Il caldo è arrivato, prima del previsto e forse le stagioni si metteranno in linea con ciò che sono le attese. Anche il libro da canto suo risveglia la stagione del dolce dormire, iniziando dal flashback di Valeria Biuso, scrittrice etnea trapiantata in Toscana, che a distanza di quattro anni del successo “Anche la morte ascolta il jazz”, torna con un nuovo romanzo, “Cadaveri squisiti” che si aggiudica il libro copertina, e cin una nuova casa editrice, Re Artù Edizioni, e con un genere tutto nuovo con narrazione più potente del romanzo che la impose all’attenzione del pubblico nazionale. Alltro flashback è quello di “Una vita a cottimo” della messinese Giusi Arimatea, ben nota per i successi letterari e teatrali negli anni colpiti dal Covid, che ritorna per i tipi di Pungitopo Edizioni. Non mancano altre attese dopo i successi di autori consolidati e di altri che furono debuttanti: da Alberto Cardillo, che per Bonfirraro pubblica “Pensiero forte. Viaggio con Kelsen nella crisi della democrazia”; a Fabrizio Escheri, il panoramita che battezzò la collana “Le nuove Delie” di Ianieri Editore, che rientra nel giallo/noir con “Quattro di coppia“; a Crocifisso Dentello con “Scuola di solitudine (La nave di Teseo); alla nuova silloge di Andrea Magno, “La forma del desiderio” (Arkadia). Doppiette di titoli per NN Editore con “Il libro dell’oca” di Yiyun Li e “La variabile Rachel” di Caroline O’Donoghue, e per Morellini con Mirko Cova autore di “Cina. Usi, costumi, tradizioni” ed Elisabetta Giromini con “Centomila tulipani“. Finiamo i nostri consigli con i saggi su “Guglielmo Marconi e la Marina italiana. Storia di un legame indissolubile” di Silvano Benedetti (Töpffer Edizioni) e sul carteggio ritrovato “Aldo Moro Pietro Nenni. Il carteggio ritrovato 1957-1978” a cura di Stefano Godano, Renato Moro, Antonio Tedesco, pubblicato per i tipi di Arcadia Edizioni. Poker in casa Armando Editore, lunedì 15 aprile, con “Tutta l’autostima che voglio” di Sole Lancia, “Quisquiliae e verità” di Claudio Marzorati, “Essere coscienza vertigine” di Silvio Maresca, e “Il paesaggio della Gioconda. Storia di una ricerca” di Silvano Vinceti.
Libro copertina: Cadaveri squisiti di Valeria Biuso, Re Artù Edizioni
La verità ha tante facce, ma a volte ne mostra a malapena una. E quell’unica faccia non interesserebbe comunque a Sebastiano, che alla fisiognomica preferisce un campionario di maschere. Ha allestito il suo palco di bugie a Milano, in un appartamento pieno di soprammobili kitsch e sex toys della sua coinquilina Clara, un’eccentrica camgirl. Dietro ogni finzione si nasconde una spinta autodistruttiva, un’urgenza nevrotica radicata nell’ossessione per la violenza che lo ha segnato fin dall’infanzia e che ha raggiunto l’apice durante la tormentata relazione con Manfredi all’università. Dopo l’ennesimo tentativo di suicidio fallito, Sebastiano fa ritorno a Catania per rincorrere i fantasmi di un passato distorto che si mescola al presente, rivelando contraddizioni e antitesi che lo trascinano sempre più a fondo nel baratro allucinato della sua esistenza.
L’autrice
Catanese trapiantata a Pisa. Appassionata da sempre le lingue, il modo in cui ogni cultura definisce in modo peculiare le porzioni universali di realtà, crede che la traduzione serva a costruire non soltanto ponti tra culture diverse, ma lenti attraverso le quali comprendere modi diversi di percepire il tangibile. Il sottotitolaggio connette due delle sue più grandi passioni: le lingue e i contenuti audiovisivi, è infatti una grandissima consumatrice di serie tv, film e documentari. Oltre a questo è un’incallita lettrice e si occupa di scrittura creativa da diversi anni.
Libro controcopertina, Una vita a cottimo di Giusi Arimatea, Pungitopo
Vincenzo Sottile, cottimista, nel chiaro intento di custodirne la memoria, prova a ricostruire quell’ordito di storia familiare, e a riappropriarsene lungo un passato che denuda, orienta, assolve. Sullo sfondo, la grande storia che entra dal piccolo schermo, dalle edicole dei giornalai in quegli anni senza internet dentro ai quali il mondo ancora non correva. È la storia filtrata dagli occhi del protagonista: curiosi, permeabili, lucidi. Quello compiuto dall’io narrante, attraverso rapide evocazioni di un passato, è un viaggio nei sentimenti, nei legami che hanno delineato il suo percorso esistenziale. Il sospeso emotivo che l’individuo si porta dentro, tra il dramma e la poesia, l’amore e i vuoti, la speranza e il dolore, le paure e le più insospettabili variazioni del vivere.
L’autrice
Messinese. Giornalista (collabora con quotidiani e periodici regolarmente registrati, in prevalenza nei settori culturale e sportivo), insegnante in scuole pubbliche (italiano, latino, storia, geografia), collabora con diverse agenzie editoriali, scrive e segue l’evoluzione del cinema e del teatro scrivendo soggetti, sceneggiature e dialoghi di cortometraggi e film. Si occupa anche di ricerca storica curando saggi storiografici. “Una vita a cottimo” è il suo secondo romanzo.
In libreria
Crocifisso Dentello, Scuola di solitudine, La nave di Teseo
Al termine di una presentazione letteraria, l’autore viene avvicinato da un uomo che si rivela essere Walter, un suo compagno di seconda media. Dapprima reagisce con insofferenza, non vuole rievocare un’amicizia “durata quanto un temporale estivo”, ma ben presto l’incontro diventa l’occasione per tornare indietro nel tempo. Il viaggio nella memoria delinea il ritratto di un bambino e di un adolescente timido e solitario, umiliato da un padre – muratore meridionale sfinito dal lavoro e in perenne difficoltà economica – incapace di accettare la sua diversità, e protetto da una madre troppo apprensiva per lasciargli un autentico spazio di crescita. A scuola l’autore, nell’indifferenza degli insegnanti, è la vittima designata dei bulli della classe, che ne disprezzano l’umiltà delle origini, l’incomprensibile passione per la letteratura e la sostanziale incapacità di essere come gli altri. L’amicizia con Walter sembra spezzare il suo isolamento sociale, ma alla fine del racconto emerge una verità amara e scioccante.
Yiyun Li, Il libro dell’oca, NN Editore
“Il mondo non ha posto per due ragazze come noi,
anche se allora ero dura di comprendonio e non capivo che Fabienne,
insultata, ostacolata, e anche mortalmente ferita, cercava di farsi beffe di quel mondo,
per lei stessa e per me.” Francia, anni Cinquanta. Amiche inseparabili fin da piccole, Fabienne e Agnès sono cresciute a Saint Rémy, un piccolo paesino rurale. Agnès è beneducata e schiva, va bene a scuola ed è ignorata dalla famiglia; Fabienne è intelligente e feroce, e dopo la morte della madre e della sorella deve occuparsi del padre e del fratello. Le due ragazzine vivono in un mondo tutto loro, tra avventure ora innocue ora crudeli, create dalla sconfinata immaginazione di Fabienne, che un giorno affida ad Agnès una serie di macabri racconti perché lei li metta per iscritto. Le storie diventano un libro che viene pubblicato a nome di Agnès, e il successo è tale da catapultare la ragazzina a Parigi e poi a Londra, fino alla scuola d’élite di Mrs Townsend. Ma con il passare del tempo, Agnès si sente sola e sradicata, colpevole di vivere la finzione creata dall’amica, e così decide di tornare a casa per affrontarla. Il libro dell’oca è un romanzo vivido e appassionante, che racconta l’assoluta intensità di un’amicizia tra due ragazzine, in cui amore e violenza diventano inseparabili e creano un mondo più reale della realtà. Con lucida compassione, Yiyun Li esalta il tessuto vibrante e sovversivo dell’infanzia, che come la letteratura ha il potere di plasmare il nostro destino. Questo libro è per chi teme che l’immaginazione della felicità sia più fragile delle altre fantasie, per chi avrebbe voluto che L’amica geniale non finisse mai, e per chi desidera la tranquillità dell’oca, felice di passare la propria vita sospesa in un incantevole sogno acquoreo.
