per forza” della sorella di Luca perché i genitori si frequentano. Una sera ascolta una conversazione tra il padre del bambino e un invitato e da allora il suo sguardo sul mondo degli adulti cambierà.
Due di noi di Camilla Rocca – Garzanti
La storia di due gemelle identiche, Alice e Viola, alle prese con il loro ultimo anno di liceo nella Milano degli anni Novanta. A unirle, un legame che loro soltanto sono in grado di comprendere e una promessa che si sono scambiate da piccole: «Non ti mentirò mai». Eppure crescendo qualcosa cambia, specie quando Francesco, all’ultimo anno di liceo, dice ad Alice, durante una festa, una frase che sconvolge la loro vita: «Per me, siete diverse». Un romanzo di formazione dal punto di vista di due sorelle per le quali “diventare grandi” significa soprattutto emanciparsi una dall’altra.
Tutto il bello che ci aspetta di Lorenza Gentile – Feltrinelli
La storia di Selene che non ha ancora trovato la sua strada, nonostante abbia già superato i trent’anni. Per trovarla, una notte d’estate fugge da Milano verso un paesino nel cuore della Puglia, il posto dove è cresciuta, immersa in una comunità spirituale, circondata dall’affetto degli amici e della famiglia. Qui Selene inizia a comprendere che a volte è necessario perdersi e sbagliare strada per trovare il coraggio di seguire i propri sogni.
Nostra regina dei burroni e delle mosche di Mimmo Sammartino – Exòrma
La protagonista è un’asina che durante la prima guerra mondiale, agosto 1916, si aggira sul campo della battaglia dell’Isonzo. In quei giorni perirono, tra le opposte fazioni, circa centomila persone. Lei, carica di grano e vettovaglie, marcia su crepacci e burroni, tra sangue e corpi mutilati, per portare conforto ai soldati affamati e insonni. Ma quando la caricano di fucili, obici e granate la nostra Regina pianta i suoi zoccoli a terra, non vuole trasportare strumenti di morte. Preferisce gli insulti e il nerbo sulla schiena. Sceglie la diserzione. Il libro è un elogio al valore della pazienza, della cura e dell’amicizia.
Ma i libri lo sanno di Roberta Corradin – Giunti
Due donne, anzi tre, quattro, cinque, o sette, nove, novecento, e corre voce sian già mille e tre. Tutte accomunate dalla morte di un uomo che hanno amato, e che le ha amate. Un uomo che amava la lettura e i libri. E li usava per fare breccia nel cuore delle donne. Ora che lui non c’è più, i suoi libri e la sua casa sono in pericolo. Renée e tutte le ladies si alleano ed escogitano un piano per salvarli. Un romanzo che racconta le cose da pazzi che possono fare le donne quando giocano in squadra, unite.
La donna che piangeva ai funerali di Wenyan Lu – Garzanti
In un piccolo villaggio della Cina settentrionale vive una donna che fa un lavoro insolito: piangere al funerale di perfetti sconosciuti. È talmente brava che tutti i presenti si commuovono alla vista delle sue lacrime. Pianto dopo pianto, scopre però che, dietro scuri tendaggi e bianchi crisantemi, ogni famiglia nasconde dei segreti; che, dietro la mite apparenza di mogli e madri silenziose, molte donne coltivano sogni e speranze. E quando emerge all’improvviso una rivelazione che ha a che fare con il suo matrimonio, sente il desiderio di credere di nuovo in qualcosa, di essere amata e soprattutto di versare almeno una lacrima che sia vera.
La ballata dei padri infedeli di Rosa Teruzzi – Sonzogno
La fioraia Libera, una sorta di Miss Marple milanese, è alle prese nuovamente con misteri tanto appassionanti quanto insondabili. Con lei la sua eccentrica mamma Iole supportate dalla giornalista di cronaca nera, la “Smilza”. Tornata dalla prima vacanza con il suo Gabriele, Libera è questa volta è alle prese con le ricerche di Hamma, uno spacciatore tunisino scomparso dopo una resa dei conti tra bande rivali. Sulle sue tracce in via ufficiosa, però, non ci sono solo loro, ma anche il rapinatore latitante Diego Capistrano, soprannominato il “Gatto con gli Stivali”, in passato amante – uno dei tanti – di Iole e che Libera sospetta sia suo padre.
