“Il cibo – assurge a elemento etnografico, antropologico, attraversa le preghiere, le imprecazioni, le poesie – diventa identità di una comunità ristretta ma universale nella sua elementarità” è questa la Sardegna che anima e pervade, Grazia Deledda e il Cibo da Omero ai giorni nostri, il libro di Giovanni Fancello e Sara Chessa, in libreria, edito da Arkadia Edizioni. Il libro è un racconto intenso, ricco di rimandi e citazioni di tutto ciò che è cibo nella prolifica produzione letteraria di Grazia Deledda, premio Nobel della letteratura nel 1926. Gli autori hanno riletto l’intera opera letteraria della scrittrice, partendo dalle prime novelle, arrivando sino ai romanzi pubblicati postumi, scoprendo che il cibo è un “personaggio” essenziale del narrare deleddiano. Il libro è un viaggio avvincente nella produzione agricola, nell’allevamento, negli usi, nelle abitudini, nelle contaminazioni culinarie di un’isola che è al centro del bacino del Mediterraneo. Non ci sono solo tavole imbandite, ma curiosità e aneddoti che sono la storia della gente di Sardegna. Grazia Deledda, donna della fine dell’Ottocento, descrive il cibo comune, quello di tutti i giorni: le zuppe di pane d’orzo, condite con formaggio filante, sos macarrones dalle diverse forme e nomi, fatti in casa insaporiti da un pesto di noci e pomodoro secco, la lattuga impreziosita con un filo di miele; ricette, preparazioni di una tradizione spesso dimenticata. E se la cucina sarda di tutti i giorni, può sembrare parca, a volte addirittura frugale, nei giorni solenni diventa regale. Grazia Deledda narra, che nei giorni di festa si sacrificavano le bestie dalle carni pregiate, come l’agnello, il cinghialetto, il maialetto e si cucinavano arrosto, irrorate di lardo fuso. Si faceva il pane e lo si decorava come un vero gioiello. Anche i dolci venivano preparati con ricercati e golosi ingredienti, perché sono, soprattutto loro a santificare le feste: s’aranzada, sas sevadas, sas tericas, sos coricheddos, sos papassinos. La tavola diventava simbolo di accoglienza, di condivisione e per il dì di festa si allungava ulteriormente e diventava luogo di socialità, di convivialità. Come sociali e condivisi erano i riti del fare il pane. Per più giorni le donne del vicinato si riunivano mettendo le mani in pasta, condividevano conoscenza, tempo e senso della vita, infornando carasau, poddine, pane de sapa e pane ammodicadu. Per non parlare del rito dell’uccisione del maiale che coinvolgeva un intero paese. Era una festa per grandi e piccoli; partecipare significava saziarsi e tramandare gesta che sanno di memoria preomerica, come quella di cucinare il sanguinaccio sulla viva fiamma. Alcuni di questi rituali rivivono pressoché intatti, ancora oggi in quella terra considerata antica e laboratorio antropologico incontaminato. Leggere le pagine di Grazia Deledda e il cibo, da Omero ai giorni nostri, è tuffarsi nella memoria di un popolo, è riscoprire le gesta, le abitudini dei Sardi. Sorprende invece, quanto sia ricco di storia, di contaminazioni e di analogie quel cibo ritenuto erroneamente arcigno e sconosciuto. Quanto sia simile e universalmente riconosciuto da tanta gente che popola il grande bacino del Mare Mediterraneo. E ben venga il libro di Fancello e di Chessa, perché oltre a dare la giusta dignità ai cibi dal sapore ancestrale, recupera e colloca in un preciso contesto ricette che si sarebbero perse e dimenticate.
Il link alla recensione su City & City: https://lc.cx/PbQBZu
Un viaggio singolare tra letteratura e cibo, tra curiosità poco conosciute e tavole imbandite nei romanzi della grande scrittrice sarda
La biblioteca comunale di Sennori, venerdì 3 gennaio alle ore 18.30, ospita la presentazione del libro di Giovanni Fancello e Sara Chessa dal titolo “Grazia Deledda e il cibo – Da Omero ai giorni nostri” (Arkadia 2024). Un viaggio singolare tra letteratura e cibo, tra curiosità poco conosciute e tavole imbandite nei romanzi della grande scrittrice sarda. Il lavoro dei due autori è infatti una carrellata storica – da Omero ai giorni nostri – che si sviluppa attraverso le tradizioni culinarie della Sardegna, raccontate dalla scrittrice nuorese, Grazia Deledda, nelle sue opere celebri. Presenta la serata Elena Cornalis, dialoga con gli autori Luca Solinas, mentre le letture sono a cura di Stefano Resmini. Inoltre durante la serata lo chef Mario Sechi farà degustare agli ospiti olio, pane e vino di Sennori, raccontando curiosità e aneddoti insieme agli autori Giovanni Fancello e Sara Chessa. L’evento è stato organizzato dalla Comes Cooperative mediatiche sarde la Libreria Koinè, con il patrocinio del Comune di Sennori.
