In copertina “Io sono Giordana”, il libro di Vera Squatrito, madre di Giordana Di Stefano, vittima 10 anni fa di femminicidio a Nicolosi
I consigli alla lettura di Salvatore Massimo Fazio
Blog In copertina il libro di Vera Squatrito, mamma di Giordana Di Stefano, vittima di femminicidio 10 anni fa a Nicolosi, scritto con Elena Portale, le quali proseguono l’opera di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Ritorni eccellenti con Pasquale Almirante, Enzo Cannizzo, Luciana De Palma, Davide Ficarra (controcopertina), Valerio Musumeci e Nicola Vacca
Donne, donne, donne! Chi onora e mette in guardia, come Vera Squatrito ed Elena Portale che si aggiudicano il #librocopertina con “Io sono Giordana” (Algra) che ripercorre la vicenda che 10 anni fa scosse il mondo con il femminicidio a Nicolosi di Giordana Di Stefano, la figlia di Vera Squatrito, narrato dalla stessa madre e da Elena Portale, che risveglia coscienze senza guardare in faccia la stupidità contemporanea, dove ogni situazione, evento o ricordo viene rapportato alla politica. C’è il colpaccio con l’inedito di Anne Brontë, “Tu non conosci la mia dottrina“, lo pubblica Oligo; chi cerca la propria libertà come il romanzo di Alessio Petretto, “Sull’orlo del precipizio“, (Morellini); chi come Luciana De Palma con “Ogulnar“, (Les Flâneurs Edizioni), narra di chi è appellata e vista come strana, quando invece è la normalità che manca nel mondo o chi come Paola Strocchio con pubblica per Mursia, “FDM, Figlia di Merda. Manuale di sopravvivenza per figlie adulte“, quando non si capisce più nulla perché troppo cresciute e per finire con questa annunciazione di gineceo ecco la poesia di Marisa Liseo con la silloge “Asimmetrie elementari“, (Macabor). Insomma Ottobre è femmina, potente e ardita!
In #controcopertina invece un uomo, siciliano, il panormita Davide Ficarra che con “I disconnessi“, replica il debutto in Arkadia, narrando una storia che sembra avere del profetico: succederà che chi vuole meno velocità digitale e più precisione analogica tenendo in vita le cellule cerebrali fresche e limpide riuscirà in un ritorno a un mondo migliore? NO! Il potere è dietro l’angolo.
Poesia. Tanta. Vi segnaliamo in copertina, fresco di premio alla carriera “Letto, riletto, recensito!” e proposto all’ultima edizione del Premio Strega, sezione poesia, uscito il 13 Ottobre per Ensemble, “Oggetti a valvole” di Enzo Cannizzo. Il poeta-sommelier è incensato dalle parole di due mostri sacri della poesia: Cettina Caliò e Miguel Angel Cuevas. Filosofia in saggio e in romanzo.
Cioran è immortale e non ce lo dice soltanto chi lo traduce ma anche un membro dell’enorme comunità italiana che apprezza il filosofo di Sibiu: uscito il 10 Ottobre, di Nicola Vacca per Qed, “L’uomo perplesso. Viaggio negli abissi di Emil Cioran“; dal fronte delle oltre 6 case editrici del gruppo Las Flaneurs la tanto attesa Luciana De Palma torna con una storia che intriga e spinge alla riflessione più intensa: “Ogulnar“. Immensa la filiera di Armando Editore che affronta le varie prospettive della sinistra italiana e quella de Il Saggiatore con due volumi su tutti che richiamano la bellezza delle storie che fanno storia con Ulay e Patricija Malicev, “Non sono speciale, sono diverso“. Ma sono tantissimi i titoli, oltre 40 che questa seconda dozzina di Ottobre vi consigliamo e a chiosa, ecco che arriva il nuovo biografico del giornalista Valerio Musumeci, dedicato all’omonimo Tuccio Musumeci: per Bonfirraro il 24 Ottobre esce “Tuccio l’eterno“. Ottobre si è riscattato dopo la prima quindicina che non ci aveva convinto.
Arrivederci al 3 novembre!
Libro copertina, Io sono Giordana. Il mio nome, la vostra memoria di Vera Squatrito ed Elena Portale, Algra
Vera Squatrito: «Con questo libro voglio che Giordana continui a vivere, attraverso chi sceglierà di non voltarsi più dall’altra parte. Perché nessuna donna debba più morire per mano di chi dice di amarla. Ho camminato con il tuo nome nel cuore, Occhi di Stella, e ogni mio passo è il respiro che ti è stato brutalmente negato»
“Io sono Giordana. Il mio nome, la vostra memoria” è più di un libro, è una testimonianza viva, un atto d’amore e un grido di giustizia. Nato dal dolore trasformato in impegno civile di Vera Squatrito – madre di Giordana Di Stefano, giovane donna vittima di femminicidio 10 anni fa a Nicolosi (era il 7 ottobre) – e scritto insieme a Elena Portale, psicologa e volontaria dell’Associazione “Io sono Giordana”, il volume racconta la storia di Giordana attraverso la sua stessa voce, ricostruita grazie ai suoi scritti, agli atti processuali e alle testimonianze delle persone a lei care. Una narrazione toccante e autentica che restituisce umanità, sogni e forza a una giovane vita spezzata. Il libro affronta con profondità le dinamiche della violenza di genere e si propone come strumento educativo per scuole, università e comunità. L’intero ricavato sarà devoluto all’Associazione ODV “Io sono Giordana”, per trasformare la sua memoria in speranza attiva e consapevole. In libreria dal 30 ottobre
Le uscite di giovedì 16 ottobre
Paola Strocchio, FDM, Figlia di Merda. Manuale di sopravvivenza per figlie adulte, Mursia
«Forse è per quell’amore sconfinato che proviamo per mamma e papà che non riusciamo a tirare fuori il coraggio e a prendere una decisione senza avere la completa approvazione dei nostri genitori»
Chi ha detto che il mestiere più difficile al mondo è quello del genitore? Anche essere figlia è complicato, soprattutto se la vita ti porta a disattendere le aspettative che mamma e papà avevano per te. Ancora di più se ti senti una FDM, una Figlia di Merda. Ancora di più se di fatto una FDM non lo sei per niente e a cinquant’anni suonati sei ancora alla disperata ricerca della benedizione dei tuoi genitori. Tra aneddoti pescati dalla vita dell’autrice, da quella delle sue amiche e anche dalla fantasia, spunta un racconto autoironico, divertente eppure serio al tempo stesso. E anche ambizioso, perché il traguardo da raggiungere non è dietro l’angolo: lasciare la poltrona da presidente del club delle FDM e iniziare a vivere senza condizionamenti e soprattutto senza elemosinare l’approvazione di mamma e papà.