Le donne della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani di Enrica Simonetti – Manni Editore
Il 10 dicembre del 1948 viene firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, un documento sui diritti della persona adottato dall’Assemblea generale dell’ONU, alla base di molte delle conquiste civili del ‘900. Alla sua stesura contribuiscono otto straordinarie donne da tutto il mondo: Eleanor Roosevelt (Usa), Hansa Jivraj Mehta e Lakshmi Menon (India), Minerva Bernardino (Repubblica Dominicana), Begum Shaista Ikramullah (Pakistan), Bodil Begtrup (Danimarca), Marie-Hélène Lefaucheux (Francia), Evdokia Uralova (Bielorussia). L’autrice racconta il contributo che portarono alla Dichiarazione: l’attenzione all’ambito del lavoro, alle questioni di genere e al linguaggio sessista, all’infanzia, alle fasce più povere, ai diritti della donna nel matrimonio.
L’estate del primo bacio di Marilena Boccola – Oligo Editore
Sullo sfondo l’indimenticabile estate del 1982 e l’Italia campione del mondo. Maddalena ripensa all’adolescenza ormai lontana, quando andava in vacanza a Jesolo Lido con la famiglia, alle prese con i primi turbamenti amorosi e il desiderio di ricevere il primo bacio. Un sogno che si realizzerà proprio nella notte della finale mundial, quando si troverà distesa sulla sabbia del lido. Ma la realtà irromperà prepotente e sarà tardi anche solo per scambiarsi un indirizzo. Fanno da contorno la musica degli anni ’80, il walkman, il jukebox, il motorino “Ciao”, il telefono a gettoni, le pubblicità e i tanti miti di un’epoca indimenticabile.
A Bari con Lolita Lobosco di Alessandra Minervini – Giulio Perrone Editore
Una raccolta di passeggiate tracciate dalla forza dei cinque sensi: ognuna di questi aiuta il lettore a scoprire la Bari di ieri e di oggi prediligendo l’istinto alla ragione, il sentimento alla logica. A queste si aggiunge un sesto percorso, sul mare, a San Vito, nei pressi di Polignano, luogo iconico per la commissaria Lolita (ispirata dalla penna di Gabriella Genisi) e i baresi. Il sesto senso guida è l’amore, quello in cui Lolita crede. Il racconto è in prima persona, segue i codici dell’autofiction.
Una Roma così non l’hai mai vista di Matteo Ceccarini – Longanesi
Da dove si comincia a scoprire la Città Eterna? Seguendo i consigli di Matteo Ceccarini, conosciuto come @Themino e che si è guadagnato il titolo di “Cicerone social di Roma”. Con i suoi consigli da grande appassionato e il suo genuino entusiasmo per l’amata capitale (che conosce come le sue tasche) ha conquistato il web. 75 mete imperdibili e 13 passeggiate che vi porteranno a scoprire luoghi insoliti e capolavori imprescindibili, storie misteriose e antiche leggende, belvederi indimenticabili e quartieri da riscoprire.
La forma del desiderio di Andrea Magno – Arkadia
La poesia è un modo per guardare se stessi e gli altri? Andrea Magno sperimenta questa ricerca con l’osservazione attenta del mondo che lo circonda, che si trovi in riva al mare, immerso nel silenzio, puntando lo sguardo all’orizzonte, o nel caos di una metropoli. L’introspezione scaturisce da momenti particolari, in cui l’occhio metaforico è rivolto alla propria anima, all’esistenza che palpita in ogni angolo dell’universo. Le mani del poeta scavano nelle onde e nell’aria in cerca di legittima felicità e di necessaria bellezza.
