Le notizie buone tornano per parlarvi di tradizioni natalizie e sapori antichi, dal Natale sardo a quello genovese per passare poi all’inviata dal mondo di questa settimana, Valentina Linzalata, che ci racconta come si vive il tempo più bello dell’anno a Monaco di Baviera. Il podcast settimanale di Gastronomika vi porta a fare un tour nelle tradizioni natalizie. Partiamo dalla Sardegna, dai ricordi dei Natali passati con Giovanni Fancello, giornalista e gastronomo, autore del libro appena uscito per Arkadia Editore “Grazia Deledda e il cibo”.
Anna Prandoni
Il link al podcast su Linkiesta: https://tinyurl.com/2cuybx3u
PhD in Archeologia conseguito all’Ècole des Hautes Ètudes en Sciences Sociales di Toulouse (FR), attualmente dirige il Museo Civico di Villanovafranca e ha la direzione scientifica delle indagini archeologiche nel sito del Nuraghe Arrubiu di Orroli.
Laureata presso l’Università di Roma La Sapienza con una specializzazione in Protostoria dell’Europa (con il professore Renato Peroni), è stata soprintendente alla Soprintendenza Archeologica delle province di Sassari e Nuoro (1973-1999), della Toscana (2006-2010) e, ad interim, del Friuli Venezia Giulia (2007-2008) e della Sardegna (2008-2010). Dal 1999 al 2005 è stata Direttore di ricerca per l’Istituto di studi sulle Civiltà Micenee e del Vicino Oriente del Consiglio Nazionale di Ricerca. È autrice di numerosissime campagne di scavo, pubblicazioni scientifiche e articoli.
Vimodrone “Grazia Deledda e il cibo” sbarcano in Lombardia. Il libro scritto da Giovanni Fancello e Sara Chessa, pubblicato da Arkadia editore lo scorso giugno, dopo una serie di presentazioni nell’isola, approda nel Continente, a Vimodrone, città che ospita l’attivissimo Circolo dei sardi “La Quercia”, presidente Gianni Demartis (originario di Mores). L’appuntamento è fissato per sabato prossimo, 9 novembre 2024, nella ex biblioteca comunale “Carlo Porta”. Per Giovanni Fancello sarà un graditissimo ritorno al Circolo di Vimodrone, dove i circa 1.500 tesserati apprezzano la formula della cultura abbinata alla degustazione del buon cibo made in Sardegna. Anche in questa occasione dopo la presentazione del libro, l’autore e il relatore Roberto Casalini incontreranno i soci nella sede sociale del Circolo presentando loro alcune ricette riportate nel libro e appositamente preparate dalle donne e uomini dell’associazione. Grazie alla presenza del sommelier Salvatore Carvone, i piatti verranno abbinati agli ottimi vini del territorio deleddiano.
«Oltre al grande entusiasmo da parte di tutto il direttivo, preme segnalare – sottolinea Carlo Casula (originario di Belvì), coordinatore del Centro nord della Fasi –, come anche in questa occasione il Circolo di Vimodrone utilizzerà per la degustazione principalmente prodotti presenti su SardaTellus srl, la nostra piattaforma delle eccellenze sarde».
