“E’ la guerra, Generosa. A Roma c’è l’occupazione, ci sono i tedeschi. Ognuno fa quello che può.”
Pag. 104
TRAMA:
Cagliari, 1943. Dopo l’ultimo bombardamento, Generosa lascia a malincuore la città devastata e si rifugia in un paese dell’interno con i figli e due donne di servizio. È in pena per il marito, rimasto nel capoluogo in qualità di medico all’ospedale militare, per il figlio che deve nascere e per quelli che ha già, ma soprattutto è in pena per sua sorella Gisella e suo fratello Silvio, che vivono a Roma e pare siano coinvolti nella lotta partigiana. Olbia, 1943. Felice ha 18 anni e, con le due sorelle Bella e Demy, accompagna il padre a imbarcarsi sul traghetto che lo condurrà sul Continente. Ora tocca a lui prendersi cura delle ragazze, in un lungo vagabondaggio che percorrerà l’isola da nord a sud, da un paese all’altro, tra mille disavventure e incontri bizzarri. Roma, 1944. Un attentato in via Rasella provoca la morte di 33 soldati tedeschi e due civili italiani. Il giorno dopo, per rappresaglia, i germanici uccidono 335 italiani alle Fosse Ardeatine.
RECENSIONE:
Tra i numerosi generi letterari, le saghe familiari sono molto amate e lo dimostrano chiaramente le classifiche dei libri più venduti e il successo del celebre “L’amica geniale”. Questi romanzi raccontano la storia di una famiglia nell’arco di diverse generazioni e così fa “Gli ingranaggi dei ricordi”, narrando le vicissitudini della famiglia di Generosa Zedda-Serra e di quella di Demy Dubois, due donne forti e originali, personaggi pittoreschi ai quali il lettore si affezionerà subito. La prima, figlia del notaio Serra e moglie di un medico di nome Ruggero (sempre in prima linea per aiutare il prossimo), scamperà ai bombardamenti di Cagliari con due gemelli nella pancia, e da questa città racconterà le sue pene e i suoi pensieri per la sorella Gisella, trasferitasi a Roma con il fratello Silvio. Quest’ultimo avrà un ruolo centrale nella storia: il ragazzo “dagli occhi azzurri e dai lineamenti delicati” (pag.58) farà parte dei GAP, combattenti urbani di un nucleo partigiano, e avrà parte attiva nell’attentato di via Rasella del 1944. La storia di Silvio viene indagata con dovizia di particolari da Kevin, pronipote di Generosa, che sta scrivendo la tesi per laurearsi in Storia. Antifascista convinto, Kevin è invitato dal suo relatore ad approfondire la misteriosa figura dello zio per cercare di scoprire quale sia stato il suo ruolo nei GAP, oltre a comprendere se sia stato tra le vittime della tragedia delle Fosse Ardeatine. Il giovanesi si avventura così in una ricerca “un po’ storica e un po’ famigliare,” prendendo “confidenza” con questi antenati la cui storia “sembra essere strettamente intrecciata con quella famosa storia con la S maiuscola” (pag. 31). Parallelamente scopriamo a poco a poco le vicissitudini di Carla, alle prese con la cura della zia inferma di nome Demoiselle “Demy” Dubois, personaggio goliardico e divertente affetto ormai da demenza senile. Demy racconta a Carla e al lettore della sua migrazione lungo tutta la Sardegna, un viaggio a piedi percorso con la sorella Bella e il fratello Felice, padre di Carla e colui che si innamorerà di Maria Ausilia (figlia di Generosa), legando così le figure degli Zedda-Serra e dei Dubois. Carla tornerà più volte in Sardegna per accompagnare e aiutare la cugina Donata nel traferimento della zia da una RSA a Villa Gioiosa, nuova residenza per anziani dove l’anziana sarà accolta e seguita. Carla si affezionerà quindi a questa anziana un po’ bisbetica e perdutamente innamorata del “suo” Marco, un uomo sposato che proprio non riesce a dimenticare. “Gli ingranaggi dei ricordi” è un intreccio ben costruito tra passato e presente, con una ricostruzione storica che si mescola alle emozioni introspettive dei personaggi: un romanzo commovente ma ironico allo stesso tempo, che appassiona e diverte dalle prime alle ultime pagine.
La recensione su Introspectif
Un’opera corale che esplora temi universali come la memoria, la malattia, la perdita, l’amore e la
ricerca delle proprie radici. È “La bella virtù”, il nuovo romanzo di Marisa Salabelle, edito da Arkadia
(2025), che sarà presentato venerdì 7 marzo alle 19, al Centro Culturale Hermaea di Pirri (via Santa Maria
Chiara 24A), tra le anteprime della XI edizione del Festival Premio Emilio Lussu organizzato
dall’associazione culturale L’Alambicco. A dialogare con l’autrice sarà lo scrittore Daniele Congiu.
La scrittura di Salabelle è elegante e incisiva, e rende la lettura un’esperienza intensa e appagante.
Attraverso la storia di una famiglia, l’autrice offre uno spaccato della società italiana del Novecento, con le
sue trasformazioni e i suoi contrasti, coinvolgendo il lettore all’interno di pagine dove prendono vita
personaggi delineati con cura e profondità psicologica. Il racconto invita alla riflessione sulla complessità dei
rapporti umani e sulla forza dei legami familiari.
La scrittrice è nata a Cagliari nel 1955 e vive a Pistoia dal 1965. È laureata in Storia all’Università di Firenze e
ha frequentato il triennio di studi teologici al Seminario arcivescovile della stessa città. Dal 1978 al 2016 ha
svolto la professione di insegnante. Nel 2015 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, “L’estate che
ammazzarono Efisia Caddozzu” (Piemme), seguito nel 2019 dal suo secondo romanzo, “L’ultimo dei Santi”
(Tarka). Entrambe le opere sono state finaliste al Premio letterario “La Provincia in Giallo”, rispettivamente
nel 2016 e nel 2020. Nel settembre 2020 è uscito il romanzo storico-familiare “Gli ingranaggi dei ricordi”
(Arkadia Editore) e nel 2022 “Il ferro da calza” (Tarka), un giallo con ambientazione appenninica. Suoi
articoli e racconti sono apparsi su riviste online e antologie cartacee.
La segnalazione su Mediterranews
Cinquanta narrazioni, tra racconti e romanzi brevi, con un nesso comune: la lotta tra la paura e il desiderio, l’infinito e misterioso numero di mondi che si apre a seguito di ogni decisione si debba prendere nella vita.
