Domenica 28 febbraio, il prossimo appuntamento della kermesse sarà dedicato al fumetto con “Manga do. Igort e la via del Manga” (Arkadia Editore), con Domenico Distilo e Bepi Vigna.
Il ciclo di presentazioni si conclude il 3 marzo con la presentazione dell’opera “Sulla collina” (Arkadia Editore), con l’autore Giampaolo Cassitta e Francesco De Filippi.
TEMPIO PAUSANIA. Il tema “Futuro prossimo” de “L’Isola dei libri” non poteva trascurare l’approfondimento della difficile condizione pandemica che nell’ultimo anno ha cambiato la vita di tutti, rendendo drammatico il presente e incerto l’avvenire. La seconda edizione di “Qui c’è aria di Cultura”, evento di promozione dell’editoria libraria sarda organizzato dal Comune di Tempio Pausania assieme all’AES (in sinergia con la Biblioteca comunale e con il patrocinio e il sostegno della RAS), ha cercato innanzitutto di alleggerire il sentimento di angoscia e il suo protrarsi in maniera indefinita. L’occasione è arrivata con la presentazione di “Fashion victimis”, un pamphlet scritto a quattro mani da Giovanni Follesa e Fabrizio Demaria, che assieme a Vincenzo Soddu hanno presentato quest’antologia di racconti che già nel titolo si presenta come una provocazione. Il progetto, ideato circa dieci anni fa e ora riadattato al periodo covid, nasce da una curiosità: come ci si veste per l’ultimo viaggio? Nulla di macabro, solo un po’ di ironia per sorriderci sopra e tentare di offrire al lettore un’alternativa al triste condizionamento psicologico. E proprio pensando alle deprimenti ma necessarie limitazioni di libertà, un pensiero non poteva che andare alle generazioni che maggiormente sono rivolte al futuro. A questo proposito Arkadia editore ha proposto “I giovani e il covid” di Mauro Tuzzolino, un’opera composta da 567 racconti: più che una ricerca, un’opera corale, una raccolta di voci ed esperienze vissute dal 18 aprile al 5 maggio 2020, durante lo smarrimento imprevisto del primo lockdown. Il lavoro, presentato assieme a Bruno Murgia, propone il suo arco d’indagine sui filoni essenziali della didattica a distanza, la percezione emotiva del Covid, la fiducia nelle istituzioni e nel sistema Italia e infine il futuro. Le presentazioni hanno quindi preso un ritmo più leggero con “Flavia’s end”, edizioni Condaghes, romanzo ambientato a Porto Flavia e nel sudovest della Sardegna. Ospite della biblioteca comunale di Portoscuso, l’autrice Claudia Aloisi in compagnia di Eleonora Carta ha messo in luce numerosi aspetti di questo fascinoso territorio, che da epicentro di un’intensa attività industriale ha saputo riconvertirsi in luogo turistico. Protagonista è una fotografa belga che dovrà riportare in luce una storia intrappolata nel passato. “Mia indissolubile compagna” della Ilisso è invece un omaggio ai sentimenti più intimi e profondi del grande scrittore Salvatore Satta, presentati al pubblico attraverso l’epistolario con Laura Boschian, compagna di una vita. L’inedito carteggio amoroso, cha va dal 1938 al 1971, è stato introdotto dalle suggestive audio-letture dell’attore Giovanni Carroni, per essere illustrato dalla curatrice Angela Guiso insieme a Vanna Fois e Dolores Antequera. Guiso ha rievocato le emozioni dalla scoperta incredibile dell’epistolario, individuato all’interno di una busta aranciata su carta intestata “Università di Perugia”: sotto c’era scritto “Lettere di Bobore”. Per NOR Edizioni, Andrea Garau ha offerto uno sguardo su “La monetazione nella Sardegna nuragica: ipotesi e ricerche”, assieme all’autore Alessandro Atzeni, in cui particolare rilievo è attribuito all’ipotesi di utilizzo delle spade votive. Carlo Delfino Editore, attraverso l’agile strumento del fumetto ha proposto invece una panoramica tra le due più grandi figure di intellettuali sardi del Novecento, Antonio Gramsci ed Emilio Lussu. Sono intervenuti gli autori Sandro Dessì e Laura Lusso assieme a Massimiliano Pala, evidenziando il lungo percorso di studio e composizione impiegato nell’utilizzo di questa modalità artistica, sintetica e fruibile, ma non meno complessa e ricca di fascino. Il prossimo appuntamento, in diretta streaming sulla pagina facebook dell’AES, sarà domenica 28 febbraio, dedicato interamente al fumetto: Arkadia Editore presenta “Manga do. Igort e la via del Manga”, attraverso gli interventi di Domenico Distilo e Bepi Vigna. Il ciclo di incontri si conclude mercoledì 3 marzo con la presentazione dell’opera “Sulla collina”, Arkadia Editore, che sarà presentata dall’autore Giampaolo Cassitta assieme a Francesco De Filippi.