Le uscite di venerdì 12 aprile
Alberto Cardillo, Pensiero forte, Bonfirraro
Il panorama politico contemporaneo è segnato da un crescente smarrimento culturale e ideologico, un diffuso disinteresse verso le istituzioni e una pericolosa tendenza all’antipolitica. In questo contesto, emerge Pensiero forte: Viaggio con Kelsen nella crisi della democrazia, il nuovo saggio di Alberto Cardillo, edito da Bonfirraro, che promette di offrire un’analisi profonda e prospettive innovative per il futuro della democrazia europea. Il saggio è arricchito dalla prefazione di Ignazio La Russa, i contributi di Gaetano Galvagno e Saro Sorace, e le interviste a Salvo Andò ed Enzo Trantino. La première del libro si terrà a Giarre presso il Salone degli specchi del palazzo Comunale, mercoledì 17 aprile alle ore 18. Alla presentazione, oltre all’autore e all’editore Salvo Bonfirraro, interverranno il costituzionalista e già ministro della difesa Salvo Andò, lo storico Andrea Cerra, il giornalista Saro Sorace. Modera l’incontro il giornalista Giuseppe Timpone. L’autore, con acume e rigore intellettuale, si propone di risalire alle radici del pensiero politico europeo, individuando in esse le fondamenta per una possibile rinascita. Attraverso una ricognizione delle ideologie del passato e un’analisi dei nuovi ordini mondiali in formazione, Cardillo evidenzia la necessità impellente di ridefinire i contorni della democrazia liberale per affrontare le sfide del presente e del futuro.
Al centro del libro c’è il contributo di Hans Kelsen, padre del costituzionalismo moderno, la cui opera si rivela essenziale per una nuova costruzione della politica, dei partiti e del parlamentarismo. Pensiero forte: Viaggio con Kelsen nella crisi della democrazia non si limita a un’analisi accademica, ma si configura come un invito alla condivisione di idee capaci di contrastare il dilagare dell’antipolitica e di ristabilire i principi fondamentali di una democrazia partecipativa e rappresentativa.
Alberto Cardillo, autore del libro, afferma con determinazione: “Sono profondamente convinto che in un’epoca di turbolenze politiche e culturali, sia fondamentale riscoprire le radici del pensiero politico europeo per tracciare un cammino verso un futuro più luminoso. Con Pensiero forte: Viaggio con Kelsen nella crisi della democrazia, ho cercato di offrire una prospettiva che vada oltre le analisi superficiali, concentrandomi sulle idee forti e sulle strutture concettuali che possono costituire un baluardo contro l’antipolitica dilagante. Spero che questo libro possa contribuire a stimolare un dialogo costruttivo e a ispirare azioni concrete verso una democrazia più partecipativa e inclusiva”. Quest’opera si presenta come un richiamo alla riflessione, una guida per guardare oltre l’orizzonte del presente e costruire un futuro in cui la politica sia uno strumento di progresso e coesione sociale. Pensiero forte: Viaggio con Kelsen nella crisi della democrazia è destinato a diventare un punto di riferimento imprescindibile per coloro che cercano chiarezza e prospettive nel caos politico contemporaneo. L’editore Salvo Bonfirraro, condivide l’entusiasmo per questa pubblicazione rivoluzionaria, dichiarando: “Siamo orgogliosi di presentare quest’opera che non solo analizza la situazione attuale, ma offre una guida per il rinnovamento della politica e della democrazia. Con Alberto Cardillo, siamo certi di poter contribuire significativamente al dibattito culturale e politico del nostro tempo”. Con una prosa avvincente e un approccio incisivo, Alberto Cardillo ci offre un’opera destinata a lasciare un’impronta significativa nel panorama nazionale e nel dibattito politico e culturale del nostro tempo.
Fabrizio Escheri, Quattro di coppia, Ianieri
Un romanzo scritto come una gara di canottaggio, lo sport in cui si va avanti remando all’indietro e si arriva di spalle al traguardo, con gli occhi puntati alla partenza. Quattro amici, quattro compagni di barca – Luca, Sergio, Johnny e Vito – da adolescenti diventano giovani uomini. La vita, proprio come quel tipo di competizione, alterna varie fasi e non sempre alla fine si giunge vittoriosi. Allo start si offre il massimo dell’impegno per emergere tra i concorrenti, poi si allunga per mantenere il distacco o recuperare il ritardo, infine si rallenta per prendere fiato e prepararsi al rush finale. Ma Sergio a quel traguardo non arriverà, perché sarà ucciso. Luca, il capovoga del quattro di coppia, non si arrenderà all’esito delle indagini sulla sua morte e cercherà di coinvolgere anche gli altri due amici nella ricerca della verità. Che spesso è molto amara.
Le ucite di martedì 16 aprile
Silvano Benendetti, Guglielmo Marconi e la Marina italiana. Storia di un legame indissolubile, Töpffer Edizioni (Oltre)
Tutto è stato già scritto sulla vita di Guglielmo Marconi, dalla sua nascita il 25 aprile 1874 a Bologna, fino alla sua morte a Roma il 20 luglio 1937; per questo, senza entrare eccessivamente negli aspetti più tecnici dei suoi studi e delle sue scoperte, il testo presenta i cardini che hanno determinato la grandezza di Marconi come scienziato e sperimentatore: la formazione scientifica, come giunse per primo al traguardo della telegrafia senza fili, superando personaggi ben più titolati e affermati di lui, come le sue ricerche siano sempre state un passo avanti agli altri scienziati, fino allo studio delle onde radar poco prima della sua morte, avvenuta a soli 63 anni. La vera novità di questo saggio è fondata sugli straordinari rinvenimenti di reperti avvenuti negli ultimi anni alla Spezia, sui quali mancava ancora una pubblicazione ufficiale. Attorno a queste novità eccezionali, nel 2017 il Museo Navale della Spezia ha inaugurato una intera sala dedicata a Guglielmo Marconi, dove sono esposti questi nuovi reperti marconiani originali, i più antichi al mondo, insieme a una collezione di apparati originali utilizzati dalla Marina italiana a partire dal 1897, e una porzione dello scafo di nave Elettra, laboratorio navigante dello scienziato. Il saggio si sviluppa attraverso un ideale parallelo tra l’attività scientifica di Guglielmo Marconi e lo sviluppo della radiotelegrafia all’interno della Marina italiana; le sperimentazioni sono state rese possibili dal suo stretto rapporto di collaborazione con la Forza Armata che portò enormi giovamenti allo sviluppo della radio; non manca nelle pagine il racconto di Marconi uomo, industriale e patriota.
