L’amicizia è uno dei legami più preziosi e significativi che possiamo coltivare nella vita. È un rapporto basato sulla fiducia, sul rispetto reciproco e sull’autenticità. Gli amici sono quei compagni di viaggio che scelgono di camminare al nostro fianco, condividendo gioie, dolori, successi e sfide. Un vero amico non è solo una presenza nei momenti di festa, ma una luce nelle ore più buie. È su questo tema che ripartiamo in questo 2025 tra libri che hanno affrontato l’amicizia anche nelle branche più inaspettate: l’esempio è il #librocopertina in uscita il 10 gennaio di August Kubizek dal titolo “Il giovane Hitler che ho conosciuto“, pubblicato Bibliotheka Edizioni. Il direttore d’orchestra e scrittore austriaco, scomparso nel 1956, è noto soprattutto per essere stato l’amico fraterno di Adolf Hitler nel periodo adolescenziale. E in questo libro si chiede e descrive quel “simpatico amico”, che riusciva a fallire ovunque, se non nell’arte (dipingeva cartoline), per poi giungere a un successo personale, venedo fuori con una personalità devastante che è costata la vita di milioni di esseri umani. E sempre sulla scia dell’amicizia dove si intravede un’opportunità per crescere insieme, per ispirarsi a vicenda e per costruire ricordi che dureranno tutta la vita, non manchiamo con i nostri flashback dove il filo invisibile di questo sentimento, unisce i cuori, rendendo il cammino più dolce e il mondo un luogo meno solitario. #Librocontrocopertina, in libreria da fine dicembre, è un gioiello di rara bellezza, che il giornalista Giuseppe Laganà, insieme con il protagonista Pierino Cieno, hanno pubblicato per Hi_Qu Books: “Papà non torna”, storia del non capire perché dalla nascita, per 39 anni Pierino Cieno fu internato in Albania. Sul fronte siciliano molte novità, tra queste inganni e verità degli etnei Consuelo Consoli e Luigi La Rosa per Algra, il ritorno per i tipi di Guanda della peloritana Nadia Terranova e un frame di storia sardo-francese narrata dall’aretusea Adriana Valenti Sabouret, per Arkadia.
In libreria da dicembre
Teresio Asola, L’alba dei segreti. Storie della città vecchia, Araba Fenice
Ècapitato a tutti di ritrovare su ritagli ingialliti vicende così strambe da sembrare inventate, di origliare sussurri di osteria e mormorii familiari resi a fiato sospeso, col groppo in gola e un sorriso sul viso, e di accantonarli nella memoria senza mai approfondirli né svelarli per una sorta di antico pudore. Questo libro, nell’indagare sulla scomparsa di un tesoro e di tre quarantacinquenni in una città che assomiglia ad Alba, dà voce a segreti di un vecchio Piemonte quasi dimenticato: destini e misteri di paese, intrighi di famiglia, tragedie della storia, drammi e illusioni della vita, tra Turrita Piemonte, Rosasca Langhe, Valerigi, Rusiletto Tanaro e Roveglio. Paesi inventati ma più che mai veri, luoghi dove la vita reale può giocare a rimpiattino con la finzione cinematografica.
Fantasmi del passato introducono sorprese tratte dai drammi della vita o, forse, dalla fantasia di chi ha abitato quel territorio, precipitando verso un imprevedibile finale.
Ma non è la fine. Il romanzo cammina verso una chiusa inaspettata, capace di rovesciare il già inatteso epilogo e di dare al lettore il privilegio di sbrogliare qualche filo della storia e – chissà – della propria esistenza.
Guy Chiappaventi, Il portiere di Ceaușescu, Bibliotheka Edizioni
Èuna storia lunga quasi quarant’anni e undici metri. La storia di quando una squadra di sconosciuti strappò, fuori casa, il titolo più importante del calcio europeo – la Coppa dei campioni – a una superpotenza, il Barcellona. Era la notte magica del 7 maggio 1986 e, nello stadio di Siviglia, Helmut Duckadam, allora ventisettenne, riuscì nell’impresa di parare tutti e quattro i rigori dei giocatori catalani, in mondovisione e davanti a 60 mila spettatori e al Re di Spagna. La biografia di questa autentica leggenda del calcio, morto il 2 dicembre scorso all’età di 65 anni, viene ricostruita dal giornalista Guy Chiappaventi, inviato speciale del tg La7 e premio Ilaria Alpi nel 1998, nel libro “Il portiere di Ceaușescu”. L’autore immagina che Duckadam – incarnazione del blocco comunista, “muro rosso”, “saracinesca romena” – racconti la sua storia in prima persona: “Non avevamo neanche le magliette per giocare, né l’energia elettrica per allenarci la sera a Bucarest e non potevamo accendere i riflettori dello stadio. Facevamo luce con i fari delle auto”. Il Partito comunista romeno aveva promesso ai calciatori un premio prestigioso in caso di vittoria della Coppa dei campioni, una somma di denaro e una moto oppure un’automobile. “Da noi non era facile avere un’auto. Facevi domanda per una Dacia 1300 e poi aspettavi mesi, e qualche volta anni, prima che te la consegnassero. Quindi era un buon incentivo. Ma non avevamo bisogno di motivazioni oltre la posta in palio. Tutti volevamo giocare e vincere la finale, per noi stessi e per la patria. Insomma ci sentivamo pronti, sapevamo che sarebbe stata dura ma volevamo vendere cara la pelle”.
Quando la Steaua rientrò in Romania, all’aeroporto 15 mila persone accolsero i giocatori e almeno altrettante scesero in strada per seguire il tragitto del pullman fino a Bucarest. Fu un fatto insolito per il Paese comunista, dove le manifestazioni spontanee di piazza erano vietate, ma il regime volle capitalizzare la vittoria. Il presidente Nicolae Ceaușescu invitò la squadra a palazzo e Duckadam diventò per sempre l’eroe di Siviglia, l’uomo che era stato capace di regalare una notte di felicità a un popolo che viveva con le luci spente, senza riscaldamento e con il frigorifero vuoto.
Adriana Valenti Sabouret, Rivoluzionari sardi in Francia, Arkadia
Adriana Valenti Sabouret, grazie a una meticolosa ricerca d’archivio e alla rivisitazione di nuove e inedite fonti storiche, traccia in questo saggio non solo un bilancio complessivo del periodo ma illumina di nuova luce la caratura dello stesso Angioy e di coloro che ruotarono intorno al suo mondo, ricostruendo con minuzia di particolari fatti e vicende sepolti nei recessi di carteggi impolverati e oramai dimenticati.
Giusy Scandurra be Agatino Catania, La vela magica, Algra
Gioia, Samyra e la mamma diventano davvero marinai di un equipaggio, su splendide barche a vela che, con l’aiuto della Lega Navale Italiana, raggiungono un porto sicuro in cui essere di nuovo “libere” di guardare l’orizzonte.
Maria Luisa Jetti e Pedro Escamilla, Il paese di un ventaglio e altri racconti, Algra
Iracconti di Pedro Escamilla hanno in comune un personale modo di presentare il fantastico, dove l’insolito e il fatidico tendono più verso il giocoso che verso il terrificante.
Guglielmo La Cognata, La filosofia raccontata ai ragazzi… e non solo!, Algra
«Mi chiamo filosofia, risolvo problemi. O almeno ci provo». In queste pagine si troverà l’avvincente storia della filosofia, una storia di idee, avventure e sogni, l’ideale per chi vuole assaporare la più grande impresa dello spirito umano e fare il pieno di carburante psichico.