Il link alla segnalazione su Sardegna Reporter: https://bit.ly/3tdEJ88
Non è facile coglierla in video ma un po’ si è vista: l’emozione e l’orgoglio di un premio che viene assegnato ai migliori nel proprio ambito. Lo scrittore Francesco Abate e la giornalista Mariangela Pira ieri sera, durante una diretta streaming, hanno ricevuto il Globo per la Letteratura e il Globo per il Giornalismo, assegnati ogni anno dal Festival Internazionale della Letteratura di viaggio.
Motivazioni
«Per aver saputo cogliere il vero senso della Letteratura e per avere fornito con ironia, capacità, e maestria, un contributo essenziale alla Narrativa italiana». Con questa motivazione, il premio, un’opera delle sorelle Ariu, è stata consegnata allo scrittore giornalista cagliaritano autore di romanzi, tra cui “I delitti della salina” ultima fatica anch’essa, come le altre, pubblicata da Einaudi. Per la sua professionalità, l’onestà intelletuale, la competenza che la contraddistinguono è stata premiata Mariangela Pira, nota e apprezzata giornalista economica di Sky, autrice di libri di successo, tra cui “Anno zero d.C. I nostri soldi, i mercati, il lavoro, i nuovi equilibri internazionali dopo il coronavirus” (Chiarelettere)
Sosta nell’isola
Si è conlcusa così la tappa finale della quinta edizione del Festival Internazionale della Letteratura di viaggio organizzato da Arkadia Editore che, dopo Pisa, Parma, Roma, Palermo e Catania, è sbarcato in Sardegna per l’appuntamento finale. È, con rammarico di tutti, nel formato online a causa delle restrizioni imposte dal Covid. La cerimonia è stata preceduta da una serie di incontri, moderati da Bruno Murgia, che hanno visto scrittori, saggisti e giornalisti, confrontarsi su vari temi. A inaugurare lo streaming, il panel “Covid e letteratura. Tre modi differenti di raccontare la pandemia”, una riflessione a più voci con gli interventi di Mauro Tuzzolino, Giovanni Follesa, Fabrizio Demaria e Giampaolo Cassitta. In quello successivo, Cassitta ha poi dialogato con l’artista Franco Nonnis, pittore e scenografo, sul tema de “L’arte in movimento”.
Cagliari del ’900
Un viaggio nelle atmosfere della Cagliari del ’900 è stata, invece, la chiacchierata tra Murgia e Abate, che ha raccontato il suo ultimo successo editoriale: “I delitti della Salina”. Lo scrittore ha anche annunciato la volontà di scrivere un secondo capitolo della saga di Clara Simon, la giornalista investigativa de L’Unione Sarda che, dopo aver indagato sulla scomparsa de piccioccus de crobi a Cagliari, lascerà la capitale sarda per spostarsi nelle zone minerarie e sostenere altre lotte operaie.
