Al Teatro degli Intrepidi Monelli di Cagliari, nello storico quartiere di Sant’Avendrace a Cagliari sospeso tra la periferia e il cuore della città, è tutto pronto per la prima edizione del festival “Circo Letterario”: da giovedì 30 novembre a domenica 3 dicembre andrà in scena la rassegna itinerante ideata e diretta dallo scrittore Andrea Melis. Quattro giorni (a ingresso gratuito fino a esaurimento posti) con in programma più di 30 eventi tra presentazioni, incontri, laboratori e reading musicali, vedranno come ospiti scrittori del calibro di Saverio Raimondo, Francesco Abate, Riccardo Staglianò, Lory Muratti, Simonetta Gola, Luca Briasco, Lavinia Petti e Piergiorgio Pulixi, tra gli altri. “L’anteprima del festival Circo Letterario vissuta alla My English School domenica 26 novembre con Maria Francesca Chiappe, Anna Segre e Bea Buozzi ha permesso di creare un nuovo luogo di cultura per il quartiere Sant’Avendrace”, racconta Andrea Melis, direttore artistico della manifestazione. “È nato un salotto letterario all’interno della scuola di via Santa Gilla, che si candida come nuovo spazio del quartiere. Uno dei primi obiettivi del festival stato raggiunto: quello di ampliare le possibilità culturali e inventarle anche dove normalmente non ci sono. Per qualche ora si sono succedute sul palco le tre autrici che hanno catturato il pubblico molto partecipe e attento. Ci apprestiamo a vivere la prima edizione del festival e non vediamo l’ora di condividere con la cittadinanza la intensa quattro giorni agli Intrepidi Monelli” Il Circo Letterario con i suoi artisti della parola provenienti da tutta Italia, trasformerà un teatro di frontiera in una magica occasione di socializzazione culturale, dove i libri potranno diventare protagonisti assoluti non solo degli show sul palco, ma anche alternativa alla frenetica corsa al regalo natalizio. Tutto il circondario verrà coinvolto e abbracciato, a partire dalla nuova Libreria Giunti al Punto che da aprile ha regalato finalmente al quartiere un presidio letterario assente da troppi anni, in un crocevia fondamentale tra le periferie, che finalmente potrà arricchire anche le zone limitrofe di San Michele e Is Mirrionis.
IL PROGRAMMA
La prima edizione del Circo Letterario avrà inizio ufficialmente giovedì 30 novembre alle 16.30 agli Intrepidi Monelli con la presentazione del romanzo “Il dolore crea l’inverno” (Garzanti, 2023) del giovane scrittore Matteo Porru, Premio Campiello Giovani nel 2019, uno dei più promettenti talenti under 25 in Italia, al festival con un racconto sospeso nel tempo e nello spazio che parla di legami familiari, rimpianti e vissuti indelebili. L’incontro sarà un interessante momento di confronto con una rappresentativa di aspiranti scrittori del progetto Palestra Letteraria.
Un’ora più tardi (alle 17.30) microfoni accesi per Stefano Cosmo, a Cagliari con il suo ultimo romanzo “Dentro la gabbia” (Marsilio, 2023 – fresco vincitore del Premio Dora Nera 2023) ambientato in una Marghera soffocata da un’estate torrida e da fabbriche abbandonate.Il romanzo dello scrittore veneto – cresciuto nel Collettivo Sabot diretto da Massimo Carlotto – racconta in un susseguirsi di colpi di scena la periferia urbana e umana della parte più oscura del Veneto. Ad accompagnare Cosmo ci sarà Piergiorgio Pulixi, altro pluripremiato autore tra i più importanti e tradotti delle nuove generazioni sarde (già premio Scerbanenco, e finalista al Grand Prix de Littérature Policière), sul palco con “Stella di mare” (Rizzoli, 2023), vincitore del recente Premio Camaiore di Letteratura Gialla.
L’ultimo appuntamento della giornata vedrà i riflettori illuminarsi per il comico, conduttore, autore e umorista Saverio Raimondo, al Circo Letterario per presentare il suo ultimo libro “Memorie di un elettore riluttante” (Feltrinelli, 2022), in cui il lettore vede scorrere gli ultimi vent’anni di politica italiana attraverso gli occhi di un elettore distratto, sempre più (auto)critico verso sé stesso, l’elettorato e il suffragio universale. Con Saverio Raimondo, sul palco degli Intrepidi Monelli a fare gli onori di casa ci sarà lo scrittore e poeta Andrea Melis.
La seconda giornata del festival venerdì 1 dicembre verrà aperta alle 17.30 dal sociologo Nicolò Migheli (Premio Alziator 2012, Premio Chambéry e Premio Città di Cuneo) – accompagnato da Carlo A. Melis Costa – e la sua recente pubblicazione “Il cavaliere senza onore” (Arkadia, 2023), un romanzo incalzante che permette al lettore di immergersi in un periodo turbolento e affascinante, quello della Sardegna degli ultimi decenni del XVII secolo, ancora sconvolta dagli effetti della peste e della crisi politica conseguente all’assassinio del viceré Camarassa.