A cura di Consuelo Consoli e Luigi La Rosa, Inganni e verità, Algra
Succede di credere in qualcosa che non esiste, di costruire mondi artefatti nella convinzione di seguire la direzione giusta. Succede o è successo a tutti. Quando però la verità irrompe inaspettata, travolgendo come una valanga, occorre fare i conti con la cecità che ha impedito di scorgere cosa celi la linea tremolante dell’orizzonte. Sono trentaduele voci di “Inganni e verità”, racconti di Angela Allegria, Francesca Battaglia, Franzina Bilardo, Ivana Cammà, Massimiliano Cantalupo, Tina Casto, Margherita Cinelli, Consuelo Consoli, Loredana Cristina, Lucilla Dammino, Rosa Anna Genovese, Daniela Ginex, Patrizia Grasso, Maria Grazia Guerini, Lucia Imprescia, Pinella Leonardi, Adriana Marciante, Daniela Marra, Raffaella Mastroiacovo, Antonella Panarello, Flavio Prestifilippo, Adriana Privitera, Milena Privitera, Gabriella Rossitto, Marisa Rotella, Maria Salerno, Federico Salvo, Sonia Ternullo, Giovanna Trimarchi, Nicolò Tuttolomondo, Laura Ventimiglia e Gabriella Vergari. Sono epifanie deludenti, traditrici, rivelatorie, definibili con i mille aggettivi di chi, persa la fiducia, deve rimboccarsi le maniche e decidere di andare incontro alla realtà nuda, cruda, dolorosa a volte, ma l’unica che vale la pena di perseguire.
Libro copertina, Il giovane Hitler che ho conosciuto di August Kubizek, Bibliotheka
«Per quanto la memoria mi ha concesso, ho tracciato il ritratto del giovane Hitler. Ma alla domanda, allora sconosciuta e inespressa, che pendeva sopra la nostra amicizia, ancora oggi non ho trovato una risposta: Quali erano le intenzioni di Dio quando creo quest’uomo?»
August Kubizek (1888-1956), direttore d’orchestra e scrittore austriaco, è stato l’amico fraterno di Adolf Hitler durante l’adolescenza. I due si conobbero nel 1904 ed entrambi frequentarono il Conservatorio a Vienna; gli studi vennero portati a termine solo da Kubizek, che vide la carriera interrompersi allo scoppio della prima guerra mondiale. I due si ritrovarono a metà degli anni Trenta, durante l’annessione dell’Austria alla Germania. Fu proprio in quel periodo che Hitler, divenuto Cancelliere, chiese a Kubizek di scrivere sulla loro amicizia. Il risultato è il libro “Adolf Hitler, mein Jugendfreund” (“Il mio amico di gioventù”), che l’editore austriaco Stocker pubblicò nel 1953 e che ora l’editore romano Bibliotheka manda in libreria il 10 gennaio, nella traduzione di Alessandro Pugliese (372 pagine, 16 euro), col titolo “Il giovane Hitler che ho conosciuto”. Si tratta di uno dei più importanti testi per comprendere la figura del dittatore. Kubizek descrive in che modo si formarono il carattere feroce, l’impareggiabile forza di volontà e l’implacabile sistematicità mentale del più ingombrante, scomodo e crudele personaggio del Novecento. Durante l’adolescenza, Hitler è un ragazzo alla deriva: ha fallito a scuola, è disoccupato, è stato respinto dall’Accademia d’Arte di Vienna, vive miseramente dipingendo cartoline. Ma dietro quest’apparente inettitudine, Kubizek mostra il carattere di un individuo che, da questi inizi, facendo leva su una personalità magnetica, diverrà il conquistatore più potente e terribile della storia moderna, riuscendo a mobilitare i peggiori istinti di rivalsa del popolo tedesco. Il #Librocopertina esce venerdì 10 gennaio
Le uscite di giovedì 9 gennaio
S. J. Naudé, Padri e fuggitivi, E/O Edizioni
Considerato l’astro nascente della letteratura sudafricana, lo scrittore e avvocato S.J. Naudé racconta la storia di un uomo omosessuale sudafricano, che si trova a vivere a Londra e a fare esperienze ambigue e spesso inquietanti, come quella con due uomini serbi, conosciuti in una galleria d’arte. Tra una disavventura e un’altra, l’azione si sposta a Belgrado, a Città del Capo, in Sudafrica e, infine, in Giappone. Personaggi inaspettati e avventure imprevedibili spingeranno il protagonista a esplorare i suoi rapporti familiari e a confrontarsi con lo stigma, senza frontiere, della discriminazione e delle tensioni razziali.
Le uscite di venerdì 10 gennaio
Giorgio Ghiotti, Casa che eri, Hacca
Casa che eri è una storia di abissi sentimentali, di tradimenti reali e percepiti, e soprattutto di un’amicizia, quella tra l’io narrante Aldo e Luisa. Un legame, quello fra i due, che si spezza all’arrivo di Alessio Patriarca, ua figura tanto carismatica da suscitare nei due amici gelosie e tensioni. Giorgio Ghiotti torna in libreria con un romanzo sui Millenial, oramai quarantenni, costretti inevitabilmente a un confronto col proprio sé e con gli altri.
Maria Costanza Boldrini, Gli anni dell’abbondanza, Nord
“Gli anni dell’abbondanza” è una saga generazionale che racconta di un’umile famiglia, originaria di un paesino del Centro Italia, le cui vicende attraversano un secolo di Storia italiana, a partire dalla fine dell’Ottocento fino all’occupazione nazista. Protagoniste di questa storia sono le donne della famiglia Contini: Beata, sua figlia Clarice e la nipote Antonia, le quali custodiscono un dono eccezionale, che le contraddistingue da chiunque altro: quello dell’abbondanza. Un prodigio che segnerà le loro vite, nel bene e nel male, e che le accompagnerà nelle avversità che la grande Storia gli porrà di fronte.
Benjamin Jacobs, Il dentista di Auschwitz, Bibliotheka
«I nostri nomi diventarono numero. E con il tempo capimmo perché. I numeri non avevano volto. Erano molto più facili da affrontare»
Il 5 maggio 1941 tre vecchi camion attraversano una strada sterrata polacca con a bordo centosettanta ebrei del villaggio di Dobra. Sono uomini di età compresa tra i sedici e i sessant’anni. Tra loro anche Berek Jakubowicz e suo padre, autorizzati a portare con sé solo un piccolo fagotto ciascuno. Il ragazzo non sa che quei pochi strumenti odontoiatrici utilizzati nel primo anno di formazione universitaria gli salveranno la vita. La sua storia viene narrata dai lui stesso nel libro “Il dentista di Auschwitz”, firmato con il nuovo nome (Benjamin Jacobs) assunto negli Stati Uniti, dove emigrò dopo la liberazione (Bibliotheka, 376 pagine, 16 euro, dal 10 gennaio in libreria nella traduzione di Alessandro Pugliese). Nei cinque anni di privazioni trascorsi nei campi di sterminio nazisti, tra cui Buchenwald, Dora-Mittelbau, e Auschwitz (dove entrò in contatto con il famigerato Josef Mengele, medico e criminale di guerra), ha visto morire il padre ed è stato costretto ad esercitare la professione dentistica su prigionieri e ufficiali e ad estrarre i denti d’oro dei cadaveri appena usciti dalle camere a gas. Accolto con favore unanime dalla critica alla sua comparsa negli Stati Uniti, Il dentista di Auschwitz indaga sulla proliferazione del male dalla prospettiva di chi ha vissuto a stretto contatto con un orrore assoluto e onnipervasivo. Una lettura che meglio di qualsiasi libro di storia riesce a rendere un tempo in cui «i nomi divennero numeri senza volto» e in cui chi subì la deportazione «pur avendo il cuore pieno di lacrime, dimenticò per sempre come piangere».
Le uscite di martedì 14 gennaio
Giuseppe Antonelli, Il mago delle parole, Einaudi
Il mago delle parole è un’opera intelligente che trasforma la nostra percezione della lingua italiana e della sua grammatica, attraverso la storia di un professore di italiano che se ne inventa sempre una, e facendo della sua ora di lezione il momento più entusiasmante di tutta la giornata. Un insegnante anticonformista che rifiuta i metodi tradizionali d’insegnamento, che non assegna voti e che pone l’ascolto e la curiosità dei propri studenti al primo posto. Un libro che dimostra come spesso la scuola, e coloro che rappresentano questa istituzione, possono davvero cambiarci la vita e trasformare l’esperienza scolastica in un’avventura unica e affascinante.
