«Cerco di tenere un po’ di distanza dai miei personaggi, ma anche di accettarli per come sono». Così Roberta Poggio ha raccontato il cuore di Onora il figlio, romanzo d’esordio presentato a Mondovì, in piazza Santa Maria Maggiore. Un incontro intimo e partecipato, con il pubblico che ha riempito ogni spazio della sala – e qualcuno è rimasto fuori – per ascoltare una voce autentica della narrativa contemporanea…
La segnalazione su Provincia Granda
Libri e Fumetti Lo scrittore e attivista palermitano, uno che ha trasformato un bar in un caffè letterario, a distanza di tre anni torna per i tipi di Arkadia con “I disconnessi”, romanzo che sta facendo discutere per le posizioni dubbiose sulla potenza tecnologica: «I disconnessi riscoprono il potere dell’agire collettivo, quello che spero avvenga alle giovani generazioni». Il 14 novembre, alla Feltrinelli di Catania, Ficarra dialogherà sul romanzo col compagno di squadra in SideKar Vladimir Di Prima
“I disconnessi”, nuovo romanzo del palermitano Davide Ficarra – pubblicato dall’editore sardo Arkadia (pp. 268, € 17,00) nella collana SideKar, considerata nel mercato editoriale la più “Rock’nRolla” in Italia – supera di gran lunga in argomento e stile il precedente “Palazzo Leoni”, pubblicato sempre da Arkadia, romanzo sì esilarante ma non ancora da prova d’autore. Con “I disconnessi”, Ficarra la prova l’ha superata e a pieni voti! Approfondendo il testo vengono esplorati in modo coinvolgente il rapporto tra l’individuo e la modernità digitale e la sconoscenza che sta creando qualcosa di grande: quest’ultimo aspetto ci riporta con potenza alla bellezza della vita, del fare per piacere e non per ottenere.
Ambientato in un’epoca in cui la connessione è tanto ubiquitaria quanto alienante, il libro dipinge un quadro sfaccettato e critico della nostra società tecnologica, mettendo in luce l’isolamento che spesso si cela dietro le schermate dei dispositivi connessi. La trama segue le vicende di un gruppo di personaggi apparentemente disconnessi tra loro ma legati da una sorta di destino comune: sono persone che, nonostante vivano in un mondo iperconnesso, si sentono estranee e lontane, intrappolate in una solitudine amplificata dalle tecnologie che, invece, li dovrebbero unire.
Davide Ficarra
Accolti nel suo bar a Palermo, dove commercia in parole e caffè (sono tanti gli incontri letterari che l’autore organizza), Davide Ficarra è ben donde lieto di rispondere alla nostre domande su questo romanzo innovativo e molto coraggioso.
Grazie per l’accoglienza Davide. Vorrei esordire chiedendole se questa sua nuova opera, tracciata da uno stile rigoroso e allo stesso tempo emotivamente incisivo dipingendo i contorni di un mondo dove le relazioni autentiche sembrano sempre più sfuggenti e le vite dei protagonisti sono segnate dalla difficoltà di trovare una vera connessione, si pone come testo che possa scuotere le coscienze?
«Scrivo sempre per la necessità di raccontare una storia, dove inevitabilmente fa da cornice la mia visione del mondo. “I disconnessi” possono essere un buono spunto di riflessione».
I protagonisti entrano nel circuito del “Deep Control”. Nella fiction come nella realtà: che ruolo gioca il “Deep Control”?
«Non esiste uno solo, ma tanti, a volte in conflitto tra loro. Chi gestisce le enormi banche dati dove si stratificano tutte le nostre esperienze virtuali e reali? Dalla geolocalizzazione a ciò che acquistiamo utilizzando i pagamenti elettronici, dalla registrazione delle comunicazioni digitali a quelle ambientali, dalla cronologia di tutte le nostre navigazioni in rete all’archiviazione delle nostre email, nulla di ciò che facciamo sfugge al controllo. I disconnessi sottraggono dati, sfuggono al controllo e questo ovviamente non sta bene al sistema orwelliano in cui viviamo».
Quale dei due protagonisti incarna meglio il senso del movimento “disconnessi”?
«Entrambi! Ian è un pessimista cosmico, Matteo invece nel corso della storia si va ideologizzando e diventa sempre più convinto di ciò che pensa e dice. In un movimento occorrono entrambe queste visioni, quella che esprime certezze e quella che esprime principalmente dubbi».