Questo saggio è corredato da un ricchissimo apparato iconografico costituito da 110 fotografie in bianco e nero, inserite nel testo, e 50 fotografie a colori in un apposito inserto
Leuscitedi lunedì 15 aprile
Sole Lancia, Tutta l’autostima che voglio, Armando Editore
Illibro si rivolge a tutti coloro che desiderano realizzare la versione migliore di se stessi, migliorando il loro stile di vita, il target è dunque una fascia molto ampia di persone, in quanto è appurato che dietro ogni limite o fallimento c’è un problema di autostima. Il libro si compone di tre parti: 1) Test di autovalutazione 2) Diari di autostima 3) Esercizi pratici Nella prima parte il lettore individua il proprio livello di autostima nei diversi ambiti della sua vita. La seconda parte alterna storie di pazienti a testimonianze di personaggi di successo: i primi evidenziano i limiti e gli effetti negativi di una bassa autostima, i secondi dimostrano la crescita e i risultati positivi che un’alta autostima genera. La terza parte propone preziosi esercizi pratici mirati ad aumentare l’autostima del lettore negli aspetti in cui è risultata più fragile dai punteggi dei test. L’autostima è una parte fondamentale della personalità da cui dipendono alcuni fra gli aspetti più importanti del Sé: la sicurezza, la fiducia in se stessi, l’accettazione di sé, il benessere personale, la realizzazione personale sia interiore che esteriore e il successo. Puoi capire dunque quanto sia vitale avere una buona e salda autostima. L’autostima rappresenta il valore che dai a te stesso, la misura in cui ti piaci e ti ami.
Silvano Vinceti, Il paesaggio della Gioconda. Storia di una ricerca, Armando Editore
Dopo anni di ricerca Silvano Vinceti è riuscito a individuare con esattezza i luoghi rappresentati nel più famoso quadro di Leonardo. La scoperta ha destato attenzione in tutto il mondo. Sono usciti importanti servizi tra cui Rai News 24, Sky, Tg5, Italia 1, TGCom, CNN, CBS, Le figarò solo per citarne alcuni. Il libro Il paesaggio della Gioconda racconta l’affascinante ricerca condotta da Silvano Vinceti che porta all’identificazione del paesaggio raffigurato alle spalle della celebre opera di Leonardo da Vinci. Grazie a studi approfonditi e all’analisi dettagliata del dipinto, l’Autore giunge alla conclusione che il paesaggio potrebbe essere ispirato da una catena montuosa e un piccolo specchio d’acqua situati nel territorio del comune di Moncenisio. Attraverso una narrazione coinvolgente e ricca di dettagli storici e artistici, il libro traccia il percorso seguito da Vinceti nella sua ricerca, svelando al lettore nuove prospettive sul capolavoro di Leonardo. Grazie a questa scoperta, si apre uno scenario affascinante che permette di approfondire la conoscenza dell’opera e dell’artista, offrendo una nuova chiave di lettura del famoso dipinto e della sua incredibile complessità. Un libro che appassionerà gli amanti dell’arte e della storia, portando alla luce nuove prospettive e stimolando la curiosità e l’immaginazione.
Silvio Maresca, Essere coscienza vertigine, Armando Editore
L’esaltazione occidentale della “presenza”, di una razionalità lucida e di una piena autocoscienza, l’aspirazione a una visione oggettiva, chiara, distinta e incontrovertibile del reale, finiscono per corrodere le stesse basi della razionalità, della consapevolezza e della socialità, per disgregarsi ed essere travolte da radicalismi, tribalismi, conflittualità, perdita di valori collettivi. Le stesse discipline personali di intensificazione dell’attenzione e di mindfulness sono un estremo tentativo di radicamento e ancoraggio a una realtà sempre più instabile, liquida, destrutturata; è certamente bene che le capacità di focalizzazione e consapevolezza siano educate e migliorate; ma un eccesso di enfasi su tali aspetti rischia di esaltare l’autoreferenzialità e di far perdere il contatto con il mondo.
Claudio Marzorati, Quisquiliae e verità, Armando Editore
Fabrizio a 42 anni perde improvvisamente, nell’arco di una mattinata, tutte le certezze che gli avevano dato stabilità e tranquillità; lavoro, moglie, casa e mezzi di sostentamento. La sua forza interiore e la sua innata volontà di agire gli permettono però, fin da subito, di risollevarsi voltando pagina e di proiettarsi verso un avvenire di successo personale e sociale ma in una nuova consapevolezza di libertà interiore da qualsiasi conformismo. Durante la vicenda assistiamo a fatti drammatici, talvolta comici e ad un bisogno del protagonista di scavare dentro sé stesso per trovare la sua personale “verità”. Il lettore scoprirà strada facendo le motivazioni del titolo Quisquiliae e verità vivendo intensamente le emozioni di Fabrizio, fino a giungere ad un finale sereno e rassicurante.
Le uscite di venerdì 19 aprile
Stefano Godano, Renato Moro, Antonio Tedesco, Aldo Moro-Pietro Nenni. Il carteggio ritrovato 1957-1978, Arcadia Edizioni
Un fitto carteggio, in gran parte inedito, di oltre trecento tra lettere, biglietti e telegrammi, consente di ricostruire il rapporto umano e politico che si venne a creare tra il democristiano Aldo Moro, per cinque volte Presidente del Consiglio, e Pietro Nenni, leader storico del Partito socialista italiano.
I loro scritti ci permettono di entrare nella «stanza dei bottoni» del primo governo di centro-sinistra negli anni Sessanta e di verificare i problemi concreti e le difficoltà in anni di grandi cambiamenti della società italiana. L’opportunità viene offerta dal libro Il carteggio ritrovato (1957-1978), in libreria il 19 aprile per le edizioni Arcadia con un’introduzione di Renato Moro, le prefazioni dei giornalisti Fabio Martini e Marco Damilano e a cura di Stefano Godano, Renato Moro e Antonio Tedesco (pagine 360, 21 euro).
Uomini diversi per estrazione politica e ideologica, per carattere e temperamento, ma uniti dall’esigenza di dare una forte spinta alla modernizzazione del Paese, Moro e Nenni collaborarono, pur tra difficoltà e ostracismi, per consentire all’Italia di raggiungere importanti risultati nell’ambito dei diritti dei lavoratori, dei diritti civili, del welfare e del contenimento degli squilibri economici dei territori dopo gli anni del frenetico boom economico.
Un primo aspetto è proprio il contributo che il centro-sinistra ha dato alla modernizzazione del Paese, con redditi migliori e più equamente distribuiti, l’accorciamento delle distanze tra il Sud e il resto del paese, il significativo abbassamento del tasso di analfabetismo.
“Accanto alle riforme più incisive (nazionalizzazione dell’energia elettrica, scuola media obbligatoria, Statuto dei lavoratori), la classe politica diede anche risposta a paure fondamentali come la vecchiaia e la malattia”, ricorda in una delle prefazioni Fabio Martini inviato del quotidiano La Stampa. “È allora che furono fissati i pilastri della sanità pubblica e del sistema previdenziale. È allora che nasce lo Stato sociale in Italia”.
Nel carteggio tra i due statisti emergono diversi elementi di interesse per gli storici e per coloro che intendono approfondire una stagione importante della vita politica italiana. In primo luogo, con un’angolatura nuova, le vicende e le dinamiche che hanno contraddistinto l’azione dei governi di centro-sinistra e le spinte politiche provenienti dai due principali partiti della coalizione, il Psi e la Dc, spesso in aperta contrapposizione.