Stefano Labbia, Nel rifugio sommerso
Stefano Labbia, classe 1984, è un giovane autore italiano di origine brasiliana, Founder e CEO de Black Robot Entertainment, casa di produzione e management agency di prodotti audiovisivi inglese e di Black Robot Publishing, casa editrice con sede in Gran Bretagna. Nato nella Capitale d’Italia, ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, “Gli Orari del Cuore” nel 2016 per Casa Editrice Leonida. Nel 2017 ha dato alle stampe la sua seconda silloge poetica dal titolo “I Giardini Incantati” (Talos Edizioni) ed il suo primo romanzo “Piccole Vite Infelici” (Elison Publishing – ebook) vincitore del Premio Elison 2017 come
miglior romanzo inedito. Nel 2018 “Piccole Vite Infelici” è stato pubblicato in versione cartacea da Maurizio Vetri Editore. L’autore ha pubblicato inoltre una raccolta di racconti, “Bingo Bongo & altre storie” (Il Faggio Edizioni – ebook) nello stesso anno. Nel 2019 è uscita la sua terza raccolta poetica dal titolo “Vivo!!!” (Tempra Edizioni) e la sua prima graphic novel “Killer Loop’S” volume 1 per LFA Publisher.
Simonetta Tassinari, I sapere dell’anima. Tre filosofe al confine tra ragione e fede, Oltre Edizioni
Ildegarda di Bingen, Juana Inés de la Cruz, Edith Stein: tre donne, tre filosofe, tre modi originali di pensare là dove la ragione incontra il mistero, e la spiritualità si fa conoscenza. Troppo spesso relegate al margine, o considerate solo figure religiose, Ildegarda, Juana Inés ed Edith emergono in questo saggio nella loro piena potenza intellettuale. Con rigore e sensibilità, l’autrice ne ricostruisce vita e dottrina, portando alla ribalta la radicalità delle loro idee, la libertà con cui hanno attraversato i limiti imposti, la forza speculativa di scritture ancora capaci di parlarci. Non siamo di fronte a reliquie del passato, bensì a voci vive e sorprendentemente attuali. Chi legge scoprirà, con Ildegarda, una visione del cosmo dove tutto è energia vitale e armonia profonda; con Juana Inés, la difesa appassionata del sapere come diritto universale; con Edith Stein, uno sguardo capace di coniugare filosofia e mistica, alterità e coscienza, empatia e responsabilità. “Il sapere dell’anima” non separa, ma intreccia: corpo e spirito, logica e intuizione, studio e ispirazione. Propone una conoscenza che si nutre dell’esperienza vissuta, nasce dove nessuno guarda, cresce nella ferita e trae la sua rivelazione dal silenzio. È anche un atto di restituzione: una genealogia femminile rimossa che torna finalmente a illuminare il presente, un invito a pensare da un altro luogo. Per chi crede che la filosofia non sia solo esercizio della mente, ma anche battito del cuore. Per chi è disposto ad ascoltare ciò che, per secoli, è stato messo a tacere.
Luca Arnaù, Vlad, il figlio del drago. Le cronache di Dracula, Mursia
Edirne, Impero Ottomano, 1431. Il giovane Vlad, principe di Valacchia, è prigioniero alla corte del sultano Murad II, ostaggio di un’alleanza tradita. In un mondo di intrighi e pericoli, dove la morte è una costante minaccia, Vlad deve imparare a sopravvivere. Accanto a lui, il fratello minore Radu, che sceglie una via inaspettata e spezza un legame indissolubile. Tra antiche sfide, amori proibiti con l’enigmatica Leila e spietate condanne, Vlad si forgia nel fuoco dell’odio e della vendetta. Ma quando il destino gli offre una possibilità per riconquistare il suo trono, si trova di fronte a una scelta impossibile: l’alleanza con i carcerieri o un piano segreto per salvare la cristianità dall’avanzata ottomana? Un epico viaggio di formazione, tradimento e vendetta che dà vita a una delle figure più oscure e affascinanti della storia.
Dichiara l’Autore: «La mia idea era quella di andare alle sorgenti della leggenda, alla scoperta di colui che aveva dato origine al mito di Dracula: Vlad III di Valacchia, Drăculea, Vlad Țepeș l’impalatore. Cosa poteva aver fatto, visto, passato, vissuto sulla pelle un uomo per arrivare a essere considerato così cattivo da diventare il Vampiro, il simbolo stesso del Male? E perché, per il suo popolo – per la gente di Romania – Vlad è, al contrario, un eroe romantico, un condottiero senza paura capace di difendere la sua terra dagli ottomani per anni?»
Le uscite di venerdì 17 ottobre
Alessio Petretto, Sull’orlo del precipizio, Morellini
Il ritorno dell’autore di “Come roccia sgretolata” (finalista al Premio Deledda 2020). Una madre autoritaria. Un fratello violento. Una giovane donna in cerca della propria libertà. Nel cuore della Sardegna rurale, Elena Deaddis lotta contro le catene di una famiglia che la soffoca e di una società che non accetta il cambiamento. Nel piccolo paese di Puntiarca, dove la tradizione religiosa domina incontrastata, Elena Deaddis lotta per sopravvivere in una famiglia segnata dalla violenza domestica. Tra le mura di casa subisce le angherie del fratello Nicola e l’indifferenza di una madre complice, mentre la comunità la giudica con sguardi spietati.
L’arrivo del giovane don Simone porta una ventata di speranza nella parrocchia, ma anche un amore proibito che sconvolgerà per sempre le vite di entrambi. Tra passione e dovere, fede e ribellione, Elena e Simone dovranno affrontare le convenzioni di una società che non perdona chi osa sfidare le regole. Quando la violenza esplode e i segreti vengono alla luce, Elena si ritrova sull’orlo del precipizio, costretta a scegliere tra la sottomissione e la libertà. Un romanzo intenso che svela le ombre nascoste dietro le apparenze di una comunità apparentemente devota, dove l’amore può essere tanto salvezza quanto condanna.
Ludwig Tieck, Il superfluo della vita, Carbonio
La nobile Clara e il giovane Heinrich, spiriti inquieti in un mondo che non li comprende, si scelgono contro ogni regola, intrecciando le loro vite in un matrimonio segreto contro la volontà del padre di lei. Innamorati e felici, gli sposi vivono nascosti in un’angusta soffitta, nutrendosi di passione e sogni, lontani dagli obblighi e avvolti solo dal fuoco che li tiene uniti. Ma l’inverno impietoso e la miseria li spingono a un atto estremo e irrevocabile: bruciare la scala che li collega al mondo, scegliendo l’amore come unico rifugio, pur sapendo di condannarsi all’isolamento. L’arrivo della primavera però porterà con sé un sollievo tanto inatteso quanto rivelatore… Considerata dallo stesso autore una delle sue opere più riuscite, “Il superfluo della vita” è una novella tenue e ardente: un piccolo gioiello letterario, venato di ironia e malinconia, che invita il lettore a smarrirsi tra illusione e realtà, e a contemplare la natura sfuggente del desiderio e dell’esistenza.
Beppe Mecconi, Cinquantadue, Töpffer (Oltre edizioni)
Cinquantadue sono le settimane in un anno. Cinquantadue sono i rapidi racconti selezionati abbinati ad altrettanti dipinti e disegni, virati in bianco e nero per non distrarre. In questo mondo verboso all’eccesso, ridondante in tutti i campi, nella scrittura, nella pittura, nel teatro, nella vita… ecco finalmente un poco di sintesi planare con leggerezza su temi del nostro tempo, sul sociale, sull’amore, sull’introspezione. Con leggerezza, che non è superficialità, perché il racconto è questo: essenzialità, insegna a togliere. Il racconto è zen.