Le figure femminili del romanzo che ruolo hanno nella costruzione del senso di libertà e comunità?
«Le donne del romanzo compiono le scelte più radicali, è una donna la leader dell’ala dura dei disconnessi, ma fondamentalmente il genere dei protagonisti non ha grande importanza nell’evolversi della storia».
Squarcio della prima nazionale de “I disconnessi”, tenutasi lo scorso 17 ottobre al bar Pickwick di Palermo (foto di Cecilia Giordano)
Militante e attivista a favore dell’ecologia e del benessere sociale, Davide Ficarra individua nel concetto di disconnessione, il cuore pulsante di questo romanzo. Non è solo un espediente narrativo, ma una lente attraverso la quale Ficarra osserva le dinamiche della vita contemporanea. I protagonisti vivono una crisi profonda, non tanto a causa di una mancanza materiale di relazioni, ma per l’incapacità di costruire legami veri, genuini. Ficarra ci mostra che le nostre connessioni virtuali, seppur in apparenza ricche di opportunità, sono in realtà sempre più superficiali, facili da manipolare, condizionate da logiche di “performance” piuttosto che da una reale volontà di comprendersi e sostenersi. Perché a suo parere nonostante la storia dei succitati ci ha insegnato i rischi, facendo profezia, siamo giunti al malessere causato dal mood tecnologico? «La tecnologia è piegata agli interessi economici e al controllo. Non abbiamo un solo grande fratello, ma una famiglia numerosissima di osservatori paranoici che compongono con la loro visione distorta una parte significativa della nostra realtà. Siamo liberi di nuotare, è vero, ma dentro un acquario».
Ficarra non si limita a criticare la società dei social network e delle comunicazioni istantanee, ma offre uno spunto di riflessione sulla nostra stessa incapacità di fermarci e ascoltare. La digitalizzazione ha portato con sé il paradosso – nuovamente – di un isolamento ancora più acuto: non siamo mai stati così vicini gli uni agli altri, eppure ci sentiamo più lontani che mai. La parola “disconnessione”, quindi, non riguarda solo il contesto tecnologico, ma si riflette nel nostro essere disconnessi da noi stessi e da chi ci sta intorno; e ancora, l’autore non si limita a tracciare il profilo di un’umanità smarrita. Il suo sguardo si fa anche sociologico, con una critica sottile e mai banale alla nostra ossessione per l’immagine e la visibilità online. I protagonisti sono costantemente alla ricerca di un’autenticità che sfugge loro tra le dita, persi in un mondo che premia l’apparenza e l’effimero. La scrittura di Ficarra è densa, stratificata, e spesso l’autore inserisce riflessioni più ampie sul nostro rapporto con la tecnologia, sul suo potere di modificare le nostre percezioni e il nostro modo di esistere.
Nel corso del romanzo, la solitudine dei protagonisti emerge in modo netto e doloroso: vuole annunciare la netta sconfitta dell’ascoltare a favore del putrido sentire?
«I disconnessi riscoprono il potere della socialità, dell’agire collettivo, quello che spero avvenga alle giovani generazioni. Sono irragionevolmente ottimista».
Davide Ficarra, a sinistra, con Patrizio Zurru, uno dei tre curatori della collana Sidekar di Arkadia, al SalTo nel 2022
Ogni personaggio del romanzo è un frammento di umanità, una tessera di un mosaico più grande che rappresenta le ansie e i desideri di chi vive nell’era digitale. C’è il giovane professionista che ha costruito la sua vita intorno al successo virtuale e alla popolarità sui social, ma che vive un vuoto interiore che nessun “mi piace” può colmare. C’è una donna di mezza età che cerca disperatamente un senso di appartenenza in un mondo che le sembra sempre più alieno, tanto più che le sue interazioni digitali le appaiono come una sorta di cortina fumogena, lontane dalla concretezza delle relazioni faccia a faccia, c’è un uomo che si sforza di rimanere “offline” nel tentativo di riconnettersi con sé stesso, ma che si rende conto che il vero “disconnettersi” implica molto più che staccare il Wi-Fi: è una rivoluzione interiore che richiede coraggio e consapevolezza. In breve con grande intelligenza, Davide Ficarra è riuscito a descrivere la solitudine senza cadere nel pessimismo assoluto.
