VIncenzo Soddu


Invisibili

Alessandro è un insegnante, ha cinquant’anni e sta attraversando la più classica delle crisi di mezza età. Appena separatosi dalla moglie Elena ‒ con la quale il rapporto continua solo per sporadici litigi e menzogne ‒ è perfettamente conscio di essere innamorato di Maria, suo primo amore e insegnante come lui. Forse mantiene in vita questo intreccio di relazioni complicate come antidoto contro la solitudine, o come risposta alla morte di suo padre. Poi c’è un incubo ricorrente che racconta tutta la sua sensazione di inadeguatezza: nel sogno esce di casa, e si accorge solo strada facendo di aggirarsi fra i passanti in mutande. A partire dalle vacanze estive Alessandro ha iniziato a fare tappa fissa al Bahia Café, un locale piccolo e pienissimo di gente dove nessuno si ferma troppo a lungo per notare la quantità enorme di alcolici che lui ingurgita. Un vizio latente, quello del bere, che improvvisamente si è fatto fin troppo ingombrante. Con l’inizio della scuola, fra lezioni e rituali dell’apprendimento, Alessandro riesce quasi a dimenticarsi della sua amica bottiglia, forse perché ha il cervello impegnato, perché è meno solo o perché si sente vincolato da qualche obbligo morale verso i suoi studenti. Non appena giungono le vacanze di Natale fatalmente ricomincia a bere, e scopre che la birra rispetto al whisky ha il vantaggio di lasciargli almeno una parvenza di lucidità. Il sette gennaio arriva in fretta, e Alessandro totalmente demotivato deve ritornare in quella Terra di Nessuno che è l’aula scolastica, quando da pochi giorni sua moglie ha ottenuto non solo il divorzio, ma anche la casa.
Classe 1962, il cagliaritano Vincenzo Soddu è laureato in Lettere e vanta un’esperienza trentennale nel mondo della scuola. Alla sua passione verso il lavoro di insegnante, Soddu ha quasi subito affiancato la sua altra grande inclinazione naturale, quella per la scrittura. Nel corso degli anni di attività ha pubblicato Una pergamena in sardo e latino (una sorta di saggio storico-narrativo contenuto in Templari, crociate, giudicati e ordini monastico-cavallereschi nella Sardegna medioevale), il romanzo La neve a Gaza (edito da Caracò) e Un’isola da bere, il titolo dato al sesto numero della rivista letteraria “Mieleamaro”. Leggendo Invisibili verrebbe automatico chiedersi quanto Soddu abbia attinto all’esperienza diretta di insegnante nel corso della scrittura del romanzo, e quanto di suo ci sia nel personaggio di Alessandro. Nell’introduzione, a precisare che l’oggetto del libro è in primis la scuola più che il protagonista, vengono chiamati in causa due scrittori ben noti come Domenico Starnone ed Eraldo Affinati.
In questo romanzo il personaggio paradigmatico, e a tratti stereotipato, del cinquantenne separato e alcolizzato trae nuova linfa dalla combinazione con un altro ruolo abbastanza simile a un cliché, quello dell’insegnante stanco, disilluso e che non sa come assolvere al suo ruolo educativo, perché si sente superato dai tempi e non sa gestire al meglio il rapporto con gli alunni. Ne viene fuori qualcosa di interessante, malgrado gli slanci di originalità siano abbastanza limitati.

Giulio Papadia



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