Nella Sala Manzini della biblioteca San Giorgio, sabato 1 marzo alle 17 viene presentato il libro “La bella virtù” di Marisa Salabelle, appena pubblicato dalla casa editrice Arkadia. Insieme all’autrice interviene Maria Elena Menici, insegnante. La presentazione fa parte di “Leggere, raccontare, incontrarsi”, la serie di incontri organizzati da Biblioteca San Giorgio e Biblioteca Forteguerriana per promuovere la conoscenza di autori e storie pistoiesi.
Il romanzo, secondo dedicato alla storia della famiglia dell’autrice, riprende i protagonisti de “Gli ingranaggi dei ricordi”, i giovani Felice e Maria Ausilia, e li segue negli anni del fidanzamento e del matrimonio. Fa da controcanto la figlia Carla, che rievoca la malattia e la morte del padre, e torna anche il personaggio di Kevin, figlio di Carla e studente universitario, che dedica la sua tesi magistrale alle vicende della famiglia del nonno paterno, ricostruendo intrecci tra casate più o meno nobili del napoletano e dell’avellinese e indagando sul legame di parentela tra il nonno Felice e il santo Giuseppe Moscati. Come “Gli ingranaggi dei ricordi”, pubblicato nel 2020, anche La bella virtù ha quattro voci narranti che si alternano, così come si alternano i tempi della storia, tra gli anni Cinquanta del Novecento e i giorni nostri. Marisa Salabelle è nata a Cagliari nel 1955. All’età di dieci anni si è trasferita con la famiglia a Pistoia, dove vive tuttora. È laureata in storia all’Università di Firenze e ha frequentato il triennio di Studi teologici presso il Seminario vescovile di Firenze. Dal 1978 al 2016 ha insegnato nella scuola italiana. Dal settembre 2012 cura un blog sul quale scrive piccoli episodi di vita quotidiana, un po’ veri e un po’ inventati. Ha pubblicato cinque romanzi.
La segnalazione su Valdinievole Oggi
Dopo il romanzo La scrittrice obesa per i tipi di Arkadia, nel 2022, dove l’autrice narra del desiderio sfrenato di pubblicare un libro che diventa un’ossessione e porta il personaggio di Susanna Rosso a non uscire più di casa per scrivere, ma soprattutto mangiare tanto con la consegna a domicilio di cibi italiani ma anche dal tutto il mondo, arriva un romanzo delicato e a tratti malinconico e ironico, dal titolo La bella virtù (Arkadia Editore, 2025), dove una famiglia si racconta in forma di lettera e di diario degli avvenimenti, dal 1933 ai giorni nostri.
La Salabelle aveva già scritto Gli ingranaggi dei ricordi, sempre per la stessa casa editrice nel 2020, dove ritroviamo alcuni personaggi presenti qui, nell’ultimo libro; il precedente libro era soprattutto un romanzo che metteva in risalto cosa fu l’8 settembre del 1943, l’armistizio tra il regno di Italia e gli Alleati contro la guerra mondiale voluta dai nazisti e dai fascisti. Qui si prosegue e ritroviamo la storia di una famiglia che si trasferisce da Cagliari a Pisa, per il lavoro di Felice, il padre di Carla, con Kevin, il figlio di Carla, e la nonna Maria Ausilia, moglie di Felice. Maria Ausilia si incapricciò di Felice, bello e fiero, che sposò dopo sette anni di fidanzamento. Felice era stato educato dai preti, dove prese sul serio tutte le regole morali, soprattutto quelle sui doveri che si dovevano tenere durante il fidanzamento. Con Maria l’unico bacio concesso dai genitori di lei era sulla fronte. Insomma, la signorina Maria Ausilia non sapeva nulla della prima notte di nozze, ma anche Felice di sesso sapeva pochissimo. Si sposarono e la prima notte, non sapendo cosa fare né cosa toccare, dormirono. Poi lo fecero, ma Maria Ausilia trovò nella sessualità maritale solo meccanicità e velocità.