“Nella storiografia sul centro-sinistra – ricorda Marco Damilano, giornalista, conduttore del programma Il cavallo e la torre su Rai Tre – è sempre prevalsa la critica, l’accento è andato sulle lentezze e le carenze, sul Paese mancato, più che sulle realizzazioni. Eppure, per i due leader l’operazione politica ha un valore in sé, l’incontro di diversi riformismi, aspramente contrastati per il movimento che provocano, più profondo dei singoli provvedimenti, dalla scuola alla programmazione alla riforma urbanistica, che costituiscono l’oggetto della contesa politica”.
Il carteggio rivela anche gli aspetti connessi al rapporto di stima e di fiducia che si viene a creare tra Nenni e Moro sin dalla fine degli anni Cinquanta. “Venivano da esperienze e da culture profondamente diverse – spiega Renato Moro, docente di Storia contemporanea a Roma Tre – ma costruirono un intenso rapporto umano. Moro fu certamente impressionato dalla limpidezza della figura di Nenni. Molto più giovane del Segretario socialista, Moro guardò certamente a Nenni con il rispetto dovuto a un leader anziano, carico di esperienza e di storia”.
Un rapporto umano che si conserva ben oltre la fase della collaborazione governativa e si spinge fino agli ultimi giorni di vita del leader democristiano, ucciso nel 1978 dalle Brigate rosse.
“Una vera amicizia tra gentiluomini – la definisce Renato Moro – che profuma di antico e che ci ricorda un modo di fare politica che non dobbiamo dimenticare”.
Mirko Cova, Cina. Usi, costumi, tradizioni, Morellini
Chi si reca in Cina convinto di sapere già tutto scoprirà di trovarsi di fronte a una realtà inafferrabile e ricca di sorprese, che niente ha a che fare con l’immagine “da esportazione” che abbiamo di questo popolo. Impero di Mezzo di un tempo e ora ruggente dragone locomotiva dell’economia mondiale, la Cina è infatti un universo a sé: linguisticamente, politicamente e culturalmente. Fra storia, cultura e utili consigli pratici per interpretare il comportamento cinese, la guida cerca di dare un’idea di cosa si troverà arrivati in Cina e come relazionarsi con gli abitanti per vivere pienamente e senza pregiudizi e brutte figure la scoperta di questo affascinante Paese.
Elisabetta Giromini, Centomila tulipani, Morellini
Nel corso di una prima missione archeologica a Persepoli, nel sud dell’Iran, Daria incontra Payam, con cui inizia una relazione. Incarcerata durante una delle manifestazioni del Movimento Verde per la rielezione di Ahmadinejad, viene fatta rientrare in Italia perdendo così ogni traccia di lui. In Iran tutti i media sono oscurati. Il ritorno è difficile. Dopo sei anni torna in Iran, e trova Payam ad aspettarla nel suo hotel. Riusciranno questa volta a vivere la loro relazione e superare le differenze ideologiche e culturali?
Andrea Magno, La forma del desiderio, Arkadia
C’è un modo per guardare se stessi e gli altri? Andrea Magno sperimenta questa ricerca con l’osservazione attenta del mondo che lo circonda, che si trovi in riva al mare immerso nel silenzio, puntando lo sguardo all’orizzonte o nel caos di una metropoli. L’introspezione scaturisce da momenti particolari in cui l’occhio metaforico è rivolto alla propria anima e all’esistenza che palpita in ogni angolo dell’universo. Le mani del poeta scavano nelle onde dell’aria in cerca di legittima felicità e di necessaria bellezza.
Caroline O’Donoghue, La variabile Rachel, NN Editore
“Ma chi volevo prendere in giro?
Il professor Byrne non era di certo venuto a casa mia nel cuore della notte
per fare le pulci alla mia libreria.Probabilmente si era già dimenticato che anch’io vivevo lì.
Pensavo ancora di essere al centro della storia, la protagonista,
solo perché era iniziato tutto in quel modo”. Rachel vive a Cork, in Irlanda, ha vent’anni e si paga gli studi lavorando in libreria; è alta e un po’ goffa, ma brillante e piena di risorse. Diventa coinquilina di James, sfrontato e intelligente, e tra loro nasce un’amicizia intensa e totale come un colpo di fulmine. Finché Rachel non rivela a James di avere una cotta per il suo professore di Letteratura, Fred Byrne. L’amico la aiuta a elaborare un piano per sedurlo, ma le cose non vanno come previsto: il professore si innamora di James, e allo stesso tempo Rachel inizia uno stage nella casa editrice di Deenie, l’ignara moglie di Byrne. Rachel fa di tutto per coprire la relazione dei due amanti e non ne parla nemmeno con Carey, il suo primo vero amore, ma il castello di bugie diventa troppo grande e la situazione le sfugge di mano, mettendo in pericolo la sua reputazione, il suo lavoro e il suo futuro. Caroline O’Donoghue dà vita a una moderna Bridget Jones, e racconta la vertigine che si prova scegliendo di restare leali alle persone che amiamo senza per questo tradire le nostre aspirazioni. Costruito come una commedia degli equivoci, La variabile Rachel è un’ode alle scelte folli ed eroiche dei vent’anni e all’amicizia più pura, capace di annullare ogni egoismo e di far sbocciare la migliore versione di sé. Questo libro è per chi ha trovato la felicità nel freddo di una casa studentesca, per chi ha imparato da Dolly Alderton tutto quello che sa, per chi affronta ogni istante come la scena di una serie tv, e per chi, in preda alla malinconica follia oceanica, sa di avere una persona speciale a cui affidarsi per tornare sulla terraferma.