“La bambina impazzita” (Arkadia, 2023) di Viviana Viviani sarà al centro dell’incontro (moderato da Matteo Fais) delle 18.30: una silloge poetica ma anche un testo narrativo, che compie un percorso tra le diverse fasi della vita: l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, la vecchiaia e la morte. Tra i temi narrati l’amore, la passione, la gelosia, il senso di inadeguatezza, la caducità, il rapporto con la poesia, con alternanza di quadretti di vita quotidiana e riflessioni più alte.
Il ricordo del medico, attivista e scrittore Gino Strada, scomparso nell’agosto 2021, illuminerà l’appuntamento delle 19.30 con la giornalista Simonetta Gola (presidente di Emergency e moglie di Strada), al Circo Letterario per presentare “Gino Strada. Una persona alla volta” (Feltrinelli, 2022): da Kabul a Hiroshima, una narrazione appassionata e avventurosa delle radici che hanno ispirato il chirurgo lombardo, giorno dopo giorno, viaggio dopo viaggio. Ma anche una riflessione radicale sull’abolizione della guerra e sul diritto universale alla salute. Con Simonetta Gola ci sarà lo scrittore cagliaritano Andrea Melis.
Un’ora più tardi, alle 20.30 l’aura di Stephen King brillerà con lo scrittore Luca Briasco e il suo “Il Re di tutti. Un ritratto di Stephen King” (Salani, 2023). Briasco, lettore famelico di King, traduttore dei suoi libri più recenti, profondo conoscitore della letteratura americana, condurrà i presenti dentro l’arte di un genio, indagando i temi ricorrenti di un corpus narrativo sconfinato eppure straordinariamente coerente, affiancato dal giornalista Alessandro Marongiu.
L’ultimo appuntamento della serata alle 21.30 vedrà sul palco in un gioco serio e leggero insieme di doppiezza e omonimia, sul palco due Andrea Melis, al prezzo di uno. Il primo, classe 79, poeta e scrittore, il secondo, Classe ’99 di 20 anni più giovane. Attore sempre cagliaritano, candidato alla long List degli Oscar con il Corto “il Moro” e Raoul Moretti, arpista di fama internazionale, per un reading dedicato all’ultimo libro di Chandra Candiani “Pane del bosco” (Einaudi, 2023), nuova raccolta di poesie che nasce da un’esperienza reale dell’autrice: l’abbandono di Milano e il trasferimento in una casa su un alpeggio piemontese in mezzo a un bosco.
Il penultimo giorno del Circo Letterario si aprirà sabato 2 dicembre alle 16.30 con l’incontro che vedrà Anja Boato (Premio Campiello Giovani nel 2015) presentare insieme a Luca Manunza (storico curatore del Festival Cabudanne de sos Poetas di Seneghe) il suo romanzo d’esordio “Madama Matrioska”, edito da Accento Edizioni, nuova creatura editoriale fondata da Alessandro Cattelan e diretta da Matteo B. Bianchi. Un lavoro dalla struttura brillante e dall’ancor più brillante scrittura: ogni capitolo non ha solo un diverso protagonista, ma un tono e uno stile a sé – tra omicidi (reali, tentati o presunti), anelli preziosi, disturbi mentali, malattie, funerali e fughe spaventose.
Alle 17.30 a tenere banco sarà la scrittrice e podcaster Sabrina Efionayi con il suo “Addio, a domani” (Einaudi, 2022) finalista del Premio Zocca Giovani (2023) e finalista al premio Elsa Morante L’isola di Arturo (2022). In quest’ultimo libro, la Efionayi racconta la propria storia, diventata successivamente un podcast dal titolo “Storia del mio nome” per Spotify Studios in collaborazione con Chora Media, vincitore come Miglior Podcast ai Diversity Media Awards 2023 e de IL POD 2023 nella categoria Diversity. A moderare l’incontro ci sarà lo scrittore e autore Massimiliano Virgilio (uno dei pochi autori italiani i cui testi vengono tradotti con successo di vendite in Cina), protagonista due ore dopo (alle 19.30) con il suo libro “Il tempo delle stelle”, romanzo ambientato sullo sfondo di una Napoli splendida e terribile, in cui la ricerca di un figlio mette alla prova un amore. Una storia folgorante sulle possibilità che svaniscono e quelle che arrivano. Con lui ci sarà il giornalista Costantino Cossu.
Alle 18.30, invece, a catalizzare l’attenzione del pubblico del festival ci sarà lo scrittore Mohamed Maalel, per un incontro con la Palestra Letteraria in cui presenterà il suo romanzo d’esordio “Baba” (Accento Edizioni, 2023), una storia non scontata sulla multiculturalità, l’identità e i legami. Una lunga lettera a un padre a cui non ci si è potuti mostrare fino in fondo per quello che si è, in cui il racconto si rovescia presto, in realtà, nel più commovente tentativo di ascolto e accoglienza.