Ho preso questo episodio del romanzo per far capire lo stile e il tono di una scrittrice che avrebbe, peraltro, bisogno di più visibilità. Se viene fuori un sorriso è proprio per la naturalezza dello scritto e il piacere di continuare a leggere, il “piacere del testo” di cui scriveva Roland Barthes. Salabelle riesce a trovare un tono personale per Felice e la moglie e le voci dei personaggi sono cangianti. Riesce anche a scrivere del dolore dei genitori appena citati per la morte di Pietro, il figlio primogenito, che muore lasciando i genitori nello strazio per una condizione innaturale. In alcuni passaggi c’è il nitore e la limpidezza di una scrittrice che ha letto molto, dalla Ginzburg ai “romanzi russi”.
Questo escamotage delle voci diverse in forma di racconto breve danno al romanzo un respiro unico e irresistibile a chi ama leggere. Un talento certo per la gamma di emozioni che riesce a suscitare, tanto che è un peccato poi lasciarlo andare e si aspetta la continuazione, per questa saga italiana. Per quanto riguarda i personaggi, l’autrice, invece, mette fine alla “presunta” saga con la morte delle figure più rappresentative, come a voler dire “passiamo ad altro”.
E siamo solo all’inizio, anche se i romanzi pubblicati cominciano a crescere. Marisa Salabelle continuerà a scrivere sempre in modo impeccabile nei prossimi anni; non le mancano l’inventiva e il talento narrativo, né la passione di scrivere.
Vincenzo Mazzaccaro
La recensione su SoloLibri
Descrizione:
Montemarcello è un piccolo borgo posato sopra un promontorio, incastrato tra Liguria e Toscana, affacciato sul mare. Lì vivono Fabrizio ed Enrico, amici fraterni, cresciuti insieme nell’incanto della natura che li circonda, accomunati dall’attitudine alla sensibilità. Enrico sa, fin da bambino, che diventerà un artista mentre Fabrizio, quasi per caso e a seguito di un episodio familiare – di quelli che deviano il corso delle cose –, si immerge prima nella lettura e poi nella scrittura. Cresce così in lui la consapevolezza di voler diventare uno scrittore. Nel suo percorso di formazione scopre la grande letteratura fatta di ombre venerate e distanti, come quella di Vincenzo De Petri, il famoso autore che trascorre le sue estati in paese, e si imbatte nella figura di Ines, una donna anticonformista, giornalista e critica letteraria, che si offre di aiutarlo a trovare un editore per il suo romanzo. Le ambizioni di Enrico, sospinte dalla sua intraprendenza e capacità di ignorare gli sgambetti della vita, paiono concretizzarsi, mentre i sogni di Fabrizio, più introverso e poco incline a muoversi dal paese, si frantumano nella complessità del mondo editoriale. Una storia di amicizia e di crescita, sullo sfondo di un paesaggio placido e incontaminato.
Recensione:
Fabrizio ed Enrico sono due amici, cresciuti insieme nella splendida cornice di Montermarcello, al confine tra Liguria e Toscana, luogo magico, scelto dall’autore. Già dalle prime pagine si intuisce il legame che Fabrizio ha con questa terra, con i profumi tipici della macchia mediterranea. Fabrizio è uno scrittore, Enrico un pittore, due artisti molto diversi tra loro, sebbene legati da un sentimento d’amicizia che li terrà sempre uniti, nonostante le loro differenze. Il primo ancorato alle sue radici, alla ricerca di risposte più che al vero successo, il secondo invece meno meditativo e intenzionato a sfondare, con un grande progetto a cui tiene molto. Fabrizio possiede una “vena malinconica” di sensibilità, che l’autore è riuscito a descrivere molto bene e che si avverte tra le pagine del libro, quasi come se uscisse fuori da queste ultime per avvolgere il lettore. Il romanzo narra in maniera delicata, mai leziosa, il cammino di vita di Fabrizio, che va di pari passo con il percorso del suo primo romanzo, che fatica a pubblicare. Ho apprezzato molto l’inserimento nel racconto, di come funziona il mondo dell’editoria, essendoci passata anche io. Fabrizio è un ragazzo, e poi un uomo, che non segue l’inesorabile avanzata delle novità del tempo, mentre l’editoria cambia, si evolve e ciò che prima era considerata una buona opera, oggi risulta “vecchia”, un po’ come la moda, soppiantata da qualcosa di più attuale, che “funzioni”. La scrittura sensibile dell’autore vi catapulterà tra i profumi di salsedine e rosmarino della Liguria, a riflettere sullo scorrere del tempo, su cosa sia l’ambizione e se, a volte, un sogno è bene che resti tale, per non perdere la sua magia.