Giallo psicologico
Il pomeriggio si è concluso nel confronto tra Mariangela Pira ed Eleonora Carta, autrice di “Piani inclinati”, un giallo psicologico ambientato nel nord Sardegna, con un’inquieta protagonista femminile, Linda De Falco, nei panni di un maggiore dei ros alle prese con la scomparsa di alcuni bambini. Linda tornerà in libreria, ha annunciato Carta, anche se non sarà più nell’isola. Pira, 44 anni, originaria di Dorgali, ha raccontato il suo ultimo libro (con la prefazione di Massimo Galli) in cui descrive, in maniera chiara ed efficace, e con l’aiuto di numerosi esperti e incursioni tra i pensatori del passato, come muteranno la nostra vita e il nostro modo di relazionarci agli altri, lavorare, viaggiare, fare acquisti, in seguito alla pandemia.
Franca Rita Porcu
Letteratura di viaggio
Serata ricca di appuntmenti per la chiusura della manifestazione organizzata dalla casa editrice Arkadia: alle 17:00 (sulla pagina Facebook di Matex tv) Bruno Murgia modererà l’incontro dal titolo “Covid e Letteratura. Tre modi differenti di raccontare la pandemia” tra Mauro Tuzzolino, Giovanni Follesa, Fabrizio Demaria e Giampaolo Cassitta. Sarà lo stesso Cassitta, alle 17:45, a dialogare con l’artista Franco Nonnis, e alle 18:15 Francesco Abate sarà in diretta per raccontare il suo nuovo romanzo “I delitti della Salina” (Einaudi). Alle 19:00 “Tra letteratura e giornalismo” vedrà protagoniste Mariangela Pira ed Eleonora Carta prima della consegna del Globo per la Letteratura a Francesco Abate (ore 20:00) e di quello per il Giornalismo a Pira. Finale con il reading di Gianluca Medas “Viajante in Sardegna” e con l’incontro tra gli ospiti Murgia, Cassitta, e il presidente della Fondazione di Sardegna Antonello Cabras.
Etnabook 2020: il programma completo, gli ospiti e i finalisti del Premio Letterario “Cultura sotto il Vulcano”
La città dell’Elefante si veste di cultura ed è pronta ad accogliere ospiti prestigiosi, presentazioni, laboratori per bambini e molto altro ancora. Dal 25 al 27 settembre presso il Palazzo della Cultura di Catania prenderà vita la seconda edizione di Etnabook, Festival Internazionale del Libro e della Cultura, coorganizzato con la Città di Catania. Una tre giorni ricca di eventi che avranno inizio la mattina e termineranno la sera, grazie al lavoro incessante della direzione organizzativa e del Presidente del Comitato Scientifico Salvatore Massimo Fazio. In tutto questo, una novità assoluta: un Book Carpet tutto letterario, dedicato alla tematica del festival: Le Metamorfosi – Evoluzione e Rivoluzione. Lunedì 14 settembre, dalle ore 10:00, presso il Palazzo della Cultura di Catania si è svolta la conferenza stampa di presentazione di Etnabook alla presenza dell’assessore alla cultura e politiche scolastiche, la dott.ssa Barbara Mirabella e del presidente di Etnabook, dott. Cirino Cristaldi. Tra i tanti eventi collaterali annunciati durante l’incontro, ci sono un laboratorio di Yoga a cura di Giorgia Landolfo dal titolo “Medita, Scrivi, Trasformati” (partecipazione gratuita); la sezione Etnakids, curata da Matilde Leonforte e che avrà come protagonisti eventi ludici per imparare l’inglese e anche incontri con la Scuola del Fumetto di Palermo; gli appuntamenti a cura di Catania Book Party, da un’idea di Valentina Carmen Chisari con ospite lo scrittore Massimo Baraldi; e ancora un incontro in collaborazione con la CGIL di Catania con il