La scrittrice Lavinia Petti sarà protagonista alle 20.30 con il suo romanzo “Dove nascono le ombre” (Mondadori, 2023) in cui si muove con originalità nel solco tracciato da autrici come Shirley Jackson e, tra le contemporanee, Tiffany McDaniel, e, con passo sicuro e lingua immaginifica, prende per mano il lettore, accompagnandolo in quel momento incandescente che separa l’infanzia dall’età adulta, per mostrare come le storie non sempre siano dei rifugi. In certi casi possono diventare dei luoghi pericolosi. Ad affiancare Lavinia Petti ci sarà la scrittrice Enrica Illotto.
Uno degli appuntamenti più attesi della serata si vivrà alle 21.30 con la conferenza spettacolo “Gigacapitalisti” di Riccardo Staglianò, giornalista, saggista, studioso di nuove tecnologie e del loro effetto sulla società. Lo scrittore di Viareggio scrive inchieste e reportage dall’Italia e dall’estero come inviato di Repubblica per Il Venerdì. Nel 1997 per Feltrinelli ha pubblicato “Circo Internet – Manuale critico per il nuovo millennio”.
L’ultimo giorno della prima edizione del Circo Letterario si aprirà domenica 3 dicembre alle 18 con la presentazione de “I Racconti della Locanda”, un’antologia composta da narrazioni di Francesco Abate, Ciro Auriemma, Eleonora Carta, Carlo Augusto Melis Costa, Matteo Porru, Renato Troffa, Valeria Pecora Schirru, Valeria Usala e Ilenia Zedda. Il libro è realizzato da Produzione Editoriale XY con la volontà di sostenere le attività portate avanti dalla Cooperativa dei Buoni e Cattivi, un progetto d’impresa sociale della Fondazione Domus de Luna. Gli autori e le autrici che hanno partecipato alla scrittura del libro hanno deciso di devolvere le rispettive spettanze dei diritti d’autore alla fondazione. L’incontro vedrà sul palco Andrea Melis, Ugo Bressanello, Ciro Auriemma e I Ragazzi della Locanda protagonisti dei racconti, per uno dei tanti momenti in cui il festival unirà la letteratura al sociale.
Alle 19 sarà lo scrittore Ciro Auriemma – affiancato dalla manager culturale Giuditta Sireus (partner del festival con il suo Dicembre Letterario e fondatrice del Club di Jane Austen) – il protagonista dell’incontro dedicato alla presentazione del suo romanzo fresco di stampa “La lama e l’inchiostro” (Piemme Edizioni, 2023), un racconto caratterizzato da mistero e avventura nella Cagliari barocca. La storia appassionante e mai raccontata di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi: Miguel De Cervantes.
Il compito di calare il sipario sulle presentazioni del festival sarà affidato alle 20 allo scrittore e giornalista Francesco Abate (Premio Alziator, Premio Ducato d’oro, Premio Solinas, Premio del Libraio Città di Padova, Prix Littéraire des Jeunes Européens), per un incontro con La Palestra Letteraria che lo vedrà presentare la sua più recente fatica letteraria “Il misfatto della tonnara” (Einaudi, 2023), terzo capitolo della saga dedicata alla giornalista investigativa Clara Simon (in corsa al Premio Scerbanenco 2023, a poche settimane dall’uscita). Durante una manifestazione di femministe qualcuno aggredisce una maestra. Il suo corpo privo di sensi è rinvenuto nel magazzino dell’antica tonnara. Malgrado i sospetti convergano su un giovanotto dell’alta società, la giustizia temporeggia. Di fronte a tanta impunita violenza Clara Simon, l’affascinante e testarda giornalista de «L’Unione», non può restare a guardare. Muovendosi per le strade della Cagliari di inizio Novecento, tra una vecchia nobiltà che non vuole cedere il passo e una nuova borghesia impaziente di affermarsi, scopre con quanta furia il mondo abbia cercato, da sempre, di mettere a tacere le donne. E ancora una volta trova il coraggio di far sentire la sua voce.
Alle 21 a chiudere in bellezza la prima edizione del Circo Letterario ci penserà il musicista, producer, scrittore e regista Lory Muratti con il reading letterario “Torno per dirvi tutto”, in collaborazione con il Festival Dicembre Letterario.
