Castelli della Sardegna medioevale

da: L’Unione Sarda
Castelli di Sardegna, il ritorno di Foiso Fois
L’Unione Sarda, 19 gennaio 2013

 

Il castello di Acquafredda è uno dei più significativi esempi di architettura medievale non solo del giudicato di Càlari, ma dell’intera Sardegna. La sua storia è ben conosciuta per i documenti (che parlano persino dell’arredamento e dell’armamento in epoca aragonese) e anche grazie agli scavi e al recente restauro. La costruzione risale attorno al 1274-75, epoca in cui il conte Ugolino della Gherardesca fu imprigionato e cacciato dalla sua città per non aver pagato al governo della repubblica il tributo dovuto per i feudi in Sardegna. Ma Acquafredda potrebbe avere avuto una sua storia sotto Chiano giudice di Arborea negli anni precedenti l’arrivo di Ugolino. Le vicende del castello, dalle origini sino ai primi dell’Ottocento quando venne di fatto abbandonato dagli ultimi feudatari della famiglia Bou-Crespi, i dettagli tecnici con diversi disegni chiarificatori, e una preziosa bibliografia, compongono il capitolo dedicato a uno dei più famosi castelli medievali dell’Isola a cui il pittore Foiso Fois (Iglesias 1916-Cagliari 1984) ha dedicato vent’anni di paziente e appassionata ricerca. Da quello studio ne uscì un libro (Silvana editoriale, 1992) divenuto subito un punto fermo per gli storici, imprescindibile per chiunque intenda affrontare la storia del castelliere sardo. Fois ne contò oltre una cinquantina, Francesco Cesare Casula ne individua 88 mettendoci anche quelli scomparsi del tutto. A distanza di vent’anni Arkadia ripubblica il volume (esaurito da tempo) con una nuova edizione più moderna, arricchita dove possibile con quanto di recente è stato studiato, ricostruito o restaurato. Castelli della Sardegna medioevalerivede la luce grazie al meticoloso lavoro di rivisitazione e “cucitura” di Barbara Fois, che già aveva collaborato alla prima edizione. Figlia del pittore e lei stessa esperta del tema che insegna all’università di Cagliari, ha svolto il suo incarico con un amore profondo per la memoria paterna e per un’opera che non poteva essere dimenticata. «Mio padre Foiso ci ha messo vent’anni a raccogliere notizie negli archivi, a scattare le fotografie, a misurare e a disegnare i castelli, inerpicandosi sui pendii scoscesi, girando a piedi regioni impervie, verificando sul campo le informazioni dei documenti», scrive la docente. Il lavoro fu lasciato così alla sua morte e a lei toccò il compito di organizzare il materiale e di pubblicarlo nel primo volume. Perché oggi viene riproposto in nuova veste? Ci sono state novità negli studi, molti interventi di indagine archeologica e restauro. Fare dunque il punto a distanza con le aggiunte e gli aggiornamenti in corso può essere interessante e utile. Tra le novità emergono quelle che riguardano Acquafredda di Siliqua, San Michele di Cagliari, Malaspina di Bosa, Las Plassas, Monreale e altri. Le immagini di Antonio Meloni supportano l’impianto iconografico già predisposto da Foiso. Il volume mantiene lo schema originale con una premessa di carattere generale e le quattro sezioni, una per ciascun giudicato. Un capitolo per ogni castello a cui l’autore dedica una lunga scheda. Dall’insieme emerge l’epopea dell’isola nell’alto medioevo: «Un periodo in gran parte sconosciuto, per l’assenza di documentazione. Non sappiamo come, quando e perché dalla Sardegna bizantina pressoché unificata si passò a quattro stati autonomi che ebbero destini differenti», scrisse Fois. I castelli ne furono il massimo emblema.

Carlo Figari


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