Monica Traversa ha tredici anni, ha di nuovo la tonsillite, ha il sapore dell’antibiotico in bocca e in riesce a tirare giù nemmeno un po’ di latte. È il sedici marzo del 1978 e la televisione annuncia il rapimento di Aldo Moro, Presidente della Democrazia Cristiana. La madre di Monica è in camera da letto, ha fatto il bagno e tra poco inizierà le telefonate con le amiche, una routine che la figlia conosce e si aspetta, ma una telefonata spezza l’iter ormai noto: “Hanno rapito Luca” dice sua madre con gli occhi sbarrati e le labbra sottili, l’accappatoio bianco aperto. Luca Barnaba è il figlio di una coppia di amici. È un bambino tranquillo, ha dieci anni, il padre è un imprenditore in vista. Lo hanno portato via davanti al cancello della loro villa. Lo dice sua madre, lo ripete la tv. Sua madre esce, lei anche se non sta bene deve cercare di tirarsi su, Rita la governante, la aiuta a vestirsi, a casa loro sta arrivando Dalila, la sorella di Luca, amica “per forza” di Monica: non è un momento facile e ognuno deve fare la sua parte. Monica non ha gli strumenti per comprendere fino in fondo quello che sta accadendo, i suoi tredici anni sono troppo verdi per entrare nel merito, fa domande che non hanno risposte se non scomode, ma grazie a quelle e all’incontro e all’aiuto di Maria Grazia – una giovane giornalista che non si accontenta – tutto cambia… Un romanzo interessante, quello della giornalista e scrittrice barese Anna di Cagno, che rilegge da un punto di vista inedito i complessi anni di piombo del nostro Paese. Attraverso gli occhi e i dubbi di Monica indica, osserva e cerca di capire i rapporti tra gli adulti che le vivono intorno. Ascoltando le parole, interpretando i gesti e decodificando le dinamiche ci rivela debolezze colpe bugie di chi dovrebbe essere un punto di riferimento. Ci mostra una classe borghese, quella alla quale anche lei appartiene, intrisa di perbenismo e ipocrisia: specchio spietato di un’Italia che non sempre fa vedere il suo profilo migliore o – per riprendere la garuffa del titolo (uno dei tiri più complessi del gioco del biliardo) – ci indica quella sponda corta in cui il gioco si può ribaltare.
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Un romanzo che ci riporta a una stagione intensa della storia italiana, una storia che rilegge il caso Moro come metafora della perdita della fiducia nel “mondo dei grandi” e scava nell’anima pulp della generazione a cavallo tra la guerra e il boom economico.
16 marzo 1978. Poche ore prima del rapimento di Aldo Moro avviene un altro sequestro, questa volta però la vittima è un bambino. Luca Barnaba ha solo dieci anni, ma la sua vera colpa è quella di essere il figlio di un facoltoso e chiacchierato imprenditore di un’imprecisata città del Sud in cui il contrabbando di sigarette non è considerato un reato e i ricchi assumono droghe che promettono la felicità. In questa sponda fortunata di un Paese dilaniato dagli anni di piombo Monica, figlia di amici dei Barnaba, assiste a una strana inversione delle leggi morali che dovrebbero regolare la vita degli adulti. Se conoscesse il biliardo all’italiana la definirebbe una garuffa, ma lei ha tredici anni e può solo guardare per cercare di capire cosa sta accadendo nel suo mondo. Ci prova con l’aiuto di una giovane giornalista che, come lei, continua a porre domande scomode. Insieme arriveranno alla verità, ma sarà Monica a trovare la forza di cambiare vita. Un romanzo che ci riporta a una stagione intensa della storia italiana, una storia che rilegge il caso Moro come metafora della perdita della fiducia nel “mondo dei grandi” e scava nell’anima pulp della generazione a cavallo tra la guerra e il boom economico. Anna Di Cagno, è nata a Bari, ma vive a Milano. Ha studiato Filosofia a Torino ed è diventata giornalista professionista nella redazione di “Cosmopolitan” nel 1994. Ha lavorato a lungo con magazine femminili occupandosi di tematiche di costume, cultura e attualità e ha collaborato con diverse agenzie di comunicazione. Sei anni fa ha fondato ilblogdimollybrown.com, sito che si occupa di cultura in maniera “spettinata”. Per Morellini Editore ha curato le antologie Lettere alla madre e Lettere al padre e partecipato alla raccolta di racconti Tra uomini e dei. Storie di rinascita e riscatto attraverso lo sport. Per Cairo ha scritto Lettere d’amore per uomini imperfetti, non-romanzo a quattro firme realizzato con Paola Mammini, Maria Di Biase ed Elena Mearini. Nel 2021 ha pubblicato Gala Éluard Dalí. Per interposti uomini, biografia romanzata della collana Femminile singolare che dirige insieme a Sara Rattaro. Molti suoi racconti sono presenti in diverse pubblicazioni. Per Arkadia Editore ha pubblicato L’anno della garuffa (2024).