Rob Perry, Dog, Mondadori
“Dog” è un romanzo potente sul coraggio, l’empatia e la capacità di affrontare le proprie peggiori paure. La vita del diciottenne Benjamin Glass, ragazzo ipocondriaco, introverso e incapace di prendersi cura persino di sé stesso, viene stravolta quando un giorno, mentre passeggia in una spiaggia, si imbatte in un cane randagio che lo segue fino a casa. A questo punto, Benjamin non sarà più in grado di rimandarlo indietro. Questo nuovo ingresso nella sua vita ridisegnerà i contorni del suo destino, ponendolo di fronte a sfide inattese e ad abbandonare la propria zona di comfort. Attraverso situazioni ironiche e surreali, si raccontano di aspetti universali come: la solitudine, la paura di vivere e il desiderio di entrare in relazione con gli altri.
Pietro Grossi, Qualcuno di noi, Mondadori
Pietro Grossi, vincitore già di numerosi premi letterari, dopo sette anni di silenzio consegna ai suoi lettori un profondo romanzo di formazione sulla tormentata ricerca di sé, la scoperta del mondo e dell’amore. Un viaggio personale e un’indagine interiore in cui il “noi” si intreccia con l’io narrante, il passato con il presente, e ci racconta di un viaggio di trasformazione che attraversa prima gli anni di un’infanzia, tranquilla e protetta, e poi quelli burrascosi ed eccessivi dell’adolescenza. Una scoperta dolorosa, contraddittoria e al tempo stesso appassionante, che si interfaccia con gli interrogativi universali dell’esperienza umana.
Lisa Marie Presley e Riley Keough, Da qui fino all’ignoto, Piemme
Uno straordinario memoir che ripercorre la vita di Elvis Presley, icona musicale e culturale fra le più celebri in grado di segnare la storia della musica. A raccontarne le vicende private la figlia Lisa Marie Preslely.
Nadia Terranova, Quello che so di te, Guanda
Quello che so di te è un romanzo personale e intenso che si interroga sul potere e l’importanza della memoria per ricostruire il proprio presente. La protagonista della storia intraprende infatti un viaggio fisico e mentale, che indaga nella propria storia familiare per arrivare a Venera, la sua bisnonna che, un giorno di marzo, è stata internata nel manicomio di Messina, il Mandalari. Giunta sino a lì, inizia il suo cammino a ritroso nelle pagine del passato e interroga una Mitologia Familiare che spesso si rivela inattendibile. In questa sua notevole opera, Nadia Terranova riflette anche sulla follia, ed esprime l’urgente bisogno di comprendere chi siamo e da dove veniamo attraverso le storie di chi ci ha preceduto.
Le uscite di mercoledì 15 gennaio
Stig Dagerman, L’uomo che non voleva piangere, Iperborea
Sperimentatore e inventore della prosa svedese, erede della grande tradizione del romanzo sociale e maestro del racconto realistico, Stig Dagerman con L’uomo che non voleva piangere riscopre la luce ancora una volta, anche dopo la sua morte, consegnando ai suoi lettori racconti mai pubblicati, dove l’autore con grande versatilità e ricerca di nuovi mezzi espressivi coniuga aspetti ricorrenti della sua prosa con i grandi enigmi dell’esperienza umana, come: il terrore che scaturisce senza un perché, i sensi di colpa ossessivi e il desiderio di un amore indispensabile e allo stesso tempo irraggiungibile.
Le uscite di venerdì 17 gennaio
Buffy Cram, C’ero una volta, NNE
Vancouver, 1980. Elizabeth ha diciannove anni e ha trascorso gli ultimi dieci in un istituto psichiatrico. Soffre di allucinazioni e non riesce a distinguere del tutto la fantasia dalla realtà. Cerca di rimettere insieme i pezzi e i fantasmi del suo passato, a partire da quando, nel 1969, viveva con la madre Margaret in una roulotte in Ontario. A quei tempi Margaret, incapace di badare a se stessa e incurante della figlia, sogna di diventare una cantante famosa a Woodstock. Per aiutarla a realizzare i suoi desideri, Elizabeth a soli otto anni commette il suo primo reato: ruba le chiavi di uno scuolabus e, insieme alla madre, si avventura in un viaggio dal Canada agli Stati Uniti, vivendo di espedienti, fingendosi indovina e leggendo la mano ai passanti in cambio di pochi spiccioli. Quando però le due entrano a far parte di una comunità hippie che attende la fine del mondo, la madre l’abbandona per unirsi a un gruppo di Hare Krisna e la ragazzina farà di tutto per ritrovarla e portarla a coronare il suo sogno. C’ero una volta, il primo romanzo di Buffy Cram, è una storia di crescita e rinascita in grado di toccare picchi di dolore e gioia con ironia e leggerezza. Un’avventura folle e lucidissima, magica e reale, intrisa di psichedelia e visioni attraverso l’America degli anni Settanta, tra controcultura e teorie del complotto, sbarco sulla luna e rock ‘n’ roll.
Sebastiano Martini, Il desiderio imperfetto, Arkadia
Fabrizio ed Enrico vivono a Montemarcello, in un borgo tra la Liguria e la Toscana affacciato sul mare. I due ragazzini sono amici fraterni e con le idee chiare sul loro futuro: Enrico farà l’artista, mentre Fabrizio, per una vicenda familiare, finisce per amare la letteratura e da grande vorrebbe fare lo scrittore. Una volta adulti, mentre Enrico sembra concretizzare il suo sogno di artista, lo stesso non accade per Fabrizio che dovrà confrontarsi con la complessità del mondo editoriale e con un carattere più introverso e meno intraprendente dell’amico.
Alessandro Fantin, Dio mi deve chiedere perdono. La storia di Luciano Battiston, un ragazzo di campagna deportato a Mauthausen, Nuovadimensione
Un romanzo sull’amicizia, la crudeltà umana e la spirito di resistenza che si dispiega nella drammatica cornice del secondo conflitto mondiale. Il protagonista, Luciano, è un giovane ragazzo di provincia della campagna pordenonese, che nel 1945 viene arrestato dai nazisti durante un rastrellamento notturno. La sua vita è appesa a un filo, fino a quando incontra nel lager tedesco in cui è prigioniero un compaesano, Luigi «Vigi» Belluz, con il quale condividerà questa esperienza disumana, alla quale alla fine sopravviveranno, grazie al soccorso delle truppe americane. Ma l’inferno non è ancora finito. Numerose saranno le difficoltà che incontreranno sulla strada di casa.
Cristina Chiuso, Con la testa sott’acqua. Il mondo visto da chi nuota, add editore
Cristina Chiuso, capitana della nazionale italiana femminile di nuoto, insegnante e giornalista, spiega attraverso questa biografia il suo rapporto con l’acqua, da un punto di vita personale e professionale, e affrontando aspetti come l’agonismo, il femminismo, la solitudine e la depressione, la Storia del nuoto, e il rapporto con il proprio corpo. Una realtà complessa, e spesso sconosciuta, che prende forma attraverso rivelazioni personali, racconti e aneddoti di campioni e campionesse che hanno trovato nell’acqua silenzio e rifugio dal frastuono del mondo.
Libro controcopertina, Papà non torna di Giuseppe Laganà e Pierino Cieno, Hi_Qu Books
Era sera, la redazione era vuota, squilla il telefono, rispondo, e una voce dice: “Mi chiamo Pierino Cieno, ho 54 anni, sono nato a Tirana nel 1951 ma sono italiano. I miei genitori sono italiani. Mio padre, ingegnere, lavorava per la ricostruzione del paese balcanico. Nel 1951, avevo poco meno di un anno, scoppia una bomba nell’ambasciata sovietica di Tirana. Viene accusato mio padre insieme ad un gruppo di italiani…Vengono rimpatriati dopo un processo sommario. Erano tutti innocenti. Io e mia madre avremmo dovuto seguirli dopo circa una settimana. Invece, mentre il traghetto, con il suo carico umano, si staccava dal porto di Durazzo, io e mia madre venivamo condotti a Saver. Un campo di internamento disperso nelle campagne d’Albania. Ne siamo usciti solo nel 1989, dopo 38 anni. C’erano centinaia di civili italiani. Si erano semplicemente dimenticati di noi… Mi sono sposato in un gulag, ho avuto dei figli in un gulag, mi sono aggrappato all’unica immagine che avevo di mio padre e sono sopravvissuto con un unico obiettivo…riabbracciarlo un giorno. Ho sognato l’Italia ogni notte della mia vita…”.
