Giovanni Agnoloni


DA VARSAVIA A DUBLINO LUNGO IL VIALE DEI SILENZI

Roberto è un giovane scrittore fiorentino provato da una serie di difficoltà: il suo matrimonio è naufragato, suo padre è scomparso senza lasciare traccia ormai da quattro anni e sua madre, una donna enigmatica e scostante, si rifiuta di parlarne e si è rifugiata nella casa al mare. Roberto lascia Firenze, città che a questo punto detesta, e si trasferisce a Varsavia con due obiettivi: cercare il padre, un uomo che per lavoro aveva agganci e conoscenze in Polonia, e finire un romanzo che sta scrivendo. Comincia così un pellegrinaggio che lo porterà da Varsavia a Berlino e a Dublino, fino nel lontano Donegal. Si tratta di una vera e propria inchiesta, che lo porterà a formulare varie ipotesi riguardo alla sparizione del padre, ma anche di un viaggio interiore, nel corso del quale il giovane imparerà a conoscere meglio se stesso e ad affrontare alcuni nodi irrisolti. Giovanni Agnoloni ci regala un romanzo dal ritmo non serratissimo, capace tuttavia di tenere avvinto il lettore, che desidera arrivare, insieme al protagonista, alla scoperta della verità, che come ogni verità umana si presenta fragile e sfaccettata. Nello stesso tempo scava nella psicologia dei personaggi con grande sensibilità, aiutato da una lingua molto curata, semplice e ricercata al tempo stesso, ricca di immagini e metafore suggestive.

Giovanni Agnoloni, Viale dei silenzi, Arkadia editore

Marisa Salabelle

 

Il link alla recensione su i Libri di Mompracem: https://bit.ly/2RycWhG



Buona lettura 22: “Viale dei silenzi”, di Giovanni Agnoloni

Buona lettura è una rubrica curata da Mara Pardini. Uno spazio per “assaggiare” libri buoni, ovvero utili, piacevoli, intelligenti, capaci di lasciare un segno nell’immaginazione di chi li sfoglia. Un taccuino per catturare le impressioni, i messaggi e le parole che escono di pagina in pagina ma anche per incontrare scritture nuove e legate all’attualità. Un angolo per parlare di libri e condividere il gusto di una buona lettura.

Giovanni Agnoloni, Viale dei silenzi (Arkadia Editore)

Nasce così, da un’insopprimibile esigenza di capire, cresciuta in luoghi diversi e distanti, legati solo dal filo del ricordo: Firenze, Varsavia, Berlino e l’Irlanda diventano lo sfondo del viaggio della memoria di Giovanni Agnoloni in Viale dei silenzi (Arkadia Editore).
Roberto, il protagonista di questo viaggio, è uno scrittore che affronta il passato e la ricerca del padre che lo ha abbandonato attraverso il libro che sta scrivendo, un “personalissimo viale dei silenzi” pervaso da momenti svigoriti, sopraffatti e destinato ad un futuro incerto, forse inesistente. La lenta messa a fuoco degli incontri e delle situazioni, spesso inespresse e apparentemente irreali, lo mettono a contatto con tutte le opportunità offerte dalla solitudine o, meglio, dall’abbandono, in un crescendo di mistero. Ecco allora che il “Viale dei silenzi” si profila come la storia di un uomo che ha bisogno di provarsi e di ritrovarsi in un modo nuovo, passando dentro al libro per arrivare dentro la propria vita. La ricerca del padre – e quindi di se stesso – è continuamente compromessa sino all’incontro con la giovane musa Erin, una giornalista enigmatica che potrebbe aiutarlo e incollare i pezzi della sua storia. Gli occhi di quella sconosciuta forse hanno il sapore della verità in una realtà gremita di persone, vicende e luoghi diversi che non concedono pace a Roberto, tanto da scivolare via rapidamente, risucchiato di continuo dalla febbrile ansietà di sapere. Dall’incontro con Erin la vicenda è un susseguirsi di vibrazioni, dolci e amare, che può applicare solo chi, questa volta, decide di giocare la partita decisiva con la propria esistenza. L’apparente disordine delle cose, il non detto e il non finito delle due storie parallele del romanzo (quelle di Roberto e di Erin) che ad un certo punto riescono ad intrecciarsi, ben rispondono all’intenzione di scavare ancora più a fondo per far tesoro di quanto accaduto. Quella sfiduciata inquietudine che tanto ha caratterizzato il percorso umano e intellettuale di Roberto, finalmente trova un senso, ben espresso attraverso la padronanza della lingua che accompagna, con semplicità e lucentezza, il destarsi di una coscienza. Agnoloni compone una storia animata da contrastanti tensioni e legata da una sua coerenza interna, che risponde alla voce piena e non più discorde di chi, dell’esistenza, ora può sperimentare non più solo disinganno e sofferenza. Di chi si è finalmente risvegliato, è cambiato e ora può vivere con pienezza e andare un po’ più lontano.