prof. Salvatore Adorno e l’autore Andrea Micciché. Ci sarà anche uno Spazio Editori: tutti i giorni le case editrici aderenti (Lekton Edizioni, Edizioni Il Tricheco, Emil Edizioni e Akkuaria Edizioni) avranno la possibilità di dialogare con il pubblico e di far conoscere la loro realtà editoriale. Gli ospiti che hanno aderito al progetto sono davvero tanti e di grande rilievo culturale, tra questi, per citarne alcuni: Antonio Caprarica, Barbara Bellomo, Rosario Palazzolo, Luca Vullo, Claudio Pelizzeni, Sara Rattaro e Anna Giurickovic Dato, oltre ai tantissimi moderatori che accompagneranno gli incontri. Etnabook è anche il Premio Letterario “Cultura sotto il vulcano”, la cui premiazione per quanto riguarda le sezioni poesia e narrativa/saggio è prevista durante la serata di apertura, che ci svolgerà il 25 settembre alle ore 21:00 presso la Corte del Palazzo della Cultura di Catania e che sarà presentata dalla scoppiettante coppia composta da Paolo Maria Noseda (divulgatore culturale e noto interprete del programma “Che tempo che fa”) e dall’attrice siciliana Ester Pantano. Ad essere premiati, durante la manifestazione, non solo i vincitori del concorso letterario, ma anche personaggi del mondo giornalistico, artistico e letterario che si sono distinti per il loro impegno nella cultura, come Antonio Caprarica, Barbara Tabita, Mario Incudine, Leonardo Lodato, Andrea Pitrolino, Giovanni Di Stefano, Fabiola Foti, Gianni Nicola Caracoglia, Fernando Massimo Adonia, Daniele Lo Porto e Luca Vullo. A completare il quadro sarà anche il concorso dedicato ai booktrailer, una sezione interamente consacrata alla trasposizione cinematografica di opere letterarie organizzata in collaborazione con l’Associazione Dirty Dozen, la cui proclamazione dei vincitori avverrà domenica 27 settembre alle ore 20:00, presso l’auditorium Concetto Marchesi del Palazzo della Cultura. Durante la stessa serata verranno svelati anche i vincitori della sezione C (Un libro in una pagina) del Premio Letterario Etnabook – Cultura sotto il vulcano. Di seguito i finalisti di tutte le sezioni che compongo il Premio Letterario:
FINALISTI SEZIONE A – POESIA (in ordine alfabetico):
Francesco Cusa (L’isolamento; La morte), Bartolomeo Errera (Se le nuvole non avessero il cielo), Samuele Fazio (Zero), Gabriella Grasso (Ti aspetto qui), Elisabetta Liberatore (Ti racconto un giorno d’estate), Valeria Mazzeo (Il barcone di Caronte), Giuseppe Schembari (A conti fatti; Scivolo in un nonsense), Giuseppe Venticinque (L’altro me stesso).
FINALISTI SEZIONE B – NARRATIVA/SAGGIO (in ordine alfabetico):
Marta Aiello (Stranieri a casa loro, Robin Edizioni), Giampaolo Cassitta (Domani è un altro giorno, Arkadia Editore), Danilo Mauro Castiglione (Considerazioni, Algra Editore), Luciano Varnadi Ceriello (Il segreto di Marlene, Armando Curcio Editore), Massimo Cracco (Senza, Autori Riuniti), Maurizio Mattiuzza (La malaluna, Solferino), Giuseppina Mellace (I dimenticati di Mussolini, Newton Compton Editori), Marco Pappalardo (Diaro [quasi segreto] di un prof., Edizioni San Paolo), Marinette Pendola (Lunga è la notte, Arkadia Editore), Gianfranco Sorge (Perturbanti Congiungimenti, GOWARE).
FINALISTI SEZIONE C – UN LIBRO IN UNA PAGINA (in ordine alfabetico):
Paola Sabrina Baia (Buttafuoco), Morgana Chittari (Cinquecento), Danilo De Luca (A proposito del prof. Baldini), Massimo Rapisarda (Non c’è verso), Gianfranco Sorge (Codice blu).