Il link alla segnalazione su L’Unione Sarda: https://tinyurl.com/3vk8ukbc
Le notizie buone tornano per parlarvi di tradizioni natalizie e sapori antichi, dal Natale sardo a quello genovese per passare poi all’inviata dal mondo di questa settimana, Valentina Linzalata, che ci racconta come si vive il tempo più bello dell’anno a Monaco di Baviera. Il podcast settimanale di Gastronomika vi porta a fare un tour nelle tradizioni natalizie. Partiamo dalla Sardegna, dai ricordi dei Natali passati con Giovanni Fancello, giornalista e gastronomo, autore del libro appena uscito per Arkadia Editore “Grazia Deledda e il cibo”.
Anna Prandoni
Il link al podcast su Linkiesta: https://tinyurl.com/2cuybx3u
Vimodrone “Grazia Deledda e il cibo” sbarcano in Lombardia. Il libro scritto da Giovanni Fancello e Sara Chessa, pubblicato da Arkadia editore lo scorso giugno, dopo una serie di presentazioni nell’isola, approda nel Continente, a Vimodrone, città che ospita l’attivissimo Circolo dei sardi “La Quercia”, presidente Gianni Demartis (originario di Mores). L’appuntamento è fissato per sabato prossimo, 9 novembre 2024, nella ex biblioteca comunale “Carlo Porta”. Per Giovanni Fancello sarà un graditissimo ritorno al Circolo di Vimodrone, dove i circa 1.500 tesserati apprezzano la formula della cultura abbinata alla degustazione del buon cibo made in Sardegna. Anche in questa occasione dopo la presentazione del libro, l’autore e il relatore Roberto Casalini incontreranno i soci nella sede sociale del Circolo presentando loro alcune ricette riportate nel libro e appositamente preparate dalle donne e uomini dell’associazione. Grazie alla presenza del sommelier Salvatore Carvone, i piatti verranno abbinati agli ottimi vini del territorio deleddiano.
«Oltre al grande entusiasmo da parte di tutto il direttivo, preme segnalare – sottolinea Carlo Casula (originario di Belvì), coordinatore del Centro nord della Fasi –, come anche in questa occasione il Circolo di Vimodrone utilizzerà per la degustazione principalmente prodotti presenti su SardaTellus srl, la nostra piattaforma delle eccellenze sarde».
Il link alla segnalazione su La Nuova Sardegna: https://tinyurl.com/fpr4njpc
Che la si passi sotto l’ombrellone, in riva al lago o in montagna. L’estate è un momento ideale per recuperare tutte le letture rimandate durante il corso dell’anno. Ecco alcuni consigli a tema food, tra romanzi, saggi e ricettari
Grazia Deledda e il cibo — Giovanni Fancello e Sara Chessa
Il gastronomo Giovanni Fancello e la giornalista Sara Chessa tracciano, in una carrellata di piatti, ricette, e storia, un originale racconto della produzione letteraria di Grazia Deledda partendo dagli elementi gastronomici che la scrittrice e premio Nobel di Nuoro ha inserito nei suoi libri. Un libro che è anche un affresco delle tradizioni culinarie sarde, dall’antichità ad oggi. (Arkadia, 256 pagine, 20 euro).
