Arkadia Editore, 2020 – Da un irresistibile scrittore cubano, il primo romanzo di una trilogia. Le scorribande di un caraibico mezzosangue, corsaro e ribelle, per mari, deserti e isole esotiche e nordiche, nella seconda metà del 1500.
Uberto Eco, monaco, uomo di mondo e mentore di giovani promesse: un omaggio del cubano Fernando Velázquez Medina al filologo italiano, autore de Il nome della rosa e non solo, che dice mai premiato con il Nobel per la cultura mentre altri lo hanno ricevuto non per le lettere ma per le canzoni e l’hanno pure snobbato. Non nasconde un cenno critico a Bob Dylan lo scrittore, polemista, america-latinista, firma brillante e impertinente del romanzo Caribe, pubblicato ad aprile dell’anno scorso da Arkadia Editore di Cagliari (collana Xaimaca Jarama, 294 pagine), nella buona traduzione di Riccardo Ferrazzi e Marino Magliani. Frate Uberto Eco di Alessandria è l’educatore del protagonista, un meticcio cubano che conosciamo prima anziano e dopo ritroviamo tredicenne, in una vita ch’è tutta un’avventura, picaresca e corsaresca, opera del letterato emigrato negli Stati Uniti, anche critico cinematografico. Settant’anni non sembrano pesargli: Medina non riesce a tenere a freno la sua penna caustica ma elegante. Il romanzo è pieno di echi di provenienza diversa, dai classici d’ogni tempo ai film, all’architettura maya. La vita di Dieguito – raccontata da Don Valdes, Diego anziano – è l’antiracconto della storia dei Caraibi, propinatoci a uso e consumo del mondo anglosassone. Nato all’Avana nel 1550, un secolo e mezzo dopo l’approdo dell’ammiraglio Colom, il giovane non ha studiato eppure impara dalle sue esperienze. Girare il mondo lo rende un guerriero, un leader. In Europa diventa il patriarca Valdes. In avvio, rivela in perfetto olandese a un capitano dei Paesi Bassi – il Don parla cinque lingue, anzi sette se si aggiungono l’indio dei cannibali e il latino – d’essere stato catturato giovane da certi corsari europei e di avere navigato con loro in oceani e mari, toccando l’Africa, le Fiandre e le Isole del lontano Nord come l’Islanda, a caccia di grandi cetacei. Si sottrae alla richiesta dell’interlocutore di rivelare particolari su come sia stato catturato dai corsari e come abbia fatto a liberarsi. Non avrebbe creduto di certo nell’apprendere dei luoghi che aveva conosciuto. Ma raccontare ha rimesso in movimento i suoi ricordi. E comincia a scriverli. Ha navigato in mari tanto caldi da ribollire sotto il sole dei Tropici o tanto gelati da spegnere un uomo in non più di due minuti se ci fosse caduto dentro. E deserti, tempeste mostruose. E poi preziosi e ricchezze senza uguali e senza fine. Ha visto gente di razze diverse e di costumi vari, anche contrastanti, animali favolosi. Ha conosciute sapienze più profonde di quelle apprezzate in Europa. Il mondo è più strano di di quanto pensiamo e molto più di quanto potremmo pensare, diceva bene l’amico Bill, il commediografo inglese. El mar de los canibales: il titolo originale del romanzo evoca l’esotismo dello scenario del racconto. Diego è nato a San Cristobal de la Havana, nella Baia di L’Avana, da un indio maya e una mulatta, a sua volta generata da una donna di colore e da un hidalgo castigliano. Nonostante il colorito olivastro, viene considerato un uomo libero e la sua famiglia è rispettata. La mamma gestisce un’osteria e lui è uno dei pochi a saper leggere. Divora i classici di tutti i tempi che frati, ufficiali e notabili in transito lasciano in cambio di cibo e bevande. Un suo padrino è un alfiere, un ufficiale molto considerato a Cuba e l’appartenenza dell’uomo alla Fratellanza Militare sarà decisiva per sottrarre il ragazzino all’Inquisizione, che gli avrebbe fatto fare una misera fine, per uno strano pasticcio in cui era del tutto innocente. Lo avvia altrove, affidandolo al capace e non osservante frate Uberto, che appartiene a un ordine sconosciuto ed è il maestro giusto per impartire una formazione arricchita da una mescolanza delle migliori conoscenze e virtù. Si diceva della polemica dell’autore nei confronti della storia raccontata a uso e consumo dei vincitori. Fernando la rovescia totalmente. Don Valdes riflette sui decreti reali che dal cuore della Spagna trasformano in contrabbando commerci altrove leciti. E chi li conduce diventa un fuorilegge. Sulla popolazione caraibica e sui traffici di tutto l’impero gravano dazi asfissianti, che arricchiscono la Corona e i mercanti della Casa della Contractation di Siviglia, con i suoi soci, nobili e clero. Per gli indigeni e i sudditi più coraggiosi, il contrabbando è una necessità, pur di vendere i prodotti a un prezzo vantaggioso. Essere clandestini, sfidare le Corti di giustizia e gli inquisitori vuol dire sentirsi liberi, al diavolo la forca e il rogo. Chi acquista la loro merce sono luterani, calvinisti, ugonotti e inglesi antipapisti, tutti “eretici”. In questo modo, diventano due volte eversivi, ribelli tanto nei confronti del governo spagnolo che dei precetti della Chiesa cattolica e apostolica. Sfuggendo alla ragazza che aveva causato la sua rovina, a tanti pericoli, ai cani che lo braccano, Diego incontra soldati vestiti in un modo mai visto e con vessilli mai incontrati. Sono inglesi e l’uomo che gli si avvicina, protetto da un gruppo di ufficiali soldati e marinai. Abbigliato molto distintamente, con barba e baffi ben curati e un berretto di pelle, è sir Francis Drake, il corsaro al servizio della regina d’Inghilterra Elisabetta I. Caribe è il primo romanzo di una trilogia.
Felice Laudadio
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Leggendo Lutto di Edgardo Scott (Arkadia, collana Xaimaca Jarama, 2021) ci si accorge che anche le grandi distanze creano lo stesso modo di essere, a volte ci interroghiamo su come si vive in altre parti del mondo, se la vita è uguale alla nostra o se le differenti condizioni morali e culturali creano reazioni diverse. No, da questo libro traiamo il pensiero che l’uomo non solo si somiglia fisicamente ma è anche quell’animale che si muove e ragiona tutti alla stessa maniera, qualunque sia la collocazione geografica. L’autore racconta la vita di un uomo piccolo borghese che sposato a Susana e con la quale porta avanti una piccola attività lavorativa commerciando in mobili ed elettrodomestici. Un giorno durante la sua momentanea assenza dei malviventi rapinatori irrompono nel suo negozio e minaccino la moglie. Caricano su un furgoncino quanta più mercanzia che Chiche, il nostro protagonista, teneva esposto per la vendita. Chiche che stava rientrando accortosi di ciò che stava accadendo, con freddezza sale nell’appartamento sul negozio dove viveva con la moglie e la figlia, si arma di pistola che deteneva scende e fa fuoco sui malviventi, i quali rispondono agli spari uccidendo la povera moglie. L’uomo inizia una nuova vita, fatta di quotidiana inutilità con frequentazioni piatte avvolte in una apatia pesante. La presenza di un suo amico che viveva con la vecchia madre non serviva altro che a centrare di più le grigie giornate che si assommavano, la figlia adolescente alla quale dare attenzioni che fino a quel momento era stato compito della povera defunta. Il tempo trascorreva generando nell’uomo tristezza, nonostante avesse nel tempo intrecciato una nuova relazione con una matura e piacente donna del quartiere. La vita scorreva senza alcuna novità se non la sete di vendetta che gli era rimasta dal giorno del conflitto a fuoco. il quartiere si popolava sempre più di delinquenza, la figlia cresciuta sceglie di andare a vivere col proprio fidanzato, la donna che frequentava chiede di ufficializzare l’unione, il suo amico si impicca dopo aver perso la madre. Per Chiche non rimase altro che armarsi nuovamente e uscire di notte per fronteggiare quella delinquenza che si era impadronita della vita della povera gente. Ciò che aveva pensato, si realizza: avviene uno scontro che lo vede vittorioso e vittima al contempo. Colpito a morte chiude gli occhi convinto finalmente di essere vivo dopo una vita da morto. Questo romanzo potrebbe benissimo essere ambientato in qualunque parte del mondo anche se l’autore lo rappresenta nella sua Patria. Libro con molta profondità di carattere morale. Scritto con bravura e per nulla banale. Arrivato all’ultima rigati domandi se non potrebbe essere la storia tua anche se vivi altrove.
