Dolci sante e marescialli


Etnabook 2020: il programma completo, gli ospiti e i finalisti del Premio Letterario “Cultura sotto il Vulcano”

 La città dell’Elefante si veste di cultura ed è pronta ad accogliere ospiti prestigiosi, presentazioni, laboratori per bambini e molto altro ancora. Dal 25 al 27 settembre presso il Palazzo della Cultura di Catania prenderà vita la seconda edizione di Etnabook, Festival Internazionale del Libro e della Cultura, coorganizzato con la Città di Catania. Una tre giorni ricca di eventi che avranno inizio la mattina e termineranno la sera, grazie al lavoro incessante della direzione organizzativa e del Presidente del Comitato Scientifico Salvatore Massimo Fazio. In tutto questo, una novità assoluta: un Book Carpet tutto letterario, dedicato alla tematica del festival: Le Metamorfosi – Evoluzione e Rivoluzione. Lunedì 14 settembre, dalle ore 10:00, presso il Palazzo della Cultura di Catania si è svolta la conferenza stampa di presentazione di Etnabook alla presenza dell’assessore alla cultura e politiche scolastiche, la dott.ssa Barbara Mirabella e del presidente di Etnabook, dott. Cirino Cristaldi. Tra i tanti eventi collaterali annunciati durante l’incontro, ci sono un laboratorio di Yoga a cura di Giorgia Landolfo dal titolo “Medita, Scrivi, Trasformati” (partecipazione gratuita); la sezione Etnakids, curata da Matilde Leonforte e che avrà come protagonisti eventi ludici per imparare l’inglese e anche incontri con la Scuola del Fumetto di Palermo; gli appuntamenti a cura di Catania Book Party, da un’idea di Valentina Carmen Chisari con ospite lo scrittore Massimo Baraldi; e ancora un incontro in collaborazione con la CGIL di Catania con il prof. Salvatore Adorno e l’autore Andrea Micciché. Ci sarà anche uno Spazio Editori: tutti i giorni le case editrici aderenti (Lekton Edizioni, Edizioni Il Tricheco, Emil Edizioni e Akkuaria Edizioni) avranno la possibilità di dialogare con il pubblico e di far conoscere la loro realtà editoriale. Gli ospiti che hanno aderito al progetto sono davvero tanti e di grande rilievo culturale, tra questi, per citarne alcuni: Antonio Caprarica, Barbara Bellomo, Rosario Palazzolo, Luca Vullo, Claudio Pelizzeni, Sara Rattaro e Anna Giurickovic Dato, oltre ai tantissimi moderatori che accompagneranno gli incontri. Etnabook è anche il Premio Letterario “Cultura sotto il vulcano”, la cui premiazione per quanto riguarda le sezioni poesia e narrativa/saggio è prevista durante la serata di apertura, che ci svolgerà il 25 settembre alle ore 21:00 presso la Corte del Palazzo della Cultura di Catania e che sarà presentata dalla scoppiettante coppia composta da Paolo Maria Noseda (divulgatore culturale e noto interprete del programma “Che tempo che fa”) e dall’attrice siciliana Ester Pantano. Ad essere premiati, durante la manifestazione, non solo i vincitori del concorso letterario, ma anche personaggi del mondo giornalistico, artistico e letterario che si sono distinti per il loro impegno nella cultura, come Antonio Caprarica, Barbara Tabita, Mario Incudine, Leonardo Lodato, Andrea Pitrolino, Giovanni Di Stefano, Fabiola Foti, Gianni Nicola Caracoglia, Fernando Massimo Adonia, Daniele Lo Porto e Luca Vullo. A completare il quadro sarà anche il concorso dedicato ai booktrailer, una sezione interamente consacrata alla trasposizione cinematografica di opere letterarie organizzata in collaborazione con l’Associazione Dirty Dozen, la cui proclamazione dei vincitori avverrà domenica 27 settembre alle ore 20:00, presso l’auditorium Concetto Marchesi del Palazzo della Cultura. Durante la stessa serata verranno svelati anche i vincitori della sezione C (Un libro in una pagina) del Premio Letterario Etnabook – Cultura sotto il vulcano. Di seguito i finalisti di tutte le sezioni che compongo il Premio Letterario:

FINALISTI SEZIONE A – POESIA (in ordine alfabetico):

Francesco Cusa (L’isolamento; La morte), Bartolomeo Errera (Se le nuvole non avessero il cielo), Samuele Fazio (Zero), Gabriella Grasso (Ti aspetto qui), Elisabetta Liberatore (Ti racconto un giorno d’estate), Valeria Mazzeo (Il barcone di Caronte), Giuseppe Schembari (A conti fatti; Scivolo in un nonsense), Giuseppe Venticinque (L’altro me stesso).

