Nonostante le apparenze

Un estratto del romanzo di Massimo Cassani

 

 

 

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«Più calmo adesso?»
«Sì.»
«L’ansiolitico ti ha fatto bene.»
«Diventerò un tossico.»
«Capirai, per qualche goccina.»
«Si comincia sempre così.»
«Scemo.»
Prima, seconda, terza tirata, poi quarta e il motore scese di giri sulle strade del centro, deserte così solo quando la notte sta in bilico con l’alba.
«Cosa le hai raccontato?»
«Di un piccolo contrattempo.»
«Devi essere stato convincente.»
«Penso di sì.»
«E vago.»
«Molto.»
«Ti toccherà dirle un sacco di bugie.»
«Una in più, una in meno. Guarda che hai infilato un rosso.»
«Lo so, non sono mica daltonica. Sei mai passato davanti alla Scala in macchina?»
«Mai.»
«Allora la multa la faccio pagare a te, consideralo un biglietto di ingresso per lo spettacolo itinerante.»
«Grazie.»
«Prego.»
«Mi riferivo a prima…»
«Prego anche per prima.»
Milano sembrava più piccola nel vuoto notturno.
Le luci dei lampioni scorrevano veloci sopra il parabrezza, un flash dietro l’altro, sequenze prossime all’irreale, ipnotiche fastidiose. Attraversammo la città e arrivammo in un attimo. L’auto fece un mezzo giro intorno alla piazza, passò davanti alla chiesa, all’edicola, alla pizzeria chiusa, al locale alla moda; luci spente anche alle finestre dei palazzi, silenzio buio foschia. Poi si fermò. Feci per scendere.
«Potresti scriverla.»
«Cosa?»
«Questa storia.»
«Non credo proprio.»
«Dovresti metterci solo quello che serve, ovvio. Però cambiami il nome.»
«E come vorresti chiamarti?»
Ci pensò un attimo, le mani appoggiate al volante. «Un nome tipo Caterina, to’, semplice e bello.»
«Il nome di una santa.»
«Non mi starebbe bene? Hai ragione. Allora Maddalena, una peccatrice.»
«Redenta.»
«No, non mi fa impazzire. Dove l’hai sentito?»
«Intendevo una “peccatrice redenta”.»
«Cretina che sono, non avevo capito, non ho più l’età per le ore piccole.»
«Non è stata proprio una serata rilassante…»
«Avremo qualcosa da raccontare da vecchi.»
«Io sono già vecchio.»
«Sessanta appena compiuti, capirai! Io ho due anni più di te, cosa dovrei dire allora? Adesso però vai e vedi di stare tranquillo, cerca di dormire. E da domani nuova vita.»
Avevo già il piede a terra, mi voltai, buttai lì: «Vedremo.»
«Fidati.»
Chiusi la portiera e diedi due leggeri colpi con le nocche sul tettuccio dell’auto che partì lenta, poi si fermò dopo pochi metri, i fanalini degli stop si erano fatti incandescenti. Mi avvicinai, il finestrino lato passeggero scese per metà.
«Ripensandoci, Emma era il nome della mia migliore amica delle elementari. Chissà che fine ha fatto. Ecco, potrei chiamarmi come lei.»
«Ci penserò, tanto per quello che ho da fare in questo periodo… Difficile trovare un produttore però, uno che ti dia retta. È un ambiente complicato, lo conosco bene.»
«Parlavo di un romanzo, non di una sceneggiatura.»
«Mai scritti romanzi.»
«Ti era mai capitata una cosa così?»
«In effetti.»
L’auto si rimise in movimento, svoltò a destra, sparì. Il rumore si perse lontano.


Arkadia Editore

Arkadia Editore è una realtà nuova che si basa però su professionalità consolidate. Un modo come un altro di conservare attraverso il cambiamento i tratti distintivi di un amore e di una passione che ci contraddistingue da sempre.

P.iva: 03226920928




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