L’autore
Edgardo Scott argentino del ’78 nato a Lanús, nella provincia di Buenos Aires, appartiene alla generazione di autori che si sono affermati dopo l’ultima grande crisi economica e politica argentina del 2001. È stato fondatore e membro del Grupo Alejandría che nel 2005 inaugurò un movimento di letture pubbliche e cicli letterari di narrativa che influirono anche in campo sociale e politico.
Salvatore Massimo Fazio
Il link alla segnalazione su Letto, riletto, recensito: https://bit.ly/3AFGvDA
Tempo di scegliere i libri per l’estate e quindi partiamo subito con un bel carico di novità in libreria! Le news letterarie di questa settimana le apriamo con una bella esclusiva targata Black Coffe: Finché non ci ammazzano di Hanif Abdurraqib, una raccolta di saggi scritti tra il 2016 e il 2017 che ripercorrono la cultura popolare degli USA in questi anni cruciali. Per Edizioni dell’Asino ritorna invece Goffredo Fofi, grande personalità culturale italiana, che, ne Il buon educatore, raccoglie soggetti e sceneggiature mai realizzate. Un ottimo modo per ripercorrere molti dei temi sociali e politici cari a Fofi. In occasione del Pride Month, Fandango fa uscire questo bellissimo volume, un fumetto reportage, per spiegare la storia e le dinamiche del pensiero queer e LGBTQ+: si chiama Queer – una storia per immagini ed è firmato dall’attivista Meg John Barker e dalla fumettista Julia Scheele. Con Arkadia Editore e Edgardo Scott affrontiamo un tema universale, il dolore per la perdita di una persona cara e la solitudine di noi tutti esseri umani. Il romanzo è Lutto, ed è la storia di Chiche, uomo solo e desolato. Ci tuffiamo invece nel baseball con il libro di Emily Nemens, Cactus league, edito da 66thand2nd. Sport diffusissimo in America, con atleti osannati e seguiti. E con uno sguardo acuto Nemens racconta proprio questo, e così racconta anche gli Stati Uniti. Parliamo di fuoco e di cambiamento climatico con il nuovo libro di Martín Caparrós, La fine dell’era del fuoco, edito da Einaudi, in cui l’autore argentino s’interroga sui cambiamenti in corso negli ultimi anni. Edizioni BD, che pubblica fumetti, manga e romanzi fantasy/fantascienza, ha un nuovo progetto editoriale, 451, tutto dedicato alla fantascienza contemporanea: si inizia con Relazioni, raccolta di racconti curata da Sheila Williams e si prosegue con il maestro Alan Moore e Al Ewing. Aspiranti scrittori! Avete tempo fino al 12 luglio per partecipare al primo contest letterario estivo targato biró. Seguiteli e scoprite tutto nella loro bio. Torna invece a Roma il festival di Alegre, Contrattacco – festival di letteratura sociale, dal 18 al 20 giugno!
Il link alla segnalazione su The Bookish Explorer: https://bit.ly/3wzJ0EX
Settimana da leggere quella da martedì 15 a lunedì 21 giugno che riprende e richiama anche due bei libri che sarebbero dovuti uscire il 10, ma a causa dello sciopero nazionale dei distributori, sono slittati in avanti. Ed eccoli qui, “Lutto” di Edgardo Scott come ‘Libro contro copertina’, pubblicato nella collana xaimaca jarama di Arkadia editore e un nuovo volume su chi ha sacrificato molte delle sue ore a sostegno della salvezza di quelle persone che hanno rischiato di morire di covid: Agnese Tancredi pubblica per Fefè edizioni “Ricordati di respirare. Io, infermiera Covid in prima linea”. È anche una settimana che dedichiamo ad Armando Editore che il 15 giugno esce con 4 volumi. Poi spazio al padre dell’ermeneutica Gadamer proposto da Marietti 1820, a Mark Crilley pubblicato da Tunué e al Libro copertina La guerra fantasma di Sara Reginella, ExOrma Edizioni. Nuovo volume per la collana The Passenger di Iperborea: è la volta della Svizzera. Il ritorno di Amleto De Silva per Les Flaneurs con un romanzo dedicato ad un personaggio mitologico del pugile e FVE Edizioni a 100 anni da Gioia! di Annie Vivanti inaugura la ripubblicazione dell’autrice morta a Torino.
Non perdiamo tempo, accingiamoci alla conoscenza delle nostre proposte editoriali.
Libro contro copertina: Edgardo Scott, Lutto, Arkadia Editore
Un tempo la libertà, l’onore e la rivoluzione erano utopie sociali. Per qualcuno rappresentavano cause per cui dare la vita, per altri parole d’ordine e idee che formavano la morale dell’epoca. “Lutto”, che ha come tema l’insicurezza, è il negativo di tali utopie. Nel paesaggio violento e marginale della periferia di Buenos Aires, Chiche subisce un furto nel negozio di elettrodomestici che ha ereditato dal padre. La sua reazione causa una sparatoria che provoca la morte di sua moglie. A partire da quel momento, i suoi giorni trascorrono in un’apatia popolata da fantasie di vendetta che neanche la presenza della figlia, del suo vicino e unico amico Miguel e di altre due donne, riuscirà ad alleviare. Perché Chiche non è semplicemente un vedovo, né un solitario, ma un uomo profondamente solo.
Agnese Tancredi, Ricordati di respirare. Io, infermiera Covid in prima linea, Fefè edizioni
«Quando ho iniziato a scrivere questo libro, avevo solo il bisogno di mettere su carta la mia sofferenza, la mia paura e la mia angoscia. Era il mio modo per liberarmi di un fardello troppo pesante da portare sulle spalle. Avevo bisogno di energia positiva per affrontare questa sfida, i pensieri negativi andavano rimossi ma non volevo dimenticare nulla di quello che mi stava capitando, avevo bisogno di rivedere a distanza la mia esperienza per comprenderla meglio.»
Il diario di Agnese, infermiera del reparto Covid all’ospedale di Bologna, che ripercorre dal marzo 2020 al 7 aprile 2021 i momenti più aspri e difficoltosi della pandemia che ha messo in ginocchio il mondo, ma anche gli incontri e le storie dei malati, quelle dei colleghi e dei famigliari. Tanti anni in Ospedale mi hanno insegnato che fare il nostro lavoro vuole certamente dire avere studiato, essere coscienziosi e attenti, ma che è indispensabile anche saper comunicare, offrire un sorriso, stringere una mano. E Agnese, nel girone infernale che è stato il suo reparto in quei mesi – come tanti altri in Italia e nel mondo –, ci dimostra come questo sia possibile, e sia ciò che fa la differenza; perché una delle cose che più ha colpito tutti noi, in questa catastrofe, è stato, oltre al numero dei morti, il modo in cui si moriva: soli. Agnese e i suoi colleghi hanno cercato di alleviare quella solitudine, con tatto e umanità. In queste pagine troverete tutto: l’incredulità e lo sconcerto dei primi momenti, l’impreparazione, la disperazione, ma anche la forza, la tenacia, l’empatia. (Dalla prefazione di Ottavio Davini)
Nata a Lecce, Agnese Tancredi ha vissuto a Milano e ora in provincia di Bologna, dove è infermiera Covid-19 in un ospedale di medie dimensioni. Infermiera professionale da 25 anni, ha lavorato in strutture geriatriche e al San Raffaele di Milano. Madre di una bimba di 7 anni. Ottavio Davini. Torinese, primario medico radiologo, per cinque anni Direttore sanitario dell’Ospedale Molinette. Membro di varie società scientifiche, autore di oltre cento pubblicazioni e di vari libri, due tra gli ultimi Il prezzo della salute (Nutrimenti) e Nella bolla del virus (Neos). Il racconto completo del Covid direttamente dalla prima linea. In appendice, il dottor Ottavio Davini, medico di Torino, smonta punto per punto le obiezioni al vaccino anti-Covid 19 (con consiglio di lettura!).