Salvatore Massimo Fazio
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Molte delle mie letture di quest’anno le ho recensite qui su Masticadores o su altri blog o riviste online: l’elenco è troppo lungo per riportarlo in questo articolo. Dirò soltanto che tra i romanzi che ho recensito, e che sono quasi solo italiani, non mancano i miei amatissimi Sinigaglia, Magliani, Ciampi, Trevi, Ferraguti, sempre pronti a sorprendermi con nuove splendide opere. Tra gli altri autori italiani che ho letto ma non recensito (o non ancora) ci sono alcuni miei colleghi di Arkadia, e voi potrete dire, okay, deve dirne bene perché pubblicano col suo stesso editore, e certo devo ammettere che ai libri di Arkadia rivolgo sempre uno sguardo particolarmente affettuoso, perché è il mio editore, sì, ma anche perché è una realtà che sta crescendo e che meriterebbe di essere più conosciuta e apprezzata poiché molte delle opere che pubblica sono realmente degne di nota. Come Nomi, cose, musiche e città, di Giovanni Granatelli, una raccolta di racconti brevi molto suggestivi, La lacrima della giovane comunista, di Giorgio Bona, e Un bambino sbagliato, di Giovanni Lucchese, di cui sicuramente parlerò più avanti perché avrò il piacere di presentarlo a Pistoia. Tra le scrittrici italiane che ho letto quest’anno voglio ricordare Francesca Matteoni e Rosalia Messina, anche loro già recensite, Fabrizia Ramondino, una scrittrice novecentesca che non finisce mai di stupirmi, Viviana Viviani, che ha pubblicato con Arkadia una bella e originalissima silloge poetica dal titolo La bambina impazzita, e Antonella Cilento, di cui ho letto Solo di uomini il mondo può morire, un libro molto bello, tra il diario e il saggio, che racconta di passeggiate che l’autrice e il suo compagno usavano fare nella Foresta Regionale di Cuma, durante la pandemia di covid, e spazia tra gli incontri inaspettati e curiosi, la rievocazione delle leggende legate al luogo, le riflessioni personali e le considerazioni relative alla questione ambientale. Passando invece agli autori stranieri, tra di loro ci sono senza dubbio i libri più belli e importanti, non perché gli italiani siano da meno, o forse sì, chissà. Si comincia con Lezioni, l’ultima fatica di Ian McEwan, che percorre tutta la vita di Roland Baines, un uomo sempre alle prese con donne dalla personalità fortissima che in qualche modo lo seducono e lo soggiogano: la madre, l’insegnante di pianoforte Miss Miriam, la moglie Alissa. Un’opera magistrale, come tutto ciò che esce dalla penna di McEwan. Ho letto con grande interesse e un certo senso di spaesamento per la sovrabbondanza di pagine, temi, personaggi, due romanzi di due grandi vecchi: Il passeggero, di Cormac McCarthy, e Cronache dalla terra dei più felici al mondo, di Wole Soyinka. Due opere molto belle e importanti ma di non facilissima lettura. Devo menzionare inoltre lo straordinario V13 di Emmanuel Carrère, il reportage del processo ai terroristi che fecero gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi. Mi piacerebbe parlare ancora di altri libri che ho apprezzato molto, italiani e no, maschili e femminili, ma come si fa, nominerò appena Amianto, di Alberto Prunetti, La conca buia, di Claudio Morandini, L’orecchio di Kiev, di Andrej Kurkov. Per quanto riguarda la saggistica, sono molti i libri che hanno avuto su di me una forte impressione. La maledizione della noce moscata, di Amitav Gosh, parte da una vicenda storica sconosciuta ai più, del modo cioè in cui l’arcipelago indonesiano Banda, colonia prima portoghese e poi olandese, nel XVII secolo fu ferocemente spopolato dei suoi abitanti, successivamente ricollocati sulle stesse isole come schiavi, per impiantare la coltivazione della noce moscata. Un caso esemplare di colonialismo arrogante e distruttivo che offre all’autore lo spunto per parlare di storia, popoli, ambiente, sfruttamento. La Q di Qomplotto, di Wuming 1, che analizza il fenomeno del complottismo in modo acuto e approfondito, e Doppio, di Naomi Klein, un saggio molto interessante che spazia tra vari argomenti, difficile da riassumere in poche righe. Contagi, di Kyle Harper, un grande affresco della storia umana dal punto di vista delle malattie che l’hanno afflitta nelle varie epoche. Ho letto diversi libri su un tema che mi coinvolge molto, quello delle migrazioni: il più importante è stato il saggio di Sally Hayden, una giornalista irlandese che da tempo si occupa dell’argomento. E la quarta volta siamo annegati è un testo duro, che si basa su inchieste condotte dall’autrice, testimonianze, racconti autobiografici, e narra senza nascondere nulla il dramma dei migranti che vengono dall’Africa. J’accuse, di Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite, è invece un duro atto di accusa verso la politica coloniale di Israele nei confronti della terra e della popolazione palestinese, con occupazione dei territori, apartheid, stragi e ora la spaventosa guerra che sta distruggendo Gaza. Concludo con una biografia davvero monumentale, quella di Philip Roth scritta da Blake Bailey, imperdibile per chi ama il grande scrittore americano, e con due testi di poesia: la raccolta Corpuscoli di Krause, di Fabiano Alborghetti, e Le case vogliono dire, un libro a metà autobiografico e a metà autocritico di Umberto Fiori, un poeta che mi piace talmente che mi basta leggere un suo verso per sorridere di felicità dentro di me.
Marisa Salabelle
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A chi mi chiede cosa sia la Poesia non ho mai saputo rispondere, per me la Poesia non esiste, la poesia sono le poesie e soprattutto sono le poesie che mi piacciono, mentre le poesie che non mi piacciono, se pur dotate di elementi caratteristici – la rima, la metrica, la disposizione nello spazio – saranno per me un po’ meno poesia, progressivamente fino a non esserlo affatto. Credo quindi che definire qualcosa come poesia sia di base un fatto legato al piacere, definiamo poesia quello che ci piace, anche quando in modo evidente non è poesia in quanto è tutt’altro, ad esempio diciamo questo film è poesia, questa canzone è poesia, questa torta al cioccolato è una vera poesia. Parlando strettamente della poesia in quanto produzione poetica scritta posso dire che per me è qualcosa che è partito da Rodari, passato per Leopardi e Ungaretti e approdato a Vivian Lamarque, Wislawa Szymborka e una lunga lista di altri contemporanei, in un percorso sempre guidato dal piacere oltre che dallo stupore, dal turbamento e dall’inquietudine, che del piacere sono forme diverse e forse più alte e complesse. Per quanto riguarda le mie poesie spesso, anche se non sempre, nascono da qualcosa che mi è piaciuto, quindi una poesia altrui che ho riconosciuto come tale, su cui si va a innestare qualcosa che ho vissuto in prima persona. Per rendere questo processo meno astratto vorrei portare due esempi di mie poesie nate da poesie da me molto amate, con la mediazione di esperienze personali al contrario non per forza gradevoli ma profondamente legate al reale
Il primo esempio è la poesia di Ennio Flaiano, “Il lamento del tabaccaio”
Stammi a sentire, da bambino ero un paggio.
Tu non mi credi? Ero buono e cortese.
Schiudi le orecchie, da bambino ero saggio,
credevo in Dio, amavo il mio Paese.
Guardami in faccia: ero serio e gentile.
Rispettavo le piante, i gatti. Ero vile.
Da vecchio, sarò l’onta del quartiere.
Da vecchio, tutte le voglio vedere.
Da vecchio, solo le puttane e il bere.
Perché mi guardi? Da bambino ero bravo.
Mi devi credere, ero savio e ubbidiente.
Da bambino, perdio, mi ti mangiavo
nello studio. Da bambino ero prudente.
Tu ridi, stronzo? Ero ben pettinato,
rispettavo le aiuole, i cani. Ero ordinato.
Da vecchio, sarò l’onta del quartiere.
Da vecchio, solo le puttane e il bere.
Da vecchio, darò via pure il sedere.
Questo testo di inarrivabile ferocia e arguzia si è compenetrato nel tempo a quel che ho osservato della vecchiaia, a pertire da quando andavo a visitare mia nonna in casa di riposo, luogo in cui fuori da ogni previsione nascono ancora amori teneri e spregiudicati, incuranti ormai delle remore sociali, e ascoltavo i suoi e altrui ricordi, notando che per lo più le donne anziane raccontano sé stesse da giovani come le più belle e corteggiate del paese, gli uomini anziani come seduttori incalliti e irresistibili, e mi domandavo, quanto sarà vero e quanto mediato dal ricordo? Se sono bugie, lo sono in modo consapevole? Come mi ricorderò e racconterò io un domani? Così è nata “Da vecchia”
Da vecchia non ballerò il liscio,
non giocherò a carte, non cucirò,
da vecchia mi farò
di botox come eroina
truccata da vecchia gallina,
mi butterò nel vizio
lolita dell’ospizio,
da giovane ero bella, dirò.
Da vecchia, mentirò.
Qualcosa di analogo è avvenuto con una poesia anch’essa da me molto amata di Vivian Lamarque, Il condòmino
Cammino piano, qua sotto
al terzo piano dorme un condomino
morto. È tornato morto stasera
dall’ospedale, gli hanno salito
le scale, gli hanno aperto la porta
anche senza suonare, ha usato
per l’ultima volta il verbo entrare.
