Il romanzo di Renata Asquer

da: Tottus in pari

Tottus in pari

23 giugno 2010

 

Il Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia, presieduto da Gesuino Piga, ha recentemente presentato il romanzo “Soldamore” di Renata Asquer, scrittrice nata a Varese (da una famiglia aristocratica originaria di Cagliari)  e  salentina d’adozione. Autrice di biografie e romanzi, in “Soldamore” Renata Asquer fa rivivere mezzo secolo di vita di Cagliari (tra il 1912 e il 1945), in un affresco di storia attraverso una saga familiare. Protagonisti di “Soldamore” sono don Francesco Sallinguer, discendente di una famosa casata di origini spagnole,  e i suoi familiari. Oltre l’autrice, sono intervenuti due illustri docenti dell’Università degli Studi di Pavia, il prof. Angelo Stella e la prof. Clelia Martignoni. Il dirigenti del Circolo avevano distribuito copie del libro a soci che si erano dichiarati disponibili a leggerlo in tempo utile per la presentazione del volume alla presenza della scrittrice, con la quale quindi avrebbero potuto dialogare con cognizione di causa. Questi lettori hanno espresso i loro giudizi e le loro osservazioni di fronte alla scrittrice. Il poeta sardo-bronese Andrea Pintus non ha potuto partecipare alla iniziativa culturale ma non ha mancato di dare le sue valutazioni sul romanzo e lo ha fatto  – come è  sua abitudine –  in versi. Pubblichiamo le sue brevi quattro poesie facendole precedere da alcuni appunti del presidente del “Logudoro” che riassumono le risposte che la Asquer ha dato ad alcune domande postele nel corso del dibattito: «Il padre dell’autrice è venuto via dalla Sardegna, si è sposato con una giovane di Varese, qui si è stabilito e qui l’autrice  è nata e cresciuta. La scrittrice  durante le visite periodiche ai parenti tuttora residenti a Cagliari ha raccolto le testimonianze che ha appuntato. Solo di recente la figlia ha rinvenuto gli appunti e l’ha stimolata a riunirli in una narrazione organica. La narrazione si avvicina al romanzo storico, commistione di vicende familiari con avvenimenti storici (il fascismo, l’atmosfera dell’epoca, la guerra,  ecc.); le singole vicende fanno parte dei racconti acquisiti durante i soggiorni a Cagliari. Le lettere sono parto della stessa autrice, ispirate dai racconti e quindi strumentali per colmare le distanze temporali e di luogo, difficili da ricostruire nella loro ambientazione e da sintetizzare per la molteplicità di fatti e di personaggi. Pur sentendosi strettamente legata alla Sardegna, anzi dichiarando di “sentirsi sarda”, di Cagliari come della Sardegna la Asquer  dichiara di sapere assai poco pur continuando ad andarci ogni anno col marito». È augurabile che gli appunti e le poesie invoglino a leggere questo bel romanzo, edito da Arkadia di Cagliari. (Paolo Pulina)


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