“A donne come lei si può perdonare una sola qualità alla volta, ma chi ne possiede più di una i detrattori non faranno sconti. Alcuni haters dell’epoca l’hanno descritta come una femmina insulsa, altri come una vittima sacrificale di Metternich. Napoleone Bonaparte, suo primo marito, la definì l’utero di cui aveva bisogno, dovendo poi ricredersi dato che se ne innamorò follemente.” Ecco, Claudia Zani, l’autrice del delizioso saggio storico sulla figura di Maria Luigia d’Austria, mette subito le cose in chiaro circa la complessità, l’intelligenza cristallina e le capacità di una delle donne più discusse della storia. Con una scrittura leggiadra e un uso accorto di dati e riferimenti storici, il libro conduce lungo un piacevole viaggio alle fondamentali vicende belliche e politiche del XIX secolo. E, attraverso il ritratto di una donna straordinaria, dai motivi non facilmente centrabili, che amava i fiori, la pratica del giardinaggio, la buona tavola e i piaceri sessuali, si prende visione di un’Europa interessata da grandi cambiamenti epocali. Un’indagine singolare, per tanti versi affascinante e al contempo spassosa, che non manca di una vena ironica al passo coi tempi e propria di una generazione tecnologicamente avanzata, induce a fare domande di fondo, del tipo: ma chi era la vera Maria Luigia, l’innocente arciduchessa d’Austria, vittima delle strategie di Metternich e del padre Francesco I, o la compassata imperatrice dei francesi che abbandonò Napoleone alla sua Waterloo nei giorni della malasorte, o ancora la benevola e passionale duchessa di Parma, che morì sfiancata per amore? L’abile autrice, senza cedere alla storiografia di parte, ripercorre da par suo i tratti salienti dell’esistenza di una donna che, come quasi tutti i personaggi femminili della storia dell’umanità, è stata in qualche modo raccontata sminuendone la personalità. Infatti, resta innegabile che Maria Luigia sia stata bistrattata dagli storici, che ne hanno sottovalutato lo spessore fino a ridurlo al minimo con la definizione tardo-salottiera di “duchessa golosa”, quando, invece, la sua figura riveste un’importanza di tutto rispetto per cogliere convenientemente le trasformazioni della società europea tra la fine del XVIII e il principio del XIX secolo che hanno dato inizio alla storia moderna. Claudia Zani ci presenta una donna per molti tratti moderna, che ha saputo affrontare un’epoca idealmente arroventata, contrassegnata da feroci contrasti politici e sociali. Di lei resta soprattutto lo splendore del Gran Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, visibile nell’arte come nelle opere pubbliche e riscontrabile nella tradizione culturale dei luoghi. Contrariamente alla sua prozia, la regina di Francia, Maria Antonietta (quella che se ne sarebbe uscita con la battuta delle brioches durante una sommossa del popolo che protestava per l’aumento del pane), che venne ghigliottinata, Maria Luigia fu molto amata dai suoi sudditi e fuori dalla sua patria. E il lavoro della collana Historica dell’Arkadia ne dà gradevolmente conto.