FINALISTI SEZIONE BOOKTRAILER (in ordine alfabetico):
Giordano Bruno – Scintille d’infinito (Di Renzo Editore) di Guido Del Giudice e regia di Giuseppe Barbato; Il Gatto Geremia (Algra Editore) di Alessio Grillo; Il segreto di Don Ciccio (Bonfirraro Editore) di Angela Sorace, Videoproduzioni The CreKer; Ritmo binario – Il cratere Dostoevskij (Lekton Edizioni) di Raffaele Montesano, regia di Giovanni Botticella e Raffaele Montesano; Tutto in un giorno (Carthago Edizioni) di Annarita Schiavone e regia di Salvatore Bonaffini; Un viaggio chiamato psicoterapia (CTL Editore) di Alessandra Parentela e Michela Longo, regia Fiorella Di Mauro.
Il link all’articolo su Quattrocanti: https://bit.ly/32SFGbt
(Arkadia Editore) è un libro per l’estate e per riconoscere con ironia strani clientelismi e ansie che delle volte sono necessarie. Se non si conoscesse il nome dell’autore, il versatile Giampaolo Cassitta, si potrebbe auspicare che a scrivere questo divertentissimo romanzo sia o un discepolo o il resuscitato Giovannino Guareschi.
Sante in Sardegna come Sindaco ombra
Siamo in Sardegna, nel piccolo paese di Roccabuiedda, un centro dove tutti si conoscono, visto l’esiguo numero di abitanti. La vita scorre lenta e leggera, così come dove non accade mai nulla. I personaggi di questa storia/favola non si discostano molto da tutte quelle piccole realtà di provincia della cultura italiana. C’è il maresciallo dei carabinieri di nome Fabotti, comandante della stazione locale coadiuvato dal suo sottoposto appuntato Marceddu; il Sindaco e il vice di quest’ultimo, personaggio particolare amante del dolce far niente. Sposato con l’intraprendente Matilde Serrau, che agiva agli antipodi: donna dalle mille risorse che gestisce una pasticceria locale. La medesima è la stanza dei bottoni da dove in realtà escono tutte le decisioni per la collettività. Sintesi, la donna è il Sindaco ombra. Altra figura importante è il parroco che funge da filtro per tutte le beghe quotidiane dei pochi cittadini.
Santa Rita per tante sante
Il paesino si stava organizzando per la festa patronale Santa Rita, che si svolgeva il 22 maggio, come ogni anno. I fedeli erano molto legati alla propria Santa, prova ne era il fatto che tutte le donne facevano voto di castità tre mesi prima della data prefissata. Immaginabile con quanta ansia i mariti aspettassero il fatidico giorno. Ciò al fine che il voto veniva sciolto dalle mogli, così tornare ad una vita normale di affetto carnale e relativo adempimento all’obbligo coniugale.
Colpo di scena
La favola, che forse così tanto non lo è, si estende con l’arrivo di un dispaccio papale, dove si comunicava che i festeggiamenti venivano spostati al 9 settembre, ovviamente valeva per tutto il territorio nazionale. Ma a Roccabuiedda, la notizia mandò nel panico quasi tutti e in particolare Matilde Serrau, la quale aspettava quel giorno per aumentare le vendite della sua pasticceria. Chicchiericci locali, petizioni al Vescovo provinciale e coinvolgenti di cariche istituzionali si attivarono, sempre tutte capitanate dal Sindaco ombra Matilde. Non indifferente l’azione intrapresa dal rappresentate primo della legge, il maresciallo Fabotti, che se prima voleva a tutti i costi far rispettare le decisioni venute dall’alto Clero, in un secondo momento rifletté che la situazione avrebbe potuto danneggiare anche la sua personalissima posizione, dato che la moglie aveva adempiuto al voto di castità sino al 22 maggio.
Le sante idee di Matilde
La collettività voleva ad ogni costo che si mantenesse la data della festa come ogni anno, si arrivò addirittura a far sparire la statua rappresentante Santa Rita, per farla riapparire altrove, con la scusa che era un mistero svelato voluto dalla volontà divina che tradotta stava ad indicare che la Santa medesima voleva mantenere come giorno per il suo festeggiamento il 22 maggio. Alla regia di tutto ciò vi era sempre lei, Matilde, che coinvolse anche il parroco. La stampa nazionale rese di dominio pubblico la notizia della ribellione della località sarda, fino a quando il Vescovo provinciale emanò un’ordinanza speciale dove si affermava che eccezionalmente solo per quell’anno e nella sola realtà di Roccabuiedda, Santa Rita poteva essere festeggiata come sempre il 22 maggio ma anche il 9 settembre, con buona pace di tutti. Certo non posso star qui a spoilerare molti dettagli e i finali, perché sono diversi e tutti straordinariamente esilaranti, ma che hanno un fattore di pregnanza molto legato al reale.