Luciano Nigro, Fabio il Magnifico. Roversi Monaco, il Rettore che ha segnato un’epoca, Vallecchi Firenze
Come un papa di Roma ha lasciato il suo nome o il suo segno sui più bei palazzi della città. Come un monarca illuminato ha governato per quindici anni la più antica università del mondo, l’ha risvegliata e l’ha messa al centro di una rete di mille atenei. Diventato presidente della Fondazione Carisbo, come un mecenate ha comprato e restaurato palazzi storici, castelli e opere d’arte. Il libro ripercorre l’incredibile parabola di Fabio Alberto Roversi Monaco, un personaggio unico nel panorama italiano, che senza un solido sistema di potere è diventato egli stesso un potere della città. Una storia rivista assieme al suo protagonista che ne svela tanti retroscena: il rifiuto, per esempio, di entrare in Parlamento o di diventare Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia; i motivi per i quali disse no a Berlusconi che lo voleva ministro; o del perché non divenne presidente della Rai come chiedeva Casini, allora presidente della Camera; o le ragioni che gli consigliarono di non accettare la candidatura a sindaco di Bologna lasciando il compito all’amico Giorgio Guazzaloca. Ripercorre successi e sconfitte, incontri con grandi personaggi e delusioni e svela gustosi e inediti racconti come quello sull’anello d’oro che l’Università di Bologna voleva donare a Benito Mussolini con la laurea ad honorem mai consegnata nel 1923 e di cui oggi è in possesso. In appendice, lo storico dell’arte Luca Ciancabilla racconta su quanti palazzi storici di Bologna resti impresso il suo nome in latino sulle lapidi di marmo, proprio come per i signori del Rinascimento. E il professore Giuseppe Cappiello racconta come conobbe da molto vicino il rettore quando, da studente, divenne consigliere di amministrazione dell’Alma Mater. Il volume annovera gli interventi di Luca Ciancabilla e Giuseppe Cappiello. Fabio Alberto Roversi Monaco è un unicum nella recente storia italiana. Un uomo solo, senza un solido sistema di potere, che è diventato lui stesso un potentato. Ammirato e rispettato dai suoi sostenitori, temuto e avversato dai suoi detrattori, spesso contestato, ma mai disistimato. Per quattro decenni a cavallo tra due millenni è stato uno dei poteri forti della città.
François Truffaut, Il cinema secondo me, Il Saggiatore
Il cinema secondo me è una raccolta di articoli scritti da François Truffaut, molti dei quali apparsi sulla rivista Arts, in cui esplora vari aspetti del mondo del cinema e dello spettacolo, spesso offrendo una critica diretta e senza concessioni su film, registi, attori e in altri casi omaggi e retrospettive. Tratta con una certa benevolenza Federico Fellini, stronca perlopiù il cinema britannico e americano, mentre quello spagnolo quasi “non esiste”. In queste cronache, Truffaut, a partire dal mondo del cinema, condivide le sue opinioni e la sua visione personale e appassionata del panorama culturale del suo tempo. La sua scrittura è caratterizzata da un forte amore per il cinema e da un desiderio di analizzare e comprendere le opere e le tendenze artistiche: una lettura affascinante per tutti gli appassionati di cinema e dell’arte in generale.
Ulay con Patricija Malicev, Non sono speciale, sono diverso, Il Saggiatore
Ulay, noto per le sue performance provocatorie e concettuali, spesso realizzate in collaborazione con Marina Abramović, con la quale ebbe un’intensa relazione personale e collaborazione artistica, ha esplorato i limiti fisici e psicologici dell’essere umano segnando il panorama artistico degli anni ’70 e ’80. La sua storia, scritta insieme a Patricija Maličev, scrittrice e sceneggiatrice slovena, raccoglie una serie di interviste con l’artista e offre una prospettiva unica sulla sua vita, esplorando non solo la sua carriera ma anche gli aspetti personali – figlio di un padre nazista, rimase precocemente orfano, crescendo nel trauma della guerra e nella solitudine – che hanno influenzato il suo lavoro. Dalle opere giovanili che esploravano perlopiù temi di genere, colpa e solitudine, attraverso un uso innovativo della fotografia, fino all’incontro con la Abramović e alle loro opere congiunte più celebri. Quando nel 2011 gli fu diagnosticato un cancro, decise di affrontare la malattia come un progetto artistico, intendendo l’arte come resistenza e guarigione. Un libro che permette di comprendere meglio un grande artista la cui vita e le cui opere continuano a ispirare riflessioni sul corpo, sull’identità e sul ruolo dell’artista nella società.
Le uscite di martedì 21 ottobre
R. Buckminster Fuller, Manuale operativo per Nave Spaziale Terra, Il Saggiatore
L’idea è questa: il pianeta Terra è una navicella spaziale, il sole è il suo carburante e gli abitanti sono gli astronauti. L’astronave ha bisogno però di un’accurata manutenzione e soprattutto di indicazioni per essere pilotata. È così che nasce, dalla brillante mente di R. Buckminster Fuller, Manuale operativo per Nave Spaziale Terra, un vero e proprio libretto d’istruzioni per fare in modo che l’umanità non si estingua. Messaggi lanciati nello spazio, progetti avanguardistici, profezie destinate a realizzarsi negli anni a venire che rispondono a domande sempre più urgenti: com’è possibile combattere le disuguaglianze ed evitare che le moderne tecnologie finiscano per sopraffare l’uomo? In che modo si possono creare le condizioni ambientali giuste per un futuro ecologico e sostenibile? L’autore affida a queste pagine, pubblicate per la prima volta nel 1969 ma mai così attuali, le sue riflessioni sul futuro dell’umanità, mettendo in discussione il concetto millenario di specializzazione e proponendo una rivoluzione progettuale. Ricordandoci che per salvarci è indispensabile distogliere lo sguardo dalla limitatezza del dettaglio e ammirare il mondo nell’immensità del suo insieme.
Le uscite di venerdì 24 ottobre
Valerio Musumeci, Tuccio l’eterno, Bonfirraro
C’è un prima e un dopo nella storia del teatro, del cinema e della televisione italiani, ed è l’entrata in scena di Tuccio Musumeci. Che sia lo stralunato Re di Francia nel musical “Pipino il breve” di Tony Cucchiara, ancora in scena dopo mezzo secolo, il comicissimo scapolo Totuccio nel film La Matassa di Ficarra e Picone o il caustico padre del protagonista nella fiction Màkari, tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri – solo alcuni degli innumerevoli ruoli interpretati in oltre settant’anni di carriera – l’attore catanese ha saputo far breccia nei cuori degli spettatori come pochi altri. Grazie a una maschera inconfondibile, in cui i lampi di genio comico convivono con note malinconiche, drammatiche e grottesche, apprezzata (tra gli altri) dai premi Oscar Lina Wertmüller, Federico Fellini e Giuseppe Tornatore.