Livio Partiti
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BOLOGNA – Gallery16 è lo shop di dischi, libri e il cocktail bar che vi aspetta con una programmazione sempre ricca di eventi live, presentazioni, djset e molto altro.
Giovedì 7 novembre alle 18.30
Aperitivo con gli autori
“Colleghi e altri animali rari” (BookTribu Edizioni) sarà presentato dall’autrice Angela Giusti insieme a Gianluca Morozzi.
Cosa succede quando una laureata in Lettere si ritrova a lavorare come commerciale alla Puntini Srl, dove comandano tre donne che hanno nell’assenza di metodo il loro metodo? Il primo passo sarà integrarsi in un ambiente dove ogni collega ha un soprannome: c’è Peppermint, c’è NoMercy, c’è Madame…e poi c’è lui, Collega, che fattura più di tutti anche se sembra sempre che si sia appena svegliato. La Nuova scoprirà che la vita del commerciale non finisce alle 18: è un vortice di chilometri, risate, sgarbi, clienti che non comprano, gossip, budget, amori impossibili. Perché quando il mare incontra lo scoglio, lo scoglio non si scalfisce…o forse sì?
Dettagli evento ➡ https://fb.me/e/2vd3SZhG1
Venerdì 8 novembre alle 19.00
“L’anno della garuffa” di Anna di Cagno (Arkadia Editore)
Dialoga con l’autrice la giornalista e scrittrice Isa Grassano.
Bookshop a cura di Libreria Trame
Ambientato in un Sud “minore” e in una città mai nominata, ma al centro di speculazioni edilizie e contrabbando di sigarette, “L’anno della garuffa” comincia la notte del 16 marzo del 1978 e si conclude il 9 maggio dello stesso anno.
Sono le date del rapimento di Aldo Moro e cornice temporale nella quale un altro rapimento, questa volta però ai danni di un bambino di dieci anni, sconvolge la vita di una città di provincia non più così piccola da essere ancora una comunità, ma non ancora così grande da attirare l’attenzione in un Paese martoriato dagli Anni di Piombo.
Dettagli evento ➡ https://fb.me/e/5zc0YK18y
Dalle 21.00
Vi aspettiamo per il live dei MixTape a base di pop, rock, new wave… e altro!
Mezzo secolo di musica dagli anni 60 a 2000
STELLA HAAS (Voce, chitarra, cymbal)
GIULIANO TEDESCHI (Fisarmonica)
ELISABETTA DALOLIO (Cajon)
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Dopo il live restate con noi per eXtravaganza night con selezioni più elettroniche del solito, vi aspetto con tanta voglia di divertirvi, chiacchierare e bere insieme!
L’idea eXtravaganza è quella di offrire al pubblico da scegliere i 45 giri da fine anni 70 a fine anni 80 della propria collezione privata, una sgangherata selezione di 600 pezzi che offre classici wave, synth pop, italo disco, new beat, ebm e molto altro, pezzi di gran spessore accostati a hit sciocche ma con un perché. Il tutto posto in un frullatore interattivo dove niente è prestabilito
I confini sonori sono i più ampi possibili grazie ad un ulteriore archivio musicale di Lp e Mix scelti di volta in volta, incluse produzioni più recenti che omaggiano i suoni anni 80.
Dettagli evento ➡ https://fb.me/e/5DG7Rxc7f
Sabato 9 novembre alle 18.30
ScambievolMENTE presenta
“Il prezzo del tempo” di Ilaria Marchioni
Dialoga con l’autrice: Christian Tarantino.
Il tempo non ha prezzo? Si che ce l’ha: è il prezzo che paghiamo ogni volta che lo sprechiamo.
Quanto tempo sprechiamo ad ascoltare le nostre paure o le preoccupazioni per il futuro? Quanto tempo sprechiamo cercando di essere “bravi”, di accontentare qualcun altro, di assolvere alle aspettative sociali o familiari?
Quanto tempo sprechiamo nell’essere accondiscendenti, a dire di sì quando vorremmo dire di no, nel fare cose che non ci va davvero di fare? Quanto tempo sprechiamo a cercare di essere diversi da ciò che siamo veramente?
E questo tempo ha un prezzo: il prezzo della nostra vita.