Mara Pardini



L’aria di Varsavia, cenere immateriale senza nome, uniforme, in cui la vita si dipana vociante ma come se fosse lontanissima, ha, nel momento in cui ci si ritrova in mezzo, un aspetto particolare, che ben si intona e si amalgama a quella che avverte essere come la sensazione che connota e caratterizza, in quel preciso momento, l’intera sua esistenza: qualcosa che non sa definire in altro modo che non con la parola inconsistenza. Non conta più il tono medio dei suoi giorni. Sente attorno a sé come se tutto si stesse svuotando; come se fosse in un gorgo. La vita è scivolata in uno stato di apnea; le cose appaiono traslucide, prive di sostanza, come quando nessuno rivolge loro lo sguardo. Sente di star diventando invisibile. Percepisce intorno a sé sempre di più una garbata e imperturbabile indifferenza. Ha l’idea che sia così da quando ha intravisto per la prima volta quella che chiama la parentesi aperta che ha dentro di sé da quando – non sa dire il momento esatto – lui se n’è andato: il calzino umido e appiccicoso del mondo ha cominciato a capovolgersi, sfilandosi dai suoi piedi indolenziti. È nudo a contatto col suolo…
L’Europa non è solo lo sfondo per il viaggio di ricerca del protagonista del romanzo, che si muove fra Varsavia, Berlino e l’Irlanda (ogni tanto emerge, dimensione ancestrale e vera e propria reminiscenza, anche la Toscana). È a sua volta una delle interpreti principali di questa narrazione simbolica, densa, intensa, raffinata e potente, che si dipana attraverso un numero abbondante di rimandi e citazioni classiche, che l’autore ha fatto sue, fondative nel proprio lessico familiare e della sua poetica. Giovanni Agnoloni, fiorentino, autore di molte pubblicazioni (questa è la sua prima, in ambito narrativo, non fantasy), dottore in Giurisprudenza, saggista esperto di Tolkien, di cui ha studiato le opere soprattutto dal punto di vista delle sue corrispondenze con altri autori, anche classici, racconta un percorso. Prendendo le mosse da un monologo interiore narra una storia privata che si riflette in quella collettiva: il viaggio è quello fatto da parte di un giovane e archetipico romanziere inquieto e in crisi, segnato dalla perdita di una persona amata e rinchiuso nel suo mondo interiore, che col passare del tempo però gli appare sempre meno rassicurante. Vuole conoscere e riconoscere, pure in tutto ciò che lo circonda, un padre scomparso, immergendosi nel passato, nella memoria, nel terreno delle sue radici identitarie e culturali. Ma la scomparsa di una persona è la scomparsa di un mondo, tutto quello che questi nel suo “piccolo” rappresenta, e oltre a misteri, enigmi e segreti, il protagonista incontra anche una donna, che incarna l’ispirazione, la musa: non può dunque rifiutare la presa di coscienza, la nuova consapevolezza necessaria per affrontare un tempo in cui tutto sembra lecito, specie l’illecito, appare scomparso un intero sistema di riferimenti e valori. Agnoloni riflette dunque così senza retorica e con profondità sull’alienazione dell’uomo nel tessuto sociale.

Erminio Fischetti



Arkadia Editore

Arkadia Editore è una realtà nuova che si basa però su professionalità consolidate. Un modo come un altro di conservare attraverso il cambiamento i tratti distintivi di un amore e di una passione che ci contraddistingue da sempre.

P.iva: 03226920928




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