Le possibilità rappresenta l’esordio narrativo di David Eloy Rodríguez, la cui opera poetica è già stata tradotta in italiano in diverse occasioni. Autore con ampia e pluripremiata carriera letteraria – Premio Internazionale Surcos e Premio Internazionale Francisco Villaespesa – e con una ventina di titoli pubblicati in Spagna, Rodríguez ci offre cinquanta narrazioni, tra racconti e romanzi brevi, con un nesso comune: la lotta tra la paura e il desiderio, l’infinito e misterioso numero di mondi che si apre a seguito di ogni decisione si debba prendere nella vita. La dimensione immaginaria e la realtà si fondono per far emergere la parola eloquente insieme, si potrebbe dire, alla rivelazione del quotidiano. Le possibilità solleva alcune domande che ti aiutano a riflettere sul rapporto tra la condizione umana e le sue circostanze: come si costruisce l’identità? Quanto sono importanti gli imprevisti nel succedersi di un destino? Quale influenza hanno i nostri desideri e decisioni? Possono cambiare la realtà? E in che modo? Entrare in questo percorso significa entrare nella vertigine delle possibilità.
Un estratto
Il desiderio
Entri in chiesa. Ci sei andato per accendere una candela. È il tempio di Tutti i Santi, il più antico della città in cui abiti.
A queste cose tu non credi granché, ma hai deciso di chiedere una grazia alla Provvidenza. Per te è la prima volta, e un po’ ti vergogni, ma seguirai l’impulso che ti ha spinto a entrare. Accendere la candela sarà come una preghiera, o un gesto di magia, un modo per invocare che accada ciò che ti è necessario.
Pensi: “Accenderò la candela se queste sono vere candele, non quelle false che si accendono automaticamente introducendo una moneta, simulando di essere candele mentre forse nemmeno meritano questo nome”. Solo così continuerai a giocare al gioco che ti sei proposto di giocare.
Sono vere candele. Il gioco prosegue.
Sei solo. Mediti su ciò che desideri. Il silenzio ti aiuta a trovare le parole più giuste per trasferire l’incombenza, l’energia necessaria all’azione.
Accendi la candela con attenzione, con speranza, trasmettendo un autentico senso di importanza. Si direbbe che in queste cose ci credi. E magari in questo istante ci credi davvero.
Il corpo sembra trasformarsi, per un istante, imbevuto di una strana eccitazione. Un corpo connesso. Un corpo vivo.
Il fuoco crepita, piccolo, ma improvvisamente pieno di forza. Una fiamma minuscola eppure miracolosa. Una fiamma capace – chi lo sa? – di cambiare il mondo, completamente.
Non sapremo mai qual era il desiderio. Non sapremo mai se fu soddisfatto. E se per caso lo fu, non sapremo mai quanto e come ebbe a che vedere con l’aver acceso quella candela.
David Eloy Rodríguez, nato a Cáceres (1976), scrittore, poeta, insegnante di scrittura creativa, attore teatrale ed editore, ha pubblicato una dozzina di libri di poesia, un libro-disco, quattro album illustrati e una graphic novel. Il suo lavoro è stato premiato e tradotto in altre lingue. Ha recitato i suoi versi in numerosi paesi stranieri, partecipa a vari progetti scenici che riuniscono diverse arti (musica, pittura dal vivo, arti della parola, danza), scrive testi per artisti di musica e flamenco.
La segnalazione su La biblioteca di Sergio Albertini
Nuova anteprima della XI edizione del Festival Premio Emilio Lussu
In programma il 7 marzo la presentazione del romanzo edito da Arkadia
È online il bando di concorso per le opere di Narrativa e Saggistica edita con scadenza il 1° giugno 2025
CAGLIARI. Un’opera corale che esplora temi universali come la memoria, la malattia, la perdita, l’amore e la ricerca delle proprie radici. È “La bella virtù”, il nuovo romanzo di Marisa Salabelle, edito da Arkadia (2025), che sarà presentato venerdì 7 marzo alle 19, al Centro Culturale Hermaea di Pirri (via Santa Maria Chiara 24A), tra le anteprime della XI edizione del Festival Premio Emilio Lussu organizzato dall’associazione culturale L’Alambicco. A dialogare con l’autrice sarà lo scrittore Daniele Congiu. La scrittura di Salabelle è elegante e incisiva, e rende la lettura un’esperienza intensa e appagante. Attraverso la storia di una famiglia, l’autrice offre uno spaccato della società italiana del Novecento, con le sue trasformazioni e i suoi contrasti, coinvolgendo il lettore all’interno di pagine dove prendono vita personaggi delineati con cura e profondità psicologica. Il racconto invita alla riflessione sulla complessità dei rapporti umani e sulla forza dei legami familiari. La scrittrice è nata a Cagliari nel 1955 e vive a Pistoia dal 1965. È laureata in Storia all’Università di Firenze e ha frequentato il triennio di studi teologici al Seminario arcivescovile della stessa città. Dal 1978 al 2016 ha svolto la professione di insegnante. Nel 2015 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, “L’estate che ammazzarono Efisia Caddozzu” (Piemme), seguito nel 2019 dal suo secondo romanzo, “L’ultimo dei Santi” (Tarka). Entrambe le opere sono state finaliste al Premio letterario “La Provincia in Giallo”, rispettivamente nel 2016 e nel 2020. Nel settembre 2020 è uscito il romanzo storico-familiare “Gli ingranaggi dei ricordi” (Arkadia Editore) e nel 2022 “Il ferro da calza” (Tarka), un giallo con ambientazione appenninica. Suoi articoli e racconti sono apparsi su riviste online e antologie cartacee.
La segnalazione su Sardegna Reporter
Maria Caterina Prezioso racconta con il suo romanzo “I giorni pari” la storia di Sara e Silvana. Sara ebrea romana e la sua famiglia perseguitata per la loro appartenenza alla razza ebraica. Silvana vive con la sua famiglia nelle case popolari del quartiere di Roma a Val Melaina. Siamo negli anni 1940/1955, periodo in cui le leggi razziali si fanno sempre più dure. I genitori di Sara, Gino e Miriam, sono costretti a separarsi dalla figlia sperando in un futuro migliore che li veda ricongiungersi a Sperlonga, luogo dove la fanno fuggire per metterla al riparo. Silvana invece, affronterà una malattia che la porterà ad essere ricoverata al Forlanini, allora il Sanatorio di Roma.
Perché se li nominiamo e raccontiamo le loro storie i nostri morti non muoiono.
Da questa citazione, che troviamo nel libro, tratta da “La lampada di Aladino e altri racconti per vincere l’oblio” di Luis Sepulveda, percepiamo l’importanza di narrare le storie per rendere eterna la vita delle persone che sono morte in quegli eventi terribili, ma che tornano alla memoria attraverso il nero su bianco impresso sulla carta; testimonianza di una memoria che non tarda ad arrivare e che si spera attivi una coscienza su queste note dolenti di storia.