L’Ombra di Virginia. Un’indagine di Stella Spada di Lorena Lusetti – Damster Editore
Decima indagine per l’investigatrice privata bolognese Stella Spada. Due casi da seguire, uno nel presente e uno nel passato. Un ragazzo è accusato di avere avvelenato i suoi genitori con un piatto di pasta, ed è proprio la madre, sopravvissuta per miracolo al veleno, che chiama Stella per tentare di scagionare il figlio dall’accusa di omicidio. Il discendente di un’antica famiglia bolognese vuole ribaltare la storia ufficiale che mostra i suoi antenati come spietati assassini.
Il richiamo dell’isola di Anna Pernice – Santelli Editore
Si narra che Fuerteventura alle Canarie sia magica, legata al chakra del terzo occhio e attraversata da un’ancestrale energia in grado di attirare a sé i viaggiatori. Così è successo ad Anna. Richiamata dalla potente energia dell’isola, decide di partire quasi d’impulso in piena pandemia e di farsi trasportare dal flusso degli eventi, la fluya. In un’avventura rocambolesca ed esperienze formative, l’autrice – nota travel blogger napoletana – ritrova la sé stessa più autentica, innamorandosene profondamente.
L’ultima estate in paese di Simonetta Tassinari – Corbaccio
In uno sperduto paese molisano di montagna, durante l’estate del 1975 giunge inaspettato un giovane straniero biondo, alto, a cavallo di un potente Kawasaki: Pierre Duchamp, di nazionalità belga, di professione architetto. Pianta la sua tenda ai confini del parco pubblico. Nello zaino ha un manuale di puericultura italiano, stampato proprio in quel paesino, unica traccia della sua famiglia d’origine, e che gli è stato consegnato, una volta finiti gli studi, dalla madre superiora dell’orfanotrofio nei pressi di Liegi nel quale è cresciuto. Con lui la gente del posto è gentile, ma evasiva. Gli unici a dargli una mano sono cinque liceali a cui il paese va stretto e che sognano l’avventura.
Divina di Patrizia Tamà – Historiae Rizzoli
Un romanzo storico che narra la tormentosa relazione con il Vate e quella, mai raccontata, con la scandalosa poetessa Cordula Poletti (sedici anni, e negli occhi la determinazione di chi si è già guadagnata il nome di “fanciulla maschia”). Una storia d’amore, odio, arte, che sa sedurci ancora oggi per la sua modernità, parlandoci di un amore che farà scandalo ma che non conosce generi e confini. Sullo sfondo rivivono l’Italia e l’Europa della Belle Époque, da Venezia a Berlino, e l’eccentrica comunità di intellettuali e artisti che attornia la Divina.
Il minimarket della signora Yeom di Kim Ho-Yeon – Salani
Dokko è un senza tetto e vive nella stazione centrale di Seoul. Quando trova per terra una pochette rosa contenente dei documenti e un portafogli, non può immaginare che la sua vita sta per cambiare direzione. Probabilmente la signora Yeom, un’insegnante di storia in pensione, ha perso la sua borsa quando si è addormentata in attesa del treno. Yeom è così grata che decide di portare Dokko fino al suo minimarket per offrirgli qualcosa da mangiare, e lo invita a tornare ogni volta che avrà fame. È l’inizio di un nuovo percorso di vita.
Il mostro sotto il letto di Salvatore Savasta – Giraldi editore
Una lunga lettera d’amore a sua moglie Alessia per raccontare la forza del restare insieme anche quando si diventa genitori di una bambina con una malattia rara, Zaira “la principessa indiscussa di tutto il suo mondo”. Senza mai perdere il sorriso, anzi, ogni suo pensiero ha il retrogusto della battuta, del buonumore. “Perché se c’è una cosa che i mostri mi hanno insegnato è che nei film non si muore solo se si resta uniti”. L’autore in rete è conosciuto come Savastascrivecose ed è molto seguito.
Conversando tra le stelle di Filippo Radogna – Edizioni Scudo
Un libro che racchiude percorsi di vita nel mondo della fantascienza e del fantastico. Quarantacinque interviste con scrittori, giornalisti, registi, divulgatori, studiosi, traduttori e artisti aderenti alla World Science Fiction Italia, sodalizio nato per diffondere la cultura dell’immaginario. Si parla di tutto, sino alla loro visione della vita, della società e della politica, discutendo anche di tematiche come i mutamenti climatici, la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, l’intelligenza artificiale.