Ha dormito con noialtri condomini
essendo notte sembrava a noi uguale
ha dormito otto ore ma poi ancora
e ancora e ancora oltre la tromba
mattutina dei soldati, oltre il sole
alto nel cielo, ora che noi ci muoviamo
non è più a noi uguale. È un condomino
morto. Scenderà senza piedi le scale.
Era gentile, stava alla finestra
aveva un canarino, aveva i suoi millesimi
condominiali, guarda gli stanno spuntando
le ali.
L’immagine poetica di questo inquilino morto che attende il suo ultimo viaggio si è contrapposta nella mia mente alla ferocia di certi reportage giornalistici, privi di pietà nel raccontare i dettagli meno rispettosi del ritrovamento di persone morte nelle proprie case, magari sole e rinvenute molti giorni dopo, senza risparmiare alla cronaca dettagli morbosi, macabri o imbarazzanti. Queste considerazioni, unite all’antica paura trasmessami da mia madre di morire con la casa in disordine, hanno fatto nascere la mia “Le case dei morti”
Ci vorrebbe un servizio speciale
a riordinare le case dei morti
che non fanno in tempo
a prepararsi
per l’ultimo appuntamento
render tutto decente
profumare l’ambiente
arieggiare le stanze
buttar via
certe strane sostanze
sollevare i tappeti
far sparire i segreti
le residue
debolezze carnali
prima che qualcuno scriva sui giornali
era uno strano, usciva di rado
viveva in uno stato di degrado
Così, senza pretesa di eguagliare in bellezza i testi che mi hanno ispirato, ho voluto raccontare come una poesia può nascere da un’altra poesia, interpolandosi con l’esperienza reale e umana del nuovo autore e diventando qualcosa di completamente diverso, che mantiene con il testo originale un filo quasi invisibile che potremmo chiamare tradizione. Questo è quanto per me si avvicina di più a una possibile definizione di poesia, e della mia poesia in particolare.
Fabrizio Centofanti
Il link all’intervista su La poesia e lo spirito: https://bitly.ws/38maa
(nota Antonietta) è nata a Nuoro. È stata docente di Storia e Letteratura italiana. Ha rivolto i suoi studi alla globalizzazione con specifici corsi, seminari, conferenze, convegni, tavole rotonde. A lungo si è occupata della scuola pubblica, del rinnovamento e della sua qualificazione anche come presidente del Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti (CIDI). È stata una delle protagoniste più rappresentative della prima università pubblica gemmata in Scienze Ambientali istituita in Sardegna (Nuoro). Promotrice e organizzatrice culturale, ha curato mostre e convegni d’arte e ha collaborato per il I Convegno nazionale di studi deleddiani. Ha scritto per l’“Archivio del Movimento Operaio e Contadino” e ha collaborato con l’Istituto Regionale Antonio Gramsci. Ha ricoperto incarichi istituzionali occupandosi di cultura, ambiente, istruzione e sicurezza sociale. Attualmente collabora con associazioni per la promozione di attività culturali, ambientali e artistiche. È autrice di saggi e articoli pubblicati in riviste e quotidiani. Per Arkadia Editore ha pubblicato nel 2020 la raccolta di poesie Canzoniere interiore.
Al Teatro degli Intrepidi Monelli di Cagliari, nello storico quartiere di Sant’Avendrace a Cagliari sospeso tra la periferia e il cuore della città, è tutto pronto per la prima edizione del festival “Circo Letterario”: da giovedì 30 novembre a domenica 3 dicembre andrà in scena la rassegna itinerante ideata e diretta dallo scrittore Andrea Melis. Quattro giorni (a ingresso gratuito fino a esaurimento posti) con in programma più di 30 eventi tra presentazioni, incontri, laboratori e reading musicali, vedranno come ospiti scrittori del calibro di Saverio Raimondo, Francesco Abate, Riccardo Staglianò, Lory Muratti, Simonetta Gola, Luca Briasco, Lavinia Petti e Piergiorgio Pulixi, tra gli altri. “L’anteprima del festival Circo Letterario vissuta alla My English School domenica 26 novembre con Maria Francesca Chiappe, Anna Segre e Bea Buozzi ha permesso di creare un nuovo luogo di cultura per il quartiere Sant’Avendrace”, racconta Andrea Melis, direttore artistico della manifestazione. “È nato un salotto letterario all’interno della scuola di via Santa Gilla, che si candida come nuovo spazio del quartiere. Uno dei primi obiettivi del festival stato raggiunto: quello di ampliare le possibilità culturali e inventarle anche dove normalmente non ci sono. Per qualche ora si sono succedute sul palco le tre autrici che hanno catturato il pubblico molto partecipe e attento. Ci apprestiamo a vivere la prima edizione del festival e non vediamo l’ora di condividere con la cittadinanza la intensa quattro giorni agli Intrepidi Monelli” Il Circo Letterario con i suoi artisti della parola provenienti da tutta Italia, trasformerà un teatro di frontiera in una magica occasione di socializzazione culturale, dove i libri potranno diventare protagonisti assoluti non solo degli show sul palco, ma anche alternativa alla frenetica corsa al regalo natalizio. Tutto il circondario verrà coinvolto e abbracciato, a partire dalla nuova Libreria Giunti al Punto che da aprile ha regalato finalmente al quartiere un presidio letterario assente da troppi anni, in un crocevia fondamentale tra le periferie, che finalmente potrà arricchire anche le zone limitrofe di San Michele e Is Mirrionis.
IL PROGRAMMA
La prima edizione del Circo Letterario avrà inizio ufficialmente giovedì 30 novembre alle 16.30 agli Intrepidi Monelli con la presentazione del romanzo “Il dolore crea l’inverno” (Garzanti, 2023) del giovane scrittore Matteo Porru, Premio Campiello Giovani nel 2019, uno dei più promettenti talenti under 25 in Italia, al festival con un racconto sospeso nel tempo e nello spazio che parla di legami familiari, rimpianti e vissuti indelebili. L’incontro sarà un interessante momento di confronto con una rappresentativa di aspiranti scrittori del progetto Palestra Letteraria.
Un’ora più tardi (alle 17.30) microfoni accesi per Stefano Cosmo, a Cagliari con il suo ultimo romanzo “Dentro la gabbia” (Marsilio, 2023 – fresco vincitore del Premio Dora Nera 2023) ambientato in una Marghera soffocata da un’estate torrida e da fabbriche abbandonate.Il romanzo dello scrittore veneto – cresciuto nel Collettivo Sabot diretto da Massimo Carlotto – racconta in un susseguirsi di colpi di scena la periferia urbana e umana della parte più oscura del Veneto. Ad accompagnare Cosmo ci sarà Piergiorgio Pulixi, altro pluripremiato autore tra i più importanti e tradotti delle nuove generazioni sarde (già premio Scerbanenco, e finalista al Grand Prix de Littérature Policière), sul palco con “Stella di mare” (Rizzoli, 2023), vincitore del recente Premio Camaiore di Letteratura Gialla.
L’ultimo appuntamento della giornata vedrà i riflettori illuminarsi per il comico, conduttore, autore e umorista Saverio Raimondo, al Circo Letterario per presentare il suo ultimo libro “Memorie di un elettore riluttante” (Feltrinelli, 2022), in cui il lettore vede scorrere gli ultimi vent’anni di politica italiana attraverso gli occhi di un elettore distratto, sempre più (auto)critico verso sé stesso, l’elettorato e il suffragio universale. Con Saverio Raimondo, sul palco degli Intrepidi Monelli a fare gli onori di casa ci sarà lo scrittore e poeta Andrea Melis.