Oscar Nicodemo
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La giovane Maria Luigia D’Austria visse a Vienna, tra parenti che si erano sposati tra loro pur di non suddividere l’immensa quantità di terre e di ricchezze. I figli tra cugini di primo grado avevano ereditato le malattie genetiche tipiche di chi si accoppia col medesimo sangue. Il mento di Maria Luigia è sfuggente come i suoi cugini, fratelli e sorelle, ma a parte questo trascurabile difetto fisico le tare ereditarie si tennero lontane da lei, che era di intelligenza pronta e spesso pettegola per noia. La storiografia non è stata magnanima con lei, definita con aggettivi poco eleganti (lo stesso Napoleone la definiva semplicemente “un utero”). Claudia Zani, autrice del libro Maria Luigia D’Austria. L’arciduchessa che fu imperatrice e sovrana (Arkadia, 2022), la paragona in modo piuttosto rocambolesco a Rossella O’ Hara, l’eroina nata dalla penna di Margaret Mitchell. Entrambe sono infatti donne piene di passione e forti nelle avversità. In realtà, tolte alcune caratteristiche simili delle due, Maria Luigia era una aristocratica, figlia dell’Imperatore Francesco II, che solo per una questione di “Realpolitik” sposò l’uomo che aveva disprezzato fin da bambina, Napoleone Bonaparte – il cui vero cognome era “Buonaparte”, ma era proprio lui a non voler sembrare troppo italiano. Napoleone dovette abituarsi a questa moglie così giovane e inesperta, dopo il grande amore con Giuseppina de Beauharnais, che non era stata capace di dargli un figlio. Lui era affezionato moltissimo ai figli di primo letto di Giuseppina, che pur affezionata a Napoleone, era diventata l’amante di un ussaro molto più giovane di lei. Maria Luigia dovette fare grandi sforzi iniziali affinché Napoleone dimenticasse la prima moglie e capì che l’unico modo era la buona cucina e l’essere una moglie dai tratti libertini. Sesso e pietanze: una donna dell’epoca poteva eccellere solo in quello. Napoleone aveva già quarantuno anni, mentre la seconda moglie diciotto. Neanche a dire nelle loro camere chi fosse quello bisognoso di uno zabaione rinforzato. L’imperatrice tedesca, che parlava un francese magnifico, rimase incinta. Notizia che non fece scalpore a Vienna, dove era ancora fresca la terribile sciagura della caduta dell’imperatore Francesco I come regnante del Sacro Romano Impero. Nel mentre Napoleone aveva occhi solo per suo figlio, tanto che l’imperatrice Maria Luigia si sentiva trascurata e depressa. Ma per il condottiero indomabile era arrivato il momento di avere come suo territorio la “sacra” Russia.
Nella battaglia di Borodino, Napoleone perse 35.000 soldati, mentre ai russi è andata peggio, ma avevano ancora voglia di combattere e di fare un’azione che si rivelò vincente: evacuare completamente Mosca e non far trovare nessuno nella città fu un successo per i russi. L’onda lunga delle conquiste di Napoleone cede il passo all’impotenza, ormai dopo quattro anni felici con Maria Luigia, Napoleone è uno spettro che gira per l’Europa. Il padre dell’imperatrice detronizzata, Francesco I, lascia alla figlia il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Nel frattempo, mentre il marito è in esilio all’isola d’Elba, la duchessa torna a Vienna con il figlio del parvenu Bonaparte, un bambino che la madre non amò mai. Ma a Vienna si deve accontentare solo di far parte degli Asburgo, ancora sposata con un uomo senza più titolo, senza niente. E nel frattempo lei, che è ancora giovanissima, trova la sua felicità con l’ussaro Neipperg, che fu un grande amore carnale di Maria Luigia. Alto, bello, con la qualifica di tombeur de femmes, fu il primo di una sequela di amanti che Maria Luigia ebbe quando diventò duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla. Ma fu anche il vero amore della sua vita. L’arrivo a Parma, per la Duchessa non fu dei migliori: lei era abituata a Vienna e alla sua corte e poi fu l’imperatrice di Parigi. Ma lei si diede da fare per migliorare le condizioni dei suoi cittadini. Nel frattempo viveva con l’ussaro che abbiamo ormai imparato a conoscere. I due vivevano come una famiglia normale, che faceva colazione insieme. Niente o molto poco era rimasto dell’amore dei gioielli e dei vestiti da parte della Duchessa, che ambiva ormai a una vita semplice, insieme ai suoi sudditi. La morte di Napoleone chiuse per sempre un capitolo di una parte che Maria Luigia aveva interpretato correttamente: quella dell’Imperatrice giovanissima, ricca di gioielli e di vestiti all’ultima moda. Una vita piena di avvenimenti, di soddisfazioni, ma anche di grandi nostalgie totalmente inutili. Claudia Zani finisce questo libro come l’aveva iniziato: stando cioè attenta alle fonti, allo studio di tutto quello che riguardava la vita di Maria Luigia d’Austria, rendendoci simpatica una donna che era stata al contempo capricciosa ed elegantissima e una buona madre coi figli degli altri, non certo con i suoi.