15 giugno, sei titoli per Armando editore
Franco Ferrotti, La bulimia dei media. Da protesi dell’uomo a macchine diaboliche, Armando Editore
Franco Ferrarotti, uno dei più importanti sociologi italiani, torna con un libro estremamente attuale dedicato ai mezzi di comunicazione di massa. I media non mediano. Informano e deformano. Stimolano e deconcentrano. Sono strumenti di conoscenza, ma anche di manipolazione. Inducono ad agire prima di pensare. Chi li governa? A chi appartengono? Sono onnipresenti e territoriali. Un potere tiranno. Questo libro è un segnale d’allarme che non si fa illusioni. Franco Ferrotti è professore emerito di sociologia all’Università di Roma La Sapienza; vincitore del primo concorso bandito in Italia per questa materia. Responsabile della divisione “Facteurs sociaux” all’OECE (ora OCSE) a Parigi, è fondatore, con Nicola Abbagnano, dei “Quaderni di sociologia” (1951) e dal 1967 dirige “La Critica sociologica”. Nel 2001 ha ricevuto il premio per la carriera dall’Accademia nazionale dei Lincei. Tra le sue ultime pubblicazioni, nelle nostre edizioni, Potere e autorità, Il pensiero involontario, Oltre il razzismo, Dalla società irretita al nuovo umanesimo, Confronti e interscambio fra le culture.
Maria Teresa Russo, Henri Bergson educatore. Virtù intellettuali, insegnamento, saperi umanistici, Armando Editore
Nonostante la distanza temporale che ci separa da Bergson, la questione del ruolo delle discipline umanistiche in rapporto a quelle scientifiche e della validità formativa dell’insegnamento della filosofia, non solo non ha perso interesse, ma è ancora più viva nell’odierno panorama politico e culturale. Gli scritti poco esplorati di Bergson educatore, professore di Filosofia per ben sedici anni nella scuola secondaria (1881-1897), costituiscono un prezioso contributo a una riflessione su questi temi e, più in generale, sull’arte di pensare, intesa come sintesi di virtù intellettuali ed etiche. Il volume intende fornire alcune chiavi di lettura, attraverso l’analisi dei suoi discorsi agli studenti per la fine dell’anno scolastico, degli appunti dei corsi liceali a Clermont-Ferrand e a Parigi e del confronto con alcune lettere di recente edizione. Protagonista nel dibattito sulle riforme dell’istruzione, sia nelle istituzioni accademiche che nello stesso parlamento francese, Bergson ci mostra che il lavoro intellettuale, in quanto inseparabile dalla fedeltà al reale e dal rifiuto dell’approssimazione, è responsabilità del pensiero e possiede un autentico spessore morale. Maria Teresa Russo è professore associato di Filosofia Morale e Bioetica presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre. È membro del comitato scientifico di riviste italiane e internazionali: «Per la Filosofia», «Critical Hermeneutics», «Aurora. Papeles del Seminario María Zambrano». Le sue ricerche vertono su questioni di etica nella filosofia spagnola e francese contemporanea, e di antropologia del corpo e della salute, con particolare riguardo al pensiero femminile. Tra le sue pubblicazioni: The human body as a problem in post-modern culture (2020); Esperienza ed esemplarità morale. Rileggere Le due fonti della morale e della religione di Henri Bergson (2018); Alla ricerca del bene e del meglio. Etica ed educazione morale in Julián Marías (2016).
Marina D’Amato, Paternità. Nuovi padri in bilico tra alleanze e complicità, Armando Editore
Chi sono i nuovi padri della generazione 5.0? Che cosa sperano? Come interpretano il loro ruolo? C’è davvero una frattura tra le generazioni precedenti e quest’ultima? Siamo forse alla fine di uno status? Si sta veramente prefigurando un nuovo ruolo? Questo libro affronta un tema cardine della società mettendo in evidenza come la paternità sia sintomo manifesto del profondo cambiamento della contemporaneità. Le riflessioni pluridisciplinari che compongono il testo affrontano il tema offrendo risposte e aprendo nuovi interrogativi. Professoressa ordinario di Sociologia (Università Roma Tre; Università Telematica San Raffaele), Marina D’Amato insegna anche nelle università di Parigi: Sorbona René Descartes, Nanterre, Vincennes. Coordina il comitato Recits, Fiction et Societé dell’AISLF, di cui è membro del direttivo. Già Direttore dell’Osservatorio Nazionale dell’Infanzia, membro della Commissione UNESCO per l’Integrazione Sociale e per i Beni Immateriali, responsabile Ufficio Minori della Presidenza del Consiglio (1993-1994), membro del Consiglio Nazionale degli Utenti e ha condotto ricerche in Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Belgio, Tunisia e Moldavia sui temi dell’immaginario, della comunicazione, delle politiche culturali e dell’infanzia. Tra le pubblicazioni più recenti: Utopia. 500 anni dopo (2019); Ragioni e Sentimenti (2016); Ci siamo persi i bambini (2014); La mafia allo specchio (2013); Musei e identità sociale (2012); Finzioni e mondi possibili (2012); Immaginario e satanismo (2009); Telantasie: la mondialisation de l’imaginaire (2009).
Aldo Di Lello, Sovranismo sociale. Il debito pubblico è solo un numero, Armando Editore
«Con l’austerità di bilancio l’uomo non sarebbe mai andato sulla Luna». Aldo Di Lello demolisce in questo libro «l’ideologia della penitenza» che domina i governi europei. Non è vero che l’abbattimento del debito pubblico produce crescita. Decenni di tagli alla spesa sociale hanno ridotto la ricchezza degli italiani. L’«ossessione del pareggio» imposta dai governi “frugali” e dai banchieri dell’eurozona ha prodotto enormi devastazioni sociali. Gli esorcismi lanciati contro il sovranismo -denuncia l’autore- nascono dalla cattiva coscienza delle classi dirigenti, che non sanno rispondere alla rabbia causata dall’austerity. A dispetto di chi riduce il sovranismo alla «paura» anti migranti, questo libro indica proprio nella rabbia sociale l’origine della rivolta che ha terremotato la politica. È una «rivolta di lunga durata», destinata a mettere sotto stress i governi anche in futuro. Il sovranismo sociale è lo sbocco naturale di questa ribellione. Sbaglia-secondo l’autore- chi ha creduto di vedere nel governo Draghi la fine del sovranismo in Italia. Si tratta di un «esecutivo di tregua, non di svolta». Il libro è diviso in tre parti. Nella prima, dal titolo “L’aggressione”, è ricostruita l’ascesa del neocapitalismo «a trazione finanziaria». Ne sono denunciate la potenzialità «eversiva» (svuotamento della democrazia), la tendenza alla «frode» (i salvataggi bancari a danno dei cittadini), la prevaricazione ideologica (delegittimazione delle idee di Stato e nazione). Nella seconda parte, dal titolo “La reazione”, è descritta la rivolta contro le élite. L’identità nazionale è individuata come la cultura degli impoveriti della globalizzazione in contrapposizione al cosmopolitismo dei ceti privilegiati. Nella terza parte, dal titolo “Il laboratorio”, è lanciata la proposta di cancellare dalla Costituzione l’obbligo di pareggio di bilancio, «approvato nel 2012 da un Parlamento sotto il ricatto dei poteri globali». Solo una forza trasversale può realizzare un simile obiettivo. «Al di là della destra e della sinistra c’è il sovranismo sociale». L’invito dell’autore è a cambiare mentalità. «Occorre cominciare a pensare sovranista: il vero deficit non è nel bilancio, ma nei ritardi sociali e infrastrutturali causati dall’austererity».
Aldo Di Lello, giornalista e saggista, dal 1989 al 2008 è stato il responsabile delle pagine culturali del “Secolo d’Italia”. Nel 2004 ha fondato la rivista di geopolitica “Imperi”. Nella XVI legislatura, dal 2008 al 2013, ha fatto parte dello staff del presidente della Camera Gianfranco Fini come collaboratore culturale. È autore di diversi libri sui conflitti dell’era globale: “Geofollia” (2001), “L’utopia con la toga” (2002), “Prima guerra globale” (2002), “Lo strappo atlantico” (2003), “Il codice dell’Apocalisse” (2015).