Salvatore Massimo Fazio
Il link alle segnalazioni su SicilyMag: https://tinyurl.com/4z6k6mvb
Come sempre la rassegna dei libri in uscita a gennaio è tra le più corpose dell’anno. Preparatevi a fare spazio nelle vostre librerie, perché stanno per arrivare tantissimi titoli interessanti. Grande spazio si prendono a questa tornata le storie con al centro le relazioni, sentimentali, amicali, familiari. Esordi che sono spesso romanzi di formazione, capaci di fotografare il presente di questa generazione disorientata. Romanzi generazionali e sulla memoria, ma anche memoir e saggi di grandi autori. Questo e altro, come sempre, sulla vostra rivista preferita. Buona lettura!
Libri in uscita a gennaio 2025: la lista
La polvere che respiri era una casa di Eleonora Daniel
Il romanzo d’esordio di Eleonora Daniel è la storia di una relazione come tante, ma allo stesso tempo eccezionale nel suo genere, dal momento che, senza scontati romanticismi, affronta interrogativi relazionali ed esistenziali di una giovane coppia che progetta un futuro e una vita insieme. Scelte decisive da intraprendere, come il desiderio di avere un figlio, metteranno alla prova la solidità del sentimento che unisce i due protagonisti della storia. Il canto di un amore umano, e quindi imperfetto, intonato dalla voce unica dell’autrice che, con questo notevole debutto, si inserisce nel panorama della migliore letteratura contemporanea italiana.
In uscita il 21 gennaio per Bollati Boringhieri
Qualcuno di noi di Pietro Grossi
Pietro Grossi, vincitore già di numerosi premi letterari, dopo sette anni di silenzio consegna ai suoi lettori un profondo romanzo di formazione sulla tormentata ricerca di sé, la scoperta del mondo e dell’amore. Un viaggio personale e un’indagine interiore in cui il «noi» si intreccia con l’io narrante, il passato con il presente, e ci racconta di un viaggio di trasformazione che attraversa prima gli anni di un’infanzia, tranquilla e protetta, e poi quelli burrascosi ed eccessivi dell’adolescenza. Una scoperta dolorosa, contraddittoria e al tempo stesso appassionante, che si interfaccia con gli interrogativi universali dell’esperienza umana.
In uscita il 14 gennaio per Mondadori
Quello che so di te di Nadia Terranova
Quello che so di te è un romanzo personale e intenso che si interroga sul potere e l’importanza della memoria per ricostruire il proprio presente. La protagonista della storia intraprende infatti un viaggio fisico e mentale, che indaga nella propria storia familiare per arrivare a Venera, la sua bisnonna che, un giorno di marzo, è stata internata nel manicomio di Messina, il Mandalari. Giunta sino a lì, inizia il suo cammino a ritroso nelle pagine del passato e interroga una Mitologia Familiare che spesso si rivela inattendibile. In questa sua notevole opera, Nadia Terranova riflette anche sulla follia, ed esprime l’urgente bisogno di comprendere chi siamo e da dove veniamo attraverso le storie di chi ci ha preceduto.
In uscita il 14 gennaio per Guanda
Libere e un po’ bastarde di Rossana Campo
Un intenso romanzo d’amore ed eros che esplora l’universo personale di Betti, sceneggiatrice appassionata del suo lavoro, e quello della sua cerchia di amiche, ognuna delle quali è invischiata in una rete ingarbugliata di problemi e dinamiche relazionali, spesso tossiche e tormentate. Un libro che parla di donne e libertà femminile, e che percorre le diverse vie dell’amore, fatte di luci e ombre, ponendo l’accento, attraverso conversazioni ironiche e irriverenti, sulle fragilità dell’animo umano e su temi ricorrenti in ambito relazionale: le dipendenze affettive, la vita matrimoniale, la gelosia, il poliamore, i desideri e le velleità senza tempo.
In uscita il 22 gennaio per Bompiani
(Non) disponibile di Madeleine Gray
Accolto a livello internazionale come uno dei migliori esordi dell’anno, (Non) disponibile è un romanzo sulla ricerca di sé: una fotografia nitida e realistica delle generazioni di oggi, sempre più confuse e disorientate tra prospettive di vita, ansia per il futuro e un mondo del lavoro che incalza. Hera, protagonista di questa storia, è una ragazza di ventiquattro anni, anticonformista, che vive ancora con suo padre, incapace di sentirsi parte di un sistema che non condivide. Assunta da un giornale on line come moderatrice di commenti, sperimenta per la prima volta la vita in ufficio: esperienza che conferma tutte le sue paure di inadeguatezza sociale. Qui tuttavia incontra Arthur, un collega più grande di lei, di cui inaspettatamente si invaghisce, nonostante abbia avuto fino a quel momento relazioni con sole ragazze. Un romanzo che con sarcasmo racconta di una generazione sfiduciata e smarrita, che ritarda finché possibile il proprio ingresso nel mondo degli adulti.
In uscita il 21 gennaio per Mondadori
Gli anni dell’abbondanza di Maria Costanza Boldrini
Gli anni dell’abbondanza è una saga generazionale che racconta di un’umile famiglia, originaria di un paesino del Centro Italia, le cui vicende attraversano un secolo di Storia italiana, a partire dalla fine dell’Ottocento fino all’occupazione nazista. Protagoniste di questa storia sono le donne della famiglia Contini: Beata, sua figlia Clarice e la nipote Antonia, le quali custodiscono un dono eccezionale, che le contraddistingue da chiunque altro: quello dell’abbondanza. Un prodigio che segnerà le loro vite, nel bene e nel male, e che le accompagnerà nelle avversità che la grande Storia gli porrà di fronte.
In uscita il 10 gennaio per Nord
Da qui fino all’ignoto di Lisa Marie Presley e Riley Keough
Uno straordinario memoir che ripercorre la vita di Elvis Presley, icona musicale e culturale fra le più celebri in grado di segnare la Storia della musica. A raccontarne le vicende private la figlia Lisa Marie Preslely.
In uscita il 14 gennaio per Piemme
L’uomo che non voleva piangere di Stig Dagerman
Sperimentatore e inventore della prosa svedese, erede della grande tradizione del romanzo sociale e maestro del racconto realistico, Stig Dagerman con L’uomo che non voleva piangere riscopre la luce ancora una volta, anche dopo la sua morte, consegnando ai suoi lettori racconti mai pubblicati, dove l’autore con grande versatilità e ricerca di nuovi mezzi espressivi coniuga aspetti ricorrenti della sua prosa con i grandi enigmi dell’esperienza umana, come: il terrore che scaturisce senza un perché, i sensi di colpa ossessivi e il desiderio di un amore indispensabile e allo stesso tempo irraggiungibile.
In uscita il 15 gennaio per Iperborea
Dio mi deve chiedere perdono. La storia di Luciano Battiston un ragazzo di campagna deportato a Mauthausen
Un romanzo sull’amicizia, la crudeltà umana e la spirito di resistenza che si dispiega nella drammatica cornice del secondo conflitto mondiale. Il protagonista, Luciano, è un giovane ragazzo di provincia della campagna pordenonese, che nel 1945 viene arrestato dai nazisti durante un rastrellamento notturno. La sua vita è appesa a un filo, fino a quando incontra nel lager tedesco in cui è prigioniero un compaesano, Luigi «Vigi» Belluz, con il quale condividerà questa esperienza disumana, alla quale alla fine sopravviveranno, grazie al soccorso delle truppe americane. Ma l’inferno non è ancora finito. Numerose saranno le difficoltà che incontreranno sulla strada di casa.