Il link alla segnalazione sul Corriere della Sera: https://tinyurl.com/mry83x8n
Dalle Langhe “letterarie” di Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, al Viale dei Cipressi di Bolgheri reso immortale da Giosuè Carducci, dai vigneti del Collio, fronte italiano della Grande Guerra raccontata da Ernest Hemingway, alla Valpolicella, dove anche il Sommo Poeta Dante trovò conforto nell’esilio, in cui compose la “Divina Commedia” (dove l’unico vino chiamato per nome è la Vernaccia di San Gimignano), dalle atmosfere magiche ed oniriche della Romagna di Federico Fellini, al “Bacco in Toscana”, il componimento buffonesco di Francesco Redi fonte importante per la storia dell’enologia toscana, dall’Umbria, dove la “rinascita” del vino parte da San Francesco, al Conero, amata patria di Giacomo Leopardi, dalla Costa dei Trabocchi paragonati da Gabriele D’Annunzio a “ragni colossali”, alla “Campania Felix” di Plinio il Vecchio, dalla Sicilia del vino “una, nessuna e centomila” per dirla come Luigi Pirandello, alle memorabili descrizioni del “cibo comune” della sua Sardegna di Grazia Deledda. Tante volte, su WineNews, raccontiamo come i più grandi intellettuali di sempre, siano stati i primi a far conoscere anche le “bellezze” dei loro/nostri territori, tra cui la ricchezza dell’enogastronomia. E tra le più recenti uscite in libreria, c’è proprio il volume “Grazia Deledda e il cibo. Da Omero ai giorni nostri”, in cui Giovanni Fancello e Sara Chessa indagano la sterminata produzione letteraria dell’unica scrittrice italiana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura (nel 1926, e seconda donna al mondo) in cerca di parole dedicate alle ricette della memoria della tradizione sarda, tra ghiande arrostite nella cenere calda e maccheroni fatti in casa con pesto di noci, dagli spiedi di maialino col lardo fuso alle seadas di formaggio fritte con il miele.
Le vicende “culinarie” presenti nella vasta produzione letteraria di Grazia Deledda raccontate nel volume dalla coppia di autori (Arkadia Editore, giugno 2024, pp. 256, prezzo di copertina 20 euro) sono una vera e propria carrellata di piatti, ricette, aneddoti e tanta storia che ricostruiscono, passo dopo passo, le vicende gastronomiche della Sardegna partendo dagli albori per giungere ai giorni nostri. Con un occhio di riguardo, ovviamente, a quella che fu la “contaminazione” dei cibi e del mondo della produzione agricola o dell’allevamento, nei libri di una delle più grandi scrittrici della storia. Un viaggio singolare tra letteratura e gastronomia, tra curiosità poco conosciute e tavole imbandite, tra materie prime ed eccellenze, il tutto condito con un continuo confronto con l’opera di Grazia Deledda.
Dai grandi classici firmati da eruditi del passato come il marchigiano Andrea Bacci e dai maestri del giornalismo enogastronomico italiano come Mario Soldati e Luigi Veronelli, che non ci stancheremo mai di leggere e rileggere perché, le loro pagine, insegnamenti, articoli, sceneggiature, resoconti di viaggio ed appunti di degustazione, sul vino e il cibo, sui loro territori e sui loro produttori, non fanno che attualizzarsi ad ogni epoca, ai best-sellers di cui la letteratura wine & food è sempre più ricca, riuscendo con i suoi mille romanzi, saggi, gialli e storie d’avventura – e chi più ne ha ne metta – ad appassionare ancora di più le persone al mondo del cibo e del vino, dalle ultime uscite che ci vengono segnalate ed inviate in redazione dagli stessi autori (spesso anche vignerons ed artigiani del gusto) e dalle piccole e grandi case editrici, alle rarità che ci incuriosiscono in libreria o che “scoviamo” nelle aste e dagli antiquari di libri antichi, sono titoli per tutti i lettori, oltre che per tutti i gusti, i volumi recensiti su WineNews, una vera e propria “biblioteca enogastronomica” da sfogliare, magari nel relax delle vacanze.
E di vino, cucina e letteratura, tratta anche “La letteratura in cucina. Ricette per chi ama leggere e mangiare bene”, un volume di ricette letterarie scritto da Giulia Ceirano e illustrato da Lida Ziruffo (Edizioni hoppípolla – cultura indipendente per corrispondenza, ottobre 2023, pp. 148, prezzo di copertina 25 euro), nel quale ogni capitolo si apre con la citazione del libro che contiene la prelibatezza in questione, cui seguono alcune note sul romanzo e sull’autore o autrice, e piccole curiosità letterarie e/o culinarie sia per bibliofili che per amanti della buona cucina, e si chiude con la ricetta vera e propria. Come si preparano i muffin al limone che aspettavano l’arrivo di Daisy nella dispensa del “Grande Gatsby”? Quali sono gli ingredienti del timballo di grano saraceno del dottor Živago? Cos’erano le madeleine prima di diventare il dolce di Marcel Proust? E il clam chowder prima di diventare la zuppa di vongole più amata di tutti i mari nelle pagine di “Moby Dick”? A rispondere a tutte queste domande sono 30 ricette, tutte ispirate ai più grandi romanzi della letteratura classica e contemporanea. Antipasti, primi e secondi piatti, dolci e accompagnamenti, ovvero tutto quello che serve per una cena letteraria capace di incontrare proprio tutti i gusti, di palato e di lettura, s’intende.
Il link alla recensione su Wine News: https://tinyurl.com/4t838s8t