Come si fa non oltrepassarlo questo pessimismo, o viceversa a superarlo, per affermarne uno ancora più potente (pessimismo cosmico di matrice leopardiana), e come è giunto a trovare sprazzi di luce?
«Viviamo dentro un caleidoscopio di realtà. Giriamo attorno alla nostra piccola parte colorata senza percepire il disegno geometrico complesso che contribuiamo a comporre. Occorre spezzare le linee».
Marettimo, 2023. Ficarra alla rassegna “Libri e letture al di qua e al di là del mare” con il libro “Palazzo Leoni”
La forza de “I disconnessi” risiede nella sua capacità di stimolare una riflessione profonda sulla nostra condizione di esseri umani immersi in un mondo che cambia a velocità vertiginosa. La tecnologia, nella sua impetuosa avanzata, ci ha fornito strumenti straordinari per interagire, ma ha anche modificato la nostra percezione del mondo e di noi stessi.
Lei ci invita chiederci come in un’epoca in cui siamo sempre connessi, che cosa significa essere veramente “presenti”? E soprattutto, siamo ancora capaci di entrare in relazione genuina con gli altri o siamo destinati a rimanere prigionieri di una rete che ci tiene lontani dalle cose che davvero contano?
«Siamo ancora animali sociali, scimmie sofisticate, niente di più».
Le contraddizioni degli esseri umani nel XXI secolo il Ficarra le pone in auge con semplicità rendendo il romanzo appetibile a qualsivoglia amante della lettura. Riesce a intrecciare una trama che, pur nella sua apparente semplicità, ci lascia con una sensazione di disagio e al contempo con la consapevolezza che c’è ancora speranza di trovare qualcosa di autentico in un mondo sempre più virtuale.
Davide Ficarra durante una lectio
In chiusura: “I disconnessi” è più un romanzo di formazione, di politica o è una distopia contemporanea?
«Un’insieme di un romanzo di formazione, è una storia di giovanissimi, e di romanzo politico dato che racconta la nascita e lo svilupparsi di un movimento di massa globale. Distopico è già il mondo in cui viviamo, non occorre aggiungere altro».
Un’opera ricca di spunti di riflessione, che non mancherà di suscitare discussioni e pensieri a lungo dopo la lettura per poi ristorarci con…
A proposito Davide, sia onesto: ma voi della Sicilia Occidentale, con che coraggio appellate quelle due cose fritte al femminile, arancine e iris?
«Arancina forever, all’iris preferisco il cartoccio, è più pornografico».
Questione di gusti lettero-gastronomici!
L’evento
Dopo la prima nella sua Palermo, è pronto a un tour di presentazioni del romanzo che coprirà gran parte della Penisola,e venerdì 14 novembre, accompagnato da Vladimir Di Prima, Davide Ficarra presenterà “I disconnessi” alla Feltrinelli di Via Etnea a Catania.
Salvatore Massimo Fazio
L’intervista su SicilyMag
Cos’è
L’Università delle tre età di Porto Torres, in collaborazione con l’Associazione intrecci culturali e la Libreria
Koinè di Porto Torres organizza la presentazione del libro “La legge di Donna Matilde”, Arkadia editore,
scritto da Giampaolo Cassitta. Durante la presentazione lo scrittore dialogherà con l’autore Rossella Mellino.
Giampaolo Cassitta, giornalista e scrittore di numerosi romanzi e saggi. Ha pubblicato alcunu romanzi
ambientati nel carcere dell’Asinara. Tra i suoi ultimi lavori “Aria mossa”, sui pestaggi subiti dai detenuti di
San Sebastiano a Sassari nell’aprile del 2000.
Trama
L’invito al festival di Sanremo del 1958 per il vicesindaco di un piccolo paese di provincia e per sua moglie crea una serie di aspettative e rocamboleschi colpi di scena all’interno della comunità. Donna Matilde non può perdere questa ghiotta occasione, tantomeno possono lasciarsela sfuggire i compaesani. Ma quella che sembra un’avventura destinata al successo viene messa in discussione da una serie di impedimenti. Riuscirà donna Matilde a coronare il suo sogno?
Sullo sfondo di un’Italia che si risolleva dalle distruzioni della guerra, in mezzo a una pletora di personaggi improbabili e iconici, ecco apparire sulla scena tutti i peccati veniali e le ingenuità di una nazione che vive il boom economico, tra trasmissioni televisive e grandi fotoromanzi, tra canzonette e sogni di riscatto. Una storia d’altri tempi, carica di freschezza, in cui emergono caparbietà, furbizia, voglia di sorridere e ripartire.