In questa lunga conversazione con Valerio Musumeci – intercalata dalle testimonianze esclusive di Pippo Baudo, Giuseppe Di Pasquale, Claudio Fava, Salvo Ficarra, Leo Gullotta, Alfredo Lo Piero, Miko Magistro, Anna Malvica, Fioretta Mari e Gaetano Savatteri – il Maestro racconta per la prima volta a un giornalista tutta la sua storia, dagli inizi nell’avanspettacolo alla fondazione dell’Ente Teatro di Sicilia (l’attuale Teatro Stabile di Catania), dalle tournée sui palchi più prestigiosi del mondo al rapporto con i grandi maestri. Un percorso che è anche un viaggio inedito nel Novecento, dall’infanzia sotto il fascismo alla Seconda Guerra Mondiale, dalle grandi speranze del Dopoguerra alla stagione amara degli omicidi di mafia, dal sogno del Duemila ai giorni nostri. Superati i novant’anni, Tuccio è più che mai un’icona, amata da un pubblico multi-generazionale, nella sua Sicilia ma anche nel resto d’Italia e nel mondo. Questo libro, confortato da una rigorosa ricerca bibliografica e impreziosito da una ricca galleria fotografica, con numerosi scatti inediti, è il romanzo della vita di un uomo, ma anche di sette decenni di spettacolo – e di Storia – di un intero Paese. Silenzio in sala, si apre il sipario: Tuccio Musumeci racconta.
Gianfranco Ferlisi, Tra guerra e pace . Ugo Celada da Virgilio 1943-1947 . L’incanto della pittura negli enigmi dell’Italia sospesa, Oligo
Ugo Celada da Virgilio (1895-1995) attraversò il Novecento restando fedele a una cultura figurativa fondata su classicismo e modernità, dialogando con il clima promosso dalla rivista “Valori plastici” e del realismo magico, senza mai smarrire la propria autonomia. Ritrattista di rara sensibilità, capace di cogliere anime e silenzi, e paesaggista lirico, trasformò la quotidianità in immagini sospese, cariche di poesia. Questo libro ne ripercorre la lunga vita – a partire dai primi passi nell’ambiente artistico mantovano, passando per le Biennali di Venezia, fino al definitivo approdo milanese – concentrandosi su una pagina sostanzialmente sconosciuta ma centrale nel percorso umano e creativo di Celada: il soggiorno a Castiglione delle Stiviere, dove trovò rifugio durante la Seconda guerra mondiale. Qui tra il 1943 e il 1947 realizzò opere oggi databili con precisione e illuminate da preziose testimonianze. Questo nucleo riscoperto getta nuova luce sulla sua pittura, offrendo una prospettiva inedita. La parentesi castiglionese, segnata da legami umani e creatività resiliente, diventa così chiave per comprendere l’intero percorso dell’artista e restituirne una voce più autentica.
Andrew Miller, La terra d’inverno, NN Editore
Inghilterra, fine anni Sessanta, nell’inverno più freddo del secolo. Eric Parry è un medico di campagna, orgoglioso delle proprie origini umili e legato a una vita tranquilla accanto alla bella e devota moglie Irene. Ma dietro la facciata ordinata del matrimonio si nasconde un tradimento: Eric ha una relazione con Alison, donna sposata e madre infelice, che accende in lui il desiderio di fuga. In paese sono arrivati anche Bill e Rita, giovani sposi appena trasferiti da Londra, che provano a reinventarsi come contadini ma faticano a riconoscersi nel mondo che li circonda. Rita, fragile e segnata da un passato difficile, trova conforto nell’amicizia con Irene, ma la sua salute mentale è sul punto di crollare. Quando un giovane paziente dell’asilo muore a causa di un farmaco prescritto da Eric, la tensione latente esplode, i legami si spezzano, le illusioni cadono, e ognuno dei protagonisti è costretto ad affrontare la verità di ciò che è diventato e di ciò che desidera veramente. Tra drammi privati e un finale sospeso tra sogno e realtà, “La terra d’inverno” è un romanzo familiare, profondo e avvolgente, che racconta con rara sensibilità i desideri, le fratture e le contraddizioni di chi prova a sottrarsi al destino, quando il passato pesa come un fardello e il futuro tarda ad arrivare.
L’inedito: Anne Brontë, Tu non conosci la mia dottrina, Oligo
«No, S, tu non conosci la mia dottrina. Pur essendo stati amici intimi fin dalla nostra infanzia, siamo sempre stati stranamente riservati sul tema della religione; anche se non puoi immaginare quale segreto dolore io abbia provato nello scoprire gradualmente e fortuitamente la tua mancanza di fede… Ma ora, dato che abbiamo rotto il ghiaccio, continuiamo a conversare di questo interessantissimo argomento; non come avversari in lotta tra di loro, ma come persone che con umiltà e zelo ricercano la verità». Brontë scrisse queste pagine poco prima di spegnersi prematuramente a causa della tisi. In questo testo, scarno e lucidissimo, qui per la prima volta tradotto in lingua italiana, riaffiora il dibattito sul conflitto fra scienza e fede. Una disputa che infuocò la società intellettuale durante l’epoca vittoriana e che non smette di interrogarci. La traduzione e la cura sono state realizzate da Sara Grosoli, esperta di narrativa vittoriana che si è già occupata di autori come Charlotte Brontë, Mary Shelley, George Eliot e, per Oligo Editore, Rudyard Kipling (Come Shakespeare giunse a scrivere La tempesta).
Angela Nanetti, Dietro l’orizzonte un mondo, Vallecchi
Con Dietro l’orizzonte un mondo Angela Nanetti torna a raccontare la vita con la sua scrittura intensa e limpida, capace di trasformare la memoria privata in romanzo universale. Al centro c’è Ermelinda, una ragazza che cresce negli anni del boom economico, tra i silenzi del padre – muratore inquieto che parte senza avvisare, lasciando dietro di sé solo una valigia consunta – e le accuse della madre, che non perdona e non dimentica. In questo vuoto di affetti, Ermelinda deve imparare a cavarsela da sola: il primo impiego in una fabbrica di serramenti, i compagni di lavoro, le ambizioni, le prime sconfitte e le prime vere conquiste. Nanetti ci regala una protagonista che non si arrende. Fragile e testarda, Ermelinda affronta la vita con la stessa ostinazione con cui, da adolescente, si ripete che un giorno prenderà anche lei quella valigia per partire verso l’orizzonte. È la storia di una donna che cerca di spezzare il destino delle generazioni precedenti, trasformando il dolore in forza e la solitudine in desiderio di futuro. Dietro l’orizzonte un mondo è un romanzo familiare e insieme sociale: una saga che attraversa i cambiamenti di un Paese intero, dagli anni Sessanta all’alba della modernità. Dentro c’è il profumo del pane appena sfornato, il clangore delle officine ribattezzate «Malebolge», le discussioni sul Bologna allo stadio, ma anche il peso del giudizio altrui e il coraggio di scegliere la propria strada. Angela Nanetti, autrice per ragazzi e adulti, firma qui una narrazione emozionante e coinvolgente, capace di toccare corde profonde e di parlare a tutti: a chi ha conosciuto il dolore dell’attesa, a chi ha sentito il bisogno di partire, a chi ha trovato, finalmente, la forza di restare. Un libro che ci ricorda che dietro ogni valigia chiusa, dietro ogni orizzonte intravisto, c’è sempre un nuovo mondo che aspetta solo di essere vissuto.
Simone de Beauvoir, Il secondo sesso, Il Saggiatore
Con “Donna non si nasce, lo si diventa” Simone de Beauvoir apre Il secondo sesso, testo fondamentale nella storia del movimento femminista. Pubblicato per la prima volta in Italia dal Saggiatore nel 1961, viene riproposto in un edizione di pregio, con una traduzione completamente rivista e aggiornata e un ricco apparato fotografico.