L’arte che abbiamo attraversato di Anna Peyron – Add editore
Il racconto della Torino degli anni Sessanta e Settanta in pieno boom economico e artistico che la stessa Peyron ha avuto modo di vivere. Una scena artistica molto vivace dalla galleria di Gian Enzo Sperone, alle mostre di Pistoletto, Merz, Penone, Boetti, Paolini, Zorio e Anselmo e tanti altri. Viaggi, amicizie, progetti e tanta arte “affascinante, imprevedibile, in perpetuo cambiamento”.
Vagabondi del Mani di Ambrogio Borsani – Neri Pozza
L’autore scava negli angoli segreti di una terra magica inseguendo storie di figure alla deriva e grandi avventurieri: da Bruce Chatwin – che volle essere sepolto dietro una sperduta chiesetta bizantina sul Taigeto, ignota persino agli abitanti del luogo – a Patrick Leigh Fermor che raccontò la storia dei manioti e si fermò a Kardamyli per costruire con Joan una casa incantata. Nella narrazione si intrecciano vicende di poeti maledetti, come Nikitas Nifakis e Nikifòros Vrettàkos.
E Lisbona sfavillava di Tino Mantarro – Bottega Errante
Un mosaico urbano in forma di reportage che ci porta nella capitale portoghese.
Arrivando a Lisbona si rimane colpiti dalla grandezza del fiume Tejo, dalla bontà dei pastéis de nata, ma in particolare dalla sua luce onnipresente. L’autore ci aiuta a scoprire i segreti che nasconde questa città, gli angoli meno raccontati e lo fa attraverso le chiacchiere con passanti occasionali, gli incontri con ispettori di polizia, meteorologi, comandanti di navi, astronomi, venditori di candele.
Terre piatte di Noreen Masud – Add editore
L’autrice inglese di origine pakistana ci racconta come a 16 anni ha dovuto lasciare il Pakistan perché diseredata dal padre. Il libro parla di colonialismo e postcolonialismo, di come l’occidente si racconta la storia e di chi ne paga le conseguenze, del ruolo delle donne in Pakistan. Tutto questo narrato attraverso la lente della natura, dei luoghi piatti e pianeggianti descritti e così amati dall’autrice, in cui la storia sembra non vedersi ma ha invece lasciato le sue tracce nascoste, rese invisibili.
Lecce e il Salento di Rosanna Precchia – Feltrinelli-Morellini
Una guida scritta da una giornalista di turismo che sa leggere le emozioni in ogni luogo. Così si scopre il Salento, terra tra due mari, con le sue spiagge, l’ospitalità della sua gente, l’architettura delle bianche chiese di pietra merlettata. E ancora le cripte ipogee e i resti della misteriosa civiltà dei Messapi. Lecce è pronta ad accogliervi tutto l’anno, con le feste patronali, i festival e la tradizione gastronomica da gustare in locali semplici o in ristoranti raffinati.