Il link alla segnalazione su La Nuova Sardegna: https://tinyurl.com/fpr4njpc
Il più importante effetto della valorizzazione culturale ed economica del patrimonio nuragico è il riposizionamento della Sardegna nel mercato con lo sviluppo di una destinazione turistica poli-prodotto, non più solo mare ma anche nuraghi insomma, con ricadute per l’economia dell’Isola. Con il riconoscimento Unesco promosso dall’associazione “La Sardegna verso l’Unesco” l’Isola potrebbe accrescere la propria notorietà anche per le sue risorse archeologiche e culturali identificandosi nell’immaginario collettivo mondiale come un territorio nel quale alle risorse ambientali si affiancano risorse culturali di enorme pregio e uniche al mondo. È quanto emerge dall’analisi del Crenos sviluppata nel volume “Patrimonio nuragico e sviluppo della Sardegna: cultura, identità e turismo”, scritto da Raffaele Paci e Andrea Zara e pubblicato dalla casa editrice Arkadia, che presenta i principali risultati dell’attività di ricerca e analisi svolta tra il 2021 e il 2023 nel contesto della predisposizione del dossier richiesto per il riconoscimento della civiltà nuragica nel patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. L’eventuale inserimento nella lista dei beni patrimonio dell’umanità rappresenta un’occasione per certificare a livello globale il valore e l’unicità dei monumenti della civiltà nuragica. Una certificazione che non riguarderebbe i soli 32 monumenti candidati – uno è Barumini che ha già il riconoscimento dal 1997 – ma l’intera civiltà nuragica. Gli autori dello studio, così come tutti coloro impegnati nel progetto, sono convinti che la candidatura non debba riguardare solo i territori dei 32 siti candidati, ma debba essere analizzata e valutata un più ampio contesto di sviluppo economico dell’intera regione e incardinata nel solco dell’attuale e futura programmazione economica relativa alla valorizzazione economica del patrimonio archeologico e culturale. Secondo questa prospettiva bisogna rafforzare le strategie regionali di programmazione economica e coordinare quelle di sviluppo locale, quali la programmazione territoriale che ad oggi, nei soli territori interessati, ha impegnato 21 milioni di euro per finanziare 70 interventi di riqualificazione e valorizzazione delle strutture connesse alle emergenze archeologiche. È necessario quindi incorporare la valorizzazione dei monumenti candidati in un processo di sviluppo dell’intero territorio regionale che, secondo una visione sistemica e unitaria, integri l’archeologia con l’ambiente, il paesaggio, le tradizioni e l’identità storica e culturale dell’Isola finalizzato alla creazione intorno alla risorsa millenaria di un prodotto turistico di matrice culturale. Nella sua presentazione, il presidente dell’associazione Pierpaolo Vargiu ha sottolineato l’importanza della massima collaborazione, come del resto registrata in questi anni, per valorizzare il grande patrimonio nuragico. Al dibattito che ne è seguito, hanno preso parte Ilaria Portas, assessora alla Cultura, Francesco Pigliaru, dell’Università di Cagliari e Crenos e già presidente della Regione, Gianfranca Salis, della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna, Daniela Falconi, presidente dell’Anci Sardegna e Giuseppe Meloni, vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla Programmazione. Nel corso del suo intervento, l’assessora Portas ha sottolineato come “Il progetto rappresenta il valore dell’unità, portando un messaggio di comune interesse di tutta la Sardegna. La valorizzazione dei beni culturali necessità di risorse e in tanti anni, dal 2017 in poi, si è lavorato molto per dare conoscenza e migliorare la fruizione con nuove tecnologie oltre che realizzare progetti di approfondimento della storia nuragica e della Sardegna nelle scuole. Un lavoro come questo è molto importante ed è solo l’inizio perché il nostro passato deve essere conservato, tramandato alle generazioni”. Il vicepresidente Meloni, infine, ha sottolineato come “il progetto sia strategico e ci potrà permettere di raggiungere il riconoscimento dell’Unesco. Con questo studio – ha rimarcato – abbiamo un ulteriore leva di sviluppo per la valorizzazione della Sardegna che, grazie a progetti strategici possibilmente di lungo periodo, come la Programmazione territoriale, possono veramente porre basi concrete di cultura, identità e turismo, con un lavoro di collaborazione tra istituzioni, in particolare i Comuni, e i privati. “Dobbiamo pensare sicuramente ad una rete che lavori costantemente, – ha concluso Meloni – perché il riconoscimento Unesco è solo il punto di partenza. Non ci devono essere su questo parti politiche, perché siamo e saremo tutti dalla stessa parte, dalla nostra parte, quella della Sardegna”.
Il link alla segnalazione su Sardiniapost: https://lc.cx/wwKBvl