Claude AnShin Thomas, Portare la meditazione nella vita, Il Saggiatore
“La meditazione non è solo qualcosa che facciamo quando siamo seduti su di un cuscino o in una sala di meditazione, è un modo di vivere”, così afferma Claude AnShin Thomas, monaco buddista ed ex soldato in Vietnam. I brevi testi che compongono questo libro, passando attraverso i quattro aspetti essenziali della pratica zen – silenzio, disciplina, rituale, studio – ci aiutano a capire e a sperimentare la pratica della meditazione: la consapevolezza del respiro che possiamo mettere in tutto ciò che facciamo durante il giorno renderanno la nostra pratica e la nostra vita più prospera. Meditare è un trattamento che può curare la malattia della sofferenza, ciò non significa che dolore, disagio e malessere scompariranno ma che abbiamo la possibilità di sviluppare una relazione più consapevole e onesta con la nostra sofferenza in modo che quando ci visita, nei vari modi possibili, non ne siamo controllati. Una guida preziosa per imparare a non giudicare e a non giudicarsi, abbracciando un nuovo modo di pensare: accogliere tutto ciò che arriva e prestare attenzione alla più piccola particella di ogni evento, scopriremo uno spazio più grande, la pienezza di una vita vissuta fino in fondo.
Le uscite di domenica 26 ottobre
Sergio Ferdinandi, Carlo I d’Angiò. Il sogno di un impero mediterraneo, Graphe.it
In occasione della ricorrenza dei 2500 anni dalla fondazione dell’antica Neapolis nel 475 a.C., la collana I Condottieri contribuisce alle iniziative commemorative celebrando la figura storica di Carlo I d’Angiò che, a partire dal 1266, conferì a Napoli il ruolo di grande capitale mediterranea. Crociato, re, stratega: Carlo d’Angiò fece di Napoli una capitale e cambiò il destino del Mediterraneo
Figura chiave della storia medievale, Carlo I d’Angiò fu re, crociato e protagonista della politica mediterranea del XIII secolo. Dopo le vittorie su Manfredi e Corradino, trasformò Napoli in capitale del regno e sognò un impero mediterraneo, infranto però dai Vespri siciliani. Questa biografia ne ricostruisce l’ascesa e l’eredità, in concomitanza con i 2500 anni dalla fondazione di Neapolis, a cui il Nostro conferì il ruolo di grande capitale mediterranea.
Le uscite di lunedì 27 ottobre
Silvia Cataldi, Federica Floridi, Marco Palmieri, L’Italia solidale. Un’indagine nazionale, Armando Editore
Questo libro svela il potenziale spesso nascosto della società italiana: l’amore sociale che si esprime nella solidarietà, nella cura e nell’attenzione verso i più vulnerabili, il mondo e la natura. Attraverso un’ampia indagine con questionario, analizza atteggiamenti e comportamenti degli italiani, esplorando le connessioni tra fiducia, capitale sociale, empatia e valori. Ne emerge un ritratto inedito di una società capace di tessere legami di prossimità e di apertura, specialmente nelle giovani generazioni.
Silvia Cataldi è professoressa associata di sociologia, si occupa di metodologia della ricerca sociale e l’amore sociale è uno dei suoi principali temi di ricerca; Federica Floridi, assegnista di ricerca ed esperta in metodi di ricerca sociale e valutativa; Marco Palmieri, ricercatore in sociologia, si occupa di valori e comportamenti pro-sociali, valutazione e valorizzazione dei beni collettivi.
Angela Ferraro, Esplorazioni sul limite. Gli adolescenti e la relazione educativa, Armando Editore
Il libro si compone di una prima parte, incentrata su un ragionamento di tipo filosofico-psicologico, che ruota intorno ai concetti di limite, di coscienza, di stato-limite, di cervello. Una seconda parte, più divulgativa e meno tecnica, propone un’analisi delle diverse problematiche adolescenziali inserite nelle caratteristiche della società contemporanea. Ci sono nel testo diversi spaccati di vita reale, tratti da casi clinici di persone incontrate per motivi professionali. Una terza parte sviluppa il discorso sull’adolescenza e sul disagio giovanile in chiave sociologica ma sempre dallo stile divulgativo.
Angela Ferraro, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Coletti di Treviso, psicologa clinica e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico, esperta di adolescenza sia in campo clinico sia didattico. Ha insegnato scienze umane, psicologia, pedagogia, sociologia e antropologia culturale; dirige una collana editoriale.
Emerita Cretella, Luna rossa. Gli inganni nascosti, Armando Editore
Anna Ridolfi viene definita fragile, disturbata, forse spinta al suicidio da un’instabilità latente e pericolosa. Accanto a lei Paolo, un uomo insospettabile, colto, affermato, rispettato. Chi mente? Chi dei due vuole manipolare la realtà? La procuratrice Maddalena Lipari indaga in cerca di una verità difficile da trovare, nascosta tra le pieghe di pregiudizi e ambiguità. “Luna Rossa. Gli inganni nascosti” è un romanzo dove ogni risposta solleva nuove domande e la verità si rivela sempre più sfuggente.
Emerita Cretella, antropologa, scrittrice e autrice, si occupa da anni di tematiche legate al genere, ai diritti e alla memoria culturale. Ha pubblicato saggi e racconti, cura la collana “Voci di donne” per Armando Editore insieme a Michela Nacca.
Gianremo Armeni, La CIA a lezione dalle Brigate Rosse, Armando Editore
La vicenda del sequestro Abu Omar trova in quest’opera, per la prima volta, la sua integrale ricostruzione. Gli aspetti inediti sono numerosissimi, compresa un’intervista esclusiva all’ex capo del controspionaggio, Marco Mancini. Nelle maglie dell’inchiesta della procura di Milano finisce anche Luciano Seno, alto dirigente del servizio segreto militare, artefice dell’arresto dei capi storici delle Brigate Rosse, Curcio e Franceschini. Nella seconda parte del libro si procede al racconto della sanguinaria stagione brigatista, con un capitolo esclusivo sulle smisurate fake news proliferate negli anni sul caso Moro. Un’inchiesta serrata, su zone d’ombra, segreti di Stato e relazioni tra servizi segreti italiani e CIA.
Gianremo Armeni, sociologo e scrittore, è autore di numerosi volumi su mafia e terrorismo. È stato audito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento Moro e ha vinto il Premio Cerruglio. Collabora con autorevoli riviste di geopolitica e storia, come Limes, History BBC, Focus Storia.
Massimo Rostagno, Dizionario minimo dei complottismi, Armando Editore
Il testo si presenta come un piccolo dizionario composto da una sessantina di voci inerenti al mondo e alle narrazioni cospirazioniste. L’obiettivo è fornire al lettore colto ma non specialista una mappa terminologica e concettuale per muoversi con consapevolezza dentro il mondo e le narrazioni cospirazioniste passate e presenti, imparando a riconoscerle. Il dizionario è preceduto da un’introduzione dell’autore al tema generale del complottismo nella quale si mettono a fuoco i termini essenziali del problema.
