Boati di solitudine maggio 2011

da: Librincircolo
Librincircolo
8 maggio 2011

Il libro, scritto a quattro mani, narra due storie parallele che si sviluppano in contesti differenti ma che posseggono un comune denominatore: l’emarginazione sociale. Una prima valutazione di carattere puramente letterario: emerge da questo lavoro una congiunzione tra i processi evolutivi del Naturalismo ottocentesco e le testimonianze “realiste” riportate dagli autori.
Il Naturalismo si proponeva di mettere a nudo la realtà sociale, spesso delle classi più povere, asserendo che la psicologia umana andava analizzata attraverso una procedura dicotomica di causa-effetto. Vi era la necessità, quindi, di ricercare il vero, la causa scatenante che regnava alla base di una società “malata”. E Furcas e Bandinu partono dal vero, dal vissuto, spesso tragico, in cui si muovono gli attori delle storie e si analizzano le dinamiche, nonché il contesto ambientale e sociale che fa da teatro ai protagonisti delle vicende narrate.
La prima storia è ambientata in una casa famiglia, dove il protagonista Filippo, “tradito” negli affetti, tenta invano di riscattarsi da un ineluttabile destino.  La seconda storia assume toni più accesi e rappresenta la vita carceraria minorile attraverso episodi, dialoghi e battute tra adolescenti divenuti uomini prima del tempo, per i quali la forza fisica e la sopraffazione sono gli unici modi per farsi strada, per essere qualcuno e contare, nella vita. Latente ma palese dimostrazione palese di sentimenti inesplosi.
Sarà proprio Gigi, l’educatore del carcere a cogliere questo lato oscuro e capire che l’aggressività non è altro che un modo per esprimere disagio e bisogno d’affetto ed attenzioni mai ricevute: un chiaro campanello d’allarme che rende l’individuo incompreso e solo.
Il romanzo ci pone di fronte ad uno spaccato sociale poco noto a una società che tende a categorizzare i cittadini, quasi a voler apporre un marchio sociale, e considerando spesso  i disadattati come figli di un Dio minore. Lo scopo degli autori è quello di sensibilizzare i cittadini; il libro suscita riflessioni importanti e porta chi legge ad esaminare se stesso e le proprie responsabilità nei confronti di chi è emarginato dal sociale.
Un sociale che ha bisogno di nuove basi e nuove modalità di concepire il rapporto con l’altro.
“Ogni uomo è un’isola che lotta per diventare arcipelago ma perchè questo  avvenga è necessario poter costruire solidi ponti, edificare strade”.

Corinne Bove


Arkadia Editore

Arkadia Editore è una realtà nuova che si basa però su professionalità consolidate. Un modo come un altro di conservare attraverso il cambiamento i tratti distintivi di un amore e di una passione che ci contraddistingue da sempre.

P.iva: 03226920928




CONTATTACI

Newsletter




Scarica il nostro Catalogo