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Dalle 22.00
Nuova serata COLD WAVE con Marco Vitale & Igor Sebastian
Cold Wave è un viaggio vintage-futuristico nella musica new wave degli ultimi quarant’anni. Un mix di sonorità retrò e d’avanguardia in continuo ondeggiare tra le nebbie del passato e le schiarite del presente, alla ricerca dei nuovi orizzonti della musica contemporanea. Lasciatevi guidare dai due traghettatori, Igor Sebastian e The Professor vi condurranno all’approdo.
Dettagli evento ➡ https://fb.me/e/4hdrrub3i
Roberto Di Biase
Il link alla segnalazione su Emilia Romagna News 24: https://tinyurl.com/4rmmn6yz
Gallery 16 apre le porte a una nuova presentazione di libri, ospitando – venerdì 8 novembre, alle 19 – Anna di Cagno e il suo romanzo da poco pubblicato “L’anno della garuffa” (Arkadia Editore). A dialogare con l’autrice, la giornalista e scrittrice Isa Grassano.
L’anno della garuffa, il nuovo romanzo di Anna di Cagno
Ambientato in un Sud “minore” e in una città mai nominata, ma al centro di speculazioni edilizie e contrabbando di sigarette, L’anno della garuffa comincia la notte del 16 marzo del 1978 e si conclude il 9 maggio dello stesso anno.
Sono le date del rapimento di Aldo Moro e cornice temporale nella quale un altro rapimento, questa volta però ai danni di un bambino di dieci anni, sconvolge la vita di una città di provincia non più così piccola da essere ancora una comunità, ma non ancora così grande da attirare l’attenzione in un Paese martoriato dagli Anni di Piombo.
«Nel 1978 avevo dieci anni e a scuola la mia maestra, ogni sabato, ci leggeva in classe il quotidiano della città. Da quel momento, per me, il rapimento di Aldo Moro ha acquisito il valore simbolico della perdita della fiducia nel mondo dei “grandi”», spiega di Cagno.
A narrare questo rapimento, Monica, una ragazzina poco più grande della vittima che sarà costretta a fare i conti con l’imprevedibilità dei comportamenti di quegli adulti di cui vorrebbe fidarsi. Dal suo incontro accidentale con una giovane giornalista, che deve “coprire” la notizia sulla cronaca locale, nascerà un insolito sodalizio. Insieme giungeranno alla consapevolezza che non sempre verità e realtà vanno nella stessa direzione, e che invece molto spesso è un tiro a effetto (la garuffa, appunto) a segnare il destino di tutti.
Il bookshop è a cura della Libreria Trame.
«L’anno della garuffa è il ritratto di una generazione che si è persa e di un Paese che non si è più ritrovato. Un grande romanzo politico italiano che abbiamo il dovere di leggere» (Nicola Vacca, scrittore e critico letterario)
Il link alla segnalazione su BolognaBO: https://tinyurl.com/nmvj43f2
La realtà e la verità non vanno nella stessa direzione: ne prende atto Monica, un’adolescente borghese di un’imprecisata città del Sud, appena diventata donna. Lei, insieme a Maria Grazia, una giovane e promettente giornalista, è la protagonista del nuovo romanzo di Anna Di Cagno L’anno della garuffa (Arkadia). Una storia di formazione, ambientata nel 1978 all’indomani del rapimento di Aldo Moro. Mentre tutta Italia è con il fiato sospeso, per un gruppo ristretto di persone un altro rapimento sconvolge le loro vite. È quello di un bambino di dieci anni, Luca Barnaba ha solo dieci anni, figlio di un facoltoso e chiacchierato imprenditore. In un entourage ambiguo e discutibile, tra famiglie nelle quali gli adulti assumono droghe che promettono la felicità e vivono con autisti e personale di servizio, in un luogo in cui il contrabbando di sigarette non è considerato un reato, Monica è una ragazzina ribelle, amica di Dalila, la sorella del bambino rapito. Con il suo sguardo disincantato si insinua nel mondo incomprensibile degli adulti che la circondano, gente a cui non mancano beni materiali ma priva di valori. Monica conosce Maria Grazia quando la giornalista incontra la mamma di Luca per intervistarla e, da allora, tra le due ci sarà una sorta di sintonia che le porterà a cercarsi e confidarsi. Monica si sente importante a passare informazioni e, per Maria Grazia la ragazza è un gancio insostituibile verso quel mondo così denso di zone d’ombra. Tra la prima persona di Monica e una terza persona che di volta in volta offre uno sguardo d’insieme di una vicenda intricata e intrigante, L’anno della garuffa, grazie allo stile ricercato dell’Autrice, avvince il lettore. Monica assiste a una strana inversione delle leggi morali che dovrebbero regolare la vita degli adulti. Se conoscesse il biliardo all’italiana la definirebbe una garuffa – uno dei tiri più difficili del biliardo all’italiana, consiste nel riuscire a imprimere un effetto contro la biglia battente in modo da deviare il suo impatto con la sponda corta – ma lei ha tredici anni e può solo guardare per cercare di capire cosa sta accadendo. Con una ricostruzione dettagliata della fine degli anni Settanta e descrizioni particolarmente evocative, è un romanzo che ci riporta a una stagione intensa della storia italiana, una storia che rilegge il caso Moro come metafora della perdita della fiducia nel “mondo dei grandi” e scava nell’anima pulp della generazione a cavallo tra la guerra e il boom economico. “Siamo la periferia di un regno, non abbiamo mai avuto corti e palazzi reali, un’aristocrazia e un’intellighenzia.”