Le uscite di martedì 28 ottobre
Luigi Antonio Toscano, I casi dell’Ispettore Malvano detto il Falconiere, Il Soffio
Antonio Malvano, Revisore dei conti di alcune aziende pubbliche catanesi, viene convinto dal Magistrato Luigi Servante, suo vecchio amico dall’Università, a far parte della sua sezione investigativa della Procura della Repubblica di Catania. Si ritrova, così, catapultato in un mondo per lui totalmente sconosciuto e, intuendone la pericolosità, pensa di farsi assegnare solo incarichi di basso profilo. Invece, suo malgrado, è pienamente coinvolto in operazioni di polizia e di controspionaggio, nelle quali ric orre all’impiego geniale dei suoi falchi. Il dialogo tra i personaggi, le scene conviviali e quelle d’azione danno spunto a ironiche, talvolta tragicomiche, considerazioni esistenziali. “In ufficio nessuno venne informato della nuova nomina di Malvano. Nessuno seppe che era nato l’Ispettore Giudiziario Malvano. Ma per Malvano quella rimaneva una faccenda burocratica, lui continuava ad essere il
Falconiere, come per i colleghi”.
Pasquale Almirante, Il teatro siciliano attraverso le lettere di Antonio Teodosio Almirante a don Lionardo Vigo di Acireale. 1859-1873, Algra
Il teatro italiano nella seconda metà dell’800 è famoso grazie all’opera lirica, mentre stenta quello di prosa che fra l’altro non ottiene più neanche i finanziamenti promessi subito dopo l’Unità. Ma non possiede nemmeno teatri stabili, alla cui mancanza sopperiscono le compagnie “comiche di giro” che, di città in città, portano le più applaudite commedie di un repertorio che attinge per lo più all’estero. Fra queste, una delle più apprezzate in Sicilia è quella di Antonio Teodosio Almirante, attorno a cui si aggregano altre famiglie d’arte, come i Malvica, i Menichelli, i Quintavalle, gli Anselmi e altre ancora, prima che compagnie, come quella del commendator Angelo Musco, facessero la loro comparsa sui palcoscenici nazionali. Questo teatro siciliano, tra il 1859 e il 1873, è descritto nelle 37 lettere che Almirante invia, dai paesi dove la sua compagnia sosta, a Lionardo Vigo Calanna di Acireale. Un viaggio dentro il teatro isolano attraverso le testimonianze di questo capocomico, mentre appaiono nomi di personalità notevoli, insieme alle vicende letterarie del Vigo, cosicché la Sicilia diventa essa stessa teatro e luogo d’arte.
Rosaria Carbone, Le fiabe di nonna Licia: la nonna dall’occhio lungo, Algra
Ogni primo martedì del mese, nonna Licia si appresta ad aprire le ante della sua cigolante credenza. Sul ripiano centrale, una collezione misteriosa di oggetti scintilla alla luce del mattino: bottigliette zigrinate dalla salsedine, stelle marine, bambole, la signorina lampione, animali esotici, fate, mucche eroiche, un gallo che non canta più, perfino una piccola statuetta di Napoleone. Ogni oggetto custodisce una storia e nonna Licia – con il suo “occhio lungo” e il cuore pieno di saggezza – sa esattamente quando è il momento giusto per raccontarla. Le storie di nonna Licia non sono solo fiabe, sono piccoli scrigni di insegnamenti da custodire con gentilezza e ascoltare con attenzione. Una raccolta di fiabe originali, poetiche e vivaci, perfette per sorridere, riflettere e sognare. Un viaggio incantato tra sogno, memoria e meraviglia, perché le storie più belle sono quelle che bussano al
cuore… e restano.
Cinzia Caminiti, Francesca Serio e le altre. Donne contro la mafia, Algra
Quindici racconti veri, vissuti a partire dagli anni Cinquanta in poi. Storie. E anche Storia della mafia subita e combattuta da quindici donne che la ricordano da vittime, dolenti spettatrici e attiviste. Donne diventate, loro malgrado, emblema e simbolo della lotta a cosa nostra in Sicilia. Una Sicilia che non aveva tenuto conto di quella forza e di quel coraggio. Donne di valore le “donne contro la mafia”, testimoni della ferocia mafiosa, pietre d’inciampo per chi volesse provare a cancellare la memoria delle vittime. Storie sì di vite spezzate, ma anche di lotta rigenerativa, di denuncia, di fiducia nelle nuove generazioni chiamate qui a riscattare una terra insanguinata. Questo libro, tutto al femminile, è duro come un pugno nello stomaco perché se si racconta la mafia bisogna raccontarla in tutta la sua crudezza. Non è un’analisi del fenomeno mafioso, né un studio giuridico, né un trattato sociologico. è solo la narrazione asciutta e semplice di fatti veri tratti dalla cronaca, ché solo così arriverà alla pancia e al cuore di tutti. Dolore. Poesia. Speranza nella Giustizia e in un domani migliore.
Gesualdo Campo (a cura di), Ducezio e i Siculi, Algra
Con gli interventi di Emilio Galvagno, Elena Santagati, Calogero Micciché, Claudio D’Angelo, Massimo Frasca, Salvatore Caffo, Laura Maniscalco, Brian E. McConnell
«Abbiamo deciso di dare vita a una Fondazione intitolata a Ducezio perché vogliamo mantenere viva e vitale l’idea autonomista in Sicilia, in Italia e in Europa. Ducezio è nella tradizione sicilianista il simbolo stesso della lotta per l’autodeterminazione. Lo definirei un proto-autonomista, un precursore dell’anelito verso la libertà e l’autonomia del popolo siciliano». (Raffaele Lombardo)
«Chissà quanti in Sicilia sanno, oggi, chi è stato Ducezio? Probabilmente pochi, soprattutto tra le nuove generazioni. Ducezio fu a capo di una federazione di città sicule che nel quinto secolo avanti Cristo combatté, con alterne vicende, gli eserciti delle città greche in Sicilia. E, nella ormai consolidata tradizione dell’indipendentismo siciliano, Ducezio ha rappresentato per tante generazioni di siciliani l’anelito vittorioso verso l’indipendenza». (Rosario Sapienza)
«I contributi dei relatori che hanno accolto l’invito della Fondazione […] definiscono con maggior chiarezza, rispetto alle fonti classiche […], la figura di Ducezio […] e le vicende storiche che lo videro protagonista; e mi pare che non mettano in discussione che la Suntéleia […] delle tribù sicule, da lui raccolte nel 459 a.C. attorno ai ribollenti laghetti degli dei Palici, abbia per la prima volta nella storia […] rivendicato l’identità, sulla base di religione e lingua comuni, tra popolo e territorio […]». (Gesualdo Campo)
William Gaddis, JR, Il Saggiatore
Vi è mai capitato di entrare dentro una stanza dove c’è molta gente che parla nello stesso momento? Questa è la sensazione che produce la lettura di JR di William Gaddis, pubblicato nel 1975, e considerato un romanzo satirico geniale che esplora il capitalismo, l’avidità e il disordine del mondo moderno attraverso uno stile sperimentale e innovativo. Il protagonista è JR Vansant, un ragazzino di undici anni che, attraverso una serie di telefonate, truffe legali e stratagemmi burocratici, riesce a costruire un impero finanziario multimilionario senza mai uscire dalla sua scuola. Nessuno lo vede mai davvero: agisce tramite telefonate e deleghe, impersonando il volto spettrale del capitalismo, diventando il simbolo del mercato che si muove senza etica. Nel vortice degli affari del giovane JR finisce, contro la sua volontà e rinunciando alla propria arte, il musicista Edwar Bast che rappresenta l’abbandono dei propri ideali. Romanzo monumentale che procede quasi interamente attraverso dialoghi, cambi di scena e interruzioni, riflette perfettamente la frammentazione e la confusione della società contemporanea.