La seconda giornata del festival venerdì 1 dicembre verrà aperta alle 17.30 dal sociologo Nicolò Migheli (Premio Alziator 2012, Premio Chambéry e Premio Città di Cuneo) – accompagnato da Carlo A. Melis Costa – e la sua recente pubblicazione “Il cavaliere senza onore” (Arkadia, 2023), un romanzo incalzante che permette al lettore di immergersi in un periodo turbolento e affascinante, quello della Sardegna degli ultimi decenni del XVII secolo, ancora sconvolta dagli effetti della peste e della crisi politica conseguente all’assassinio del viceré Camarassa.
“La bambina impazzita” (Arkadia, 2023) di Viviana Viviani sarà al centro dell’incontro (moderato da Matteo Fais) delle 18.30: una silloge poetica ma anche un testo narrativo, che compie un percorso tra le diverse fasi della vita: l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, la vecchiaia e la morte. Tra i temi narrati l’amore, la passione, la gelosia, il senso di inadeguatezza, la caducità, il rapporto con la poesia, con alternanza di quadretti di vita quotidiana e riflessioni più alte.
Il ricordo del medico, attivista e scrittore Gino Strada, scomparso nell’agosto 2021, illuminerà l’appuntamento delle 19.30 con la giornalista Simonetta Gola (presidente di Emergency e moglie di Strada), al Circo Letterario per presentare “Gino Strada. Una persona alla volta” (Feltrinelli, 2022): da Kabul a Hiroshima, una narrazione appassionata e avventurosa delle radici che hanno ispirato il chirurgo lombardo, giorno dopo giorno, viaggio dopo viaggio. Ma anche una riflessione radicale sull’abolizione della guerra e sul diritto universale alla salute. Con Simonetta Gola ci sarà lo scrittore cagliaritano Andrea Melis.
Un’ora più tardi, alle 20.30 l’aura di Stephen King brillerà con lo scrittore Luca Briasco e il suo “Il Re di tutti. Un ritratto di Stephen King” (Salani, 2023). Briasco, lettore famelico di King, traduttore dei suoi libri più recenti, profondo conoscitore della letteratura americana, condurrà i presenti dentro l’arte di un genio, indagando i temi ricorrenti di un corpus narrativo sconfinato eppure straordinariamente coerente, affiancato dal giornalista Alessandro Marongiu.
L’ultimo appuntamento della serata alle 21.30 vedrà sul palco in un gioco serio e leggero insieme di doppiezza e omonimia, sul palco due Andrea Melis, al prezzo di uno. Il primo, classe 79, poeta e scrittore, il secondo, Classe ’99 di 20 anni più giovane. Attore sempre cagliaritano, candidato alla long List degli Oscar con il Corto “il Moro” e Raoul Moretti, arpista di fama internazionale, per un reading dedicato all’ultimo libro di Chandra Candiani “Pane del bosco” (Einaudi, 2023), nuova raccolta di poesie che nasce da un’esperienza reale dell’autrice: l’abbandono di Milano e il trasferimento in una casa su un alpeggio piemontese in mezzo a un bosco.
Il penultimo giorno del Circo Letterario si aprirà sabato 2 dicembre alle 16.30 con l’incontro che vedrà Anja Boato (Premio Campiello Giovani nel 2015) presentare insieme a Luca Manunza (storico curatore del Festival Cabudanne de sos Poetas di Seneghe) il suo romanzo d’esordio “Madama Matrioska”, edito da Accento Edizioni, nuova creatura editoriale fondata da Alessandro Cattelan e diretta da Matteo B. Bianchi. Un lavoro dalla struttura brillante e dall’ancor più brillante scrittura: ogni capitolo non ha solo un diverso protagonista, ma un tono e uno stile a sé – tra omicidi (reali, tentati o presunti), anelli preziosi, disturbi mentali, malattie, funerali e fughe spaventose.
Alle 17.30 a tenere banco sarà la scrittrice e podcaster Sabrina Efionayi con il suo “Addio, a domani” (Einaudi, 2022) finalista del Premio Zocca Giovani (2023) e finalista al premio Elsa Morante L’isola di Arturo (2022). In quest’ultimo libro, la Efionayi racconta la propria storia, diventata successivamente un podcast dal titolo “Storia del mio nome” per Spotify Studios in collaborazione con Chora Media, vincitore come Miglior Podcast ai Diversity Media Awards 2023 e de IL POD 2023 nella categoria Diversity. A moderare l’incontro ci sarà lo scrittore e autore Massimiliano Virgilio (uno dei pochi autori italiani i cui testi vengono tradotti con successo di vendite in Cina), protagonista due ore dopo (alle 19.30) con il suo libro “Il tempo delle stelle”, romanzo ambientato sullo sfondo di una Napoli splendida e terribile, in cui la ricerca di un figlio mette alla prova un amore. Una storia folgorante sulle possibilità che svaniscono e quelle che arrivano. Con lui ci sarà il giornalista Costantino Cossu.
Alle 18.30, invece, a catalizzare l’attenzione del pubblico del festival ci sarà lo scrittore Mohamed Maalel, per un incontro con la Palestra Letteraria in cui presenterà il suo romanzo d’esordio “Baba” (Accento Edizioni, 2023), una storia non scontata sulla multiculturalità, l’identità e i legami. Una lunga lettera a un padre a cui non ci si è potuti mostrare fino in fondo per quello che si è, in cui il racconto si rovescia presto, in realtà, nel più commovente tentativo di ascolto e accoglienza.
La scrittrice Lavinia Petti sarà protagonista alle 20.30 con il suo romanzo “Dove nascono le ombre” (Mondadori, 2023) in cui si muove con originalità nel solco tracciato da autrici come Shirley Jackson e, tra le contemporanee, Tiffany McDaniel, e, con passo sicuro e lingua immaginifica, prende per mano il lettore, accompagnandolo in quel momento incandescente che separa l’infanzia dall’età adulta, per mostrare come le storie non sempre siano dei rifugi. In certi casi possono diventare dei luoghi pericolosi. Ad affiancare Lavinia Petti ci sarà la scrittrice Enrica Illotto.
Uno degli appuntamenti più attesi della serata si vivrà alle 21.30 con la conferenza spettacolo “Gigacapitalisti” di Riccardo Staglianò, giornalista, saggista, studioso di nuove tecnologie e del loro effetto sulla società. Lo scrittore di Viareggio scrive inchieste e reportage dall’Italia e dall’estero come inviato di Repubblica per Il Venerdì. Nel 1997 per Feltrinelli ha pubblicato “Circo Internet – Manuale critico per il nuovo millennio”.
L’ultimo giorno della prima edizione del Circo Letterario si aprirà domenica 3 dicembre alle 18 con la presentazione de “I Racconti della Locanda”, un’antologia composta da narrazioni di Francesco Abate, Ciro Auriemma, Eleonora Carta, Carlo Augusto Melis Costa, Matteo Porru, Renato Troffa, Valeria Pecora Schirru, Valeria Usala e Ilenia Zedda. Il libro è realizzato da Produzione Editoriale XY con la volontà di sostenere le attività portate avanti dalla Cooperativa dei Buoni e Cattivi, un progetto d’impresa sociale della Fondazione Domus de Luna. Gli autori e le autrici che hanno partecipato alla scrittura del libro hanno deciso di devolvere le rispettive spettanze dei diritti d’autore alla fondazione. L’incontro vedrà sul palco Andrea Melis, Ugo Bressanello, Ciro Auriemma e I Ragazzi della Locanda protagonisti dei racconti, per uno dei tanti momenti in cui il festival unirà la letteratura al sociale.