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MACOMER La Sardegna nelle sue tante sfaccettature storiche, paesaggistiche, sociali e musicali è stata la grande protagonista degli incontri con gli autori nella sezione Tra Isola e mondo della seconda e terza giornata della Mostra regionale del libro e del concerto “Il suono dei centenari”. Venerdì 24 novembre, nella sezione sui “Visionari” sardi sono stati ricordati Francesco Salis (1923 – 2007) e Pasquale Dessanai (1868 – 1919). Al primo è dedicato il libro “Francesco Salis. Un maestro per la comunità” (Iskra), che l’autore Antonio Pinna ha presentato dialogando con Maria Arca e ricordando «la grande passione pedagogica di Salis, che lo portò fondare il Centro di cultura popolare UNLA e il Museo della civilità contadina». Giancarlo Porcu ha invece presentato, dialogando con Roberto Putzulu, il libro “Un ribelle nell’ombra” (Il Maestrale), dove ripercorre vita e opera del poeta nuorese apprezzato da Grazia Deledda. Sabato 25 novembre, la fiera organizzata dal Comune di Macomer con l’Associazione editori sardi, sotto il patrocinio della Regione Sardegna, si è aperta con la presentazione del romanzo fantasy “Hina di Avalon” (La Città degli Dei), esordio letterario di Laura Abozzi, che racconta, come ha spiegato l’autrice dialogando con Viviana Sanna, «un percorso iniziatico attraverso riti legati all’antico culto della Dea Madre, e il recupero degli archetipi del divino femminile, oscurati per millenni dal patriarcato». Dei mutamenti sociali della Sardegna degli anni Sessanta, stretta tra il richiamo della modernità e piaghe ataviche come il banditismo e i sequestri di persona, si è parlato con lo scrittore di Buddusò Giovanni Canu che ha presentato il suo romanzo “Omine” (Paolo Sorba Editore) in dialogo con l’antropologo Bachisio Bandinu. Come ha spiegato l’autore, l’isola è vista con uno sguardo esterno dal protagonista del romanzo, il brigadiere Michele Amato, «che ne avverte il fascino per la bellezza del paesaggio, e delle tradizioni, ma allo stesso tempo si sente respinto dai mali atavici che la affliggono». Di pomeriggio, Guido Corraine ha presentato al pubblico le traduzioni in sassarese, algherese, cagliaritano, e in altre varianti del sardo e in diverse lingue minoritarie, realizzate dalla casa editrice Papiros, del “Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry nell’anniversario degli ottanta anni dalla prima pubblicazione. Un’impresa editoriale, ha sottolineato Corraine, accolta con grande interesse dai lettori, a dimostrazione dell’importanza della diversificazione culturale e linguistica. Daniele Manca, avvocato di Abbasanta al suo esordio letterario, ha parlato con Piero Franceschi, del suo giallo “L’eredità del male” (Taphros), che ha per protagonista il criminologo Asperger Oreste Ginevra. «Ho scelto un protagonista diverso dai soliti criminologi o investigatori infallibili – ha spiegato l’autore – perché volevo che avesse una sensibilità particolare, e anche per portare l’attenzione su certi temi». Giuseppe Foderaro, parlando con Jenny Marasco del suo “Se tutti diventassero re” (Arkadia), un romanzo affascinante che intreccia epoche storiche diverse, dalla Grecia antica alla Magna Grecia attuale, ha sottolineato l’importanza del concetto dello straniero: «per i Greci lo straniero era sacro, ma restava comunque un estraneo. I Romani, invece, erano capaci di integrare nella loro società chiunque decidesse di vivere nel loro territorio. È così che hanno reso grande il loro impero. Ai giorni nostri, purtroppo, prevale la linea di chiusura verso lo straniero». Lo scrittore sassarese Alberto Capitta, recentemente insignito del Premio “Angioni” alla carriera, ha presentato, con Roberto Putzulu, il suo nuovo romanzo “La tesina di S.V” (il Maestrale), cronaca immaginifica e affascinante di un viaggio fisico e interiore compiuto dallo studente liceale S.V. alla ricerca di una palla finita per caso oltre la rete di un campetto di periferia. Nicolò Migheli ha dialogato con Mario Manca del suo “Il cavaliere senza onore” (Arkadia), storia romanzata di don Juan Domingo Meloni, brigante di nobili natali, realmente esistito, originario di Nughedu Santa Vittoria. Tra le novità della saggistica presentate in questa edizione spicca il volume illustrato “Giardini e parchi storici della Sardegna” (Ilisso), un’affascinante esplorazione di aree verdi pubbliche e private, realizzate su iniziativa di personaggi facoltosi e illuminati, presentato dagli autori Mauro Ballero e Antonino Soddu Pirellas. La serata si è poi conclusa al Cineteatro Costantino, con il concerto “Il suono dei centenari” che ha regalato grandi emozioni unendo sullo stesso palco, in una performance magistrale, il Trio Megalitico di Gavino Maurgia (sassofoni, voci e flauto), Marcello Peghin (chitarre), Daniele Russo (batteria) e il maestro delle launeddas Luigi Lai.
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4 editori, 26 appuntamenti letterari, omaggi ai “Visionari” e alle “Reinas” che hanno fatto grande la Sardegna
Laboratori per i ragazzi, un approfondimento sull’editoria e il concerto
“Il suono dei centenari” del Trio Megalitico di Gavino Murgia, Marcello Peghin e Daniele Russo con il maestro delle launeddas Luigi Lai.