FINALISTI SEZIONE B – NARRATIVA/SAGGIO (in ordine alfabetico):

Marta Aiello (Stranieri a casa loro, Robin Edizioni), Giampaolo Cassitta (Domani è un altro giorno, Arkadia Editore), Danilo Mauro Castiglione (Considerazioni, Algra Editore), Luciano Varnadi Ceriello (Il segreto di Marlene, Armando Curcio Editore), Massimo Cracco (Senza, Autori Riuniti), Maurizio Mattiuzza (La malaluna, Solferino), Giuseppina Mellace (I dimenticati di Mussolini, Newton Compton Editori), Marco Pappalardo (Diaro [quasi segreto] di un prof., Edizioni San Paolo), Marinette Pendola (Lunga è la notte, Arkadia Editore), Gianfranco Sorge (Perturbanti Congiungimenti, GOWARE).

FINALISTI SEZIONE C – UN LIBRO IN UNA PAGINA (in ordine alfabetico):

Paola Sabrina Baia (Buttafuoco), Morgana Chittari (Cinquecento), Danilo De Luca (A proposito del prof. Baldini), Massimo Rapisarda (Non c’è verso), Gianfranco Sorge (Codice blu).

FINALISTI SEZIONE BOOKTRAILER (in ordine alfabetico):

Giordano Bruno – Scintille d’infinito (Di Renzo Editore) di Guido Del Giudice e regia di Giuseppe Barbato; Il Gatto Geremia (Algra Editore) di Alessio Grillo; Il segreto di Don Ciccio (Bonfirraro Editore) di Angela Sorace, Videoproduzioni The CreKer; Ritmo binario – Il cratere Dostoevskij (Lekton Edizioni) di Raffaele Montesano, regia di Giovanni Botticella e Raffaele Montesano; Tutto in un giorno (Carthago Edizioni) di Annarita Schiavone e regia di Salvatore Bonaffini; Un viaggio chiamato psicoterapia (CTL Editore) di   Alessandra Parentela e Michela Longo, regia Fiorella Di Mauro.

 

Il link all’articolo su Quattrocanti: https://bit.ly/32SFGbt

 



I più volti di Giampaolo Cassitta nel nome di “Dolci, sante e marescialli”- Parte prima

Esilarante spaccato delle realtà italiane riportate dallo scrittore sardo ospite al Maggio dei Libri di Catania 2020

 

(Arkadia Editore) è un libro per l’estate e per riconoscere con ironia strani clientelismi e ansie che delle volte sono necessarie. Se non si conoscesse il nome dell’autore, il versatile Giampaolo Cassitta, si potrebbe auspicare che a scrivere questo divertentissimo romanzo sia o un discepolo o il resuscitato Giovannino Guareschi.

 Sante in Sardegna come Sindaco ombra

Siamo in Sardegna, nel piccolo paese di Roccabuiedda, un centro dove tutti si conoscono, visto l’esiguo numero di abitanti. La vita scorre lenta e leggera, così come dove non accade mai nulla. I personaggi di questa storia/favola non si discostano molto da tutte quelle piccole realtà di provincia della cultura italiana. C’è il maresciallo dei carabinieri di nome Fabotti, comandante della stazione locale coadiuvato dal suo sottoposto appuntato Marceddu; il Sindaco e il vice di quest’ultimo, personaggio particolare amante del dolce far niente. Sposato con l’intraprendente Matilde Serrau, che agiva agli antipodi: donna dalle mille risorse che gestisce una pasticceria locale. La medesima è la stanza dei bottoni da dove in realtà escono tutte le decisioni per la collettività. Sintesi, la donna è il Sindaco ombra. Altra figura importante è il parroco che funge da filtro per tutte le beghe quotidiane dei pochi cittadini.

Santa Rita per tante sante

Il paesino si stava organizzando per la festa patronale Santa Rita, che si svolgeva il 22 maggio, come ogni anno. I fedeli erano molto legati alla propria Santa, prova ne era il fatto che tutte le donne facevano voto di castità tre mesi prima della data prefissata. Immaginabile con quanta ansia i mariti aspettassero il fatidico giorno. Ciò al fine che il voto veniva sciolto dalle mogli, così tornare ad una vita normale di affetto carnale e relativo adempimento all’obbligo coniugale.