Vincenzo Mazzaccaro
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Il Premio Nobel 2022 per la letteratura Annie Ernaux, e L’Orma Editore che la pubblica in Italia, sovrani incontrastati della settimana! Più di una ventina i titoli scelti per la settimana che procede da martedì 11 al lunedì 17 ottobre, dove in questo calderone abbiamo deciso di onorare anche un autore, tra l’altro amico, che postumo esce con l’ultima opera consegnata prima di morire a gennaio scorso: in retroazione per la prima volta anche il Libro Controcopertina, ovvero “Black tulips” di Vitaliano Trevisan, pubblicato da Einaudi Stile Libero. Ritorno in grande stile, e si aggiudica il Libro Copertina, il ‘gigante’ dalla penna purissima Francesco Permunian che, pubblicato da Ponte alle grazie, esce con “Elogio dell’aberrazione“. Presenti due arti che camminano in parallelo con i libri: il cinema con Goffredo Fofi che omaggia Pasolini per La nave di Teseo e la musica con Vincenzo Oliva che onora l’universo femminile ai tempi dei Beatles per Tempesta Editore. In casa nostra: siamo sempre più convinti che gli autori bravi non sono necessariamente quelli pubblicati dalle major, ecco perché dedichiamo lo #SpecialeSicilia a Gianfranco Sorge (già vincitore del Premio Città di Leonforte), che esce con “Kursk” per la fidatissima GoWare Edizioni, dove narra, scendendo nelle viscere della verità e del soffocamento acquatico la vicenda del 2000 della morte di tante persone nel sottomarino Kursk; al nuovo volume edito da Algra Editore per il casato reale italiano, scritto sempre dal Cavaliere etneo Franco Di Guardo, dal titolo “La pasta e i Savoia“; e al ritorno, dell’etneo Paolo Sidoti con “Canto di primavera“, caso rarissimo di stoicismo di auto pubblicazione che vende al pari di chi pubblica con le major editoriali. Completano le nostre proposte un passaggio di storia, di Claudia Zani, nella collana di Arkadia, il ritorno di Antonio Lanzetta e Francesco Falconi entrambi per La Corte Editore, “Ufo 78” del collettivo Wu Ming per Einaudi, la doppietta in casa Gaspari Editore, Nathan Harris per Nutrimenti, Sara Gamberini per NN Editore, l’immancabile fascinazione nordica di Iperborea, Add Editore, Pidigin, Wojtek, Codice Edizioni e lo smascheramento di Putin nel nuovo volume di Chiarelettere.
Premio Nobel 2022 per la letteratura a Annie Ernaux
«Ora sento la responsabilità di continuare la lotta contro le ingiustizie». Queste le prime parole dell’autrice francese, in Italia pubblicata da L’Orma, dopo il Nobel per la Letteratura assegnatole il 6 ottobre scorso
Annie Ernaux
«Non è coraggio, ma necessità». L’82enne scrittrice francese Annie Ernaux commenta il proprio anelito creativo e gioisce per l’inatteso e giusto Nobel per la Letteratura vinto pochi giorni fa. Ernaux ha voluto concedersi in una conferenza stampa per qualche riflessione sull’apice della carriera di scrittrice appena raggiunto. «Questo premio crea in me la responsabilità di continuare la lotta contro le ingiustizie», ha spiegato Ernaux riferendosi alla sua straordinaria prosa che ha messo al centro, con un vertiginoso ed essenziale filtro autobiografico, i diritti delle donne e delle classi socioeconomiche meno abbienti. Intervenendo negli uffici del suo editore Gallimard nel Quartiere Latino di Parigi, Ernaux ha parlato della gioia per il fatto che i giovani lettori ancora acquistano e leggono i suoi libri. «Ciò dimostra che quello che scrivo è ancora vivo, che trova echi anche nelle nuove generazioni. Di tutte le gratificazioni che posso avere come scrittrice, è sicuramente una delle più grandi». Ernaux, autrice de “L’evenement” (2000), romanzo che ripercorre il suo aborto clandestino nella Francia a cavallo tra fine anni Cinquanta e inizio Sessanta, libro diventato un film diretto da Audrey Diwan che ha vinto il Leone d’Oro a Venezia nel 2021, ha parlato dell’importanza di mantenere vivo il movimento e la riflessione femminista – lei ne fece parte nel ’68 provenendo da umili origini proletarie e non borghesi – in un momento in cui il diritto all’aborto è messo in discussione negli Stati Uniti come altrove. «Non mi sembra che noi donne siamo diventate uguali agli uomini per libertà personale e nell’esercitare il potere. Questo dominio esiste ancora», ha spiegato. Infine l’autrice di origine normanna ha voluto offrire il suo sostegno alle persone in Iran che stanno protestando contro l’imposizione del velo, dicendo che è «assolutamente a favore delle donne che si ribellano contro questo vincolo assoluto». Ernaux è la diciassettesima donna a ricevere un Nobel per la letteratura, nonché la prima scrittrice francese a vincerlo su sedici scrittori francesi affermatisi dal 1901 a oggi.