Due i libri di Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani per Armando Editore
Morte a Via Veneto. Storie di assassini, tradimenti e Dolce Vita
Via Veneto, la Dolce Vita. E tutto il loro corredo di immaginario collettivo. Ma quel ruggente periodo è stato anche altro. È stato, ad esempio, anche cronaca nera. In quegli stessi anni in cui un Sogno Italiano prendeva forma e diventava leggenda, proprio in quella strada avvenivano due delitti destinati ad entrare nella Storia Nera del Novecento Italiano. Uno è il caso Wanninger, l’altro il caso Bebawi. Curioso: in entrambi, le vittime sono straniere. Come a voler provare, dimostrare quasi, lo spessore internazionale che via Veneto aveva assunto in quegli anni. Wanninger è un delitto che sembra uscito dalla penna di uno scrittore. 1963. Un grido scuote un palazzo di via Emilia. La portinaia che sale a vedere incontra per le scale l’assassino e ci parla. Sul pianerottolo trova una giovane tedesca, Christa Wanninger, venuta a Roma a cercare una fortuna non ancora trovata e finita in un lago di sangue. Bebawi è un delitto che fa epoca. 1964. Un facoltoso industriale egiziano, giovane e affascinante, Farouk Chourbagi, viene trovato assassinato e sfigurato nel suo ufficio di via Lazio. La polizia sospetta l’amante della vittima e suo marito. Due delitti successi a trenta metri l’uno dall’altro, entrambi casi limite della Giustizia italiana: Wanninger risolto venticinque anni dopo, Bebawi protagonista di un clamoroso verdetto con annessa fuga degli imputati all’estero… Un libro e un’indagine basati sull’esame dei fascicoli originali delle due inchieste e dei processi che ne seguirono, che nessun altro aveva potuto consultare prima di oggi.
Omicidio a Piazza Bologna Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti
11 settembre 1958. Una donna, Maria Martirano, viene trovata strangolata nel suo elegante appartamento di via Monaci, a Roma, dietro piazza Bologna. Sembra un omicidio per rapina: è solo l’inizio del più straordinario giallo del dopoguerra. Giorno dopo giorno entrano in scena, sempre tallonati da cronisti in cerca di notizie, polizze milionarie, un marito imprenditore in difficoltà economiche, un sicario con la faccia da bravo ragazzo, un commissario che è un mastino. E poi un medico che ha rifiutato di uccidere, un viaggiatore dalla memoria di ferro, una domestica che ha visto tutto, un operaio che non ha impronte digitali, un ragioniere che sapeva da mesi, due uomini che camminano al contrario. La morte della Martirano sembra il risultato di un piano incredibile, giocato sul filo dei minuti di una combinazione di aerei e treni che corrono nella notte; un piano mosso dal desiderio di arricchirsi e da quello di sbarazzarsi di una donna non amata. Spuntano fuori strane prove dopo un anno e mezzo e testimoni che, più che chiarire, confondono la vicenda. Per la polizia i responsabili possono essere incastrati, è tutto chiaro. Ma sarà vero? Ci saranno processi e sentenze, c’è un enorme errore giudiziario, c’è l’ipotesi del coinvolgimento dei servizi segreti. Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani, dopo aver investigato sul caso Girolimoni, su quello Bebawi, sul caso Wanninger, tornano con una nuova indagine, la più completa mai tentata sul più straordinario delitto del Novecento italiano: il caso Fenaroli.The Pa
Fabio Sanvitale è nato nel 1966 a Pescara. È giornalista investigativo, esperto di casi storici della cronaca nera italiana ed internazionale. Ha studiato criminologia con Franco Ferracuti e Francesco Bruno. Ha scritto per “Il Tempo”, “Il Messaggero”, “Detective”. È consulente del Cepic. Ha scritto, con Vincenzo Mastronardi, Leonarda Cianciulli. La Saponificatrice. Nelle nostre edizioni ha pubblicato in collaborazione con A. Palmegiani Un mostro chiamato Girolimoni. Armando Palmegiani è nato nel 1965 a Roma. Esperto della Scena del Crimine. Si è laureato in Psicologia Clinica ed ha studiato criminologia con Vincenzo Maria Mastronardi. Nel corso della sua carriera si è occupato di molti casi di cronaca, tra i quali, la bomba di via dei Georgofili, nel 1993 a Firenze, l’omicidio di Marta Russo, l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ha pubblicato in collaborazione con F. Sanvitale Un mostro chiamato Girolimoni.
Le uscite di mercoledì 16 giugno
The Passenger – Svizzera – Iperborea
Temuta e invidiata, spesso caricaturizzata, idealizzata o ridicolizzata: che paese è realmente la Svizzera? L’interesse verso l’eccezionalità elvetica è tornato di grande attualità con l’entrata in vigore della Brexit, un motivo in più per The Passenger per lanciarsi nella sfida di svelare un luogo intrigante, anche perché famoso per i suoi segreti, quello bancario su tutti. Nel frattempo è stato rimosso ma ne rimangono altri, come il muro di discrezione che protegge la più grande collezione d’arte del mondo, che riusciamo a infrangere grazie a un reportage di Isabelle Mayault. Il volume si apre con un’intervista allo scrittore Peter Bichsel, storica voce critica e controcorrente che si interroga proprio su questo: l’anima del paese. Spesso sono gli stessi svizzeri a essere corresponsabili della diffusione di un’immagine distorta di paradiso rurale e alpino da cartolina, tematica che affrontiamo grazie a Oliver Scharpf che ha dedicato un intero libro ai miti svizzeri, da Heidi al coltellino, e di come hanno contribuito ad alimentare l’industria del turismo. Quest’idillio di sole, chalet e prati fioriti non corrisponde del tutto alla densità di centri urbani, peraltro abitati dalla percentuale più alta di immigrati in Europa dopo il Lussemburgo: uno su quattro. Lo scrittore di origini camerunensi Max Lobe ci racconta cosa significa integrarsi e affannarsi per provare a diventare un «bravo svizzero». Le procedure per ottenere la cittadinanza, come si sa, sono tra le più rigide al mondo e così molti si limitano a fare i frontalieri in un paese incastonato tra le montagne che è tutto un confine: tra cantoni e stati europei, tra comunità linguistiche e religiose. Yari Bernasconi, poeta e giornalista, ci porta in tre crocevia simbolo: Ginevra, Basilea e Chiasso. A proposito di diversità linguistiche e culturali non poteva mancare un contributo in romancio, è quello di Leo Tuor che racconta le montagne tra i Grigioni e il Ticino con gli occhi di chi le vive da vicino: pastori e cacciatori. Oltre alle quattro lingue ufficiali ce n’è una quinta che in realtà è la più parlata di tutte – un altro segreto, ma questa volta di Pulcinella – il dialetto svizzero tedesco. Glorificato come «lingua del cuore», secondo Irena Brežná, scrittrice senza peli sulla lingua – è il caso di dirlo – ha invece un retrogusto sovranista e provinciale che tende a escludere chi non lo mastica. La Svizzera è primatista europea nell’accoglienza di turisti che affrontano un viaggio di sola andata, quello per ricorrere al suicidio assistito, garantito dall’approccio laico e libertario dello stato, raccontato in prima persona da Daniel de Roulet, autore di un romanzo sul ricorso all’eutanasia da parte di sua madre. Infine, per comprendere la Confederazione elvetica, non possiamo non affrontare due capisaldi della sua identità: la democrazia diretta, spiegata dall’autorevole storico Georg Kreis, e l’esercito, sviscerato dal giornalista della Radio Svizzera Enrico Bianda.
Le uscite del 17 giugno
Amleto De Silva, Il pugilatore, Les Flaneurs
Charles L. Liston, detto Sonny, viene dichiarato morto il 5 gennaio del 1971. Nessuno, ancora oggi, sa esattamente quando e come è morto. Forse un infarto, anche se era relativamente in buona salute. Nei suoi trentotto anni di vita, considerato tra i più grandi pugili di tutti tempi, ha conseguito il titolo di campione mondiale dei pesi massimi dal 1962 al 1964 e resta il primo pugile a sfidare Muhammad Ali. Sonny l’analfabeta, l’alcolista, il pregiudicato, l’ex galeotto, l’orso cattivo, il pugile della mafia. Sonny il genio che faceva invidia ai geni (scrittori, giornalisti, politici, osservatori) americani. Liston ha avuto tante vite quanti pugni in faccia.
Amleto De Silva le racconta tutte. Senza risparmio, con uno sguardo che scava nella vita di chi «si lanciava sempre, comunque, come una bestia feroce, contro chiunque gli si parasse davanti sul ring. Anche in allenamento. Sempre. Comunque». Il pugilatore è anche il racconto del nostro Paese, di un’epoca e di una generazione che si è vista sbarcare in casa propria un’America priva di disincanto. Spregevole per certi versi, e forse più vera per altri.