Colpo di scena

La favola, che forse così tanto non lo è, si estende con l’arrivo di un dispaccio papale, dove si comunicava che i festeggiamenti venivano spostati al 9 settembre, ovviamente valeva per tutto il territorio nazionale. Ma a Roccabuiedda, la notizia mandò nel panico quasi tutti e in particolare Matilde Serrau, la quale aspettava quel giorno per aumentare le vendite della sua pasticceria. Chicchiericci locali, petizioni al Vescovo provinciale e coinvolgenti di cariche istituzionali si attivarono, sempre tutte capitanate dal Sindaco ombra Matilde. Non indifferente l’azione intrapresa dal rappresentate primo della legge, il maresciallo Fabotti, che se prima voleva a tutti i costi far rispettare le decisioni venute dall’alto Clero, in un secondo momento rifletté che la situazione avrebbe potuto danneggiare anche la sua personalissima posizione, dato che la moglie aveva adempiuto al voto di castità sino al 22 maggio.

Le sante idee di Matilde

La collettività voleva ad ogni costo che si mantenesse la data della festa come ogni anno, si arrivò addirittura a far sparire la statua rappresentante Santa Rita, per farla riapparire altrove, con la scusa che era un mistero svelato voluto dalla volontà divina che tradotta stava ad indicare che la Santa medesima voleva mantenere come giorno per il suo festeggiamento il 22 maggio. Alla regia di tutto ciò vi era sempre lei, Matilde, che coinvolse anche il parroco. La stampa nazionale rese di dominio pubblico la notizia della ribellione della località sarda, fino a quando il Vescovo provinciale emanò un’ordinanza speciale dove si affermava che eccezionalmente solo per quell’anno e nella sola realtà di Roccabuiedda, Santa Rita poteva essere festeggiata come sempre il 22 maggio ma anche il 9 settembre, con buona pace di tutti. Certo non posso star qui a spoilerare molti dettagli e i finali, perché sono diversi e tutti straordinariamente esilaranti, ma che hanno un fattore di pregnanza molto legato al reale.

Conclusione

Il racconto è scritto in maniera magistrale e in ogni pagina gli episodi che si susseguono mantengono il lettore col sorriso sulla bocca. Giampaolo Cassita è davvero un’ottima penna che sviluppa tutti gli incipit per una bellissima lettura.

Salvatore Massimo Fazio 



DOLCI, SANTE E MARESCIALLI

La moglie del vicesindaco di Roccabuiedda, Matilde Serrau coniugata Truddesu, si presenta una mattina davanti alla caserma dei carabinieri e comincia a bussare, facendo un gran baccano con il batacchio. Dentro, stanno ancora dormendo e l’appuntato Marceddu si presenta alla bell’e meglio (camicia d’ordinanza fuori dai pantaloni, spettinato e con gli occhi ancora mezzi chiusi) alla porta e si sveglia all’improvviso quando sente la signora parlare di una rapina. L’appuntato deve assolutamente chiamare il maresciallo Annino Fabotti, nonostante la signora lo inviti a non farlo, anche perché, di fronte a un crimine così grande per quella loro piccola comunità dove non si ruba nemmeno una gallina, per il suo eventuale silenzio verrebbe “scorticato vivo”. Prova a fare delle domande nel frattempo, per avere un quadro più chiaro della situazione, ma le risposte della signora sono sempre più sconcertanti: “I rapinatori sono fuggiti?”, chiede. “Non è fuggito nessuno!” è la risposta, per cui l’appuntato chiede ancora: “Sono barricati da qualche parte?”. “Certo!”, risponde la moglie del vicesindaco. “In chiesa?”, fa ancora Marceddu e quando la risposta è negativa, insiste: “In sagrestia?”. Ma anche questa volta la risposta è negativa e quando chiede dove si trovano allora i rapinatori, Donna Matilde risponde tranquillamente: “A Roma!”, lasciando ancora più interdetto l’appuntato che ormai è più che convinto di quanto sia necessario l’intervento del maresciallo…

Diceva la nonna: “Chi pel foco, chi pe’ la legna, per mangia’ tutti si ingegnan”. Con le dovute differenze, anche in questa storia sono in molti a ingegnarsi pur di svincolarsi dal voto fatto a Santa Rita. E nascono situazioni esilaranti, strategie e architetture che dovrebbero portare tutte alla stessa finalità: la possibilità di uscire da una situazione non facile, quello scioglimento di un voto che per due mesi si sopporta, ma per cinque diventa veramente un peso. E non si salva nessuno, anzi. In un modo o nell’altro il voto alla Santa degli impossibili per i suoi miracoli e soprattutto per i prodigi fatti in loco, riguarda proprio tutto il paese di Roccabuiedda, ma, appunto, in un modo o nell’altro… Vengono toccati interessi economici (astenersi dal mangiare dolci fa sì che la pasticceria sia scarsamente frequentata e gli affari vadano male), di prestigio (aiutare i compaesani a ripristinare le sorti del voto significa un ritorno d’immagine e di… voti alle prossime amministrative), religiosi (anche il parroco, tutto sommato, non è d’accordo con le decisioni prese dall’alto e conosce bene tutti i suoi fedeli e le loro… astinenze) e anche… sessuali (povero maresciallo dei Carabinieri!). Divertente è il modo in cui tutti sono coscienti della situazione e cercano di inventarsi qualcosa per uscirne fuori, comunque, liberi e puliti, usando gli altri per raggiungere lo scopo, pensando di essere i soli furbi a mettere in atto tale strategia e decidendo che alla fine è meglio far finta di non saperne nulla, in nome della felicità di tutti. Una scrittura veloce, precisa e coinvolgente quella di Giampaolo Cassitta per il più classico dei “casi all’italiana”.