Conclusione
Il racconto è scritto in maniera magistrale e in ogni pagina gli episodi che si susseguono mantengono il lettore col sorriso sulla bocca. Giampaolo Cassita è davvero un’ottima penna che sviluppa tutti gli incipit per una bellissima lettura.
Salvatore Massimo Fazio
DOLCI, SANTE E MARESCIALLI
La moglie del vicesindaco di Roccabuiedda, Matilde Serrau coniugata Truddesu, si presenta una mattina davanti alla caserma dei carabinieri e comincia a bussare, facendo un gran baccano con il batacchio. Dentro, stanno ancora dormendo e l’appuntato Marceddu si presenta alla bell’e meglio (camicia d’ordinanza fuori dai pantaloni, spettinato e con gli occhi ancora mezzi chiusi) alla porta e si sveglia all’improvviso quando sente la signora parlare di una rapina. L’appuntato deve assolutamente chiamare il maresciallo Annino Fabotti, nonostante la signora lo inviti a non farlo, anche perché, di fronte a un crimine così grande per quella loro piccola comunità dove non si ruba nemmeno una gallina, per il suo eventuale silenzio verrebbe “scorticato vivo”. Prova a fare delle domande nel frattempo, per avere un quadro più chiaro della situazione, ma le risposte della signora sono sempre più sconcertanti: “I rapinatori sono fuggiti?”, chiede. “Non è fuggito nessuno!” è la risposta, per cui l’appuntato chiede ancora: “Sono barricati da qualche parte?”. “Certo!”, risponde la moglie del vicesindaco. “In chiesa?”, fa ancora Marceddu e quando la risposta è negativa, insiste: “In sagrestia?”. Ma anche questa volta la risposta è negativa e quando chiede dove si trovano allora i rapinatori, Donna Matilde risponde tranquillamente: “A Roma!”, lasciando ancora più interdetto l’appuntato che ormai è più che convinto di quanto sia necessario l’intervento del maresciallo…
Diceva la nonna: “Chi pel foco, chi pe’ la legna, per mangia’ tutti si ingegnan”. Con le dovute differenze, anche in questa storia sono in molti a ingegnarsi pur di svincolarsi dal voto fatto a Santa Rita. E nascono situazioni esilaranti, strategie e architetture che dovrebbero portare tutte alla stessa finalità: la possibilità di uscire da una situazione non facile, quello scioglimento di un voto che per due mesi si sopporta, ma per cinque diventa veramente un peso. E non si salva nessuno, anzi. In un modo o nell’altro il voto alla Santa degli impossibili per i suoi miracoli e soprattutto per i prodigi fatti in loco, riguarda proprio tutto il paese di Roccabuiedda, ma, appunto, in un modo o nell’altro… Vengono toccati interessi economici (astenersi dal mangiare dolci fa sì che la pasticceria sia scarsamente frequentata e gli affari vadano male), di prestigio (aiutare i compaesani a ripristinare le sorti del voto significa un ritorno d’immagine e di… voti alle prossime amministrative), religiosi (anche il parroco, tutto sommato, non è d’accordo con le decisioni prese dall’alto e conosce bene tutti i suoi fedeli e le loro… astinenze) e anche… sessuali (povero maresciallo dei Carabinieri!). Divertente è il modo in cui tutti sono coscienti della situazione e cercano di inventarsi qualcosa per uscirne fuori, comunque, liberi e puliti, usando gli altri per raggiungere lo scopo, pensando di essere i soli furbi a mettere in atto tale strategia e decidendo che alla fine è meglio far finta di non saperne nulla, in nome della felicità di tutti. Una scrittura veloce, precisa e coinvolgente quella di Giampaolo Cassitta per il più classico dei “casi all’italiana”.