Flashback di inizio mese/1
Claudia Zani, Maria Luigia d’Austria. L’arciduchessa che fu imperatrice e sovrana, Arkadia Editore
All’alba di una Europa che sarà presto sconvolta da rivoluzioni e guerre, Maria Luigia d’Asburgo diverrà protagonista di un’epoca che tutto cambierà. Figlia dell’imperatore Francesco II, viene sacrificata sull’altare della Realpolitik e data in sposa al cerbero francese, Napoleone, del quale seguirà l’ascesa e la caduta rovinosa. Sovrana, poi, del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, qui si ritaglierà una nuova epopea regalando un momento aureo al proprio piccolo Stato. Bistrattata dagli storici, sottovalutata, la figura di Maria Luisa riveste invece un’importanza fondamentale per capire le dinamiche della società tra la fine del XVIII e il principio del XIX secolo e le grandi tragedie che funestarono quel periodo, accanto ai massimi rivolgimenti rivoluzionari che hanno concorso a creare il mondo che conosciamo oggi. Claudia Zani indaga approfonditamente sulla figura di una donna per certi tratti molto moderna, che ha attraversato il passaggio tra due secoli incandescenti e ricchissimi di contrasti politici e sociali.
Antonio Lanzetta, Il tempo dell’odio, La Corte Editore
Si può fermare il sangue con il sangue? Cilento, estate del 1943. Michele ha quattordici anni e vive con la madre e le sorelle in un casolare isolato. È tardo pomeriggio quando, di ritorno da una giornata di lavoro nei campi, vede una camionetta di fascisti sulla strada che lo porta a casa. Capisce subito che sta accadendo qualcosa di terribile e, sentendosi impotente, si nasconde in mezzo ai cespugli. Mentre le donne urlano disperate, Michele viene scoperto e per non essere ucciso è costretto a scappare nel bosco.Per Michele questo evento segna la fine dell’adolescenza, l’incontro con la brutalità e la violenza. Comincia un viaggio iniziatico all’insegna della vendetta, dell’odio e del desiderio di trovare le sorelle che sono state rapite. Ferito e sconvolto viene accolto da una vecchia vicina che lo cura offrendogli un nascondiglio. Nel frattempo scopre che anche altre ragazze del paese stanno sparendo. Giovani donne strappate alle loro famiglie. Chi si cela dietro tutto questo e che fine fanno le vittime? Sono i giorni che precedono lo sbarco degli Alleati a Salerno e i nazisti sono fuori controllo. Sono loro i responsabili? Michele si unisce a un gruppo di briganti, guidati da un uomo misterioso che si fa chiamare Teschio, che gli mostrerà il loro particolare codice criminale e gli insegnerà il valore dell’onore. Insieme a loro scoprirà una terribile verità.
Le uscite di martedì 11 ottobre
Franco Di Guardo, La pasta e i Savoia, Algra Editore
Con la copertina curata dall’illustratrice Fabia Mustica, la prefazione di S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Principe di Piemonte e Venezia e i contributi dell’attore Tuccio Musumeci, dell’intellettuale e scrittore Danilo Mauro Castiglione, del delegato della Campania per gli ordini dinastici della Real Casa Savoia, Gerardo Mariano Rocco di Torrepadula e del delegato della Sicilia per gli ordini dinastici della Real Casa Savoia, Francesco Maria Atanasio, torna nella sua indagine culinaria dei reali, il Cavaliere Franco Di Guardo, con un gioiello pubblicato dalla casa editrice catanese Algra. (Gerardo Mariano Rocco di Torrepadula: “Il Cavaliere Franco di Guardo, con la sua ultima fatica, fa molto di più. Non si limita, infatti, a mettere assieme ricette – sia pur all’esito di apprezzabile e meticolosa ricerca – e neppure si limita a far incontrare letteratura e gastronomia. Il nostro autore fa incontrare letteratura, gastronomia e storia nazionale, ponendo in evidenza il dato antropologico e sociologico da cui scaturiscono le nostre uniche ed inimitabili tradizioni alimentari. Attraverso la cucina – e la pasta, in particolare – ci viene spiegato il processo che ha portato all’Unita della Nazione. E quei nomi, che dall’Alto Medioevo fino al Diciannovesimo secolo cambiavano a seconda dei corsi e ricorsi storici, oggi risultano definitivamente ispirati a fatti e
personaggi della Casa Reale di Savoia, che ha voluto e saputo realizzare l’Unità”.