Joan-Carles Mèlich, La fragilità del mondo, Il Saggiatore
Dopo aver esplorato il tema dell’uomo in quanto essere fragile, esposto alla contingenza, al dolore, all’errore e quindi non stabile o autosufficiente, Mèlich allarga la sua riflessione al mondo intero: l’epoca contemporanea vive una condizione caratterizzata da incertezza, vulnerabilità e precarietà. L’odierna società, dominata dalla tecnica e dalla velocità, ha perso la capacità di riflettere profondamente, nega la fragilità e impone l’illusione dell’invulnerabilità, sostituendo la saggezza di un tempo con un eccesso di informazioni. Attraverso una serie di frammenti filosofico-letterari, di brevi meditazioni, ispirandosi a Bergson e Lévinas, citando Kafka, Woolf, Rilke, Simone Weil, l’autore ci invita a fare pace con la nostra fragilità, abbandonando i dogmi rassicuranti e aprendoci a una filosofia più umana e letteraria dove l’incontro con l’altro non ci lasci indifferente. Un libro prezioso che propone una via per abitare meglio l’incertezza del mondo.
Le uscite di venerdì 31 ottobre
Olivier Leplatre, Il latte delle immagini, Bibliotheka
Le immagini possono essere di latte? E, in tal caso, ci verrebbe voglia di berle e di mangiarle? E che rapporto esiste tra questo nutrimento primordiale e la sua raffigurazione? All’appetito per le immagini è dedicato il nuovo saggio del francesista Olivier Leplatre, che nel libro Il latte delle immagini analizza la favola “Il lupo e la volpe” di La Fontaine e propone di osservare diverse opere d’arte– da Vincenzo Campi a Jeff Wall – permettendoci di scomporre le principali problematiche delle pratiche iconofagiche. “La favola di La Fontaine – spiega l’autore – comincia con un’immagine, o diciamo pure con un miraggio: sotto l’influenza nefasta della luna, la volpe immagina di poter gustare il delizioso alimento che ha visto lungo la strada, durante la sua passeggiata, nell’oculare di un pozzo. Bisogna essere davvero affamati per non meravigliarsi che un formaggio si trovi lì, in un pozzo, pronto per essere consumato, e per non accorgersi che si tratta solo di un riflesso. Ma la volpe ha fame, molta fame”.
Emiliano Moccia, Funerale contromano, Les Flâneurs Edizioni
Ibra è un immigrato. Emanuele è un giornalista. I due condividono la camera in un dormitorio per senza dimora, ma è l’unica cosa che li accomuna: Ibra si sveglia all’alba per andare a lavorare in campagna; Emanuele, invece, resta a dormire fino a tardi e passeggia per le strade leggendo giornali. Quando il nipote di Ibra muore in un incidente assieme ad altri nove braccianti, i due protagonisti decidono di portare il corpo nel suo paese di origine. Con l’aiuto di numerosi personaggi piegati dalla vita, provano a trovare i fondi per l’organizzazione del viaggio. Riusciranno a partire?
Un romanzo che dà voce a chi non può parlare; ricco di pathos e ironia. «La mancanza è un sentimento difficile da controllare se non hai una motivazione forte che ti fa stare in piedi, che non ti fa barcollare. E Ibra ce l’aveva. Sapeva perfettamente perché era rimasto lì, in Italia, a lavorare per tutto quel tempo, sotto tutta quella polvere. La mamma, il padre, i fratelli, la moglie, i figli. Sono tutti lì. Sono il suo motivo, il suo viaggio, la sua resistenza. Il suo dolore».
Luciana Zompì, L’estate di Flora, Les Flâneurs Edizioni
Un’estate, un’amicizia e un segreto sconvolgente che si rivela nel tempo della crescita
APiano, un paese del sud, Flora ed Enrica crescono tenendo sempre ben salda la loro amicizia. Federico, un loro compagno di classe introverso e aggressivo, passa il tempo a tormentarle. Il passaggio tra infanzia, età adolescenziale ed età adulta porterà alla scoperta di un segreto sconvolgente che cambierà per sempre l’estate e la vita dei personaggi. Una storia intima e universale allo stesso tempo, che si fa portavoce del valore dell’amicizia.
Libro controcopertina, I disconnessi di Davide Ficarra, Arkadia
DYL, acronimo di Disconnect Your Life è il motto di un movimento nato quasi per caso per iniziativa di due giovanissimi studenti universitari. Passati dai cellulari di ultima generazione a quelli analogici, incoraggiano l’abbandono dei social e della comunicazione digitale, promuovendo la socialità fisica nel tempo liberato dalla connessione. Partendo da questa semplice intuizione, senza negare i vantaggi della tecnologia, Ian e Matteo lanciano in rete una campagna per la disconnessione di massa, favorendo l’esplosione di un movimento globale carico di conseguenze. Ai Disconnessi si oppone il Deep Control, un potere profondo che ha le sue radici nel sistema fondativo del flusso delle informazioni nella rete, un potere che utilizza l’IA e genera algoritmi capaci di intervenire nella vita reale e sulle nostre scelte. Tra iniziative ecologiste, campagne contro il delivery, cooperative agricole e happening in periferia si sviluppa la rete dei Disconnessi che presto subirà la dura repressione esercitata dal potere. Dentro la sfida lanciata dai Disconnessi nascono e si sviluppano le esperienze giovanili di Ian e Matteo, le nuove sfide, le storie d’amore, l’intreccio dei rapporti personali, le paure e le tante incertezze.
Flashback, i titoli usciti a ottobre già in libreria
Nicola Vacca, L’uomo perplesso. Viaggio negli abissi di Emil Cioran, Qed
Nicola Vacca torna con questo libro nel territorio dissacrante di Cioran, per rinnovare il suo patto con il disincanto, per dare voce a quell’ossessione che lo lega indissolubilmente alla parola estrema del filosofo nato alla periferia dimenticata dell’Europa. In queste pagine, la presenza dell’apolide non è uno sterile e fermo oggetto di studio, ma è un percorso, è uno scalare le vette della disperazione, sentire la vertigine sulla propria pelle e scegliere volontariamente di guardare verso il basso. Vacca raccoglie l’eredità squartante del suo interlocutore quando non lesina affondi letali al delirio degradante del mondo, quando attacca spietatamente il proprio tempo. Cioran è stato, nelle parole di Vacca, «l’unico che è stato capace di smascherare il Novecento e inchiodarlo alla croce della propria miseria» ed ecco il riverbero, lo specchiamento, il ribadire la diagnosi infausta per i tempi quanto mai cupi in cui ci troviamo a vivere.
Luciana De Palma, Ogulnar, Les Flâneurs Edizioni
«Ci vuole molto tempo prima che le parole facciano effetto, devono coprire grandi spazi e poi tornare indietro. Devono trovare quello che cercano e fermarsi dove sono necessarie. Devono cercare quello che è nascosto, scoprire il dolore e dargli un nome»
Un viaggio onirico ed emozionante vissuto attraverso la diversità di Ogulnar. Ogulnar vive in Turkmenistan, nel rovente deserto del Karakum. Possiede il dono di saper trasformare, attraverso le parole e la poesia, ciò che solo in apparenza è muto e immobile. Ritenuta diversa e, per questo, confinata nella sua solitudine, ben presto è chiamata a rompere la millenaria tradizione del villaggio. Si ritrova catapultata in un viaggio inatteso che la porterà a prendere una decisione definitiva.