Alle 19 sarà lo scrittore Ciro Auriemma – affiancato dalla manager culturale Giuditta Sireus (partner del festival con il suo Dicembre Letterario e fondatrice del Club di Jane Austen) – il protagonista dell’incontro dedicato alla presentazione del suo romanzo fresco di stampa “La lama e l’inchiostro” (Piemme Edizioni, 2023), un racconto caratterizzato da mistero e avventura nella Cagliari barocca. La storia appassionante e mai raccontata di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi: Miguel De Cervantes.
Il compito di calare il sipario sulle presentazioni del festival sarà affidato alle 20 allo scrittore e giornalista Francesco Abate (Premio Alziator, Premio Ducato d’oro, Premio Solinas, Premio del Libraio Città di Padova, Prix Littéraire des Jeunes Européens), per un incontro con La Palestra Letteraria che lo vedrà presentare la sua più recente fatica letteraria “Il misfatto della tonnara” (Einaudi, 2023), terzo capitolo della saga dedicata alla giornalista investigativa Clara Simon (in corsa al Premio Scerbanenco 2023, a poche settimane dall’uscita). Durante una manifestazione di femministe qualcuno aggredisce una maestra. Il suo corpo privo di sensi è rinvenuto nel magazzino dell’antica tonnara. Malgrado i sospetti convergano su un giovanotto dell’alta società, la giustizia temporeggia. Di fronte a tanta impunita violenza Clara Simon, l’affascinante e testarda giornalista de «L’Unione», non può restare a guardare. Muovendosi per le strade della Cagliari di inizio Novecento, tra una vecchia nobiltà che non vuole cedere il passo e una nuova borghesia impaziente di affermarsi, scopre con quanta furia il mondo abbia cercato, da sempre, di mettere a tacere le donne. E ancora una volta trova il coraggio di far sentire la sua voce.
Alle 21 a chiudere in bellezza la prima edizione del Circo Letterario ci penserà il musicista, producer, scrittore e regista Lory Muratti con il reading letterario “Torno per dirvi tutto”, in collaborazione con il Festival Dicembre Letterario.
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L’AUTRICE
Viviana Viviani è nata a Ferrara nel 1974 e vive a Bologna. Lavora come ingegnere, ma coltiva da sempre la passione per la scrittura. Ha pubblicato il romanzo Il canto dell’anatroccolo (Corbo Editore, 2012). È giornalista pubblicista e scrive regolarmente sulle riviste “Pangea news” e “Hic Rhodus”. Ha collaborato anche con “L’Intellettuale Dissidente”. Nel 2019 ha pubblicato la raccolta poetica Semi ami sopravvalutami, con la quale ha vinto i premi Silloge edita Lago Gerundo e Opera prima Violani Landi. Nel 2021 ha collaborato con il cantautore Immanuel Casto all’album Malcostume scrivendo i testi di tre canzoni.
IL LIBRO
La bambina impazzita è una silloge poetica ma anche un percorso attraverso le diverse fasi della vita: l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, la vecchiaia e la morte. Tra i temi narrati, l’amore, la passione, la gelosia, il senso di inadeguatezza, la caducità, il rapporto con la poesia, con il succedersi di quadretti di vita quotidiana e riflessioni più alte. Particolare attenzione è dedicata alla virtualità, ai rapporti nati in chat e a come la tecnologia può influenzare sentimenti e relazioni. Si affacciano a tratti temi sociali come il lavoro e la povertà. Lo stile è tendenzialmente prosastico, ma non mancano momenti lirici, così come si alternano verso libero e metrica.
L’EVENTO
“La bambina impazzita” (Arkadia, 2023) di Viviana Viviani sarà al centro dell’incontro (moderato da Matteo Fais) delle 18.30: una silloge poetica ma anche un testo narrativo, che compie un percorso tra le diverse fasi della vita: l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, la vecchiaia e la morte. Tra i temi narrati l’amore, la passione, la gelosia, il senso di inadeguatezza, la caducità, il rapporto con la poesia, con alternanza di quadretti di vita quotidiana e riflessioni più alte.
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Domatori di storie, giocolieri di parole, equilibristi di versi e tanto altro, sono i temi principali del “Circo Letterario” in scena al Teatro Intrepidi Monelli di Cagliari dal 26 novembre al 3 dicembre.
Andrea Melis, grafico, videomaker e scrittore, ha pubblicato articoli di cultura e racconti noir per riviste e quotidiani nazionali e stranieri. La sua prima opera in poesia, #Bisogni, una selezione di versi autoprodotta in mille copie grazie a una campagna di crowdfunding, è andata esaurita in poco più di un mese.
IL FESTIVAL DELLE PERIFERIE CHE PRENDONO VITA
Melis racconta così il festival: “Esattamente un anno fa, nel dicembre 2022, durante un evento a Nuoro con altri amici scrittori e organizzatori di festival, mi capitò di immaginare un Circo Letterario che come un tendone andasse a portare la cultura nei luoghi dove fosse più necessario. E’ il tentantivo di avvicinare l’atmosfera natalizia, circense, dove le periferie, con i loro spiazzi fangosi, improvvisamente riprendono vita. E’ il quartiere periferico di Sant’Avendrace, che ancora ospita la classica bottega o la casa popolare di 70 anni fa, il pescatore a fare da teatro a questa manifestazione. Iniziamo con un anteprima il 26 novembre con 3 persone che ci vengono a trovare che sono 3 scrittrici ovvero Maria Francesca Chiappe, Bea Buozzi e Anna Segre, che faranno da scalda polveri fino ad arrivare all’inizio ufficiale della manifestazione che parte il 30 novembre e andrà avanti fino al 3 dicembre“.
UN ’IDEA NATA UN ANNO FA
Melis racconta la nascita del progetto: “E proprio un anno dopo, nasce a Cagliari la sua prima edizione che ospiterà autori e autrici di livello nazionale, con oltre 30 eventi tra presentazioni, incontri, laboratori e reading musicali. Così come per la Palestra Letteraria, uno spazio fisico, un grande coworking dove ogni settimana decine di persone condividono l’amore per le storie e la scrittura, anche il festival ha trovato accoglienza nella collaborazione con l’associazione Intrepidi Monelli, che gestisce l’omonimo teatro al coperto da 100 posti, unico nel suo genere, impegnato da anni come avamposto di promozione alla scrittura, alla lettura, alla produzione cinematografica e teatrale, nell’antico quartiere di pescatori di Sant’Avendrace”.
PIÙ DI 30 EVENTI PER UNA QUATTRO GIORNI DI INCONTRI
Il Circo Letterario con i suoi artisti della parola provenienti da tutta Italia, trasformerà un teatro di frontiera in una magica occasione di socializzazione culturale, dove i libri potranno diventare protagonisti assoluti non solo degli show sul palco, ma anche alternativa alla frenetica corsa al regalo natalizio.
Quattro giorni (a ingresso gratuito fino a esaurimento posti) con in programma più di 30 eventi tra presentazioni, incontri, laboratori e reading musicali, ospiteranno illustri scrittori del calibro di Saverio Raimondo, Francesco Abate, Riccardo Staglianò, Lory Muratti, Simonetta Gola, Luca Briasco e Piergiorgio Pulixi, tra gli altri.
Francesco Abate
Il link al podcast su Radiolina: https://bitly.ws/32wmP