Isa Grassano
Il 16 marzo 1978 è una data tragica per la storia della Repubblica. A Roma in Via Fani viene rapito dalle Brigate Rosse Aldo Moro e sterminata la sua scorta. Un giorno terribile che coincide con la fine di un’epoca e con l’inizio della capitolazione della prima Repubblica. Anna Di Cagno, scrittrice e giornalista, nel romanzo L’anno della garuffa riporta le lancette della storia al 16 marzo 1978. Lo stesso giorno in cui viene rapito Aldo Moro, in un paese imprecisato del Sud ( una località in mano ai contrabbandieri di sigarette e alla speculazione edilizia), si assiste al sequestro di Luca Barnaba, figlio di un noto e chiacchierato imprenditore. La protagonista è Monica Traversa, figlia di amici della famiglia Barnaba. L’adolescente si trova nel mezzo di questa vicenda torbida e cerca di capire cosa si nasconde dietro sul palcoscenico borghese del mondo in cui vive, dove gli adulti fanno di tutto con la loro ipocrisia perbenista per occultare la verità sul reale stato delle cose. Monica durante il sequestro di Luca e di Moro sono molte le cose che non capisce sulla realtà provinciale in cui vive. Incontra Maria Grazia, una giovane giornalista che crede nel suo mestiere e non vuole rinunciare a trovare la verità sui loschi traffici che si svolgono nella sua città e che sembrano legati al rapimento di Luca Barnaba. Di Cagno in L’anno della garuffa intreccia la storia tragica di uno dei periodi più bui vissuti dall’Italia repubblicana con quella di un paese di provincia dove il malaffare dilaga. Sono molte le coincidenze tra i due sequestri che si consumano tragicamente nello stesso lasso di tempo. I destini di Aldo Moro e del piccolo Luca sono legati dallo stesso filo. Anna Di Cagno, ricordandoci che la garuffa è uno di tiri più difficili del biliardo all’italiana e consiste nel riuscire a imprimere un effetto contro la biglia battente in modo da deviare il suo impatto con la sponda corta, ritorna con la memoria a quell’anno terribile e ricostruisce il clima di terrore e di violenza politica, che si respirava, ricordandoci che c’è un anglo di Paese, una sponda corta e assolata, in cui il gioco si inverte. Nel suo romanzo Anna Di Cagno ci riporta indietro nel tempo a quegli anni in cui la violenza politica sferrò un attacco micidiale al cuore dello Stato e attraverso gli occhi ingenui e innocenti di un adolescente rilegge il caso Moro e il baratro nel quale tutto precipitò e dove non sembrava più possibile alcuna ipotesi di felicità e concordia. Sono gli anni in cui «muore ignominiosamente la repubblica», come scrive Mario Luzi in Al fuoco della controversia, libro che fu pubblicato proprio nel 1978, scritto durante gli anni di piombo, in cui il poeta con un’alta indignazione civile condanna la barbarie che sta invadendo il sistema democratico e con parole nette denuncia apertamente l’ignominia e la vergogna che dilagano nelle istituzioni e tra la gente. L’anno della garuffa è il ritratto di una generazione che si è persa e di un Paese che non si è più ritrovato. Un grande romanzo politico italiano che abbiamo il dovere di leggere.
Nicola Vacca
Il link alla recensione su Gli Amanti dei Libri: https://tinyurl.com/4cw3yt4h
È nata a Bari, ma vive a Milano. Ha studiato Filosofia a Torino ed è diventata giornalista professionista nella redazione di “Cosmopolitan” nel 1994. Ha lavorato a lungo con magazine femminili occupandosi di tematiche di costume, cultura e attualità e ha collaborato con diverse agenzie di comunicazione. Sei anni fa ha fondato ilblogdimollybrown.com, sito che si occupa di cultura in maniera “spettinata”. Per Morellini Editore ha curato le antologie Lettere alla madre e Lettere al padre e partecipato alla raccolta di racconti Tra uomini e dei. Storie di rinascita e riscatto attraverso lo sport. Per Cairo ha scritto Lettere d’amore per uomini imperfetti, non-romanzo a quattro firme realizzato con Paola Mammini, Maria Di Biase ed Elena Mearini. Nel 2021 ha pubblicato Gala Éluard Dalí. Per interposti uomini, biografia romanzata della collana Femminile singolare che dirige insieme a Sara Rattaro. Molti suoi racconti sono presenti in diverse pubblicazioni. Per Arkadia Editore ha pubblicato L’anno della garuffa (2024).