Annie Vivanti, Gioia!, FVE Edizioni
Con “Gioia!”, a cento anni dalla prima edizione, Fve editori inaugura il recupero in catalogo dell’opera di Annie Vivanti. “Com’è possibile che tutto questo consapevole brio, tutta questa modernissima leggerezza, questo senso quasi di superiorità di genere, quest’ironia pungente, appartengano ad una scrittrice vissuta nei primi decenni del secolo scorso, una ragazza del 1886?” (dalla prefazione di Lidia Ravera). Un tormentato scambio epistolare tra uno scultore e una poetessa, una Vigilia di Natale inaspettata, una storia d’amore che comincia dalla fine, un potere miracoloso che si trasforma in una condanna, lo spiazzante incontro con un famoso serial killer, il destino di una coppia sposata in mano a una formica, una lezione sul fare attenzione a ciò che si desidera e infine un ritratto dell’uomo Giosuè dietro al poeta Carducci, senza dimenticare il Giosuè Cavallo e la Regina Margherita. Sono questi gli otto racconti di “Gioia!”, un testo ricco di colpi di scena che incalza continuamente i lettori e le lettrici esortandoli a non fermarsi alle apparenze. Con lo stile diretto ed esuberante che la contraddistingue, Vivanti fa emergere tutta la complessità e le sfumature dei rapporti umani, e ce le restituisce nella loro versione più sincera.
Annie Vivanti (Londra 1866 – Torino 1942), scrittrice poliglotta e cosmopolita, protagonista della vita intellettuale d’Italia, Inghilterra, Svizzera e Stati Uniti, fu autrice di romanzi, racconti, poesie e testi per musica. Tra le grandi voci femminili della letteratura italiana d’inizio Novecento insieme a Grazia Deledda, Ada Negri e Matilde Serao, Vivanti esordì nel mondo letterario con la raccolta poetica Lirica, pubblicata da Treves con prefazione di Giosuè Carducci, che le valse un importante riconoscimento da parte del pubblico e della critica. Tra le sue opere di maggior successo ricordiamo “I divoratori”, “Naja Tripudians”, “Terra di Cleopatra”, “Mea culpa”, “Il viaggio incantato”. Con “Gioia!”, a cento anni dalla prima edizione, Fve editori inaugura il recupero in catalogo dell’opera di Annie Vivanti.
Libro copertina:Sara Reginella, Donbass. La guerra fantasma nel cuore d’Europa, ExOrma
Un reportage che racconta la dimensione umana di una guerra combattuta da persone comuni, miliziani atipici. Il reportage narrativo di Sara Reginella, psicoterapeuta e regista, ci catapulta nella regione del Donbass, sul confine russo-ucraino. Lì, nelle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, è in atto una guerra che la scarsa attenzione dei media occidentali ha reso quasi invisibile, una guerra “fantasma”: un conflitto in corso dal 2014 che ha provocato migliaia di vittime e che ha visto l’Ucraina spezzarsi in due, da quando le popolazioni del Donbass si sono opposte al cambio di governo avvenuto a Kiev, da una parte ritenuto un golpe, dall’altra una rivoluzione democratica. Ad anni dallo scoppio del conflitto, i combattenti delle autoproclamate Repubbliche popolari del Donbass continuano a scontrarsi con l’esercito di Kiev. Sara Reginella ha un forte legame con il mondo e la cultura russi, ha viaggiato a lungo in quelle terre. Attraverso i social e i post di un amico russo, Mark, vede foto di bombardamenti e palazzi distrutti. Così decide di partire per capire cosa sta succedendo davvero nel Donbass. Non si fida di quel poco che i media trasmettono. In questo reportage racconta la dimensione umana di una guerra combattuta da persone comuni, miliziani atipici: Tanya, in colbacco e mimetica, è un’adolescente arruolata tra le truppe cosacche; Milagros è una giovane madre di origine argentina che da Mosca è giunta volontaria a Lugansk; Boris, ex programmatore informatico, adesso impugna un kalashnikov col volto coperto da un passamontagna; Iana, eletta tra le donne più belle d’Ucraina, è ora volontaria nei quartieri più pericolosi di Donetsk. Dopo lunghi interrogatori al confine e la sensazione di irrealtà del primo ingresso in territorio bellico tra quartieri bombardati e la vita dei bambini negli scantinati, percorrendo le terre del bacino del Donec, Sara Reginella incontrerà i comandanti della brigata “Fantasma” e combattenti come Igor, sopravvissuto alla strage del 2 maggio 2014 a Odessa, quando ha visto morire i suoi compagni nel rogo. Ultima tappa di questa testimonianza sul campo, la spettrale colonia penale di Chernukhino, devastata dall’artiglieria, dove Sara incontra “Starij – l’anziano” che da ex prigioniero è passato al ruolo di recluso volontario. Il suo congedo sarà l’incontro in un sottopassaggio ferroviario con il “Maestro”: un uomo che vive e dipinge per strada e testimonia la guerra attraverso disegni di Ufo, bombardamenti, alberi magici, uomini neri e dorati, in un racconto in cui frammenti di sé e del nostro tempo si uniscono in un’unica realtà fantastica, consacrata da una lucida follia. Al rientro in Italia Sara Reginella sceglie la via dell’impegno attivo per contribuire a svelare una guerra tutt’ora in corso che rischia di essere ignorata, e realizza un documentario, “Start Up a War. Psicologia di un conflitto”, che ha vinto premi in festival internazionali. Sara Reginella nasce ad Ancona nel 1980. Lavora come psicologa a indirizzo clinico-giuridico e come psicoterapeuta. Nel 2015 avvia la sua carriera di documentarista in territori di guerra e nel 2016 si diploma in Regia e sceneggiatura presso l’Accademia nazionale del cinema di Bologna. Tra i suoi progetti, “Le stagioni del Donbass” con lo scrittore Nicolai Lilin, il reporter Eliseo Bertolasi e il vignettista Vauro, ha ottenuto nelle piattaforme online centinaia di migliaia di visualizzazioni, in particolare nella Federazione russa. Il suo ultimo documentario, “Start Up a War”. Psicologia di un conflitto, ha conquistato selezioni ufficiali e premi nei festival internazionali di tutto il mondo.
Mark Crilley, La mia ultima estate con Cass, Tunué
Nominato 14 volte per l’Eisner Award, 3milioni di iscritti al canale YouTube, 400 mila followers su Facebook, 78 mila su Instagram e 1 milione di visualizzazioni su Deviant Art. Sono questi i numeri di Mark Krilley, autore di “La mia ultima estate con Cass” in uscita il 17 giugno per Tunué. Negli USA per settimane primo nella classifica Amazon. Una storia appassionante sulla forza dell’amicizia, sulla crescita e sul valore dell’arte come espressione del proprio io. IL LIBRO Megan e Cass sono cresciute insieme. Ogni anno, le loro famiglie andavano in vacanza nel Michigan, dove le ragazze si rilassavano in riva al lago e disegnavano, dagli scarabocchi da bambine ai ritratti della loro adolescenza. Dopo il trasferimento a New York per la separazione dei genitori, Cass invita Megan a passare l’estate con lei a Brooklin. Megan accetta con gioia, ma la Cass che troverà non è la stessa di quand’erano bambine: è un’artista ribelle, uno spirito libero, senza regole, perfettamente integrata nella grande città. Le ragazze iniziano a collaborare su un dipinto che sarà presentato in una mostra in una prestigiosa galleria locale. Ma quando un segreto viene alla luce e una di loro supera il limite la loro amicizia riuscirà a sopravvivere? Mark Krilley autore e l’illustratore di più di quaranta libri, tra cui diversi acclamati graphic novel. I suoi lavori sono stati pubblicati su USA Today, Entertainment Weekly e su CNN Headline News.I suoi popolari video tutorial sul disegno sono seguiti da milioni di utenti. Vive nel Michigan con sua moglie, Miki, e i figli, Matthew e Mio.
Riccardo Dottori (A cura di), Hans-Georg Gadamer, L’attualità del bello. Studi di estetica ermeneutica, Marietti 1820
Gli scritti raccolti in questo volume consentono di seguire il costante interesse di Gadamer per i significati teoretici dell’esperienza estetica. L’asse portante è costituito dall’ampio saggio «L’attualità del bello», dedicato al problema della legittimazione dell’arte nel mondo contemporaneo e incentrato sui temi del gioco, del simbolo e della festa. Nella seconda parte compaiono altri scritti più brevi, tesi a ridefinire la peculiarità e la centralità dell’esperienza estetica. I testi proposti nella terza e nella quarta parte fanno emergere il significato ermeneutico di due forme artistiche particolari, la pittura e la poesia, attraverso analisi estremamente raffinate, come quelle dedicate alla celebre Tempesta di Giorgione o al Ciclo di Kafka del pittore Willibald Kramm.