Gianfranco Sorge, Kursk, goWare Edizioni
E’ l’agosto del 2000 e Nikolay Krasnov è un giovane di leva che per un colpo di fortuna si ritrova a bordo del sottomarino Kursk, esaudendo così il suo sogno di bambino. Fino a che, un incidente non porterà il gioiello della Flotta del Nord a inabissarsi nel mare di Barents. La trageda del Kursk, noto fatto di cronaca che nel 2000 ha fatto scalpore, è rivissuta dall’autore in questo emozionante libro, attraverso i punti di vista di una delle vittime, dei suoi familiari e di Edvard, un giovane di leva non imbarcatosi per un incidente. Un lento immergesi in un abisso di emozioni, fino alla risalita in superficie, in cerca di redenzione.
Paolo Sidoti, Canto di Primavera
Cristina, una giovane donna dal carattere forte e determinato, per conto della madre Eleonora, porta in un cimitero di campagna in mezzo alle colline toscane, dei fiori alla tomba di un misterioso e sconosciuto defunto, un certo Folco Vallesecca. Pur essendo morto a settanta anni, nella tomba c’è la sua foto da ragazzo. Incarica il signor Bruno, il custode del Cimitero, a scoprire chi era quell’uomo quando era in vita. In paese nessuno sa chi sia, sembra che di lui si siano perse le tracce da molto tempo. Un vecchio ricorda che Folco era stato un balordo di provincia e un pugile che si vendeva gli incontri in cambio di denaro. Alle continue domande della figlia su chi sia quell’uomo, la madre ha sempre opposto un ostinato silenzio. Eleonora in passato era stata una brava attrice, ma pur facendo tantissimi provini e audizioni nei teatri di mezza Italia, non aveva mai ottenuto un ingaggio. Rinunciò alla carriera d’attrice e creò insieme alla buonanima del marito Mario, morto cinque anni fa, una delle agenzie artistiche più importanti d’Italia. Dopo la sua malattia è stata la figlia Cristina a gestire l’agenzia.
Lei ha l’Alzheimer, adesso vive tra le colline toscane, in un posto tranquillo e isolato dal mondo, nella casa di riposo per anziani “Beato Angelico”. Non è stata una madre particolarmente presente e affettuosa, nella vita ha sempre messo tra le sue priorità, prima la lotta politica e la contestazione giovanile degli anni ’70, poi il lavoro della sua azienda. Quel giorno Cristina va a trovare la madre, ma resterà bloccata nella casa di riposo a causa di un forte temporale, le strade saranno bloccate per la pioggia. Sarà diramata un’allerta meteo. Riceverà la telefonata da Bruno, il custode del cimitero, la informerà che ha saputo che sua madre, nel suo testamento ha espresso la volontà di essere sepolta accanto alla tomba di Folco. La figlia resta incredula, credeva che l’amore dei suoi genitori, così come in vita, anche dopo la morte potesse essere indissolubile. Messa alle strette, Eleonora confessa alla figlia che quell’uomo è stato un suo vecchio amore di gioventù, e che leggendo il suo diario, l’amore che in segreto ha sempre nutrito per lui, è esploso improvvisamente in tutta la sua forza. Cristina incuriosita inizia a leggere le pagine di quel diario e scopre chi è stato in vita, il misterioso uomo al quale quella mattina aveva portato i fiori. Bloccata in quel posto da un violentissimo temporale che sembra non smettere più, sarà costretta a passare la notte nella stanza della madre, per le due donne sarà l’occasione per stare insieme, parlare e comprendersi come non avevano mai fatto prima. Cristina conoscerà una storia che non aveva mai sentito. La personalissima maniera di sentire l’amore e la vita della madre, metteranno in discussione le sue certezze di donna forte e sicura di sé, scoprirà la vera anima della madre e il suo grande cuore, che in tutti quegli anni non aveva compreso. Folco Vallesecca è stato un bravo e famoso attore del passato, attraverso il diario racconterà la sua vita e la storia, la cultura, la società ed il costume degli ultimi 50 anni del nostro paese tra Firenze, Roma, Saint Tropez, Berlino e poi New York. Con lo scorrere delle pagine in quella stanza, la sua presenza sarà sempre più palpabile, come se stesse parlando di persona alle due donne. La figlia scoprirà sulla sua pelle un nuovo significato del senso della vita e dell’amore, nulla della giovane Cristina, dopo quella notte, resterà come prima, la donna che l’indomani uscirà da quella stanza, sarà una persona diversa da quella entrata la mattina precedente. Sentirà che tutte le ferite di una vita intera all’improvviso saranno guarite.
