Il segreto dell’identità dentro una tradizione che sfida il futuro

La Nuova Sardegna
16.04.2010

Come dice l’annuncio, «Le tradizioni dei nostri padri sfidano il futuro». E’ la sigla di questa straordinaria collana di quattordici volumi che «La Nuova Sardegna» comincerà a mettere in edicola insieme con il giornale, da domani mattina. È intitolata: «Antichi mestieri e saperi di Sardegna». Pubblicata in collaborazione con l’editrice cagliaritana Arkadia la collana è curata da Barbara Fois, conosciuta studiosa dell’Università cagliaritana.  Si segnala per l’eleganza della grafica e la ricchezza del materiale iconografico: nelle 144 pagine di ciascun volume c’è sempre un centinaio di splendide fotografie. Un corredo iconografico che accompagna i testi, illustrando le diverse realtà analizzate dagli autori nel corso dell’opera. Altrettanto importanti sono i collaboratori, scelti fra gli specialisti più noti dell’isola: da Giulio Angioni a Giulio Paulis, da Giannetta Murru Corriga a Marco Milanese, da Maria Margherita Satta a Gerolama Carta Mantiglia, da Gino Camboni a Carlo Pillai. Per ciascuna delle materie trattate, firme che assicurano insieme competenza e scrittura da divulgatori di qualità.  «Gli antichi mestieri e saperi della Sardegna – dice l’introduzione alla collana – sono un patrimonio essenziale della nostra cultura, di quella tanto decantata identità che noi sardi, a volte, mettiamo im primo piano come fosse uno scudo a tutti i mali che ci sovrastano». Insomma, l’essenza della millenaria eredità che ci viene da “sos mazores»..  Giustamente ci si può chiedere. «Raccontando i mestieri e i saperi dei nostri padri, raccontiamo forse qualcosa di diverso, di originale, insomma qualcosa che altrove non c’è, che gli altri non hanno?». La risposta è sì. Perché, in Sardegna, quei mestieri e quei saperi si sono formati e consolidati nel contatto (spesso duro e faticoso) con una natura che non ha mai fatto sconti a nessuno: sicché ogni mestiere, in Sardegna, ha preso il “colore” della Sardegna.  Non basta: perché molti di questi mestieri si sono conservati anche davanti alla sfida che ogni giorno gli porta il mondo globalizzato in cui viviamo e in cui anche la Sardegna si trova a vivere. La rivisitazione di questo modo di rapportarsi al mondo che ci circonda e di descrivere le millenarie esperienze attraverso le quali ci siamo confrontati con le rirorse della natura da una parte e con i bisogni della vita quotidiana dall’altra è, come dire?, uno stimolo nuovo e in molti casi inedito a riprendere quella coscienza, anzi quell’orgoglio di essere sardi di cui abbiamo bisogno come il pane, in questi tempi difficili.  I quattordici volumi parlano del lavoro dei pastori, dei contadini, dei pescatori, dei minatori, dei fabbri, dei falegnami, dei maestri di muro, degli orafi e degli argentieri, delle tessitrici e delle cestinaie, dei “maghi” delle erbe salvifiche e delle pratiche della medicina popolare, degli inventori di cibi, di dolci e delle mille sorprese della tavola rustica, della comunicazione (che fu prima quella orale, della comunità di villaggio, e poi quella scritta, stampata e venduta).  Questo primo volume che esce domani è dedicato al mondo dei pastori, il mestiere più antico dei sardi. Provo a mettere insieme qualche parola-chiave dall’indice: ovile, pinnetta, barraccu, ginepro, stazzo, furriadroxiu, medau, transumanza, coltello, pane, formaggio, casu marzu, casizzolu, orbace, pelle, cuoio. E per finire i nomi sacri di Antioco Casula di Desulo detto “Montanaru”, di Gian Pietro Cubeddu di Pattada e infine di Fabrizio de Andrè, che dal suo rifugio del Limbara levò il «Canto del servo pastore». – Manlio Brigaglia


Arkadia Editore

Arkadia Editore è una realtà nuova che si basa però su professionalità consolidate. Un modo come un altro di conservare attraverso il cambiamento i tratti distintivi di un amore e di una passione che ci contraddistingue da sempre.

P.iva: 03226920928




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