In uscita il 17 gennaio per Nuovadimensione
Dog di Rob Perry
Dog è un romanzo potente sul coraggio, l’empatia e la capacità di affrontare le proprie peggiori paure. La vita del diciottenne Benjamin Glass, ragazzo ipocondriaco, introverso e incapace di prendersi cura persino di sé stesso, viene stravolta quando un giorno, mentre passeggia in una spiaggia, si imbatte in un cane randagio che lo segue fino a casa. A questo punto, Benjamin non sarà più in grado di rimandarlo indietro. Questo nuovo ingresso nella sua vita ridisegnerà i contorni del suo destino, ponendolo di fronte a sfide inattese e ad abbandonare la propria zona di comfort. Attraverso situazioni ironiche e surreali, si raccontano di aspetti universali come: la solitudine, la paura di vivere e il desiderio di entrare in relazione con gli altri.
In uscita il 14 gennaio per Mondadori
Con la testa sott’acqua. Il mondo visto da chi nuota di Cristina Chiuso
Chiara Chiuso, capitana della nazionale italiana femminile di nuoto, insegnante e giornalista, spiega attraverso questa biografia il suo rapporto con l’acqua, da un punto di vita personale e professionale, e affrontando aspetti come l’agonismo, il femminismo, la solitudine e la depressione, la Storia del nuoto, e il rapporto con il proprio corpo. Una realtà complessa, e spesso sconosciuta, che prende forma attraverso rivelazioni personali, racconti e aneddoti di campioni e campionesse che hanno trovato nell’acqua silenzio e rifugio dal frastuono del mondo.
In uscita il 17 gennaio per add editore
Padri e fuggitivi di S. J. Naudé
Considerato l’astro nascente della letteratura sudafricana, lo scrittore e avvocato S.J. Naudé racconta la storia di un uomo omosessuale sudafricano, che si trova a vivere a Londra e a fare esperienze ambigue e spesso inquietanti, come quella con due uomini serbi, conosciuti in una galleria d’arte. Tra una disavventura e un’altra, l’azione si sposta a Belgrado, a Città del Capo, in Sudafrica e, infine, in Giappone. Personaggi inaspettati e avventure imprevedibili spingeranno il protagonista a esplorare i suoi rapporti familiari e a confrontarsi con lo stigma, senza frontiere, della discriminazione e delle tensioni razziali.
In uscita il 9 gennaio per Edizioni e/o
Volevamo magia di Matteo Quaglia
Il narratore, trentenne impiegato in una compagnia di assicurazioni di Trieste, ha oggi una vita all’apparenza equilibrata e gratificante. Eppure, non riesce a scacciare un pensiero fisso, Ludovica, un’affascinante ragazza, di cui si era invaghito durante gli anni universitari e che, dopo la morte dell’ennesimo studente a Parigi, era sparita per sempre dalla sua vita. Il romanzo si muove sulle tracce di questa misteriosa ed evanescente figura femminile, per giungere a svelare il suo ruolo in una serie di casi rimasti per anni ancora irrisolti.
In uscita il 24 gennaio per Nottetempo
Il mago delle parole di Giuseppe Antonelli
Il mago delle parole è un’opera intelligente che trasforma la nostra percezione della lingua italiana e della sua grammatica, attraverso la storia di un professore di italiano che se ne inventa sempre una, e facendo della sua ora di lezione il momento più entusiasmante di tutta la giornata. Un insegnante anticonformista che rifiuta i metodi tradizionali d’insegnamento, che non assegna voti e che pone l’ascolto e la curiosità dei propri studenti al primo posto. Un libro che dimostra come spesso la scuola, e coloro che rappresentano questa istituzione, possono davvero cambiarci la vita e trasformare l’esperienza scolastica in un’avventura unica e affascinante.
In uscita il 14 gennaio per Einaudi
Son qui: m’ammazzi di Francesco Piccolo
Francesco Piccolo torna in libreria e questa volta con un saggio d’autore, personale e sorprendente, in cui analizza tredici capolavori della letteratura che hanno segnato in modo indelebile l’immaginario dell’uomo e hanno contribuito a dare legittimazione alla mascolinità tossica e al patriarcato.
In uscita il 21 gennaio per Einaudi
Il desiderio imperfetto di Sebastiano Martini
Fabrizio ed Enrico vivono a Montemarcello, in un borgo tra la Liguria e la Toscana affacciato sul mare. I due ragazzini sono amici fraterni e con le idee chiare sul loro futuro: Enrica farà l’artista, mentre Fabrizio, per una vicenda familiare, finisce per amare la letteratura e da grande vorrebbe fare lo scrittore. Una volta adulti, mentre Enrico sembra concretizzare il suo sogno di artista, lo stesso non accade per Fabrizio che dovrà confrontarsi con la complessità del mondo editoriale e con un carattere più introverso e meno intraprendente dell’amico.
In uscita il 17 gennaio per Arkadia
Termush di Sven Holm
Termush è un hotel di lusso costruito alla fine del mondo. Qui gli unici ospiti sono i ricchi che molto tempo prima hanno prenotato il proprio soggiorno in caso di disastro nucleare. La realtà di questo luogo, in attesa di un mutamento dell’universo, è artificiosa, fatta di pasti abbondanti, musica e giri in barca, mentre fuori di lì si profila sempre più un mondo post apocalittico. Ma dentro non v’è traccia della fine, il personale e la direzione fanno di tutto per cancellare ogni possibile traccia su ciò che accade fuori. In una società corrotta dal materialismo, Termush rappresenta una parabola inquietante sull’alienazione umana. Traduzione di Eva Kampmann. Postfazione di Jeff VanderMeer.
In uscita dal 21 gennaio per il Saggiatore
Il mito infranto. Come la falsa sostenibilità ha reso il mondo più ingiusto di Antonio Galdo
Non c’è sostenibilità se non vi è una riduzione delle disuguaglianze e una distribuzione più equilibrata delle ricchezze. Al contrario il modello di sviluppo green che si è imposto negli ultimi anni non ha fatto altro che aumentare certi divari a vantaggio di ristretti gruppi. Con Il mito infranto, Antonio Galdo, giornalista ed ex collaboratore televisivo di Enzo Biagi, torna in libreria per affrontare con questo i rapporti tra economia e ambientalismo.
In uscita il 22 gennaio per Codice edizioni
Casa che eri di Giorgio Ghiotti
Casa che eri è una storia di abissi sentimentali, di tradimenti reali e percepiti, e soprattutto di un’amicizia, quella tra l’io narrante Aldo e Luisa. Un legame, quello fra i due, che si spezza all’arrivo di Alessio Patriarca, ua figura tanto carismatica da suscitare nei due amici gelosie e tensioni. Giorgio Ghiotti torna in libreria con un romanzo sui Millenial, oramai quarantenni, costretti inevitabilmente a un confronto col proprio sé e con gli altri.
In uscita il 10 gennaio per Hacca
Il link alla segnalazione su Rivista Blam: https://lc.cx/AN53MS
Incipit necessario: come sa chi mi segue da tempo scelgo di recensire, gratuitamente e solo per passione, solo i libri che hanno incontrato il mio gradimento altrimenti evito per non demolirli con una recensione negativa, il motivo più comune di non apprezzamento è la non conoscenza della sintassi, della concordanza temporale e dei sinonimi (sono da anni anche correttrice di bozze ed editor…)
Per il secondo anno consecutivo ho voluto elencare in dettaglio i titoli di tutti i libri da me recensiti perché possa essere un input, uno stimolo a leggerli…
Al Salone del Libro di Torino a maggio e al Book Pride qui a Genova ho conosciuto nuove case editrici che mi hanno poi fatto dono di loro opere, cartacee o in pdf, ne ho ritrovata qualcuna del passato e ne ho persa qualche altra per strada senza sapere perché…ognuna di loro ha un suo angolo nel mio sito, eccole:
https://danielaedintorni.com/category/arkadia-editore/
https://danielaedintorni.com/category/edizioni-le-assassine/
https://danielaedintorni.com/category/edizioni-leima/
https://danielaedintorni.com/category/fratelli-frilli-editori/
https://danielaedintorni.com/category/golem-edizioni/
https://danielaedintorni.com/category/graphofeel-edizioni/
https://danielaedintorni.com/category/iacobelli-editore/
https://danielaedintorni.com/category/mon-edizioni/
https://danielaedintorni.com/category/morellini-editore/
Moltissime/i autrice e autori, ormai fidelizzate/i come amo definirle/i, mi hanno proposto, nel corso di questo anno che sta per concludersi, le loro nuove opere perché hanno apprezzato le mie recensioni precedenti e ne desideravano un’altra, sempre grazie per la fiducia…
Come potete vedere dalla tabella sottostante da gennaio a dicembre 2023 ho recensito 140 libri, che fa una media di 1 recensione ogni 2,6 giorni; 91 di autrici, 43 di autori, 2 antologie e 4 scritti a due mani.