Come è nato “L’anno della garuffa”?
“Non so identificare un momento preciso in cui è nata l’idea di scrivere L’anno della garuffa. Ma so perfettamente che volevo raccontare quel Sud “minore” in cui gli Anni Piombo non sono mai arrivati realmente. Mi sono trasferita a Torino nel 1988 e la memoria del Terrorismo era ancora vivida, tra i miei compagni dell’università. Lì ho capito di aver vissuto un’infanzia diversa.”
Quanto c’è di te in Maria Grazia e Monica?
“Come Monica ero una ragazzina molto curiosa e attenta al mondo degli adulti, diversamente da Maria Grazia ho avuto una vita professionale costellata di donne meravigliose che mi hanno insegnato tanto e rispettato. Quindi sì, un po’ assomiglio a entrambe, per affinità e differenze.”
Il 1978, anno in cui è ambientato il romanzo, è descritto in maniera minuziosa. Hai un legame particolare con questo periodo?
“Sì. Era l’anno in cui ho finito le elementari e ho dovuto salutare la mia meravigliosa maestra. È stata lei a lasciare in me la traccia indelebile del rapimento di Aldo Moro, perché ogni sabato portava in classe il quotidiano della città e ci leggeva un articolo sul quale, poi, dovevamo scrivere un tema. A Bari, città che non nomino mai, ma in cui è ambientato il romanzo, il caso Moro era molto sentito, perché pugliese d’origine e famoso docente universitario alla facoltà di Giurisprudenza per la generazione dei miei genitori.”
Per il titolo hai preso in prestito il nome di uno dei tiri del biliardo, la garuffa. È un gioco che ti appassiona?
“Non sono una giocatrice di biliardo, ma mi affascina la sua fisica. È il gioco più frequentemente usato per spiegare il principio di causalità Ma come tutti i giochi prevede dei tiri a effetto che sovvertono le leggi della fisica. E questo mi affascina come metafora della vita.”
C’è una particolare tipologia di lettori che vorresti leggesse L’anno della garuffa?
“I lettori sono tutti preziosi e, a ora, ho avuto apprezzamenti sia da uomini che da donne. So che è più facile per un/una over 50 leggere L’anno della garuffa, perché conserva la memoria di quel periodo, ma spero arrivi anche a quelli più giovani che vogliono capirne qualcosa di più. Sono stati anni drammatici e importanti per la storia del nostro Paese, ricordarli può aiutare a capire un po’ meglio il mondo in cui viviamo oggi.” Anna Di Cagno è nata a Bari e vive a Milano. Ha studiato Filosofia a Torino ed è diventata giornalista professionista nella redazione di “Cosmopolitan” nel 1994. Ha lavorato a lungo con magazine femminili occupandosi di tematiche di costume, cultura e attualità e ha collaborato con diverse agenzie di comunicazione. Sei anni fa ha fondato ilblogdimollybrown.com, sito che si occupa di cultura in maniera “spettinata”. Per Morellini Editore ha curato le antologie Lettere alla madre e Lettere al padre e partecipato alla raccolta di racconti Tra uomini e dei. Storie di rinascita e riscatto attraverso lo sport. Per Cairo ha scritto Lettere d’amore per uomini imperfetti, non-romanzo a quattro firme realizzato con Paola Mammini, Maria Di Biase ed Elena Mearini. Nel 2021 ha pubblicato Gala Éluard Dalì. Per interposti uomini, biografia romanzata della collana Femminile singolare che dirige insieme a Sara Rattaro. Molti suoi racconti sono presenti in diverse pubblicazioni.
Rossella Montemurro
Il link all’intervista su TuttoH24: https://tinyurl.com/bdejmju8