Perché questo titolo: I giorni pari?
Grazie per la domanda e per lo spazio che mi avete concesso.
Il titolo del romanzo è venuto subito, fin dalla prima stesura. È un omaggio alla scrittura, al teatro di Edoardo De Filippo e alla sua “La Cantata dei giorni pari”, nella quale il grande drammaturgo raccoglie le commedie giovanili scritte dal 1920, appena ventenne, al 1942, quando mise in scena “Io, l’erede“. Per il popolo napoletano “i giorni pari” (a differenza dei dispari) sono i giorni fortunati, i giorni che aprono al futuro, nella determinata ricerca di un domani migliore.
La risposta dell’autrice ci proietta verso un domani che ci veda migliori di ieri, i giorni fortunati dove tutto potrà tornare a scorrere in una normale giornata, dove si possano assaporare i giorni pari, i giorni fortunati, i giorni che aprono al futuro, per ricominciare da adesso in avanti.
Luisa Di Bagno
La recensione su Il secondo mestiere
A marzo s’impongono forti i ritorni di autori di rango che scelgono il mese che annuncia la primavera per far leggere le loro nuove riflessioni letterarie. È il caso del #librocopertina, “2056” dell’apolide Francesco Cusa, pubblicato giorno 10 dall’editore Ensemble, che affronta una totale rielaborazione del concetto di vita. Il musicista e scrittore etneo, che si divide tra conservatori musicali e incontri culturali, definisce bene lo spessore di ciò che può essere una crisi sistemico-relazionale, tra profonde riflessioni del protagonista e momenti di sarcasmo davvero elevati.
Non di meno il #librocontrocopertina curato dal professore Danilo Mauro Castiglione, “scuotitore” di anime e incoraggiatore ardito, che dopo le sue opere con Algra e il grande successo editoriale ottenuto (ricordiamo la Lombardia che attenzione gli ha dato), torna al libri ma con San Paolo edizioni con “Solitudini“, in uscita l’11 marzo. Emblematico è il sottotitolo, “Da problema a opportunità“, che si lega alla speranza, e dà garanzie su questo altro etneo trapiantato da un quarto di secolo al Nord Italia. Sorpresissima tutta etnea con la denuncia senza timori di Giorgia Landolfo autrice di “Senza spegnere la voce“, (Nous).
Interessanti flashback con la quaterna Algra editore, Marco Quarin per Cleup e l’ebook di un altro nome di grande ritorno: Marco Dalissamo con “Anelli di Saturno” per Aletti. Ancora: Iperborea, Terrarossa, Fazi, L’Orma, NN, Mursia, Fernandel, Bibliotheka, Rizzoli, CN di Oligo, Libreria pienogiorno, Garzanti, Arkadia, Sem, La nave di Teseo, Sperling & Kupfer, Nord, Ponte alle Grazie e Mondadori, completano i nostri consigli per questa prima quindicina marzolina!
Flashback, i libri già sugli scaffali
Giorgia Landolfo, Senza spegnere la voce, Nous
Non è normale ritrovarsi in un pronto soccorso, in uno studio di ginecologia, in una sala parto e avere paura di fare domande. Non può accadere di ritrovarsi spaventate a chiedere ai medici cosa ci sta accadendo e cosa stanno facendo mentre mettono le mani nella nostra vagina, osservano le nostre ovaie, la nostra cervice. Mentre diamo alla luce un figlio o quando desideriamo farlo. Oppure mentre richiediamo una visita di routine, un contraccettivo, un aborto, una risposta a un dolore che non ha nome.
Ogni anno in Italia decine di migliaia di donne subiscono varie forme di violenza in qualche momento della loro vita, spesso durante la gravidanza, il parto e il post parto. Di queste forme di violenza e abuso se ne parla poco o nulla. Valentina Milluzzo ne ha subito le più tragiche conseguenze. Come lei, tante altre. Perché è successo e accade ancora. Queste pagine sono state scritte con la volontà di liberare ogni singola voce, per non lasciare inespressi indignazione e dolore. L’unica possibilità che abbiamo è rompere il silenzio, raccontare, alzare la voce, denunciare. Anche per chi non ne ha la forza. Anche per chi non può farlo più.
Alessandro Volpone, Pratica filosofica in movimento. Scritti in onore di Antonio Cosentino, Algra
Un viaggio nella filosofia come pratica viva e comunitaria. “Pratica filosofica in movimento” rende omaggio ad Antonio Cosentino, tracciando la strada di una filosofia accessibile e dinamica e nondimeno autentica. I diversi saggi esplorano il dialogo come strumento di trasformazione e impegno civile, riscoprendo la filosofia come luogo insostituibile di riflessione, grazie ai contributi di colleghi, collaboratori e discepoli. Con un saggio introduttivo di Rosa Maria Calcaterra.
Giuseppe Flavio Laneri, Cronometria. Racconti più o meno brevi, Algra
Una raccolta inusuale di racconti con spaccati di vita da cui traspare, mal celata, la costante ricerca dell’autore nel trovare un senso allo scandire del tempo.
Giusy Di Mauro, Poesie in tasca, Algra
«Ci si identifica nella poesia della Di Mauro, ci si identifica con la corsa che lancette compiono sull’orologio e sul viso. È l’inesorabile Kronos e il suo movimento logico e cronologico che tutto divora, ogni essere e ogni singolo evento, ma che viene sconfitto dal cuore dove si ferma, si confonde, si perde. Perché, di contro, c’è il potere di Kairos, tempo divino e momento giusto che di ricordi stropicciati fanno un nuovo volo da poter spiccare, per questa libera farfalla in versi, in pensieri versificati snelli, senza orpelli nati da un continuo monologo/dialogo interiore, secondo la lezione di Joyce, dal quale sovente Giusy Di Mauro parte per approdare in maniera del tutto personale alla sua epifania, a quella luce dell’anima che fa chiarezza e ascolta il suo irrequieto silenzio, compito essenziale del poeta». (Dalla Prefazione di Gabriella Puglisi)
Luigi Venuto De Pierre, Quella notte le lacrime diventarono fiocchi di neve, Algra
Alla fine degli anni Trenta, in un tranquillo paese montano della Sicilia, inizia la storia d’amore tra Mela e Tano. La partenza di Tano, in servizio come carabiniere, sconvolge le loro vite. La passione di Mela per il medico del paese porterà a tragiche conseguenze. Un omicidio bagnerà di sangue la candida neve che scende sul paese.