Giorgia Mastropasqua, Un canto al tempo che mi assolva, Les Flâneurs Edizioni
Un viaggio poetico tra le strade tortuose della memoria, un ritorno che non poteva essere evitato
Una madre si affaccia alla nuova vita; un’anima antica percorre la strada della rinascita. Attraverso un Bardo, un intermondo immaginoso, la voce narrante torna a far visita ai suoi “luoghi della durata” ma la mappe della memoria sono molte e impetuose, si sovrappongono, confondono il sentiero, aprendo la strada al potere trasformativo della scrittura sulla realtà. Ogni riscrittura è una mappa parallela nell’unità del tempo sacro, la poesia è la sua liturgia. Nessuno è solo, niente si dilegua, l’assoluto ha bisogno di un elemento che lo assolva, sciogliendone i fili.
Enzo Cannizzo, Oggetti a valvole, Ensemble
«Ci sono tante cose dentro Oggetti a valvole. È un’alchimia, perché Cannizzo è tante cose quando scrive, è un po’ regista, un po’ antropologo, un po’ sciamano urbano, un po’ stregone, mescola pozioni, recita antiche preghiere… Lui non fraseggia, non punta il dito. Lui constata, cesella, evoca, trattiene, custodisce». (Cettina Caliò)
Qui (come altrove, nei suoi testi), la cifra è l’uso sapiente della parola, del ritmo, del suono. La luce pare spesso quel bianco e nero da vecchia cartolina, altre volte è quella quasi elegiaca del primo cinema a colori. Niente è lasciato al caso, persino il manierismo, che talora affiora, ha un sapore genuino, ha lo scopo esatto di conferire grazia. Alcuni di noi conoscono il valore della parola, sanno quanti mondi apre, quanti orizzonti spalanca: «Ogni giorno apro a caso il dizionario alla ricerca di parole e, per un istante, mi sento meno povero» […] Il linguaggio di Cannizzo è concreto e visionario. La sua parola è sobria e asciutta ma solenne, come il rintocco di una campana – ed è noto che la campana suoni anche per noi. (Cettina Caliò).
Tommy Wieringa, Nirvana, Iperborea
Tra crisi del capitalismo, devastazione ambientale e filosofia zen, un grande romanzo sull’inevitabilità della propria famiglia
Amsterdam, 2016. Da quando la compagna l’ha lasciato, Hugo riesce solo a meditare. Nato in una famiglia facoltosa di petrolieri conservatori e antiambientalisti, è un pittore di successo, ma da tempo non dipinge più. Finché incontra lo scrittore Tommy Wieringa, che sta lavorando a un libro su un personaggio controverso: il nonno di Hugo. Il centenario Willem, ingegnere civile, è stato un innovatore tecnologico che con il petrolio si è fatto un nome e un patrimonio, ma alle spalle ha una storia oscura: un processo per coinvolgimento con il nazismo da una parte e una tardiva adesione alla resistenza dall’altra. I diari nominati nel suo dossier aiuterebbero Tommy a ricostruire i fatti, ma sono spariti. Pur nutrendo poca simpatia per lo scrittore, Hugo inizia a frequentarlo, forse anche in nome del loro passato condiviso: entrambi trovarono un’amata figura materna in Beth, con cui Tommy visse in affido e che fu tata di Hugo. Quando Hugo torna a trovarla scopre che è la depositaria dei grandi segreti del nonno, anche dei più impensabili. Dietro la storia di un uomo tormentato da un amore perduto e dall’inquietante passato della sua famiglia, tra nuovi slanci di passione, scoperte e colpi di scena, citazioni dal futurismo e dalla filosofia zen, Nirvana racconta del nostro presente estremista e populista, in cui il fuoco del progresso tecnologico si nutre del più debole e divora le risorse del pianeta.
Ben Machell, Cacciatori di tenebre, Iperborea
In queste pagine ci sono solo storie vere: di poltergeist, infestazioni, possessioni, sedute spiritiche. E delle indagini di un uomo che ha passato la vita a cercare di spiegarle. Spesso ci è riuscito. Ma non sempre
Questo libro non è tratto da una storia vera. Questo libro racconta solo storie vere. Un uomo aggredito da un invisibile mastino nero che lo sorprende nel salotto di casa e gli lascia profondi tagli. Una coppia che parla con il fantasma del figlio, morto in giovane età. Una presenza malvagia che terrorizza una famiglia. Un maniero elisabettiano abitato da spiriti dispettosi. Un’anonima casa di Enfield con inquietanti apparizioni. Sono i casi che ha affrontato Tony Cornell, novecentesco Sherlock Holmes dell’occulto, che con ferrea razionalità ha assistito a fenomeni poltergeist, dormito in case infestate, partecipato a sedute spiritiche. Un uomo dalla doppia vita: da un lato rispettato borghese, consigliere comunale a Cambridge; dall’altro spia per l’MI6 in Unione Sovietica ed ex militare di stanza nel Golfo del Bengala. E soprattutto, folgorato dai poteri di un eremita indiano, meticoloso indagatore del soprannaturale. Esistono davvero fenomeni che la nostra scienza non riesce ancora a spiegare? E se così fosse, come renderne conto? Sono le domande che hanno spinto Cornell, e come lui diversi premi Nobel, a unirsi alla SPR: la società per la ricerca psichica fondata in epoca vittoriana, quando l’umanità cercava alternative trascendenti al gelo del progresso tecnologico. Ma oggi che la scienza sembra avere vinto sulla spiritualità, c’è ancora spazio per i fantasmi e chi indaga su questi fenomeni? Dopo aver rovistato tra scatoloni di corrispondenza e riscoperto inquietanti registrazioni e strani resoconti di indagine, Ben Machell parla del nostro rapporto con l’ignoto e le sue manifestazioni, attraverso la vita tanto romanzesca quanto reale di un uomo che è riuscito (quasi sempre) a spiegarle.
Marisa Liseo, Asimmetrie elementari, Macabor
Dalla prefazione di Giuseppe Giglio: “La parola poetica si carica di una rinnovata e impellente responsabilità del dire, come se potrebbe non esserci più tempo, come se potrebbero venire meno le ragioni di base, in questo presente così buio e greve che pare scivolare verso l’abisso: dell’uomo che annienta l’uomo, che rischia di distruggere il mondo. E per rivolgersi ai lettori l’autrice sceglie la via forse più giusta: quella della letteratura quale memoria collettiva, quale Memoria. E così chiede aiuto ad Eugenio Montale e Luigi Pirandello, a Marc Levy, Virginia Woolf e Bertold Brecht. Da essi proviene ogni epigrafe (una sorta di spirito-guida) in apertura di ciascuna delle cinque sezioni che compongono questo grappolo di storie: dove il dettaglio realistico si veste subito del simbolo, dell’emblema, si fa esempio di un sentimento, di un’emozione, finanche di un modo di stare al mondo”.
Salvatore Massimo Fazio
La segnalazione su SicilyMag