Vincenzo Oliva, Girl. L’universo femminile nella vita e nelle canzoni dei Beatles, Tempesta Editore
For the other half of the sky – per l’altra metà del cielo: con queste parole John Lennon apre “Woman”, la sua dedica definitiva alla donna con cui raggiungere la perfetta armonia e completare un universo altrimenti pieno solo a metà. Anche questo libro è per l’altra metà del cielo, imperniato sulle figure femminili più importanti della vita dei Beatles che si intrecciano con quelle delle loro canzoni, a cominciare da “Girl” e “Eleanor Rigby”, in un mix tra realtà e fantasia. In queste pagine ci sono Cynthia e Yoko, Jane e Linda, “Michelle” e “Lucy in the Sky”, Pattie e Olivia, “Dear Prudence”, Maureen e Barbara Bach, ma anche Astrid, May Pang, Nancy Andrews, Francie Schwartz, Heather Mills e Polythene Pam, Julia Stanley e Mary McCartney e tante altre, fino a Nancy Shevell, attuale moglie di Paul. E le groupies, la fan che entra dalla finestra del bagno e la Pretty Nurse crocerossina di “Penny Lane”. Non mancano Freda, la “segretaria dei Beatles” e Mimi, la “zia dei Beatles”, la zia più famosa del rock. Ce n’è per tutti i gusti, insomma. Purché siano donne.
Goffredo Fofi, Per Pasolini, La nave di Teseo
Nell’anno del centenario della nascita di Pasolini, un prezioso volume in cui l’autore cerca di fare i conti con l’eredità di Pasolini, con la sua grandezza ma anche con i suoi limiti. Fofi fa compiutamente i conti con il regista di Salò, rievocando incontri e scontri, collaborazioni e contrasti che si spinsero fino al litigio, sempre comunque nel segno di una fertile dialettica.
“Mi chiese perché non lo stimavo, e io spudoratamente gli risposi: “Perché sei diventato un mercante nel tempio”. “È con Pasolini che ho ‘litigato’ di più – scrive Goffredo Fofi – è da lui che mi sono sentito più provocato, chiamato in causa su argomenti fondamentali della nostra storia civile, e dunque della mia stessa storia”. In questo libro Fofi ricapitola i suoi rapporti con Pier Paolo Pasolini attraverso un lungo saggio autobiografico e la riproposizione di tutti gli interventi scritti sull’argomento dal 1964 al 2022, testi spesso difficili da recuperare ma tuttora attuali per comprendere meglio la figura di Pasolini e il suo tempo. Da una parte l’iniziale convergenza sul meridionalismo di Danilo Dolci ed Ernesto De Martino, le critiche al Vangelo secondo Matteo e ai Racconti di Canterbury, dall’altra la comunità letteraria e cinematografica che ruotava intorno a lui, da Elsa Morante a Sergio Citti e Laura Betti, fino al trauma della morte violenta di Pasolini, alle riflessioni sulla sua eredità, alla verifica delle sue profezie. Ma è soprattutto nel testo iniziale che Fofi fa compiutamente i conti con il regista di Salò, rievocando incontri e scontri, collaborazioni e contrasti che si spinsero fino al litigio, sempre comunque nel segno di una fertile dialettica.