Maurizio Cucuzza, L’enigma della sfincia, Algra
Uno strano omicidio avviene a ridosso della festa di San Giuseppe, che la città di Palermo onora dal punto di vista gastronomico con una meravigliosa leccornìa, la sfincia, una morbida frittella ripiena di ricotta, scaglie di cioccolato, granella di pistacchio, scorza d’arancia candita e ciliegina a guarnire. Proprio con mezza sfincia in bocca verrà ritrovato il cadavere di Stefano Bellavia, ex socio di Bartolo Cannata, titolare dell’omonima pasticceria e zio di Carmelino, l’alunno prediletto del professore Maurizio Trovato. Cannata verrà accusato del delitto, considerati i passati dissapori con la vittima e pure perché la sfincia in bocca al Bellavia proveniva dal suo laboratorio di pasticceria. Il professore Trovato sarà così di nuovo catapultato in una nuova avventura investigativa, per cercare di risolvere questo enigma particolarmente anomalo e intricato. Attorno a lui graviteranno sempre i suoi allievi del cuore, altre nuove presenze e gli immancabili amici di sempre.
Marco Quarin, Stramare, Cleup
Tommaso Verri, giornalista e scrittore di fama, abbandona la città del Nord Italia dove vive e lavora per isolarsi nella casa ereditata dal padre nel borgo spopolato di Stramare, in provincia di Treviso. Perché lo fa? Ma Tommaso Verri non è uno qualsiasi. Tempo addietro ha sperimentato che anche quella Legge, come tutte le leggi, ha un braccio oscuro, violento e con la memoria lunga. Dovrebbe aver imparato che non bisogna abbassare le difese.
Libro copertina, 2056 di Francesco Cusa, Ensemble
Siamo in un futuro non troppo lontano. Più precisamente siamo nel 2056, poco prima di un evento da cui non si potrà tornare indietro. L’umanità si appresta, infatti, a lasciare il proprio corpo e a fare il grande salto, “The Jumping”, nel Big Network, una vera e propria “smaterializzazione globale”. Tra distopia e fantascienza, l’autoredisegna una sua personale geografia di lughi, un Occidente i cui confini sono dettati da una toponomastica tutta personale e la cui superficie è percorsa da un uomo, Samuel, riluttante al cambiamento che, per un banale ritardo, è escluso dal destino di tutti gli altri uomini. Inizia così un viaggio di sopravvivenza e di ricerca di senso, che lo condurrà a una vera e propria iniziazione verso inaspettate svolte avventurose, incanalando il cammino sui binati di una nuova rinascita. In uscita lunedì 10 marzo
L’autore
Francesco Cusa, batterista, compositore, scrittore, nasce a Catania nel 1966. Intraprende lo studio del pianoforte, poi passa alla batteria. Si trasferisce a Bologna nel 1989, dove si laurea al Dams nel 1994. In quell’humus ha modo di collaborare con artisti provenienti da varie parti d’Italia e il suo percorso artistico lo porterà a suonare, negli anni, in Europa, America, Asia e Africa. Da sempre interessato all’interdisciplinarità artistica, è anche scrittore di racconti, romanzi e poesie e ha pubblicato diversi articoli di musicologia e di critica cinematografica presso molte riviste specializzate. Nel corso della sua carriera ha realizzato numerosi lavori di creazione e sonorizzazione di musiche per film, teatrali, letterari, di danza e arti visive.
Le uscite di martedì 4 marzo
Erica Cassano, La grande sete, Garzanti
Èil 1943 e l’acqua manca ovunque, tranne che nella casa in cui Anna vive con la sua famiglia. Mentre davanti alla Casa del Miracolo si snoda una fila di donne che chiede quanto basta per dissetarsi, lei si domanda come mai la sua sete le paia così insaziabile. Perché quella che Anna sente è diversa: è una sete di vita e di un futuro di riscatto. A vent’anni vorrebbe seguire le lezioni alla facoltà di Lettere, leggere, vivere in un mondo senza macerie, senza l’agguato continuo delle sirene antiaeree. Ma non c’è tempo per i sogni.
Marco Dalissamo, Anelli di Saturno, Aletti
Suonanti e vibranti, per Marco Dalissimo, gli anelli di Saturno arrivano all’uomo come telepaticamente, ma anche per tradizioni consolidate, nonostante il pianeta sorge soltanto verso la fine della raccolta di questi versi. In molti contano (come l’autore) che come il nostro satellite, la Luna, Saturno possa influenzare gli animi umani. Credere significa verità, e la verità non è sempre spiegabile perché legge che non vuole dubbi. Certamente i dubbi, le incertezze, le debolezze, le fragilità, sono soltanto alcuni dei contenuti della poetica di Marco Pelliccione nato a Roma e divenuto in arte Dalissimo, autore di cinque pubblicazioni, due sillogi, e tre romanzi. Questa prima esperienza poetica risente del suo registro naturale che indaga una realtà parallela e invisibile, viva di sogni descritti sul finire della notte, quando tutto diventa vero. Foto in copertina di Lara Garofalo.
Layne Fargo, The Favorites. Un’ultima volta noi, Mondadori
Il mondo del pattinaggio artistico ha sempre amato le grandi coppie. Katarina Shaw e Heath Rocha ne erano una, la più brillante e la più tormentata. La loro chimica sul ghiaccio era innegabile, così come la passione che li consumava fuori dalla pista. Ma un tragico incidente durante le Olimpiadi ha posto fine alla loro storia d’amore e alla loro carriera. Dieci anni dopo un documentario riaccende l’interesse del pubblico per la coppia, promettendo di rivelare i segreti dietro la loro separazione.
Helen Simonson, Le ragazze del club della motocicletta, Nord
Inghilterra, estate 1919. La Grande Guerra è finita, ma per molte donne la battaglia è appena iniziata. Gli uomini, tornati dal fronte, si sono ripresi il posto che avevano lasciato, e per molte donne questo significa essere messe da parte, costrette a rinunciare all’indipendenza conquistata con fatica durante il conflitto. Constance Haverhill è una di loro: dopo aver ricoperto un incarico di responsabilità, si ritrova con un destino già segnato, confinata al ruolo di moglie o governante. Accetta quindi un impiego come dama di compagnia per un’anziana signora in villeggiatura a Hazelbourne-on-Sea, un piccolo paese di mare che sembra fuori dal tempo, ma è proprio lì che l’incontro con Poppy Wirrall cambierà il suo futuro.
Maud Ventura, Celebre, Sem
Cléo è cresciuta in una famiglia franco-americana, entrambi i genitori sono professori universitari un po’ annoiati dalla vita e parecchio scontati. Lei invece, da quando è bambina, coltiva un sogno: diventare una cantante famosa. Voce, carisma e capacità espressive non le mancano. In più, la doppia origine potrebbe aggiungere quel tocco di fascino internazionale. Il vero ingrediente, però, è un altro: l’ossessione di farcela a tutti i costi. Passano gli anni e Cléo supera ogni ostacolo che le si presenta davanti, accumulando ferite e fallimenti senza mai mollare. Finché, con grande sorpresa di molti tranne che sua, diventa una star mondiale. Ma la strada che ha percorso per raggiungere il successo è lastricata di risvolti oscuri.