Buona estate, se riesce ad essere buona, perché l’inferno di caldo che viviamo in Sicilia non sempre si associa ad un periodo di ferie. Confortiamoci con i libri che rinfrescano e fanno stare bene. Annunciamo i libri copertina: l’esordio (con l’editore Dialoghi, tra le più potenti case editrici indipendenti) di Monia Serapiglia con “La pazienze delle farfalle“, che affronta la determinazione su più fronti contro il non bello della vita che trasforma quest’ultima in bellezza. Nulla ci è dato e la Serapiglia lo sa e lo narra in un romanzo che già risuona tra i migliori di questa stagione; l’altro titolo è l’onore degli studiosi di Emil Cioran, lo cura uno dei maggiori studiosi ed esperti cioraniani: Vincenzo Fiore, “Emil Cioran. Il nulla per tutti. Lettere ai contemporanei“, (Mimesis). Non da meno gli altri consigli: Paul Sterling, “Adele e Oliver. Il vento dei sogni“, AEDbooks; Anna Di Cagno, “L’anno della garuffa“, Arkadia; Roberto Barbolini, “Il detective difettoso. Ritorno al futuro per il romanzo poliziesco“, Bibliotheka Edizioni; Simone Valmori, “Il figlio di Leonardo. Il segreto di Caterina Sforza torna a macchiarsi di sangue”, Mursia. Novità in casa Graphe.it: nasce la collana Kairós e l’esordio è venerdì 26 luglio con il primo volume curato da Dario Iubatti, “Parlare bene. Appunti di dizione di un autore“.
Buona estate. Ci rivediamo a settembre!
Le uscite di martedì 16 luglio
Libro copertina, La pazienza delle farfalle di Monia Serapiglia, Dialoghi
La pazienza delle farfalle è un romanzo di formazione che narra la storia di Nadia, una tredicenne che grazie al suo coraggio riesce a emanciparsi dal padre feroce e malato. Figlia di una prostituta che l’ha abbandonata prima che potesse ricordarla, la ragazza si sente davvero orfana quando perde anche la nonna paterna. In questo dolore trova posto l’altra Nadia, un meccanismo di difesa, un nuovo sé che le darà la forza e la determinazione necessarie per affrontare le insidie della vita e la farà gravitare verso Selma e Daniele, due ragazzi di etnia rom che frequentano la sua stessa scuola.
Paul Sterling, Adele e Oliver. Il vento dei sogni, AEDbooks
Prefazione di Eugenio Finardi. 50 famosissimi Campioni dello Sport hanno scritto splendide frasi motivazionali di invito alla lettura pubblicate nel libro. Adele e Oliver è un intenso romanzo fiabesco che racconta la vita di Adele, la protagonista, alla quale, da bambina, per un terribile incidente, viene amputata una gamba. Adele con coraggio e ostinazione, con a fianco Oliver, il suo cagnolino, riuscirà a superare gli ostacoli che la vita le ha messo davanti per realizzare il suo grande sogno: partecipare alle Paralimpiadi. Un libro coinvolgente, positivo e motivazionale per tutti, che fa riflettere e che regala, talvolta un sorriso e, altre volte, fa luccicare gli occhi. Un racconto ricco di spunti di riflessione sulla vita, sull’inclusione, sulla diversità, sul bullismo, ma anche sulla positività, la passione e la determinazione, sul ruolo dello sport e sull’importanza di credere nei propri sogni. Un libro positivo, educativo ed emozionante per tutti!
Le uscite di venerdì 19 luglio
Anna Di Cagno, L’anno della garuffa, Arkadia
16 marzo 1978. Poche ore prima del rapimento di Aldo Moro avviene un altro sequestro, questa volta però la vittima è un bambino. Luca Barnaba ha solo dieci anni, ma la sua vera colpa è quella di essere il figlio di un facoltoso e chiacchierato imprenditore di un’imprecisata città del Sud in cui il contrabbando di sigarette non è considerato un reato. In questa sponda fortunata di un Paese dilaniato dagli anni di piombo Monica, figlia di amici dei Barnaba, assiste a una strana inversione delle leggi morali che dovrebbero regolare la vita degli adulti. Se conoscesse il biliardo all’italiana la definirebbe una garuffa, ma lei ha tredici anni e può solo guardare per cercare di capire cosa sta accadendo nel suo mondo. Ci prova con l’aiuto di una giovane giornalista che, come lei, continua a porre domande scomode. Insieme arriveranno alla verità, ma sarà Monica a trovare la forza di cambiare vita. Un romanzo che ci riporta a una stagione intensa della storia italiana, una storia che rilegge il caso Moro come metafora della perdita della fiducia nel “mondo dei grandi” e scava nell’anima della generazione a cavallo tra la guerra e il boom economico.