MACOMER Dal 23 al 26 novembre Macomer si conferma centro culturale dell’isola grazie alla ventunesima edizione della Mostra regionale del libro edito in Sardegna, l’evento annuale più importante dell’editoria sarda, che dal 2000 fa incontrare negli accoglienti padiglioni Tamuli e Filigosa delle ex Caserme Mura editori, scrittori e lettori uniti dalla stessa passione per i libri. Filo conduttore quest’anno è “Sardegna Isola allo specchio”. Un tema ricco di spunti e suggestioni, voluto dagli organizzatori – l’amministrazione comunale di Macomer e l’AES Associazione editori sardi, insieme al Centro servizi culturali e alla Biblioteca comunale con il patrocinio della Regione Sardegna – in continuità con il tema scelto dalla Regione Sardegna ospite dell’ultimo Salone del libro di Torino, per sottolineare, come afferma la presidente AES Simonetta Castia, «la dimensione di solidarietà, sociale e civile, insita nei libri e il valore alto della cultura e della letteratura sarda, della sua socialità e del suo guardare oltre le apparenze per rappresentare un’isola che racchiude infinite storie tramandate nel tempo. L’editoria regionale sarda, che rappresenta, stando ai dati AIE, appena l’1 per cento della produzione nazionale, ha il compito di salvaguardare questo immenso patrimonio e va difesa e incoraggiata». Emblematico quindi il duplice ruolo della lettura: specchio per conoscere sé stessi, valorizzando la straordinaria identità culturale, geografica, antropologica dell’isola, e allo stesso tempo soglia da attraversare per incontrare l’altro e costruire un mondo nuovo, inclusivo, creativo. «L’importanza che la Mostra riveste nel panorama culturale regionale – sostiene l‘assessore alla Cultura del Comune di Macomer Fabiana Cugusi – è indubbia e certificata dal fatto che per la XXI edizione l’editoria sarda si ritrova a Macomer per promuovere il proprio straordinario patrimonio che rispecchia una parte importante della cultura regionale. La manifestazione ha un’importanza enorme anche per la città che quest’anno si è organizzata per accogliere al meglio gli editori, gli autori, gli operatori culturali e le scuole che parteciperanno. Va in questa direzione la scelta fortemente voluta dal Comune di riportare il cuore della manifestazione totalmente nella struttura del Centro servizi culturali che ospiterà l’esposizione degli editori di Aes e quella di inserire nei luoghi aperti alla Mostra anche il Cineteatro Costantino che sarà al centro di altri importanti eventi per il pubblico». Come sottolinea l’assessore alla Pubbica istruzione Andrea Biancareddu, «la Regione ha l’obiettivo di promuovere l’editoria sarda, e partecipa annualmente a fiere e mostre editoriali di rilevanza nazionale e internazionale e cura, anche in collaborazione con altri soggetti, la realizzazione di mostre editoriali in territorio regionale. La Fiera del Libro di Macomer è ormai una manifestazione consolidata e rappresenta un traino per l’intera editoria libraria della Sardegna. Bisogna sempre tener vivo il messaggio della lettura, specie tra i più giovani». Alla XXI edizione della Mostra del libro aderiscono 34 editori da tutta la Sardegna, tra associati e non associati AES, che esporranno il catalogo collettivo isolano nel Padiglione Tamuli. Nel ricco programma di quest’anno si alternano dalla mattina alla sera incontri con gli autori, reading, presentazioni di novità editoriali in italiano e in sardo, laboratori per le scuole, il concerto (al cineteatro Costantino) “Il suono dei centenari” del Trio Megalitico di Gavino Murgia, Marcello Peghin e Daniele Russo, con ospite d’eccezione il maestro delle launeddas Luigi Lai, che lo scorso febbraio ha ricevuto la laurea ad honorem dall’università Alma Mater di Bologna. Ben 26 gli appuntamenti letterari compresi nella consueta cornice “Tra Isola e Mondo”, tanti i focus tematici presenti e coerenti rispetto al tema proposto. Spiccano i tributi ai “Visionari” e alle “Reinas”, uomini e donne che hanno contribuito al progresso culturale della Sardegna. Tra questi Peppino Fiori (1923-2003), giornalista (Tg2, il Messaggero, l’Unità, Paese Sera), scrittore, senatore della Sinistra Indipendente dal 1979 al 1992, nel cui ricordo, nel centenario della nascita, la Mostra si apre giovedì 23 novembre alle 11 nel Padiglione Filigosa con un incontro – tributo a cui parteciperanno la figlia e giornalista Simonetta Fiori, i giornalisti Costantino Cossu e Jacopo Onnis, con testimonianze dirette, filmati, le letture di Azzurra Lochi e un