Cristina Carnevali



“Dolci, sante e marescialli”

Avendo amato Piero Chiara come pochi altri scrittori del 900, ho sempre provato un moto di fastidio ogni volta che nelle fascette o nelle recensioni mi sono trovato a leggere “un autore che è riuscito a raccontare la provincia italiana”. Perché nella mia memoria di lettore, solo Piero Chiara è riuscito nella miracolosa opera di rappresentare la quotidiana divertentissima miseria di certa umanità di paese, a rappresentare i moltissimi microscopici vizi e le rarissime domestiche virtù che riempiono le case e le vie di certi paesi, mettendo in ridicolo i potenti, livellando l’umanità nella narrazione delle pulsioni e tentazioni, dei peccati che uniscono il potente e il miserabile.
Poi arriva la scoperta di un autore come Giampaolo Cassitta, che riesce a realizzare tutto questo, unendo insieme in una scoppiettante alchimia le storie (e le pulsioni) di Donna Matilde e del maresciallo Fabotti, l’ignavia un po’ manzoniana di Don Martino (che poi alla fine tanto ignavo non è) e li circonda di mariti scansafatiche e ladruncoli di paese, di un brigadiere fin troppo saggio, e tanti altri personaggi, alcuni sfiorati, altri accennati, tutti però necessari per colorare l’affresco di sfondo che rende reale il paese (immagino di fantasia) di Roccabuiedda, piccolo, piccolissimo centro equidistante tra Sassari e Cagliari, dove la vita scorre – anzi no, è immobile – tra chiesa e bar, tra piazza e fermata dell’unica corriera che attraversa la Sardegna.
Cassitta ci riporta indietro in un mondo lontano, eppure tanto attuale da risultare più che vicino, un piccolo universo di credulità e furbizie di paese, dove la tentazione più grande degli uomini è riuscire a fare una visita al casino di città e quella delle donne è poter vivere le storie raccontate su “Grand Hotel” o rendere reali le strofe delle canzoni di Sanremo, un piccolo universo in cui il sesso coniugale è ancora l’arma di ricatto principe delle mogli (il casino è lontano, è costoso, ahimé, ed è anche peccato mortale), un piccolo mondo nel quale la festa della Santa è ancora il giorno più importante dell’anno, per tutto quel che rappresenta, che porta, tra processioni e riti da celebrare, ma soprattutto perché è il giorno in cui – finalmente – i penitenti possono sciogliere i loro piccoli voti, le rinunce minime che – nella minima dimensione di quell’umanità – diventano enormi.
Quindi quando arriva l’imposizione del potere enorme e lontano di spostare la data di festeggiamento della Santa, la comunità si trova, anche se ognuno seguendo le proprie motivazioni e pulsioni – coesa nell’avversare questa decisione.
E qui Cassitta mostra tutto lo scoppiettare della sua narrazione, nascondendolo nel solco del seno (florido e burroso) di Donna Matilde, nel nervosismo inquieto del Maresciallo Fabotti che consuma sigarette una dopo l’altra, e nelle reazioni più o meno composte di tutti gli altri.
Il caso monta, cresce, tra sparizioni e riapparizioni di statue che dovrebbero rappresentare la volontà Sacra, tra vassoi di pasticcini che colano miele e giornalisti che si prestano al gioco, tra tutti che sanno tutti e tutti che fingono di non sapere nulla. Il caso monta, fino alla soluzione finale, quando il giallo – che giallo non è, perché è commedia, è farsa, è pochade – si risolve e tutto continua a scorrere.
Leggetelo, ma mentre scorrete le pagine fate attenzione ai crampi alla faccia, vi accorgerete che è impossibile non sorridere, dalla prima all’ultima riga. Forse questo, più di ogni altra cosa, vi dimostrerà che questo autore più di ogni altro, merita il titolo di “erede di Piero Chiara”.

Marco Proietti Mancini



Arkadia Editore

Arkadia Editore è una realtà nuova che si basa però su professionalità consolidate. Un modo come un altro di conservare attraverso il cambiamento i tratti distintivi di un amore e di una passione che ci contraddistingue da sempre.

P.iva: 03226920928




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