Roberto Barbolini, Il detective difettoso. Ritorno al futuro per il romanzo poliziesco, Bibliotheka Edizioni
Fin dalle sue origini il romanzo giallo ha potuto contare, oltre che su fedelissimi lettori, su ammiratori d’eccezione, critici e scrittori – da Eliot a Gadda, da Yates a Brecht – che ne hanno svelato la logica simulatoria dei legami con la letteratura alta o ne hanno utilizzato la formula. Campo privilegiato di analisi critica per semiologi e formalisti, il romanzo poliziesco sembrerebbe oggi non poter riservare più sorprese. Non ne è così sicuro il giornalista e scrittore Roberto Barbolini che nel libro “Il detective difettoso”, in uscita il 19 luglio per le edizioni Bibliotheka (200 pagine, 16 euro) ripercorre tendenze e miti del giallo, dalle origini in Poe fino alle commistioni del thriller con la grande letteratura, proponendo alcuni quesiti intriganti. Dopo l’era dei detectives olimpici alla Sherlock Holmes e di quelli “avvelenati”, gli eroi metropolitani alla Sam Spade, è forse giunta l’ora del detective difettoso? Recuperando – contro gli incanti e i trucchi logici del giallo classico – le trappole di una “linea gotica” del poliziesco (da Chesterton a Dickson Carr), e mescolandole con la magistrale lezione di Hammett, si può individuare una possibile nuova strada per un genere letterario da molti ancora molto amato e da troppi dato prematuramente per morto.
Le uscite di lunedì 22 luglio
Simone Valmori, Il figlio di Leonardo. Il segreto di Caterina Sforza torna a macchiarsi di sangue, Mursia
Un thriller storico diviso in due filoni temporali distinti, presente e Rinascimento, che crescono in simbiosi alimentandosi entrambi di un mistero celato in un dipinto conservato a Forlì, la Dama dei Gelsomini. Un ingegnere dall’animo avventuroso e una guida museale con un passato nascosto si trovano ad affrontare una pericolosa organizzazione. Nel mentre, in pieno Rinascimento italiano, Leonardo Da Vinci e Caterina Sforza nascondono un segreto che potrebbe cambiare il mondo. Una storia che attraversa i secoli, rivelando un legame indissolubile tra passato e presente.
Dichiara l’autore: «Il romanzo contiene informazioni e rivelazioni riguardanti la paternità di Giovanni dalle Bande Nere. Una delle mie scoperte più significative si concentra sulla Pala dei Tre Arcangeli di Marco D’Oggiono, pittore di scuola vinciana, dove Valmori ha identificato il nome “Lionardo” nascosto nel collo dell’Arcangelo Gabriele come fosse un indovinello irrisolto da 500 anni. Perché questa interpretazione mette in luce una possibile analogia biografica tra il pittore e l’angelo che annunciò non solo la nascita di Gesù, ma anche quella di Giovanni Battista? Il motivo è semplice, il nome che Leonardo deve aver dato a suo figlio è proprio Giovanni. Lo attesterebbe il famoso dito alzato che Leonardo ritrae nelle sue opere e che non sarebbe più un ammonimento, ma l’affermazione di sé stesso e del figlio. In questo modo si spiegherebbe il motivo per cui il dipinto del San Giovanni Battista di Leonardo, che rappresenta un adolescente ritratto all’età di 14 anni, è uno dei pochi che il pittore vorrà con sé fino alla morte ad Amboise, in Francia. Tutta l’arte svelata nel romanzo supporta questa teoria. Attraverso un’analisi approfondita del Cenacolo di Santa Maria delle Grazie, ad esempio, arrivo a determinare una data di nascita come nella soluzione di un rebus, il 6 aprile 1498, che coincide proprio con il giorno della nascita di Giovanni dalle Bande Nere, figlio di Caterina Sforza e tradizionalmente riconosciuto al Popolano. Tuttavia, secondo il romanzo, ci potrebbero essere stati incontri segreti tra Caterina e Leonardo, che hanno portato al concepimento di un figlio illegittimo. Altri artisti della cerchia di Leonardo lo confermerebbero in decine di opere, come nella Natività Mistica di Sandro Botticelli, dove un padre è l’unico a celarsi il volto in maniera enigmatica e dove un misterioso cartiglio farebbe riferimento non al periodo in cui nacque Gesù, ma ancora una volta all’aprile del 1498. Teorie innovative che accompagnano il lettore in un dibattito stimolante sulla figura di Leonardo da Vinci e la possibilità che abbia davvero avuto un figlio da una donna che come lui amava l’arte, la scienza e gli esperimenti che, come descritti nei disegni di Leonardo, potrebbero aver generato una vita all’insaputa di tutti.»