Hans-Georg Gadamer (1900-2002), filosofo tedesco, allievo di Paul Natorp e Martin Heidegger e tra i maggiori esponenti dell’ermeneutica filosofica, è stato professore di Filosofia a Lipsia, Francoforte e Heidelberg. Nel catalogo Marietti 1820 sono disponibili i volumi: Interpretazioni di poeti 1, La dialettica di Hegel, I sentieri di Heidegger e Studi platonici (due volumi).
Salvatore Massimo Fazio
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TRAMA
Un tempo la libertà, l’onore e la rivoluzione erano utopie sociali. Per qualcuno rappresentavano cause per cui dare la vita, per altri parole d’ordine e idee che formavano la morale dell’epoca. “Lutto”, che ha come tema l’insicurezza, è il negativo di tali utopie. Nel paesaggio violento e marginale della periferia di Buenos Aires, Chiche subisce un furto nel negozio di elettrodomestici che ha ereditato dal padre. La sua reazione causa una sparatoria che provoca la morte di sua moglie. A partire da quel momento, i suoi giorni trascorrono in un’apatia popolata da fantasie di vendetta che neanche la presenza della figlia, del suo vicino e unico amico Miguel e di altre due donne, riuscirà ad alleviare. Perché Chiche non è semplicemente un vedovo, né un solitario, ma un uomo profondamente solo.
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Nato nel 1978 a Lanús, nella provincia di Buenos Aires, appartiene alla generazione di autori che si sono affermati dopo l’ultima grande crisi economica e politica argentina del 2001. È stato fondatore e membro del Grupo Alejandría che nel 2005 inaugurò un movimento di letture pubbliche e cicli letterari di narrativa che influirono anche in campo sociale e politico. Ha pubblicato il romanzo breve No basta que mires, no basta que creas (2008), il libro di racconti Los refugios (2010), i saggi Caminantes (2017) e Por qué escuchamos a Stevie Wonder (2020) e i romanzi El exceso (2012) e Luto (2017). Apprezzato da Ricardo Piglia come uno degli autori più “lucidi e innovativi degli ultimi anni”, Scott è traduttore, editore per Clubcinco ediciones e collabora con diversi quotidiani argentini. Vive in Francia.
Abbiamo voluto aprire questa nostra rassegna mensile con un progetto speciale: la nascita di una rivista cartacea a forma di libro nata con l’obiettivo di “spiegare le cose” che ci circondano. E seguendo il filo tracciato da questo progetto, abbiamo deciso di dare ampio respiro alla saggistica e a una certa narrativa. I testi proposti toccano diversi temi, dai problemi legati ai cambiamenti climatici, passando per il razzismo e arrivando a oggetti che sono stati simbolo della libertà femminile, fino all’analisi dei mutamenti sociali e culturali per mezzo della musica che ne è stata lente di ingrandimento. Ad attendervi ci saranno anche storie che trattano il tema della morte con quella giusta dose di irriverenza e sarcasmo; e ancora, testi perduti e poi ritrovati, così come romanzi brillanti di autori esordienti.
Buona lettura!
Libri in uscita a giugno 2021
Cose spiegate bene. A proposito di libri a cura di Arianna Cavallo e Giacomo Papi
Il primo numero di questa stupenda rivista cartacea realizzata dal Post in collaborazione con la casa editrice Iperborea ha quale tema l’oggetto libro: quante e di chi sono le case editrici e perché utilizzano tutte il medesimo font? Come avviene il conteggio delle copie nelle classifiche pubblicate? Rispondono a questi e ad altri quesiti personalità come Concita De Gregorio, Giacomo Papi, Francesco Piccolo, Michele Serra, Luca Sofri, Chiara Valerio e la redazione del Post. Le illustrazioni sono di Giacomo Gambieri.
In libreria dal 3 giugno per Post in collaborazione con Iperborea.
Scostumate. Marisa Padovan. Storie di amori e di bikini di Paola Jacobbi
Il libro di Paola Jacobbi traccia la storia di un oggetto, simbolo di femminilità e di libertà: il bikini. Nel corso dei decenni questo elemento di abbigliamento è mutato al mutare del gusto, del concetto di pudore e di scandalo. Lo sa bene Marisa Padovan che, dal 1967 nella sua bottega romana, ha fatto della creazione di costumi da bagno una vera e propria arte, apprezzata dalle star del cinema e dalle principesse e da tutte le donne che nel camerino del suo negozio si sono spogliate anche delle insicurezze.
In libreria dal 1. giugno per Sperling & Kupfer.
Capelli, lacrime e zanzare di Namwali Serpell
Old Drift si affaccia sul fiume Zambesi, poco lontano dalle Cascate Vittoria. È il 1904 e Percy M. Clark si trova nella stanza di un hotel dall’altra parte del fiume, in preda ai deliri febbrili fa un errore le cui conseguenze hanno ripercussioni sulle sorti di un albergatore italiano legandole a quelle di un garzone africano. Tre sono le famiglie zambiane coinvolte: una nera, una bianca e una mista le cui vicende si intrecciano nel corso di un secolo. Qui fiaba, romanticismo e fantascienza si avvicendano facendo di questo libro una saga familiare vivace in cui tante brevissime storie sono concatenate e formano una storia più grande, quella della nascita dello Zambia.
In libreria dal 24 giugno per Fazi Editore.
Saggio erotico sulla fine del mondo di Barbascura X
Con un linguaggio caustico e sfrontato il ricercatore chimico Barbascura X narra i cambiamenti climatici del nostro pianeta. Per farlo si avvale di un personaggio sui generis, Rino Bretella, l’ultimo uomo sulla terra, che per un errore spazio-temporale avvenuto nella sua cucina viene mandato in un futuro molto lontano. Una commedia tragicomica in grado di tracciare in maniera vivida il manifesto autodistruttivo e megalomane della specie umana.
In libreria dal 22 giugno per Mondadori.
Vento caldo di Ugo Moretti
Uscito per la prima volta 1949, vincendo nello stesso anno il premio Viareggio, torna in libreria il romanzo d’esordio del poeta Ugo Moretti con una prefazione di Marco Lupo, autore di Hamburg, edito da il Saggiatore. È senza nome, il protagonista di Vento caldo; fa il muratore e ha una madre prostituta. Dedica le notti alla lettura bulimica di libri, con una smania che è la stessa di chi è preda dell’esistenza. Poi un giorno incontra una borghese e se ne innamora. Quando lei gli chiede il nome, un leggero scirocco arriva da sud, fa sì che le nuvole si addensino e gli si imprima nel cuore, e allora lui sceglie il suo nome: Vento Caldo; com’è lui, com’è la sua esistenza: imponderabile. È così che lascia la sua stanza in affitto e va a vivere a casa di un pittore conosciuto per caso, trova lavoro in una tipografia. Vuole conquistare la sua amata e per un po’ sfiora la ricchezza, ma poi tutto svanisce.
In libreria dal 4 giugno per readerforblind.
Uccidiamo lo zio di Rohan O’Grady
Pubblicato per la prima volta nel 1963 e rimasto celato per colpa di una certa critica moralizzatrice, che accusava questo romanzo di immoralità, gli è stato riconosciuto soltanto di recente il ruolo di antesignano di romanzi dai tratti gotici come quelli di Lemony Snicket e di Douglas Lindsay. Questo libro di Rohan O’ Grady, pseudonimo della scrittrice June Margaret O’ Grady Skinner, è ambientato su un’isola incantevole dove Barnaby, un ragazzino orfano ed erede di una cospicua fortuna, sta trascorrendo le sue vacanze estive. Suo zio, perfido tutore, vuole liberarsi del nipote uccidendolo. L’unico modo per Barnaby di salvarsi è uccidere suo zio prima che sia lui a farlo. A dargli una mano c’è l’amica Christie. Un romanzo, definito dal The Washington Post, “allegramente sinistro”.
In libreria dal 17 giugno per WoM Edizioni.