Il mese in cui ho recensito più libri e ebook è stato gennaio (ero ancora in convalescenza per l’operazione alla schiena…) con 17 recensioni e poi giugno, luglio, ottobre e novembre con 13.
Il mese in cui ho recensito più autori è stato giugno con 7, quello in cui ho recensito più autrici è stato gennaio con 14.
Quest’anno, su suggerimento di un’autrice, ho ricominciato a pubblicare le mie recensioni su Goodreads oltre che sul mio sito e su Amazon; purtroppo non sempre il libro da me recensito è presente su quella piattaforma.
mese
autrice
autore
antologia
Scritti a due mani
Numero di recensioni nel mese e media
Gennaio
1. La spada di ghiaccio, di Romina Resto
2. Annabella Abbondante, di Barbara Perna
3. La violenza, di Marise Ferro
4. la governante di Madame de Lempicka, di Clara Zennaro
5. Il mistero di Anna, di Simona Lo Iacono
6. La ragazza in giardino, di Marise Ferro
7. le colpe di Maria, di Silvana Meloni
8. la tigre di Noto, di Simona Lo Iacono
9. donne musulmane, di Giuliana Cacciapuoti
10. mondi à la carte, di Gabriella Vergari
11. sono coniglio, partigiano, di Elisabetta Violani
12. la tasca sul cuore, di Chiara Forlani
13. Le Romantiche, di Marise Ferro
14. Il procuratore muore, di Luisa Valenzuela
1. Gentilupo, fiaba di Simone Morini
2. Il ritorno di Virgilio, di Hermann Broch
3. io che da mio padre ho preso solo gli occhi chiari, di Massimo D’Aquino
17 recensioni in 31 giorni, una recensione ogni 1,8 giorni
Febbraio
1. vasi di alabastro, tappeti di Bukara, di Angelica Gorodischer
2. verso una nuova vita, di Silvana Sanna
3. il secondo piano, di Ritanna Armeni
4. la scrittrice obesa, di Maria Salabelle
5. la mentalità della sardina, di Olivia Crosio
1. Caruggi di piombo, di Marvin Menini
2. il grande Hans, di Daniele Grillo
3. favole per Irene, di Enrico Zoi
4. lo zampacchione giallo, di Enrico Zoi
9 recensioni in 28 giorni, 1 recensione ogni 3,1 giorni
Marzo
1. Trenta giorni e cento lire, di Ester Rizzo
2. Streuse, di Marinella Fiume
3. La portalettere, di Francesca Giannone
4. Versi mortali a Camogli, di Adelaide Barigozzi
5. il campo delle ossa, di Chiara Forlani
1. né il fiore né il baratro, di Giovanni Rossi
2. la banda delle figurine, di Mario Barale
3. il tesoro di Hitler, di Achille Maccapani
4. sotto le stelle di Genova, di Marco Di Tillo
5. aperitivo all’arsenico a Roma, di Dario Falleti
10 recensioni in 31 giorni, 1 recensione ogni 3,1 giorni
Aprile
1. ballata per galline vecchie, di Elisa Genghini
2. la donna emancipata, di Jenny d’Hèricourt
3. Indagine su Alda Merini, di Margherita Caravello
1. favole ciniche, di Han Ryner
2. longevità fatale, di Attilio De Pascalis
1. Morgana, di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri
6 recensioni in 30 giorni, 1 recensione ogni 5 giorni
Maggio
2. Ogni cosa torna, di Patrizia Gariffo
3. E’ madre chi…di Cinzia Pennati
4. Mi limitavo ad amare te, di Rosella Postorino
5. Stai zitta, di Judy Brown
6. qualcosa di me, di Isabella Nicora
7. la tela di cloto, di Monica Vanni
1. i due volti della verità, di Rocco Ballacchino
2. in viaggio con la zia Colomba, di Renzo Bistolfi
1. pioniere, di Pina Caporaso e Giulia Mirandola
10 recensioni in 31 giorni, 1 recensione ogni 3,4 giorni
Giugno
1. l’enigma svedese, di K. G. Silisso
2. l’hotel, di Dana Maria Stifren
3. un diamante rosso sangue, di Clara Negro
4. anime sperse, di Pina Ligas
5. la mia itaca, di Anna Valeria Frigerio
6. la prof Aglietti non era Robert Capa, di Gabriella Vergari
1. delitti al buio, di Emiliano Bezzon
2. c’era una volta all’Asinara, di Giampaolo Cassitta
3. la pagina più bella, di Luc Dietrich
4. Bacci Pagano, una storia da carruggi, di Bruno Morchio
5. Ghost Medical Team, di Vincenzo Carrozza
6. L’uomo che portava a spasso i libri, di Carston Henn
7. il professore di Kabul, di Mario Grasso
13 recensioni in 30 giorni, 1 recensione ogni 2,3 giorni
Luglio
1. la miniera maledetta, di Tyline Perry
2. melodia perfetta per note stonate, di Nora Brant
3. Ouessant, l’isola delle donne, di Annalisa Comes
4. giallo siciliano, di Nuccia Isgrò
5. la barbiera, di Antonietta Muscas Podda
6. la trama di Elena, di Francesca Sensini
7. la bellezza rimasta, di Roberta Zanzonico
8. la banda dei colpevoli, di Sarah Savioli
9. la carrozza della santa, di Cristina Cassar Scalia
10. il suono del vento, di Cristina Origone
11. il sussurro della pioggia, di Cristina Origone
1. i silenzi della Bassa, di Massimo Fagnoni
2. il rumeno di Porta Venezia, di Mauro Biagini
13 recensioni in 31 giorni, 1 recensione ogni giorni
Agosto
1. i delitti di Varese, di Laura Veroni
2. il silenzio della terra, di Cristina Origone
3. Una felicità semplice, di Sara Rattaro
4. la ragazza dei colori, di Cristina Caboni
5. Umor Vitreo, d Paola Musa
6. la ragazza dell’Opera, di Adriana Valenti Sabouret
7. Il delitto di via Etnea, di Roberta Castelli
8. la traccia del pescatore, di Roberta Castelli
9. la bambina di cera, di Roberta Castelli
10. Pasticci di famiglia, di Daniela Graglia
1. perché la minestra si fredda, di Santiago Pumarola
2. Nero come la neve, di Marco Della Croce
12 recensioni in 31 giorni, 1 recensione ogni giorni
Settembre
1. Folisca, di Miriam D’Ambrosio
2. Il tuo silenzio è di stella, di Alessandra Corrà
3. Soli tra le stelle, di Elena Biondo
4. telefona, qualche volta, di Maria Concetta Distefano
5. Nulla d’importante tranne i sogni, di Rosalia Messina
6. Il calzolaio di Milano, di Claudia Maria Bertola
7. sui tuoi fianchi, di Arianna Ciancaleoni
8. nove giorni e mezzo, di Sandra Bonzi
9. Nelle loro mani, di Hilda Lawrence
1. il mare delle illusioni, di Sebastiano Martini
2. Vino rosso sangue, di Fabrizio Borgio
3. il maresciallo Bonanno, di Roberto Mistretta
12 recensioni in 30 giorni, 1 recensione ogni giorni
Ottobre
1. l’incastro perfetto, di Lavinia Brilli
2. Tunnel, di Maria Masella
3. I salmoni aspettano agosto, di Elena Panzera
4. Come pezzi di carta sull’acqua, di Sara Morchio
5. Verde mare, blu profondo, di Daniela Mencarelli Hofmann
6. La regina dei colori, di Valeria Corciolani
7. Bonnie Parker, di Arianna Destito Maffeo
8. Stella Benson, di Francesca Cosentino
9. Il dubbio dell’avvocato, di Laura P. Cavallo
10. Sono stata nella giungla, di Francesca Piazza
1. Nomi, cose, musiche e città, di Giovanni Granatelli