Le uscite di venerdì 26 luglio
Con Parlare bene. Appunti di dizione di un autore di Dario Iubatti debutta “Kairós” nuova collana di guide e manuali per le arti performative del gruppo Graphe.it
«Il momento giusto o opportuno in cui qualcosa di speciale accade». La nuova collana della casa editrice Graphe.it prende il nome da Kairós delle arti, spazio artistico ideato e gestito dall’attore Dario Iubatti con la sua Compagnia Teatrale NoveZeroSei. Sono qui raccolte le pubblicazioni a cura dei docenti di Kairós e dei professionisti del mondo dello spettacolo (attori, doppiatori, registi, drammaturghi) sotto forma di quaderni, manuali, guide e agili saggi, utili sia agli operatori del settore sia ai lettori curiosi di apprendere i “segreti” delle arti performative. La direzione della collana è affidata a Dario Iubatti, mentre Marco Bosio cura la direzione artistica. La collana prevede due uscite annue: a marzo e ad agosto (a eccezione del primo titolo che uscirà a luglio 2024).
Il primo titolo della nuova collana è un’esplorazione approfondita della pronuncia italiana, dai suoi principi storici alle sfide della comunicazione moderna, con esercizi pratici per una dizione impeccabile. Perché tra un avvocato che parla bene e uno che sa parlare solo in dialetto, voi da chi vi fareste difendere? La storia di quella che nel linguaggio comune chiamiamo “pronuncia” è variegata. Molti di noi, tuttavia, oggi non fanno troppo caso – e invece dovrebbero! – alla distinzione fra pésca e pèsca, a meno che non studino recitazione teatrale. Proprio a costoro si rivolge il saggio, ma il destinatario ideale rientra in realtà in un ventaglio ben più ampio: le situazioni professionali e ricreative in cui dobbiamo utilizzare la voce e, di conseguenza, scegliere come pronunciare le parole sono numerose e talvolta determinanti per le nostre vite.
Libro controcopertina, Emil Cioran. Il nulla per tutti. Lettere ai contemporanei a cura di Vincenzo Fiore, Mimesis
“Per me scrivere significava scrivere lettere”. Con queste lapidarie parole, contenute in una missiva del febbraio 1983, Emil Cioran sintetizza la propria incessante e appassionata “mania epistolare”, che lo accompagnerà ininterrottamente sia durante gli anni turbolenti della giovinezza in Romania, sia durante gli anni dello scetticismo radicale dell’esilio parigino. Grazie al presente volume, che raccoglie lettere inedite inviate dal pensatore di Sibiu ad autorevoli intellettuali (fra cui Samuel Beckett, Ernst Jünger, Gabriel Marcel, Carl Schmitt, Elie Wiesel, Marguerite Yourcenar, María Zambrano) o a destinatari meno noti (ma ugualmente importanti e decisivi nella sua fitta rete di contatti e di relazioni), è possibile chiarire e approfondire aspetti di natura biografica e professionale del sovversivo “barbaro dei Carpazi”. Quello che ritroviamo tra le righe di queste pagine, miracolosamente sottratte all’oblio, è un Cioran intenso e lirico, acuto osservatore delle dinamiche storico-culturali del Novecento e spietato teorico del declino dell’Occidente.
Salvatore Massimo Fazio
Il link alla segnalazione su SicilyMag: https://tinyurl.com/mvmtrzy6