Cristina Carnevali
Avendo amato Piero Chiara come pochi altri scrittori del 900, ho sempre provato un moto di fastidio ogni volta che nelle fascette o nelle recensioni mi sono trovato a leggere “un autore che è riuscito a raccontare la provincia italiana”. Perché nella mia memoria di lettore, solo Piero Chiara è riuscito nella miracolosa opera di rappresentare la quotidiana divertentissima miseria di certa umanità di paese, a rappresentare i moltissimi microscopici vizi e le rarissime domestiche virtù che riempiono le case e le vie di certi paesi, mettendo in ridicolo i potenti, livellando l’umanità nella narrazione delle pulsioni e tentazioni, dei peccati che uniscono il potente e il miserabile.
Poi arriva la scoperta di un autore come Giampaolo Cassitta, che riesce a realizzare tutto questo, unendo insieme in una scoppiettante alchimia le storie (e le pulsioni) di Donna Matilde e del maresciallo Fabotti, l’ignavia un po’ manzoniana di Don Martino (che poi alla fine tanto ignavo non è) e li circonda di mariti scansafatiche e ladruncoli di paese, di un brigadiere fin troppo saggio, e tanti altri personaggi, alcuni sfiorati, altri accennati, tutti però necessari per colorare l’affresco di sfondo che rende reale il paese (immagino di fantasia) di Roccabuiedda, piccolo, piccolissimo centro equidistante tra Sassari e Cagliari, dove la vita scorre – anzi no, è immobile – tra chiesa e bar, tra piazza e fermata dell’unica corriera che attraversa la Sardegna.
Cassitta ci riporta indietro in un mondo lontano, eppure tanto attuale da risultare più che vicino, un piccolo universo di credulità e furbizie di paese, dove la tentazione più grande degli uomini è riuscire a fare una visita al casino di città e quella delle donne è poter vivere le storie raccontate su “Grand Hotel” o rendere reali le strofe delle canzoni di Sanremo, un piccolo universo in cui il sesso coniugale è ancora l’arma di ricatto principe delle mogli (il casino è lontano, è costoso, ahimé, ed è anche peccato mortale), un piccolo mondo nel quale la festa della Santa è ancora il giorno più importante dell’anno, per tutto quel che rappresenta, che porta, tra processioni e riti da celebrare, ma soprattutto perché è il giorno in cui – finalmente – i penitenti possono sciogliere i loro piccoli voti, le rinunce minime che – nella minima dimensione di quell’umanità – diventano enormi.
Quindi quando arriva l’imposizione del potere enorme e lontano di spostare la data di festeggiamento della Santa, la comunità si trova, anche se ognuno seguendo le proprie motivazioni e pulsioni – coesa nell’avversare questa decisione.
E qui Cassitta mostra tutto lo scoppiettare della sua narrazione, nascondendolo nel solco del seno (florido e burroso) di Donna Matilde, nel nervosismo inquieto del Maresciallo Fabotti che consuma sigarette una dopo l’altra, e nelle reazioni più o meno composte di tutti gli altri.
Il caso monta, cresce, tra sparizioni e riapparizioni di statue che dovrebbero rappresentare la volontà Sacra, tra vassoi di pasticcini che colano miele e giornalisti che si prestano al gioco, tra tutti che sanno tutti e tutti che fingono di non sapere nulla. Il caso monta, fino alla soluzione finale, quando il giallo – che giallo non è, perché è commedia, è farsa, è pochade – si risolve e tutto continua a scorrere.
Leggetelo, ma mentre scorrete le pagine fate attenzione ai crampi alla faccia, vi accorgerete che è impossibile non sorridere, dalla prima all’ultima riga. Forse questo, più di ogni altra cosa, vi dimostrerà che questo autore più di ogni altro, merita il titolo di “erede di Piero Chiara”.
Marco Proietti Mancini