2. Vite senza gloria, di Giovanni Cacciatore e Giuseppe Pizzo
3. A Salina il vento cambia, di Giovanni Cacciatore e Raffaella Catalano
13 recensioni in 31 giorni, 1 recensione ogni 3,8 giorni
Novembre
1. Con te non ho paura, di Sara Rattaro
2. La stagione dei papaveri, di Flaminia Festuccia
3. Tonto, di Silvana Sanna
4. Ristretti nell’indifferenza, di Emma Zordan
5. L’anno dei destini incrociati, di Bea Buozzi
6. Tutte le cose che ho perso, di Katya Maugeri
7. Il fiore di Fahranaz, di YAPRAK ÖZ
1. Vite sbagliate, di Marco G. Dibenedetto
2. Il levarsi della luna, di Gian Luca Paganelli
3. Modus in rebus, di Riccardo Ferrazzi
4. Le ombre della sera, di Bruno Morchio
5. Bradipismi, di Stefano Serri
6. Due racconti, di Maurice Maeterlinck
13 recensioni in 30 giorni, 1 recensione ogni 2,5 giorni
Dicembre
1. Io sono Nannarella, di Carla Cucchiarelli
2. Come d’aria, di Ada D’Adamo
3. Scrivere per non morire, di Tommasina Soraci
4. La numismatica detective, di Linda Scaffidi
1. I delitti di Manfreda, di Roberto Mistretta
2. Avrai sempre una casa, di Piero Malagoli
3. Il canto dell’upupa, di Roberto Mistretta
4. Il babbo di Pinocchio, di Paolo Ciampi
5. Nel rimorso che proveremo, di Piero Malagoli
6. Rosario Livatino, di Roberto Mistretta
1. Accùra, antologia a cura di Roberto Mistretta
2. Natale a Genova, a cura di Sabrina De Bastiani e Daniele Cambiaso
12 recensioni su 31 giorni, 1 recensione ogni 2,6 giorni
91 autrici
43 autori
2 antologie
4 libri scritti a due mani
140 su 365 giorni, 1 recensione ogni 2,6 giorni
Daniela Domenici
Il link alla segnalazione su Daniela e Dintorni: https://bitly.ws/385hQ
Le ragioni che ci portano alle scelte delle letture sono varie tanto quanto occasionali ed in questo caso una limpida recensione da parte di un critico di lungo corso ha acceso in me la curiosità che mi porta a segnalare questo “Il mare delle illusioni” (Edizioni Arkadia pagg.100 euro 13) di Sebastiano Martini, avvocato civilista nato nel 1978, operante a Parma e non nuovo ad esperienze letterarie.
Il protagonista, Gregorio Boni è, nel modenese, un ricco imprenditore del settore delle piastrelle e la fabbrica è governata dal fratello, maggiore di nove anni. Da bambino un incidente lo ha privato della mano sinistra che non ha mai voluto sostituire con un arto artificiale.
Ovvio che la sua condizione gli abbia portato una esistenza un po’ problematica ma si è adattato e ha intrapreso per l’azienda un percorso di rappresentanza che lo porta con continuità in giro per il mondo.
La sua vita sentimentale segue una sorta di rito che lo trova a provocare tenerezza per, dopo breve tempo, essere regolarmente abbandonato. Anche all’inizio di questa storia Chiara, che sembrava l’approdo definitivo dopo qualche anno di convivenza, lo abbandona.
Gregorio ha 46 anni, si trova per lavoro a Viareggio all’Hotel Principe di Piemonte e decide di prolungare il soggiorno a tempo indeterminato. Mantiene i contatti commerciali con i clienti e tranquillizza il fratello sulla bizzarra soluzione.
Letture, passeggiate, sporadiche iniziative per mantenere i rapporti con i clienti della sua azienda lo portano a diventare una presenza consueta e ben accettata nell’albergo, soprattutto col personale che ormai apprezzandolo lo considera parte della comunità.
Un giorno è incuriosito dalla presenza costante, settimanale, di un uomo che tutti i mercoledì siede nella sala di attesa a leggere. Lo avvicina e scopre che si chiama Valerio Pepe, è proprietario dell’albergo e di altri hotel di prestigio che visita per puntuali metodici controlli.
Familiarizzano, Valerio gli insegna il backgammon e si incuriosisce sulla situazione che riguarda Gregorio, gli pare di vedere in lui un senso di estraniamento come se l’albergo fosse diventato un approdo in attesa di una ripartenza per qualche misteriosa direzione.
La frequentazione diventata confidenziale spinge Gregorio a confidare che l’anno prima durante una passeggiata notturna ha incontrato sulla spiaggia una donna che ballava da sola in compagnia di una bambina.
Avevano familiarizzato e lei lo aveva messo al corrente della sua situazione: era una sous-chef di un ristorane famoso di cui non fa il nome e nel prosieguo della serata ci sarà anche un bacio promettente. Gli nega il telefono ma promette che l’indomani lo raggiungerà al Principe.
È un anno che aspetta dopo inutili ricerche e comunica al nuovo amico che tornerà a casa. Ma la storia non è finita. Quindi non spoiler ma capacità dell’autore con sopraffina raffinatezza di parlarci del valore della memoria, delle regole (?) della attrazione, della solitudine, del valore dell’amicizia (anche apparentemente superficiale), dei giochi di ruolo, dell’assunzione della responsabilità, delle scelte che sembrano ma non sempre sono definitive, della grazia sommessa che se siamo attenti possiamo trovare nelle situazioni e nei momenti più impensati, della speranza comunque.
Un vero e proprio gioiello narrativo che con ironica attenzione ci viene proposto con uno stile raffinatamente poetico. Insomma siamo proprio dentro un film dell’inarrivabile ed indimenticabile Eric Rohmer.
Magia della letteratura e, naturalmente, del cinema. E bravo avvocato, e non solo, Martini.
Ariodante Roberto Petacco
Il link alla recensione su il Corriere Apuano: https://bitly.ws/XD4t
Un libro davvero originale, molto misterioso, delicato e commovente questo di Sebastiano Martini, avvocato e scrittore parmense, che è stato candidato al premio Strega. I primi complimenti vanno alla trama perché ammanta di mistero la vicenda di Gregorio, il protagonista che ci viene descritto e svelato dall’autore goccia a goccia; fin quasi alla fine ignoriamo il motivo per il quale abbia deciso di vivere in un hotel che, nello specifico, è il Principe di Piemonte in fondo alla passeggiata di Viareggio verso il Lido di Camaiore. Perfetta la caratterizzazione di Valerio, che diventerà un amico per Gregorio grazie a un gioco molto particolare e difficile, e anche delle varie persone che lavorano, a diverso titolo, all’interno dell’hotel. E’ un libro che definirei dall’atmosfera rarefatta, permeato da un andamento lento, da profondi silenzi e dal paesaggio di Viareggio fatto di palme, amate dal protagonista, di brezza marina e di passeggiate: complimenti!