Segnali di vita. La biografia de La voce del padrone di Franco Battiato di Fabio Zuffanti
La voce del padrone è l’undicesimo album di Franco Battiato e quando esce spiazza tutti, perché è il suo lavoro più pop, fatto di musiche ammalianti e testi ermetici; per esempio, cosa vorrà mai dire quel “cerco un centro di gravità permanente”?
Un progetto musicale folle e visionario, tale è il disco più amato e più venduto (oltre un milione di copie) di Battiato. E in questo libro Fabio Zuffanti mostra il dietro le quinte di questo disco, dalla copertina, passando per le musiche fino all’ambiente socioculturale.
In libreria da fine giugno per Baldini+Castoldi.
Il buio non fa paura di Pier Lorenzo Pisano
Gabriele è un bambino che vive insieme ai suoi genitori e ai due fratelli. Un giorno viene messo in punizione dalla mamma che, nel tentativo di portargli un po’ di latte, scompare nel buio. Nel frattempo una creatura misteriosa che si trova all’interno del bosco sta uccidendo tutti gli animali. Il padre di Gabriele insieme agli altri adulti decidono di inoltrarsi nel bosco e Gabriele li segue di nascosto. È qui che il buio lo avvolge. Lui però non ha paura perché l’oscurità ha lo stesso odore della mamma. Un romanzo, finalista al Premio Calvino 2020, che utilizza gli archetipi della fiaba mescolandoli agli elementi tipici del romanzo di formazione.
In libreria dal 3 giugno per NNEditore.
Liquefatto di Hilary Tiscione
Protagonista di questo romanzo d’esordio è Maddalena, una donna che galleggia sulla superficie di un’esistenza instabile e priva di emozioni, tra alcolismo e abuso di stupefacenti. Un giorno riceve un biglietto di andata e ritorno per Los Angeles da Romano, il suo compagno, che tradisce continuamente. Maddalena parte, sebbene abbia appena scoperto di essere incinta; è accompagnata dalla sua amica Lia e raggiunge Tito, una conoscenza di vecchia data. I tre decidono di andare a Las Vegas attraversando il deserto del Mojave. Una volta giunti all’hotel El Cortez, Maddalena dovrà fare i conti con sé stessa e con i turbamenti interiori.
In libreria dal 15 giugno per Alessandro Polidoro Editore.
E questo cuore non mente di Levante
Anita è una giornalista di successo, ma con una vita sentimentale disastrosa. L’ultimo, in ordine di tempo, è Marco, un tipo senza alcun segno particolare, uno che piace a tutti ma che nessuno ricorda. Invece Anita ricorda, eccome: la prima volta che lui l’ha fatta ridere o quando si sono sbronzati insieme. Ma Anita ricorda anche i silenzi, i momenti in cui lui la lasciava fuori dal suo mondo e tutti i motivi che hanno determinato la fine di questa storia. E ora che lui non c’è più, Anita vuole soltanto tenere il suo cuore al riparo.
In libreria dall’8 giugno per Rizzoli.
Sirene di Ivonne Mussoni
Ivonne Mussoni torna in libreria con questa seconda raccolta poetica incentrata su un archetipo che da Omero passando per Andersen ha affascinato il nostro immaginario: la sirena. È la voce di quest’ultima a passare per tutti i componimenti poetici, come un canto che dagli abissi risale in superficie per mostrare gli spiriti del mare. Questo libro si fa testimone di un’età della vita in cui “a nessuno è permesso rimanere innocente”.
In libreria dal 17 giugno per Giulio Perrone Editore.
Un bel quartiere di Therese Anne Fowler
Questo libro, che ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico negli Stati Uniti, ci offre la possibilità di capire meglio cosa voglia dire essere neri in America oggi. L’ambientazione è quella di una cittadina tranquilla nella Carolina del Nord. A Oak Knoll abita Valerie, una professoressa di silvicoltura, e suo figlio Xavier. Valerie adora tutto del suo quartiere, soprattutto la vegetazione rigogliosa che lo circonda e quella quercia che svetta nel suo giardino. Tuttavia, poco tempo prima una ditta di costruzioni ha abbattuto tutti gli alberi per fare spazio a un enorme edificio in cui abitano i suoi nuovi vicini, i Whitman, che sono totalmente diversi da lei e dalla sua famiglia. Un romanzo all’interno del quale si incrociano i temi dell’ambientalismo, del razzismo e della giustizia.
Traduzione di Ada Arduini.
In libreria dal 17 giugno per Neri Pozza.
L’altro mondo. La vita in un pianeta che cambia di Fabio Deotto
Nonostante il cambiamento climatico abbia finito per essere, da qualche anno a questa parte, un problema la cui soluzione non è più differibile alle generazioni future, fatichiamo a considerarlo un fatto concreto o a sentire quella paura in grado di dare avvio all’azione: l’atteggiamento da parte nostra è pressoché di indifferenza. E lo siamo perché tale è la natura umana. E per tale motivo che l’obiettivo di questo libro è di condurre il lettore in un viaggio attraverso storie di persone che subiscono già oggi gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici e di un pianeta surriscaldato. Un reportage narrativo, che è in parte anche un’indagine personale dell’autore sul nostro modo di vivere odierno, fatto di limiti cognitivi e culturali.
In libreria dal 16 giugno per Bompiani.
Topografia di Sylvie Richterová
Uscito per la prima volta in Italia edito da Edizioni e/o, Topografia torna in libreria con una traduzione aggiornata e una postfazione firmata da Massimo Rizzante. Questo libro è una mappa di luoghi e vite che si intrecciano con l’esistenza dell’autrice in un decennio, quello degli anni Settanta, molto complicato per la Cecoslovacchia. Questo libro è anche, secondo le parole di Kundera, “un viaggio del proprio io verso l’essenza di quello che l’io ha vissuto, dove l’io individuale si perde per farci toccare l’esistenza umana, le sue possibilità universali”.
Traduzione di Caterina Graziadei.
In libreria dal 9 giugno per Rina Edizioni.
Come in cielo, così in mare di Giovanni Gusai
La mattina dopo i festeggiamenti per la sua laurea, Antine riceve una notizia inaspettata dai genitori: la nonna paterna e mai conosciuta è deceduta. Il padre di Antine non torna in Sardegna da trent’anni e adesso bisogna andare per il funerale. Il ragazzo, intrigato da quel luogo così misterioso e familiare al tempo stesso, decide di fermarsi più a lungo e da solo, trovandosi un lavoretto estivo a Locòe, un paesino dove gli abitanti mormorano e si chiedono cosa ci faccia il figlio di Salvatore lì. Antine comprende che attorno alla sua famiglia aleggia un segreto che lui vuole scoprire. Un romanzo d’esordio che parla di radici, di lontananze e di audacia, una storia di silenzi generazionali fra chi è partito e chi invece ha deciso di restare.
In libreria dal 10 giugno per SEM.
Belladonna di Annalena McAfee
È una sera d’inverno quando Eve decide di perdersi tra le strade londinesi così come fa, passo dopo passo, tra i suoi ricordi. È stata la musa di Florian Kiš, il celebre pittore che la consacrò nel suo dipinto monstre sacre, e da allora non è stata più in grado di affrancarsi da quel ruolo, troppo stretto per Eve che è anche un’artista. Dopo la relazione con Florian, ha incontrato il suo futuro marito e ha lasciato che il ruolo di madre e moglie soffocassero la sua arte; fino a oggi, perlomeno, quando ha finalmente deciso di preparare la sua opera più importante, quella che la consacrerà agli occhi di tutti.
La traduzione è curata da Daniele Petruccioli, candidato al Premio Strega 2020 con La casa delle madri, edito da TerraRossa Edizioni.
In libreria dal 22 giugno per Einaudi.
Finché non ci ammazzano di Abdurraqib Hanif
Il 2016 e il 2017 sono stati anni fondamentali per la storia politica e culturale dell’America. L’autore decide di analizzarli attraverso il filtro della musica e della cultura popolare di quel periodo. Va a un concerto di Bruce Springsteen dopo essere stato al memoriale di Micheal Brown, un afroamericano assassinato dalla polizia. Narra la storia dei Fall Out Boy intrecciandola a quella di un suo compagno scomparso. Ripercorre il rapporto del presidente Barack Obama con la generazione di rapper neri odierni. In questi saggi l’autore traccia un quadro frastagliato e multiforme della società americana di oggi.
Traduzione di Federica Principi.
In libreria dal 16 giugno per Edizioni Black Coffee.