Catherine Ryan Howard, 56 giorni, Fazi
Nessuno sapeva che vivevano insieme. Ora uno dei due è morto. Potrebbe essere questo il delitto perfetto? 56 giorni prima Ciara e Oliver si incontrano per la prima volta in un supermercato di Dublino, durante una pausa pranzo come tante; tra loro scatta subito la scintilla e, nel giro di pochi giorni, iniziano a frequentarsi. Nella stessa settimana, il Covid-19 raggiunge le coste irlandesi. 35 giorni prima. Quando il lockdown minaccia di tenerli separati, Oliver suggerisce di andare a vivere insieme nel suo appartamento.
Le uscite di mercoledì 5 marzo
Imogen Clark, La felicità nei giorni di pioggia, Libreria pieno giorno
C’è un mondo in attesa in ciascuno di noi, dove sono custoditi i nostri sogni più veri. Romany ha da poco compiuto diciott’anni ed è sul punto di muovere i primi passi nell’età adulta quando si ritrova improvvisamente sola senza sua madre, Angie, l’unico genitore che abbia mai conosciuto, portata via da un male repentino.
Kader Abdolah, Il messaggero, Iperborea
C’era una volta un popolo che viveva in una terra desertica intorno alla Mecca, era diviso, governato da leggi tribali e venerava idoli di pietra, cui sacrificava le sue figlie femmine. Un popolo di seminomadi poveri e ignoranti, schiacciato tra grandi imperi – Bisanzio, la Persia, l’Egitto. Tutte civiltà avanzate, ognuna con un suo profeta, che si chiamasse Mosè, Gesù o Zarathustra, e un suo Libro, e soprattutto ognuna con un unico dio. In quella terra inospitale viveva un mercante scaltro, membro di un clan illustre. Era analfabeta, ma visionario e determinato.
Le uscite di venerdì 7 marzo
Daniela Dröscher, Bugie su mia madre, L’orma
Germania, anni Ottanta. Ela ha sei anni e «come una piccola investigatrice privata» osserva la vita domestica trasformarsi in un campo di battaglia: la madre è troppo grassa e deve dimagrire a tutti i costi. Così ha decretato il capofamiglia, ossessionato dal corpo della moglie, che ritiene responsabile di ogni suo fallimento, dalla mancata promozione alle ambizioni sociali frustrate. Giorno dopo giorno, attorno a quel corpo si stringe un assedio fatto di ammonimenti, vergogna e controllo. Ormai adulta, l’autrice ritorna su quegli anni con uno sguardo capace di districare finalmente verità e menzogne.
Silvia Nirigua, Tre di notte, Fernandel
«A un tratto ti immagini come sarebbe sfilarsi via di dosso la pelle, con tutti i tatuaggi, i piercing, le rughe d’espressione affioranti ai lati degli occhi. Uscire dal costume di scena che indossi in questa vita che non ha saputo rispettare nemmeno una delle sue promesse…»
In una tranquilla villa del nord-est italiano, una coppia apparentemente solida si prepara ad accogliere una misteriosa ragazza conosciuta online. Quello che doveva essere un incontro trasgressivo si trasforma in un viaggio nell’abisso delle loro anime. Tre vite si intrecciano in una notte carica di tensione, dove i segreti emergono come fantasmi nella penombra. Mentre il vino scorre e le maschere cadono, ciascuno si trova faccia a faccia con i propri demoni. Con una prosa tagliente e uno sguardo implacabile, Silvia Nirigua disseziona le relazioni umane, mettendo a nudo le fragilità e le bugie che ci raccontiamo. “Tre di notte” è un thriller psicologico che vi farà domandare: quanto conosciamo davvero chi ci sta accanto? Un romanzo che esplora i temi dell’identità, del desiderio e della redenzione con un ritmo implacabile.
David Eloy Rodrgíuez, Le possibilità, Arkadia
Le possibilità rappresenta l’esordio narrativo di David Eloy Rodríguez, la cui opera poetica è già stata tradotta in italiano in diverse occasioni. Autore con ampia e pluripremiata carriera letteraria – Premio Internazionale Surcos e Premio Internazionale Francisco Villaespesa – e con una ventina di titoli pubblicati in Spagna, Rodríguez ci offre cinquanta narrazioni, tra racconti e romanzi brevi, con un nesso comune: la lotta tra la paura e il desiderio, l’infinito e misterioso numero di mondi che si apre a seguito di ogni decisione si debba prendere nella vita.
Matteo Mantero, Una pianta ci salverà. Storia virtuosa della canapa, Bibliotheka
Il connubio tra uomo e canapa è millenario. La pianta ha fatto parte dei nostri riti religiosi, ci ha curato, alimentato, coperto. Questa simbiosi è durata finché pochi industriali americani, capeggiati dal magnate della comunicazione Hearst, hanno ordito una delle più grandi campagne di disinformazione mai attuate. Il loro scopo era rendere illegale, per difendere i propri interessi, una pianta tra le più utili e coltivate.
Gianfranco Tondini, Nella spirale di Fermat, Fernandel
Immaginate un mondo dove l’arte e il crimine si intrecciano. Wainer è un gallerista di provincia che si trova sull’orlo del baratro finanziario. Disperato e con le spalle al muro, si avventura nel torbido universo delle contraffazioni, arrivando paradossalmente a falsificare un’opera autentica. Nel frattempo, a Lione, Sara combatte la sua battaglia personale. Divisa tra un ruolo di prestigio all’Unesco e la lotta contro la sua malattia. Ma il destino ha in serbo per lei una sfida inaspettata: gestire le conseguenze del furto di un Rembrandt, un compito che la trascinerà in un vortice di intrighi e pericoli.
Tom Lamont, Tornare a casa, NN Editore
Atrent’anni, con un lavoro stabile e un nuovo appartamento, Téo Erskine sente di aver finalmente preso le distanze da Enfield, il sobborgo di Londra in cui è cresciuto. Ma anche dalle pressanti richieste del padre Vic, che è sempre più bisognoso di cure. Dopo una festa con gli amici d’infanzia, però, la vita di Téo cambia d’improvviso: Lia, il suo amore mai ricambiato, si toglie la vita mentre lui è a Enfield a fare da baby-sitter a Joel, il figlio di lei. E non solo: gli assistenti sociali lo nominano tutore del bambino, almeno finché non ne venga rintracciato il padre naturale. Tra dubbi e timori, Téo non può sottrarsi alla richiesta, quindi si stabilisce a Enfield.