La recensione su Italians Do It Better Books Edition
Una storia di “caratteri forti” e di realtà apparentemente insormontabili; un romanzo in cui i protagonisti si avvicinano e allontanano da un metaforico obiettivo di benessere, il tutto condito con una scrittura magistrale. Si tratta de “La memoria della vite” (Arkadia), il nuovo romanzo fresco di stampa di Massimo Granchi. Gabriel è un ragazzo di origine colombiana che vive con la mamma e il fratello minore in un condominio di Roma. Suo padre ha fatto perdere le tracce senza chiarire le ragioni della sua scelta e ha lasciato un vuoto difficile da colmare in famiglia. Nello stesso palazzo vive Sole, la migliore amica di Gabriel che nasconde un passato tormentato nonostante sia allegra e ami la vita. È una sognatrice con molti progetti da realizzare e un legame da ricostruire con il papà. La madre di Sole è Liliana. È una donna emancipata nata al Sud. Ha fondato un’agenzia di badanti nella capitale. Il suo matrimonio è in crisi. Ha un legame profondo con l’isola di Procida dove ha trascorso le estati da bambina ed è lì che vorrebbe tornare. Le vite di Gabriel, Sole e Liliana sono intrecciate molto più di quanto possano immaginare. Un drammatico incidente le cambierà, costringendo i tre protagonisti a percorrere traiettorie esistenziali inaspettate, a rivedere le priorità, ma soprattutto, ad affrontare demoni nascosti dietro scelte ineluttabili. La memoria della vite è un romanzo sul significato delle relazioni umane, il coraggio, la speranza e la capacità di rinnovarsi.
La recensione su Toscanalibri
‘Dentro la Siria – Dall’aggressione alla caduta di Assad.
Viaggio all’interno di uno Stato mal trattato’ (Arkadia, pp. 144, 16 euro) è un instant book che esplora il conflitto siriano attraverso il punto di vista di Raimondo Schiavone, “basato su anni di viaggi, incontri e analisi geopolitiche”. Il volume ripercorre la storia della guerra, dalla sua genesi fino alla caduta di Bashar al-Assad, esaminando il ruolo delle potenze straniere, il peso della propaganda mediatica e l’impatto sulle minoranze religiose. Attraverso testimonianze dirette, interviste e un’analisi critica degli eventi, l’autore offre una prospettiva alternativa sulla Siria, lontana dalle narrazioni dei media occidentali. Il testo affronta anche la complessità delle alleanze internazionali, il coinvolgimento di attori come Iran, Russia, Turchia e Israele, nonché la situazione drammatica dei rifugiati e delle comunità locali. Un elemento chiave del libro è l’intervista esclusiva a Maria Saadeh, ex parlamentare siriana e voce autorevole sulla questione siriana, che offre un’analisi sul ruolo dell’Occidente, sulla resistenza del popolo siriano e sulle prospettive future del Paese. Il suo contributo aggiunge una dimensione unica alla narrazione, mettendo in luce aspetti spesso ignorati dalla stampa internazionale. Schiavone, giornalista, presidente del Centro Italo Arabo e del Mediterraneo, editore e autore di saggi sul mondo arabo e sul Medio Oriente, ha seguito in particolare le vicende della guerra in Siria e del movimento politico sciita Hezbollah in Libano. Ha curato i volumi Syria. Quello che i media non dicono (2013) e Middle East. Le politiche nel Mediterraneo, sullo sfondo della guerra in Siria (2014). È coautore dei saggi Lebanon. Reportage dal cuore della resistenza libanese (2012) e Il genocidio armeno: 100 anni di silenzio (2015), tutti editi da Arkadia. La presentazione del libro avverrà venerdì 21 marzo 2025 alle 18:30 presso “Sa Manifattura – Cagliari (Sala Contemporanea, Ballatoio B4). Un’occasione per approfondire un tema di grande attualità, un viaggio intenso attraverso la storia recente della Siria. Intervengono l’autore Raimondo Schiavone e Alessandro Aramu
La segnalazione su Report Sardegna 24