A chi è rivolto
Tutti
Luogo
Palazzo del Marchese
Corso Vittorio Emanuele II, 65, 07046 Porto Torres SS, Italia
Date e orari
29 novembre 2025
ore 18:00 – Inizio evento
Costi
Gratuito
Contatti
Telefono: +39 0795048008
Organizzato da:
Università delle tre età – Porto Torres e Associazione intrecci culturali
La segnalazione su Comune di Porto Torres
Buongiorno, ecco l’elenco dei FINALISTI del Premio Letterario Internazionale Charles Dickens.
Congratulazioni vivissime a tutti! Tutti sono invitati alla premiazione il 7 dicembre alle ore 16.30 presso l’Auditorium Tebaldini di San Benedetto del Tronto. Seguirà email a tutti i partecipanti.
Entro il fine settimana comunicheremo i VINCITORI!
NOME- SEZIONE- TITOLO OPERA
Alessandro Gambineri A La movida dei santi e dei folli
Andrea Greganti A Il prescelto
Andrea Murazzi A L’Acqua e il Salice
Claudio Vittori A Cialtronauti 2074 il ritorno
Elisabetta Picco A Istantanee dal Senegal
Elvira Delmonaco Roll A Dea Contadina
Gaetano Cerracchio A La sapienza del caso
Giordano Vecchietti A Nostra patria è il mondo intero
Lelio Finocchiaro A Le Rune Naziste
Lucia Guida A Oltre la porta Socchiusa
Maria Angela Maretti A Ci voglio credere
Mauro Ursino A L’Anima del Mare
Pietro Buccinnà A Come soldati di cartone sotto la pioggia
Raoul Dalmasso A Storia dei Quaranta
Riccardo Di Leva A Le trasparenze dell’acqua
Roberto De Rosa A L’altalena di Kira
Rossella Pallucchini A Prima e dopo
Salvatore Belcastro A Il segreto dei cardi
Selena Cravotto A La grande corsa
Stefano Comellini A L’Amministratore
Stefano Ghisleri A La Cantata del caffè
Valentina Di Ludovico A Asimmetrie dei giorni pari
Valeria Poti A La voce del nera
Valerio De Angelis A Coratella
Vincenzo d’Ambrosio A Vengo qui per il silenzio
Alberto Oggero B L’Occidente non esiste più
Atai Walimohammad B Nel Cuore della Tempesta: La Resilienza di un Bambino
Carlotta Federica Leone B Mary Mallon
Christian Leporati B Arkè Il Viaggio di Alcimo
Fabio Di Piazza B L’incredibile viaggio di Corinne
Gian Filippo Della Croce B Il giardino ombroso
Maria Rosa Di Leo B Ha sempre pensato al suo nome
Marina Casali B La pioggia che non bagna
Maurizio D’Eramo B La buca delle fate
Sandro Zannarini B La terza stella
Elisabetta Liberatore C Custodi (da La verità dei deserti)
Filomena Compagno C La duna
Roberto Casati C A Pablo Neruda
Stefano Boldorini C Padre
Marilena Monte D Come crisalide
Martina Belelli D Anatomia di un urlo
Rossella Galimberti D Solo cenere sparsa
Sandra Ruzza D Preghiera al mare inquieto
Velia Aiello D Oltre la strada
Andrea Spessotto E Petali portati dal vento
Maria Grazia Bajoni E Il decreto
Stefania Miotto E Cuori sotto le bombe
Veronica Vantini E Il Richiamo
Agnieszka Ziemecka F Un borgo sperduto da Dio
Alessia Mannocchi F Io bambina, io donna
Cinzia Micci F Undici passi
Enrichetta Biacchi F La promessa di una fata
Rosario Abate F Le penne morte sono oneste
Silvia Pirani F Il canto di Pasqua
Antonella Salvatore G L’Africa nel Cuore
Claudio Panone G Eppur si muove
Cristiano Cremonini G Il teatro della gente II
Ezio Gavazzeni G Il Papa deve morire
Fabio Luffarelli G I cinici
Felice Soldano G Riconversione alla Società post-materialistica
Francesco Michienzi G Mia madre è morta e un po’ anch’io
Giammarco Menga G Il delitto di Saman Abbas
Giovanna Fusco G Non solo profitto
Marco Liguori G Caterina Costa La nave dei misteri
Michela Manente G Per la biografia intellettuale di un poeta
Roberto Fiorentini G I dimenticati
Rodolfo Lisi G Il polso del tennista
Saverio di Jorio G Il liberale naturalista
Silvia Illuminati G Echi dai Balcani
Simonetta Grassi G Lilith, la prima donna
Nota: il numero dei finalisti varia per categoria in base alla votazione ottenuta e ai partecipanti iscritti alla singola categoria.