Le uscite di martedì 11 marzo
Boris Akunin, L’avvocato del diavolo, Mondadori
Questo è quello che pensa Boris Akunin sulla Russia contemporanea e sui pericoli del potere quando rimane concentrato troppo a lungo sotto il controllo di un’unica persona. L’avvocato del diavolo immagina un futuro distopico in cui la Russia è governata da un nuovo regime dopo l’improvvisa caduta del Leader Nazionale, chiara trasfigurazione dell’attuale presidente Putin. Il neoeletto governo, promettendo una rivoluzione democratica, lancia un piano di Ristrutturazione Totale per ridare speranza al popolo e all’Occidente.
Ftima Chistè, Ogni cosa è adesso, Rizzoli
Dopo aver conquistato il cuore di migliaia di follower sui social, Fatima Chistè svela il suo animo più intimo nel suo primo romanzo. In “Ogni cosa è adesso”, l’autrice ci accompagna nel delicato percorso di Ambra. Ha trent’anni e la sua relazione con il ragazzo conosciuto durante gli anni universitari, e compagno per sette anni, è giunta improvvisamente al termine.
Mara Carollo, Promettimi che non moriremo, Rizzoli
Caterina nasce in una piccola contrada nel cuore delle montagne venete. È un mondo rurale dove il tempo è segnato dal duro lavoro nei pascoli, dai sacrifici nei boschi e dalle privazioni quotidiane. Nel 1918, quando suo padre fa ritorno dalla guerra, non lo riconosce. È sporco, scalzo e il suo sguardo stanco riflette il peso di ciò che ha vissuto. Per Caterina, che ha solo cinque anni, quel momento segna il primo incontro con la durezza della vita e la paura della morte.
Alexa Martin, Incontro al book club, Sperling & Kupfer
Drew Young ha sempre preferito i film ai libri, convinta che le storie sullo schermo siano migliori di quelle scritte. Per questo, ereditare la libreria della nonna, la Book Nook, insieme al suo eccentrico club del libro, non rientrava nei suoi piani. Circondata da scaffali pieni di romanzi e clienti appassionati, Drew si sente decisamente fuori posto. Tutto cambia, però, con l’arrivo di Jasper Williams, autore di bestseller e inguaribile romantico.
Le uscite di giovedì 13 marzo
Giacomo Sartori, Anatomia della battaglia, Terrarossa Edizioni
Un padre carismatico alpinista che ha fatto dei miti fascisti di gioventù un anacronistico modello comportamentale. Adesso è malato. Una madre ossessionata dalle apparenze e mossa da un irrefrenabile vitalismo. Un fratello votato alla perfezione e una sorella in fuga fin da bambina. Il narratore osserva le loro anaffettive e inconciliabili solitudini e cerca di prepararsi alla morte del genitore, di comprendere da dove scaturisca la forza recondita del loro legame, come e perché per quell’eterno reduce di guerra il cancro sia solo una sfida privata e disprezzabile.
Fabrizio Carcano, Giorgio Maimone, Il fiore della vendetta, Mursia
L’estate milanese del 2024 è segnata da una serie di eventi inquietanti che scuotono la città. Il capitano dei Carabinieri Marco Fontana si trova a indagare su un caso complesso e intricato: l’omicidio di due vecchi malavitosi, entrambi legati alla strage di via Palestro del 1993, e la misteriosa scomparsa di un funzionario dei Servizi Segreti. Venerdì 14
Cristiana La Capria, Come un pulcino, CN (Oligo editore)
Come un pulcino è un romanzo di formazione in cui la protagonista, Helen, è alla costante ricerca di qualcosa per colmare il vuoto affettivo. Da giovane donna approda a Oxford, lasciandosi alle spalle Napoli, un fidanzato, l’esperienza di un aborto e una famiglia che non l’ha mai davvero capita.
Jean-Paul Dubois, L’origine delle lacrime, Ponte alle grazie
“L’origine delle lacrime” è la storia che Paul svela a poco a poco in terapia. La storia di un figlio ferito che nutre un odio ossessivo nei confronti del padre. Un apprendistato della vendetta. Ma ben presto gli incontri prenderanno una piega inaspettata, svelandoci come in un’esistenza fatta di risentimento e disprezzo ci sia ancora spazio per la speranza, l’amore e, in definitiva, per la vita stessa. Paul ha commesso l’irreparabile: ha ucciso suo padre Thomas. Ma quando ha deciso di farlo, Thomas Lanski era già morto da quindici giorni… per cause naturali. E il figlio ne era perfettamente consapevole. Così, nella speranza di capire per quali ragioni un uomo possa decidere di sparare due colpi in testa al cadavere di suo padre, il giudice gli impone un anno di cure obbligatorie presso uno psicoterapeuta, il dottor Guzman.
Le uscite di lunedì 17 marzo
Joël Dicker, La catastrofica visita allo zoo, La nave di Teseo
“Per anni, nella piccola città dove sono cresciuta, è rimasto impresso nella memoria degli abitanti il ricordo degli avvenimenti che ebbero luogo allo zoo locale un venerdì di dicembre, pochi giorni prima di Natale. E per tutti questi anni, nessuno ha saputo cosa fosse realmente accaduto”. Alla vigilia di Natale, una visita scolastica allo zoo si trasforma in una catastrofe. Cosa è successo esattamente? I genitori di Joséphine, una bambina che ha preso parte alla gita e che sembra sapere molte cose, sono decisi a scoprirlo.
Libro controcopertina, Solitudini. Da problema a opportunità di Danilo Mauro Castiglione, San Paolo
In Occidente la solitudine rappresenta una vera e propria epidemia. Negli Stati Uniti, ad esempio, colpisce oltre il 50% della popolazione, con conseguenze mortali paragonabili a quelle del fumo. Dalla presa di coscienza di questo problema dilagante nasce Solitudini. Opera che esplora le diverse accezioni della solitudine e le risposte fornite da vari ambiti di studio. Risposte che possono essere molto diverse tra loro e includono sia i contributi di esperti sia gli interventi delle istituzioni. Il testo invita a riflettere su come chi vive la solitudine possa reinterpretarla, scoprendone il suo valore. In uscita martedì 11 marzo
L’autore
Danilo Mauro Castiglione, nasce a Catania ove si laurea in Pedagogia a indirizzo storico-filosofico. Nella stessa città inizia il suo cammino come Oblato benedettino secolare presso il monastero di San Benedetto. Trasferitosi a Bergamo, dove insegna Lettere, prosegue il suo cammino come Oblato nel monastero di San Benedetto. “Solitudini” è la sua terza opera letteraria.