videomessaggio di Salvatore Mereu, regista del film “Sonetaula”, tratto dall’omonimo romanzo di Fiori. Nella stessa giornata la Mostra dedica un tributo anche alla prima regista sarda Maria Pia Mossa, mentre nei giorni seguenti saranno omaggiati Francesco Salis, maestro e fondatore del Centro di cultura popolare per l’educazione permanente di Santo Lussurgiu, e il poeta nuorese “in limba” Pasquale Dessanai. Il patrimonio archeologico, storico e naturalistico della Sardegna è protagonista della sezione della Mostra intitolata “Sardegna per immagini”, con la presentazione dei volumi “Le case delle fate, l’incanto delle domus de janas” (Abbà Edizioni) di Nicola Castangia e Tonino Oppes; “Guida dell’Asinara” (Carlo Delfino) a cura di Vittorio Gazale, “Giardini e parchi storici della Sardegna” (Ilisso) di Mauro Ballero e Antonino Soddu Pirellas. Da segnalare per quanto riguarda l’archeoastronomia la presentazione della guida “Pranu Muttedu” (Mediando), per i miti e le credenze popolari “L’incanto del cielo stellato. Storia miti e credenze popolari della Sardegna” (Alfa) di Tonino Bussu, e per la musica tradizionale il volume “Canti di Sardegna” (Carlo Delfino) di Giulio Fara. Tanti gli scrittori che nei quattro giorni della mostra incontreranno i lettori. Alberto Capitta, appena tornato in libreria con “La tesina di S.V.” (Il Maetrale), Nicolò Migheli (“Il cavaliere senza onore”, Arkadia), Eliano Cau (“Cronache di anime erranti”, NOR), Ottavio Olita (“Il rifugio dell’assassino”, Isolapalma), Giuseppe Tirotto (“La stanza chiusa”, Catartica), Laura Abozzi (“Hina di Alavon”, La Città degli Dei), Giovanni Canu (“Omine”, Paolo Sorba Editore), Francesco Giorgioni (“Libero, il sardo che girò il mondo in bicicletta”, Edes), Matteo Manca (“L’eredità del male”, Taphros), Giuseppe Foderaro (“Se tutti diventassero re”, Arkadia), Nanni Falconi (“Su cantu de su ciddicoa”, silloge poetica “in limba” pubblicata da Archivi del Sud), Gianni Loy (“Eva e Petra”, Domus de Janas), Daniele Manca (“L’alba è già passata”, Condaghes), Paolo Cuccuru (“E la sorte è il vento. Novelle di Sardegna”, Maxottantotto), Ada Lai (“La signora dell’anello”, Edizioni della Torre). Gonaria Floris, professore associato di Letteratura italiana all’Università di Cagliari, presenterà la riedizione da lei curata e pubblicata da Ilisso del romanzo del 1922 “Aurora sarda” di Pietro Casu. Tra gli incontri letterari spicca anche “L’essenziale è invisibile agli occhi” a cura di Diego Corraine (Papiros), un viaggio alla riscoperta dei valori dell’amicizia e delle culture diverse, attraverso le traduzioni nelle varianti della lingua sarda e in altre lingue minoritarie de “Il piccolo principe” a ottant’anni dalla prima pubblicazione. Previsto uno spazio di approfondimento nel pomeriggio di domenica 26 novembre, sulle problematiche dell’editoria, aperto agli addetti ai lavori e al pubblico. La Mostra del libro dedica da sempre un’attenzione speciale ai lettori più giovani, con il progetto “Adotta un libro sardo” rivolto alle scuole primarie e secondarie della città e del territorio, con un’offerta di 20 proposte, tra laboratori e incontri, svolto d’intesa con il Centro servizi culturali e la collaborazione della Biblioteca di Macomer che proporranno anche iniziative collaterali e laboratori dedicate ai bambini e ai ragazzi dai 2 ai 18 anni. «Sono oltre 1900 – afferma Roberta Balestrucci del Centro servizi culturali – gli studenti provenienti non solo dai paesi del Marghine ma dalle scuole del Centro Sardegna che, dal 23 al 26 novembre, raggiungeranno la Mostra per partecipare alle numerose proposte in programma. Molti i laboratori inseriti come da tradizione a cui quest’anno se ne aggiungerà uno dedicato ai bambini dai 18 ai 24 mesi e ai loro genitori. Fra le ulteriori proposte dedicate al mondo della scuola e della formazione, un corso specificatamente dedicato ai docenti sull’utilizzo e sulla gestione dei social».
Giulia Mascia
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Domatori di storie, giocolieri di parole, equilibristi di versi e tanto altro, sono i temi principali del “Circo Letterario” in scena al Teatro Intrepidi Monelli di Cagliari dal 26 novembre al 3 dicembre.
Andrea Melis, grafico, videomaker e scrittore, ha pubblicato articoli di cultura e racconti noir per riviste e quotidiani nazionali e stranieri. La sua prima opera in poesia, #Bisogni, una selezione di versi autoprodotta in mille copie grazie a una campagna di crowdfunding, è andata esaurita in poco più di un mese.