La segnalazione su Premio Letterario Internazionale Charles Dickens
Arkadia editore, 2025 – La continua corsa verso un mondo iper tecnologico dà da pensare a due studenti universitari, che vogliono tornare a ritmi più lenti, padroni del proprio tempo, senza social media da aggiornare e amicizie con persone mai viste.
I disconnessi
Autore: Davide Ficarra
Categoria: Narrativa Italiana
Casa editrice: Arkadia editore
Anno di pubblicazione: 2025
La voce narrante di questo bel romanzo è quello di Ian, che si presenta come uno studente universitario di Biologia, abbastanza anonimo, timido con le ragazze, che ha solo un unico grande amico, Matteo, che conosce da sempre. Abitano in periferia in una città che non viene detta, ed entrambi capiscono che, tolte le lezioni universitarie, la loro vita si consuma sui social, su chiacchiere senza costrutto, sul conteggio dei like, avendo poi dei cellulari digitali che in Facoltà gli studenti guardano continuamente, tranne per sentire la lezione.
Questo è l’inizio del romanzo de I disconnessi di Davide Ficarra (Arkadia editore, 2025), dove due giovani hanno l’idea di non essere più assoggettati dai social media, dagli algoritmi e da l’intelligenza artificiale, semplicemente staccandosi dai telefonini digitali e da internet.
Tanto che comprano due cellulari analogici, dove possono solo parlare e mandare sms, brevi messaggi di testo che per la loro identità anagrafica non conoscevano. Se il vero Mark Zuckerberg ebbe il genio di mettere su internet facebook, perché cercava di avere qualche amico in più, ma soprattutto amiche per trovare una ragazza adatta a lui, Matteo, più di Ian, capisce che per cercare qualcuno stanchissimo del proliferare di nuovi programmi e aggiornamenti bisogna disconnettersi, tornare a vedersi in faccia e mettere in un cassetto il telefono digitale, che peraltro ci farà diventare tutti gobbi con l’età che avanza. Ian è perplesso perché significa uscire da un sistema, il Deep control, che ci ha reso solo dei consumatori e dove il grado di successo non sono solo i soldi, ma i follower. Molte persone sono famosissime per i “seguaci” che hanno, ma non sappiamo niente su quale meccanismo inconscio e tecnologico li ha resi così conosciute.
Ian, più pragmatico, fa fatica a credere che le persone sui trenta anni possano prendere sul serio la disconnessione. Sarà che ha altri interessi in quel momento, come capire perché Violet, di cui è innamorato, non lo guardi nemmeno. Ma la disconnessione ha un successo eccezionale e improvvisamente la ragazza tratta Ian come un cavaliere quando sa che c’è anche lui come fondatore. Le pagine della loro conoscenza fisica sono ben scritte, perché questo è indubbiamente un romanzo di formazione. Poi, per continuare il libro, Ficarra ripete spesso quali enormi vantaggi derivano dall’essere disconnessi e Ian scrive:
La disconnessione è diventata un movimento spontaneo che coinvolge milioni di persone, non ha una testa ne ha mille, non ha un programma né una prospettiva precisa, ma si nutre di quello che provoca, di questa enorme ondata di socialità vera, di empatia, di connessione reale tra pensieri e idee che ha svelato il grande inganno in cui siamo stati immersi per anni.
E di queste riflessioni, di questi proclami, il romanzo è pieno, tanto che la parola disconnessione è ripetuta all’inverosimile. Qui Ficarra diventa un sociologo che scrive di sé e delle sue paure, ma poi si riprende e ritorna alla letteratura.
Romanzo di formazione, come si è già scritto, I disconnessi è un inno contro il tempo. Perché Ficarra sa che finirà a breve questa realtà di “contadini” per caso. Il mondo non può che diventare sempre più connesso e online: niente rimpianti. Da leggere.
Vincenzo Mazzaccaro
La recensione su SoloLibri