Salvatore Massimo Fazio
La segnalazione su SicilyMag
Leuta, Mario Falcone, Arkadia. Leuta è un’isola, si trova in mezzo al Mediterraneo, fra Lampedusa e Malta: lì è nato e cresciuto, e non vi torna da tanto tempo, Enrico Criaco, che si è costruito una vita fruttuosa lontano. Scrittore di successo, sul limitare dell’età acerba ha dovuto abbandonare il suo mondo perché schiacciato da un dolore ingestibile: è passato mezzo secolo, e immagina naturalmente e razionalmente di non avere altrettanto tempo dinnanzi a sé, ed è convinto che li potrà ritrovare serenità, grazie agli amici ritrovati, alla famiglia o a quel che ne rimane, ma il conflitto che lo lacera comunque non sembra trovare requie, disilluso da tutto e tutti. Rimettere insieme i pezzi non è semplice, ma talvolta la frattura può essere un esaltante e prezioso filo d’oro: è una storia articolata quella di Enrico, raccontata con delicata profondità, piacevole a leggersi, emozionante e coinvolgente, bella sin dalla copertina.
Gabriele Ottaviani
La recensione su Convenzionali
Secondo volume sulla storia di una famiglia, “La bella virtù” spazia dagli anni Cinquanta e Sessanta ma arriva fino alla pandemia di Coronavirus, dando voce a quattro personaggi, fra vita di tutti i giorni, lutti e ricerche. In questa intervista Marisa Salabelle ci lascia entrare nel suo progetto, fra possibili nuovi sviluppi, sessualità, religione e i grandi autori che l’hanno accompagnata e ispirata.
Marisa Salabelle è nata a Cagliari, ma vive a Pistoia dal 1965. Laureata in Storia all’università di Firenze, ha frequentato il triennio di studio teologici presso il seminario arcivescovile della stessa città.
I suoi libri più famosi sono Gli ingranaggi dei ricordi, 2020, e La scrittrice obesa, nel 2022 sempre per Arkadia Editore.
La bella virtù è pubblicato per Arkadia editore nel 2025 e le domande sono per questo libro.
Intervista a Marisa Salabelle
Buongiorno e grazie. Dove ha preso l’idea della bella copertina e del titolo del romanzo?
Copertina e titolo sono di competenza dell’editore, come i paratesti, cioè quello che viene scritto sui risvolti e nella quarta di copertina: presentazione del libro, bio dell’autore, una citazione… Tuttavia con i piccoli editori c’è una discreta collaborazione riguardo a questi aspetti. Il titolo è quello che ho proposto io: non sempre va così, con Arkadia ho pubblicato tre romanzi e sia La bella virtù che La scrittrice obesa sono titoli miei, mentre Gli ingranaggi dei ricordi è stato concordato con l’editore.
Per quanto riguarda la copertina, di solito Arkadia mi propone una scelta di immagini. In questo caso l’editore mi ha mandato una serie di bozze di copertina tra le quali la mia preferita è stata quella poi prescelta, ovvero l’immagine di una bella ragazza sorridente a bordo di una Vespa, che in qualche modo rappresenta, per me, il personaggio di Maria Ausilia, una ragazza che cerca, senza riuscirci del tutto, di emanciparsi dal ruolo che una società ancora patriarcale le ha assegnato.
Chi scrive ha detto che le pagine del libro possono essere anche pezzi di un diario o lettere. Cosa sono realmente nella sua scrittura?
Questo romanzo è costruito su quattro voci narranti: ognuno dei protagonisti parla in prima persona, perciò potremmo dire che i loro contributi costituiscono in effetti una sorta di diario per quanto riguarda Carla e Kevin, mentre si tratta di memorie nel caso di Felice e Maria Ausilia.
Se invece intende cosa siano, per me, le pagine che scrivo, indubbiamente la componente maggiore è rappresentata dalla memoria: memoria dei tempi in cui ho vissuto, delle esperienze che ho avuto, delle persone che ho conosciuto. Voglio precisare però che la mia scrittura non è nostalgica, non c’è nostalgia del passato in me e nemmeno nelle cose che scrivo. Inoltre, anche se attingo a materiale personale, ci tengo sempre a precisare che i miei sono romanzi e non “storie vere”: la componente biografica c’è ma è mescolata a quella dettata dalla fantasia.
La vita nel libro scorre tranquilla, tranne un avvenimento luttuoso enorme. Come ha messo insieme il dolore con la dolcezza?
Il libro parla della vita di una famiglia come tante, con alcuni aspetti che la rendono originale (per esempio la parentela con un santo famoso) e altri invece che la rendono rappresentativa di una società e di un’epoca, l’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Come in tutte le famiglie, a un tran tran tutto sommato banale si alternano pagine drammatiche.
Tutti noi abbiamo perduto una o più persone care. Il mio modo di raccontare la tragedia è attraverso una leggera ironia: sono un po’ manzoniana, in questo, non riesco ad abbandonarmi al dramma, detesto il patetico e quindi cerco di smorzare il dolore con un sorriso.
Nel romanzo conta molto lo scandire del tempo: a volte si va a ritroso, ma perlopiù si arriva al 2020, con solo accenti preoccupanti per il coronavirus. Perché il bisogno di nominarlo ma in modo circoscritto, sintetico?
Avevo bisogno di inventarmi qualcosa per vivacizzare il personaggio di Kevin, il giovane studente che fa ricerche sulla genealogia familiare, perché non risultasse una figura scialba. Così, tenendo presenti gli anni in cui collocare il suo lavoro per la laurea magistrale (nel precedente Gli ingranaggi dei ricordi Kevin aveva svolto la tesi triennale sulla figura di Silvio Serra, partigiano non molto noto e prozio di sua madre, nel 2016) ho avuto l’idea di farlo slittare al 2020, in modo da sfruttare la pandemia per arricchire la parte relativa a Kevin. Felice e Maria Ausilia sono spalmati in tutto il romanzo. La figlia Carla scrive quasi solamente di loro con un rapporto strettissimo col padre Felice, che sembra il perno della narrazione. La convince quello che ho scritto?
Senza dubbio, almeno nelle mie intenzioni, il protagonista assoluto del romanzo è Felice, di cui si rievoca l’infanzia difficile, si seguono gli anni della giovinezza e della maturità, infine lo si accompagna nella malattia e nella morte. Felice è una delle voci narranti ed è inoltre protagonista delle narrazioni di Maria Ausilia, sua moglie, e di Carla, sua figlia. Anche le ricerche di Kevin sono collegate alla figura di Felice, perché è sulla sua famiglia che il giovane indaga, per scoprire l’esatto rapporto di parentela tra il nonno Felice e il santo Giuseppe Moscati.
Lei ha uno stile riconoscibile; ma cosa migliorerebbe di questa “saga” familiare?