IL FESTIVAL DELLE PERIFERIE CHE PRENDONO VITA
Melis racconta così il festival: “Esattamente un anno fa, nel dicembre 2022, durante un evento a Nuoro con altri amici scrittori e organizzatori di festival, mi capitò di immaginare un Circo Letterario che come un tendone andasse a portare la cultura nei luoghi dove fosse più necessario. E’ il tentantivo di avvicinare l’atmosfera natalizia, circense, dove le periferie, con i loro spiazzi fangosi, improvvisamente riprendono vita. E’ il quartiere periferico di Sant’Avendrace, che ancora ospita la classica bottega o la casa popolare di 70 anni fa, il pescatore a fare da teatro a questa manifestazione. Iniziamo con un anteprima il 26 novembre con 3 persone che ci vengono a trovare che sono 3 scrittrici ovvero Maria Francesca Chiappe, Bea Buozzi e Anna Segre, che faranno da scalda polveri fino ad arrivare all’inizio ufficiale della manifestazione che parte il 30 novembre e andrà avanti fino al 3 dicembre“.
UN ’IDEA NATA UN ANNO FA
Melis racconta la nascita del progetto: “E proprio un anno dopo, nasce a Cagliari la sua prima edizione che ospiterà autori e autrici di livello nazionale, con oltre 30 eventi tra presentazioni, incontri, laboratori e reading musicali. Così come per la Palestra Letteraria, uno spazio fisico, un grande coworking dove ogni settimana decine di persone condividono l’amore per le storie e la scrittura, anche il festival ha trovato accoglienza nella collaborazione con l’associazione Intrepidi Monelli, che gestisce l’omonimo teatro al coperto da 100 posti, unico nel suo genere, impegnato da anni come avamposto di promozione alla scrittura, alla lettura, alla produzione cinematografica e teatrale, nell’antico quartiere di pescatori di Sant’Avendrace”.
PIÙ DI 30 EVENTI PER UNA QUATTRO GIORNI DI INCONTRI
Il Circo Letterario con i suoi artisti della parola provenienti da tutta Italia, trasformerà un teatro di frontiera in una magica occasione di socializzazione culturale, dove i libri potranno diventare protagonisti assoluti non solo degli show sul palco, ma anche alternativa alla frenetica corsa al regalo natalizio.
Quattro giorni (a ingresso gratuito fino a esaurimento posti) con in programma più di 30 eventi tra presentazioni, incontri, laboratori e reading musicali, ospiteranno illustri scrittori del calibro di Saverio Raimondo, Francesco Abate, Riccardo Staglianò, Lory Muratti, Simonetta Gola, Luca Briasco e Piergiorgio Pulixi, tra gli altri.
Francesco Abate
Il link al podcast su Radiolina: https://bitly.ws/32wmP
Sfoglia le sue ultime pagine la stagione primaverile di ViaConvento, la rassegna di conversazioni su libri sardi promossa dal Comune di Quartu Sant’Elena. Mercoledì 14 giugno alle ore 18, nella Sala dell’Affresco dell’Ex Convento dei Cappuccini in via Brigata Sassari, si parlerà del libro “Il Cavaliere senza onore” di Nicolò Migheli, recentemente pubblicato dall’editore Arkadia.
L’autore del romanzo è un sociologo che ha al suo attivo diverse opere di carattere scientifico dedicate alla cultura e tradizioni della Sardegna. Editorialista della Nuova Sardegna, Migheli ha scritto per l’Unione Sarda e tiene per la Rai un programma quindicinale in sardo dedicato alla politica estera. Ha esordito nel 2011 come scrittore con “Hidalgos” (Arkadia editore, finalista al premio Alziator del 2012, al Premio Chambéry, al Premio Città di Cuneo nel 2013, tradotto in Bulgaria nel 2014), e sempre per Arkadia ha partecipato con altri autori all’antologia “La Cella di Gaudì” (2012) e pubblicato i romanzi “La storia vera di Diego Henares de Astorga” (2013) e la “Grammatica di Febrès” (2019). Un suo racconto è stato inserito nella raccolta “Storie Barocche” (Piemme 2021).
Il suo “Il Cavaliere senza onore” racconta del bandolero Juan Domingo Meloni che, tra la fine del Seicento e i primi del Settecento, imperversa nella Sardegna centrale con le sue gesta delittuose. Protetto dal clero, rispettato e temuto, il protagonista del romanzo si inserisce negli scontri politici dell’epoca e, anche se la giustizia si dimentica di lui, la ferocia con cui ha perseguito i suoi scopi nefandi non resterà impunita. Il romanzo di Migheli narra vicende realmente accadute, ma tratteggia al tempo stesso un periodo cruciale per i destini dell’Isola e dell’Europa, all’interno della crisi che condurrà il Regno di Sardegna dall’Impero spagnolo al dominio dei Savoia.
Nell’appuntamento del 14 giugno, “Il Cavaliere senza onore” di Nicolò Migheli sarà introdotto dal Presidente del Consiglio Comunale Rita Murgioni e presentato dal Presidente dell’Associazione Genti Arrubia Enrico Frau, che dialogherà con l’Autore; sono inoltre previste letture, a cura di Giusy Fanti. La serata sarà conclusa da Myriam Quaquero.