Daniela Domenici
Il link alla recensione su Daniela e Dintorni: https://bitly.ws/UsYY
Potrebbe tornare alla mente quel mare di verghiana memoria a voler affacciarsi sul balcone della stanza del Boni qui presente. Un orizzonte cobalto, orfano di paese, che si fa patrimonio e rifugio per viandanti con l’occhio accorto e l’orecchio disposto all’ascolto. Orfano di patria ci appare anche il nostro protagonista, tale Gregorio Boni appunto, la cui inspiegabile decisione di lasciar dimora e parenti ce lo fa somigliare in qualche modo a un altro errante di cinematografica memoria. Penso a Viktor Navorski “The Terminal man” l’uomo che, a causa di un colpo di stato avvenuto nel suo paese, decise di trascorrere il resto della sua vita nel nonluogo per eccellenza. Sempre di scelte che cambiano un’esistenza stiamo a parlare dunque, sempre di nonluoghi e apnee sospese, in questo caso tra le camere di hotel, al bivio tra mare e terra, in una Viareggio che di cartolina per turisti conserva solo la veste estiva. Quando veniamo accolti nella sua stanza vista riviera il Boni ha già deciso. Saldato il conto del pregresso e smaltite le formalità per la sua nuova residenza, al nostro non resta che il tempo della riflessione. Si dia quindi inizio allo scavo nella psiche, senza farsi ingannare da codesta solitudine che è tale solo in apparenza: l’albergo in quanto dogana di vite si conferma nucleo di storie che attendono solo di quell’occhio accorto e quell’orecchio disposto all’ascolto citato in apertura. Non siamo quindi al cospetto di un inquieto Pessoa, semmai un Jep Gambardella (seppur caratterialmente distante) in contemplazione accorta sul litorale di una Grande bellezza, palcoscenico di dialogo corale in cui le amarezze si stingono al vaglio dei propri errori. «Nessuno forse dovrebbe rimanere troppo a lungo solo», pensa l’uomo mentre le sue giornate si adagiano su una sequenza di piccoli riscatti del cuore (una passeggiata sul lungomare, un piatto di pesce nel ristorante della zona, un libro concluso alla luce di un tramonto) e le piacevoli incursioni di Valerio Pepe, proprietario dello stabile, con il quale una volta alla settimana si compie il metaforico rituale di una sfida a backgammon ed è in questo assistere “alle piccole cose” che avviene il momento letterario. Si nutre una voglia autentica di sedersi ai divani di quella reception, un po’ in disparte, per non disturbare una performance che si compie nell’eleganza dei particolari, nel gioco/rispetto dei silenzi. C’è un moto di quieto appagamento che accompagna questo bisogno costante del nostro di alzar la mano offesa a tener distante un prima che le cui schegge sono ancora ficcate nella carne. In quel suo “preferirei di no” nel richiamo all’azione non fatichiamo a riconoscere la naturale insicurezza dello stare al mondo ed in quella silente malinconia di un esilio ponderato che Martini compie il prodigio di rivelarci una presa di posizione necessaria, le cui ragioni ci verranno svelate piano, come un’immagine che riaffiora nella marea mattutina di una spiaggia deserta. Martini ha il pregio di saper accoglierci tra le parole. Le strutture sintattiche volano leggere, mai pretenziose, col piglio di chi sa scrivere interiorizzando la sofferenza del gesto e lasciando a noi solo il godimento del testo che, se non fosse scrittura “potrebbe essere un tango, una milonga forse”, cita l’autore stesso. Ben venga dunque la musica a riempire i corridoi, se le sue note hanno codesta eleganza, se il respiro può caricarsi di tale ossigeno e la cura rivelarsi, nel quieto accettarsi.
Stefano Bonazzi
Il link alla recensione su Satisfiction: http://bitly.ws/HHIk
Breve ma intenso è “Il mare delle illusioni” di Sebastiano Martini, un romanzo che, come fa intuire il titolo, ci porta a riflettere sulla realtà e sulle infinite possibilità di interpretarla. Protagonista è Gregorio Boni, che a un certo punto della sua vita decide di rimanere ospite fisso di un Grand Hotel in una famosa località di villeggiatura e soltanto nelle ultime pagine del romanzo scopriamo il motivo di questa strana scelta, quando si confida con Valerio Pepe, proprietario dell’hotel e coprotagonista. Importante a questo proposito è il suo ruolo, in quanto gli dà utili suggerimenti, coi quali lui forse potrà risolvere il suo problema. Gregorio è un uomo solo e disilluso dalla vita, ha avuto vicissitudini varie ed è pirandellianamente consapevole che ognuno di noi custodisce “un segreto, un vizio, una debolezza” che nasconde all’altro. Filo conduttore del romanzo è la solitudine, che lui “gestiva con disinvoltura oramai” in qualunque luogo andasse. Tuttavia, Gregorio è consapevole del fatto che “Nessuno forse dovrebbe rimanere troppo a lungo da solo” e questo suo pensiero in un certo senso lo salva. Messaggio di fondo di questo romanzo, che si legge tutto d’un fiato non solo per il contenuto ma anche per lo stile accattivante della narrazione, è la necessità di nutrire sempre e comunque illusioni: quel mare di “illusioni” provate da Gregorio, e quindi anche dal lettore, non fa che ingigantire le aspettative, ma è proprio grazie a esse che non ci arrendiamo e troviamo la forza di andare avanti. Ciò che rende interessante il romanzo è anche la struttura circolare, infatti Sebastiano Martini inizia la storia con la descrizione di un grosso incendio sulle colline circostanti l’hotel e termina con la visione di un canader che, dopo aver fatto rifornimento d’acqua, “sorvola basso le palme del lungomare, ne scuote le chiome, prima di alzarsi di nuovo verso le colline”.
Sembra proprio che l’autore, con questo finale, ci dica che tutte le cose si risolvono, anche le più problematiche.
Maria Lorello
Il link alla recensione su PuntoZip: https://bit.ly/3KTCalT
E’ stato di recente pubblicato, per l’editore Arkadia, il nuovo romanzo di Sebastiano Martini intitolato “Il mare delle illusioni”. Interamente ambientato a Viareggio, il romanzo è stato presentato al Premio Strega 2023 dal noto critico letterario Giovanni Pacchiano, della cui motivazione si riporta di seguito uno stralcio: “Il romanzo di Sebastiano Martini è un piccolo gioiello che naviga con eleganza fra il limpido stile e l’aura malinconica di una lunga attesa. Costruito in flashback, ‘Il mare delle illusioni’ ha una grazia sommessa che incanta, e non comune finezza di scavo psicologico. ‘Nessuno forse dovrebbe rimanere troppo a lungo solo’, pensa Gregorio. E se sono veri i versi dell’immenso Giorgio Caproni sull’uomo che di notte, solo, spinge il cancello e ‘solo – rientra nei suoi sospiri’, è anche vero che l’ultima pagina del romanzo ci riserverà una confortante sorpresa”.
La scheda
Gregorio Boni ha quarantasei anni e vive in un albergo, un grande hotel affacciato sul mare di Viareggio. Da oltre un anno conduce un’esistenza isolata in una sorta di esilio volontario. Le sue uniche relazioni sono quelle con il personale e il proprietario dello stabile, Valerio Pepe, con il quale una volta alla settimana consuma il rito di giocare una partita a backgammon. Nessuno conosce il suo segreto, la circostanza da cui è originata la scelta di fermarsi in quel preciso luogo ad attendere ogni giorno che un determinato evento accada. Gregorio però sa che quella circostanza ha un nome. Nel suo nuovo romanzo Martini porta in scena, in un albergo di lusso sul litorale della Toscana, la precarietà dell’esistenza attraverso il racconto di personaggi disillusi che tuttavia non smettono di immaginarsi un futuro migliore, un’altra vita, nuove possibilità. Una storia trasversale, nella quale si intrecciano le vite dei personaggi e le atmosfere dei luoghi, abilmente narrata, ordita come un tessuto prezioso. Un romanzo che indaga sul destino di ognuno, sul significato dell’attesa e che pone il lettore nella condizione di interrogarsi se tutto, in questo mondo, sia davvero governato dal caso.
L’autore
Sebastiano Martini è nato Parma nel 1978, città dove vive e lavora. Avvocato civilista, esercita la professione forense da circa quindici anni. Ha pubblicato i romanzi Covadonga (Edizioni Leucotea, 2019), La notte dell’acqua alta (Edizioni Ensemble, 2020), Stato passivo (Edizioni Ensemble, 2021).
Il link alla segnalazione su Versilia Post: https://bit.ly/3mrk8j2