Non so cosa rispondere a questa domanda… non perché penso che il romanzo sia perfetto, tutt’altro, ma perché ci ho lavorato molto e ho cercato di fare “il meglio possibile”.
Cioè, penso che questa sorta di saga in due volumi (Ingranaggi e Bella virtù) sia il meglio che io potessi fare riguardo a questo tema. Naturalmente un lettore esterno potrebbe indicarmi i lati deboli, darmi dei consigli e suggerirmi dei miglioramenti, e questo in effetti è accaduto mentre i due romanzi erano in corso d’opera: ormai però sono usciti e non si possono migliorare più…
Qualcuno mi ha detto che il ciclo potrebbe completarsi con un terzo romanzo, perché ci sono personaggi che hanno avuto un ruolo marginale e che potrebbero aver voglia di far sentire la loro voce. Devo dire che non avevo pensato a un terzo capitolo, ma in effetti questo suggerimento lo trovo stimolante!
Maria Ausilia da sola regge dolore e ironia, mentre Kevin sembra un pretesto per non dare ulteriore spazio a Felice, Maria Ausilia e Carla. O è solo una mia impressione?
Kevin è un personaggio “di servizio”. A lui infatti, in entrambi i libri, sono affidate ricerche che devono chiarire alcuni aspetti poco conosciuti della vicenda familiare. Forse per questo ha meno spessore degli altri: non mi interessava approfondire la sua interiorità, quanto seguire le sue ricerche e le sue riflessioni, i suoi dubbi in proposito. È anche un personaggio “di alleggerimento”, perché è giovane, un po’ scettico, e le sue avventure sono lievi.
Lei parla di sesso tra coniugi molto ignoranti del come si pratica con una grazia che ci fa sorridere. Perché Felice è così preso ancora dal rapporto con la Chiesa cattolica? Di solito chi entra in istituti religiosi poi cerca di dimenticare quel periodo. È così?
Secondo me l’educazione ricevuta da bambini e da ragazzi lascia un’impronta importante in quello che poi diventiamo. In particolare l’educazione ricevuta all’interno di un ente religioso, soprattutto in periodi della nostra storia passata in cui il peso dell’educazione cattolica era davvero forte. Inoltre Felice è un ragazzo abbandonato, vive per strada, non ha la madre e suo padre è spesso lontano: è inevitabile che si leghi a don Angioni, il prete salesiano che diventa il suo mentore, e che assorba profondamente i suoi insegnamenti.
Riguardo poi alla sessualità, c’è da dire che proprio negli anni Cinquanta del Novecento un pesante silenzio avvolge sia la sana, normale sessualità coniugale, che le situazioni di abuso. Maria Ausilia, che non è bigotta come Felice, non ha ricevuto in famiglia un’educazione sessuale, e del resto all’epoca questo era normale, perciò prima del matrimonio è in ansia perché non sa cosa deve aspettarsi…
Insomma lei mette un punto al proseguimento di questa famiglia con la morte di Felice? Pensa che due libri siano sufficienti? Perché lo ha fatto morire tra forti dolori? Lei ha paura della morte?
Alla prima parte della domanda ho già risposto: non pensavo di scrivere un terzo capitolo della saga, ma potrei farci un pensiero alla luce di alcuni commenti che ho ricevuto.
Riguardo alla morte di Felice, più che forti dolori quello che lui prova è una grande sofferenza psichica. Nonostante sia anziano, non vuole arrendersi, non vuole morire, e nonostante la sua fede ha il terrore della morte. Si può dire che la fede non l’aiuta ad affrontarla.
Quanto a me, ho ormai una certa età e nella mia vita ho visto morire molte persone, alcune delle quali in età avanzata, ma altre ancora giovani. Forse per questo la morte è sempre presente nei miei libri, e non soltanto nei gialli, dove è praticamente d’obbligo. Mi sono accorta che nel primo capitolo di ognuno dei miei libri, considerando anche alcune cose che ho scritto ma non ancora pubblicato, nel primo capitolo, dicevo, c’è sempre una morte…
Riguardo alla mia, di morte, non ci penso granché; penso di avere davanti a me ancora un po’ di tempo, e non sono particolarmente preoccupata. La cosa di cui ho paura non è tanto il morire, ma la sofferenza, l’invalidità, la perdita dell’autosufficienza.
Mi dica, se ne ha voglia, quali libri leggeva durante la scrittura del romanzo e in generale di libri recenti che le sono piaciuti.
Oh, impossibile rispondere a questa domanda… io leggo una quantità veramente industriale di libri, e non ricordo cosa leggessi durante la stesura di questo romanzo.
Però posso dire qualcosa degli autori o dei libri che mi hanno influenzata. Ho già citato Manzoni per l’ironia e aggiungo anche per il “misto di storia e d’invenzione”, che è una caratteristica del mio scrivere e che a volte mi procura divertenti scambi di battute con quelli dei miei lettori che mi conoscono personalmente. Per l’infanzia di Felice, il modello è sicuramente dickensiano, e del resto Dickens compare nel romanzo fin dalle prime pagine, come un autore amato e discusso da Felice e da sua figlia Carla. Per la pluralità delle voci narranti, che è presente anche in altri miei libri, mi sono ispirata a uno scrittore che ho amato molto, Abraham Yehoshua. Infine, per la descrizione delle difficoltà di Felice e Maria Ausilia nei primi tempi della loro vita sessuale ho preso spunto da Chesil Beach, un romanzo di uno dei miei autori preferiti, Ian McEwan.
Vincenzo Mazzaccaro
L’intervista su SoloLibri
Ho “incontrato” sulla mia strada, per la prima volta, la scrittrice Anna Bertini grazie a questa sua opera recente, appena edita da Arkadia, ed è stato un vero piacere per vari motivi. In primis per come ha saputo ben caratterizzare la principale protagonista, Ethna, che è una musicista toscano-irlandese, per essere più precise/i è una violoncellista jazz, e la moltitudine di co-protagonisti/e che fanno parte della sua vita in vari momenti e la rendono piena e colorata, mai noiosa, da Enzo a Lora, da Lorenzo a Sabrina, da Jeffrey a Chris, da Horace a Kevin e a Nina, ognuno/a di loro ha un ruolo ben definito nella storia di Ethna e ne disegna il tema sul pentagramma della sua esistenza. Complimenti per come ha descritto i paesaggi di Castel Sonnino, di Livorno, di Firenze e, in parallelo, quelli di una particolare zona dell’Irlanda: magici e struggenti. E complimenti anche per aver inserito molte frasi in inglese (senza traduzione), che fanno da perfetto contraltare ai dialoghi e alle parti narrative in italiano, per mettere in evidenza la doppia anima di Ethna: quella irlandese e quella toscana.
Daniela Domenici
La recensione su Daniela e Dintorni