Con la presentazione del romanzo di Migheli termina dunque il primo ciclo di ViaConvento, che ha ottenuto un importante riscontro anche per la particolarità del suo format, incentrato su libri che parlano della Sardegna. Diversi ed eterogenei, infatti, gli incontri programmati, ma tutti con uno sfondo comune: dalla politica (Sandro Dessì e Viviana Faedda, “Il mondo di Antonio Gramsci”) alla storia (Fabio Pomata, “Tabarca”) e allo sport (Nando Mura, “A canestro dal 1924”); dalla narrativa (Giancarlo Casula, “Desula” e Rossana Copez, “Cercandocieli”) all’archeologia e al territorio (Raimondo Zucca e Giacomo Paglietti, “I giganti di Mont’e Prama”, Tonino Oppes e Nicola Castangia, “Le case delle fate, l’incanto delle Domus de Janas”); dalle tematiche ambientaliste (Monica Pais, “L’incendio del bosco grande”) alla grande tradizione musicale popolare (Marco Lutzu “Deus ti salvet Maria”) e alla cultura sarda nel suo complesso (Vent’anni della rivista “Camineras”): una preziosa occasione di conoscenza e di riflessione comune.
Il link alla segnalazione sul Comune di Quartu Sant’Elena: http://bitly.ws/IxvN
Il gesuita Andrés Febrés protagonista del romanzo di Nicolò Migheli
Capita che la storia sia spesso avara di dettagli e costringa a ruoli marginali personaggi che hanno contribuito in modo determinante all’emancipazione dei popoli e alle loro vicende politico-culturali. È allora che la finzione, muovendo dalle fonti e integrandone lacune, può farsi strumento della restituzione della memoria. “La grammatica di Febrés”, terzo romanzo storico del sociologo Nicolò Migheli (Santu Lussurgiu, 1950), da oggi in libreria con Arkadia, sfrutta appieno il potere risarcitorio della letteratura. Senza mai tradire il rigore della ricerca documentaria che governa le trame, sottrae dall’oblio la luminosa figura del gesuita Andrés Febrés. «Nato in Catalogna nel 1734, missionario in Cile e morto a Cagliarinel 1790», ricorda Migheli, riconoscendo all’amico bibliofilo Emanuele Pes la genesi dell’ispirazione, «fu autore della prima grammatica del sardo, progetto coraggioso (di cui resta solo l’indice) edito negli anni in cui i Savoia imponevano alla Sardegna, isola eponima del Regno acquisito nel 1720, l’italiano».
La storia
Il primo motivo d’interesse dello scrittore, intellettuale impegnato nella difesa del principio di autodeterminazione dei popoli, voce autorevole nel dibattito su economia, lingua e cultura sarda, non sovrasta la narrazione; si coglie in filigrana, dietro un intreccio che appassiona sin dall’incipit. Ambientato in un povero alloggio della Cagliari del 1790, spazio in cui si muove il misterioso personaggio di Bonifacio d’Olmi, introduce il lettore nell’avventurosa esistenza di Febrés, vissuta perlopiù tra gli sterminati confini dell’Impero spagnolo, di cui anche l’Isola era parte.
Le Indie
Grazie a un potente flashback, la storia risale al 1756. È a Lima, capitale del vicereame del Perù da cui dipende la provincia del Cile, che si delinea il ritratto del protagonista, animato dalla passione per le lingue, strumento di evangelizzazione ed emancipazione politica. Proprio la richiesta di imprimatur per la Grammatica del mapudungun, «idioma dei Mapuche, gli indios che abitavano il Cile», è la ragione della spedizione del religioso oltre i villaggi della missione, tenace obiettivo prima dell’espulsione dei gesuiti dai territori della Corona di Spagna (1767) e della soppressione della Compagnia da parte del Papa (1773). Accompagnando Febrés in esilio, il lettore affronterà un lungo viaggio, itinerario descritto sulla mappa del mondo che si prepara alla Rivoluzione francese. Doppierà Capo Horn, varcherà l’Oceano, toccherà l’Italia, Torino e infine Cagliari.
La patria
Ci sono anche approdi di quiete nelle vicende tumultuose in cui il grammatico, ritenuto pericoloso per via dei suoi scritti polemici, viene coinvolto. La bussola è Diego Cherchi, novizio conosciuto in Cile, rientrato a Cagliari e fattosi uomo di legge. Personaggio di finzione, è legato intimamente al suo creatore. Accostato a figure monumentali del ’700 sardo (Giovanni Maria Anjoy e don Michele Obino), eroi delle istanze libertarie che segnarono il tramonto del secolo, è originario di Uràssala. Toponimo letterario già usato da Migheli nei romanzi “Hidalgos” e “La storia vera di Diego Henares de Astorga”, da oggi tasselli di una trilogia, è nella realtà Santu Lussurgiu, «il paese in cui sono nato – dice l’autore – e verso cui nutrio amore “patrio”», lo spazio sicuro e certo da cui procedere alla lettura della storia, del progresso e del mondo.
La prima
Nicolò Migheli, ospite del festival Éntula, presenterà il libro domani a Cagliari, ore 18, Fondazione di Sardegna. Interverranno Maria Antonietta Mongiu e Pietro Picciau.
Manuela Arca