Lo zio cadavere di Ian Macpherson
Hayden McGlynn torna nella sua Dublino per prendere parte al funerale dello zio Eddie, deceduto alla veneranda età di ottantasei anni. Osservando il cadavere di suo zio si accorge di una strana ferita sulla testa e di una ringhiera rotta e Eddie sospetta un omicidio. Decide, pertanto, di improvvisarsi detective accompagnato da tre zie un po’ strane e un narratore inaffidabile e invadente che perde spesso la trama – letteralmente! – per andare dietro a personaggi marginali e che appassionano soltanto lui.
Traduzione di Cristina Cigognini.
In libreria dal 10 giugno per 8TTO Edizioni.
Gli altruisti di Andrew Ridker
Fino a poco tempo prima Arthur Alter, professore precario di ingegneria, ha condotto una vita pressoché tranquilla con una moglie devota, due figli, Ethan e Maggie, e un’amante sua collega. Poi però è accaduto che sua moglie, prima di morire e dopo aver scoperto l’infedeltà del marito, lo ha lasciato senza alcuna eredità, al punto che Arthur non è più in grado nemmeno di pagare il mutuo e cominciare una relazione di coppia. I figli invece una volta finiti gli studi vivono a New York e ciascuno è alle prese con le proprie difficoltà personali: Ethan con un problema di alcol che cela dietro la sua passione per i microbirrifici di tendenza; Maggie con un’ossessione per il volontariato e per il rifiuto del denaro, anche se poi non riesce a farne a meno. Finché un giorno il padre non decide di organizzare un fine settimana riconciliatore che si rivela una vera e propria resa dei conti. Un romanzo d’esordio su come sia difficile essere altruisti oggi.
In libreria dal 17 giugno per Guanda.
Lutto di Edgardo Scott
Nella periferia degradata e violenta di Buenos Aires, Chiche gestisce il negozio di elettrodomestici che ha ricevuto in eredità da suo padre, quando al suo interno ha luogo una sparatoria che uccide la moglie. Da qui in poi le sue giornate sono fatte di apatia e sentimenti di vendetta che nemmeno le cure di sua figlia, del suo vicino e del suo unico amico Miguel e di altre due donne sono in grado di eliminare. Poiché Chiche non è soltanto un vedovo, è soprattutto un uomo la cui esistenza è permeata di una profonda solitudine.
Traduzione di Alessandro Gianetti.
In libreria dal 10 giugno per Arkadia Editore.
Le terre inabissate riaffiorano di M. John Harrison
Considerato tra i più importanti esponenti della cosiddetta “New Wave Science Fiction” e del “Weird”, Harrison torna in libreria dopo un’assenza durata sette anni con un romanzo vincitore del Goldsmiths Prize 2020. Shaw è un cinquantenne alle prese con un esaurimento nervoso e vive nella stanza di una pensione a Londra. Una sera in un pub incontra Victoria che ha perso da poco la madre e vuole trasferirsi nelle Midlands. Fra i due inizia una strana relazione. Ma ci sono anche tanti dubbi, come quelli che riguardano la morte della madre di Victoria o la presenza di un libro misterioso, The Water Babies.
In libreria da fine giugno per Edizioni di Atlantide.
Andare per caffè storici di Massimo Cerulo
Nati su ispirazione dei coffehouse inglesi, i caffè italiani hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione sociale poiché, al contrario di quanto avveniva nei salotti aristocratici, qui vi si poteva accedere anche senza essere invitati. Erano pertanto luogo di libertà di parola e di incontro senza distinzione di classe, soprattutto costituivano i nuovi incubatori della società borghese e di avanguardie artistiche, nonché di movimenti politici nuovi. L’autore conduce il lettore lungo un viaggio attraverso caffè storici quali il veneziano Florian, il padovano Pedrocchi, il torinese Al Bicerin o il romano Antico Caffè Greco.
In libreria dal 3 giugno per il Mulino.
Non muoiono le api di Natalia Guerrieri
Anna vive un’esistenza serena, fatta di un buon lavoro e di una bella casa con un giardino in cui sua figlia Andrea gioca osservando le ultime api ancora in vita. Anche Leonard ha un’esistenza agiata in una zona ricca della città. Tutto cambia quando un attacco hacker dà l’avvio a una guerra, qualcosa di ormai dimenticato nella società in cui i tre vivono. Anna viene reclutata tra le fila dell’esercito e Andrea è costretta a nascondersi con sua nonna per sopravvivere. Leonard comprende che il privilegio non basta senza la conoscenza. I tre devono ristabilire un rapporto con il passato e con le persone amate se vogliono trovare la forza di lottare e di creare un luogo in cui non muoiono le api.
In libreria dal 10 giugno per Moscabianca Edizioni.
Quaderno dei fari di Jazmina Barrera
Al centro di questo curioso saggio c’è il faro, una costruzione che ha segnato e affascinato l’opera di moltissimi autori nel corso dei secoli. L’autrice messicana, vincitrice del premio Latin American Voices, intraprende un dialogo ideale con personalità del calibro di Omero, passando per Walter Scott, Stevenson e i più recenti Franzen e Wallace, per riflettere sulla scrittura, la letteratura e il collezionismo. Un viaggio in cui “il faro è direzione, mai punto di arrivo”.
Traduzione di Federica Niola.
In libreria dal 24 giugno per La Nuova Frontiera.
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Il romanzo di Laura Freixas ritrae un Paese complesso, unito ma diverso in cui i pregiudizi ostacolano amicizia e comprensione dell’altro. Un affresco familiare sulle relazioni tra la Catalogna e le altre regioni di Spagna.
Busto Arsizio – Laura Freixas scrittrice e traduttrice è nata a Barcellona nel 1958, cresciuta in Catalogna ma con profondi legami con la Castiglia, ha portato in Spagna le opere di Amos Oz ed Elfriede Jellinek. Attiva sostenitrice della letteratura femminile ci regala “Gli altri sono più felici”, l’opera che le ha dato notorietà. Ho deciso la lettura solo per il titolo. Questo romanzo ritrae un Paese complesso, unito ma diverso in cui i pregiudizi ostacolano l’amicizia e la comprensione dell’altro. L’autrice ha scritto un bellissimo affresco familiare sulle relazioni tra la Catalogna e le altre regioni di Spagna.
… Aurea è una ragazza che vive a Madrid ma le sue origini sono in un paese della Mancia, la desolata e ventosa terra di Cervantes e quello che sembrava un colpo di fortuna per la protagonista, convinta dalla madre a passare un’estate sulla Costa Brava “dai cugini ricchi”, farà germogliare un malessere che porterà la protagonista a cambiare il corso della sua vita. “In casa non li chiamavano i Soley, ma i cugini catalani. Beh era mia madre che li chiamava così, mio padre diceva “i catalani” e basta. Con un tono come quando il signor Soley diceva “Minyona”, domestica in catalano: come se si togliesse qualcosa dalla bocca di ripugnante… Diceva i catalani con ironia, come se suonasse un campanello, di quelli che si usavano in antichità per avvisare dell’arrivo di un lebbroso. Era una specie di messaggio morse. Un messaggio che io non capivo, ma che ovviamente mia madre sì. Appena mio padre diceva “i catalani” con quel tono lì, immediatamente mia madre saltava su e cominciava a parlare dei “pezzenti” e diceva: vuoi che tua figlia continui a passare tutte le estati da pezzente? Mio padre non rispondeva, abbassava il capo e continuava a mangiare. Mio padre, adesso che ci penso, non discuteva mai con mia madre, si limitava a lasciare che quelle frasi, che sembravano piene di maiuscole – “Tua figlia… Tutte le estati della Sua Vita…” – morissero da sé, si spegnessero per assenza di pubblico. Povera mamma dopo che aveva fatto di tutto perché i Soley, finalmente, m’invitassero a passare l’estate con loro”.
A molti anni di distanza Aurea cercherà di rispondere a tante domande legate a quell’estate ricca di scoperte e avvenimenti, conversando con una testimone nascosta di quei giorni, una ragazza inglese che aveva trascorso solo poche ore in casa dei cugini ricchi. Trovo che questo romanzo fotografi situazioni senza tempo e… “Si, è vero… Era quello che pensavo e che, forse penso ancora, non saprei… Ma nel caso dei Soley… adesso, non ne sono più tanto sicura. In fondo, che ne sappiamo noi degli altri”?
Francesca Boragno
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