Wu Ming, Ufo 78, Einaudi
1978: il rapimento e poi l’uccisione di Aldo Moro, la lotta armata, il femminismo, le controculture, la droga, il punk. Mentre accade tutto questo, ci sono sempre più avvistamenti di dischi volanti nei cieli italiani e gli alieni imperversano anche nella cultura pop. Milena Cravero è una giovane antropologa che studia gli appassionati di Ufo in una Torino cupa e misteriosa. Martin Zanka è uno scrittore di successo e narra di antichi cosmonauti, anche se è stanco del suo personaggio e di Roma. Suo figlio Vincenzo è un ex drogato che vive in una comune a Thanur. Un romanzo corale, psichedelico, una sfida dopo il grande esordio avvenuto oltre vent’anni fa.
Bill Browder, Sfida allo zar. Come ho smascherato Putin e colpito gli affari sporchi dei suoi oligarchi, Chiarelettere
Finalmente in Italia la traduzione di “Freezing order”, il bestseller di Bill Browder: la storia vera dell’uomo che ha smascherato gli affari illegali di Vladimir Putin. Un caso editoriale internazionale, già al primo posto delle classifiche USA e UK, diritti di traduzione venduti in 23 paesi. Da quando il suo avvocato russo Sergej Magnitskij è morto in una prigione moscovita in circostanze poco chiare, il finanziere Bill Browder vive per rendergli giustizia e smascherarne gli assassini. Sa bene che l’unica colpa del suo giovane legale è stata quella di aver portato alla luce una maxi frode fiscale da 230 milioni di dollari. Chi si cela dietro quei soldi? Browder e il suo team si mettono sulle tracce dei colpevoli e non credono ai loro occhi quando scoprono che, fatto passare attraverso conti esteri nei Paesi Baltici e Cipro, in Europa occidentale e America, quello e altro denaro, frutto di truffe e corruzione di Stato, serve ad alimentare le mire di onnipotenza di Putin e l’avidità dei suoi oligarchi. L’ordine di congelamento finanziario emanato dalla giustizia internazionale scatena l’ira dello “zar”, che pur di difendere il proprio sistema di potere e ricchezza è pronto a tutto: si accanisce contro il finanziere, gli sguinzaglia contro l’Interpol in una vera e propria caccia all’uomo, ne avvelena gli alleati russi e assolda e ricatta avvocati e politici statunitensi per vendicarsi e porre fine all’offensiva intrapresa da Browder ai suoi danni. Suspense e indignazione dettano il ritmo di questa vicenda vera ma incredibile. La storia di un ricco uomo di finanza riscopertosi eroico attivista in nome della giustizia.
Le uscite di mercoledì 12 ottobre
Fred Scharmen, Mondi lontanissimi, Codice Edizioni
Nell’ultimo secolo e mezzo sono state molte le società che hanno ambito a colonizzare lo spazio. Ogni esplorazione è il risultato del contesto socioculturale in cui si è sviluppato. Per i cosmisti russi l’universo era il luogo per inseguire la perfezione umana. Per gli americani negli anni Sessanta era questione di supremazia ingegneristica e tattica geopolitica. Oggi la corsa allo spazio è invece aspirazione delle grandi società, da SpaceX di Musk a Blue Origin di Bezos. Mondi lontanissimi è il racconto di tutto questo: sette visioni che hanno cercato di dare una risposta alla domanda che ci poniamo da sempre: possono esistere altri mondi?
Andrea Betti, Una breve visita, Wojtek
A metà del Secolo Acidificato, ai confini dell’Eliopausa, compare la Fessura, una spaccatura nella struttura dello spazio-tempo. Cinque anni più tardi, al Polo Sud un gruppo di umanoidi, i Celestrini, si trattengono per un weekend comportandosi come turisti distratti per poi andarsene, così, senza preavviso, esattamente come sono arrivati. La breve visita dei Celestrini lascia il mondo nel caos: satelliti, onde radio, religioni e governi distrutti, e un’epidemia di depressione, la Panacedia. Le testimonianze di questo momento storico sono state raccolte da un monaco Kibernetes, mezzo millennio dopo la Breve Visita.
Mary South, Mi ricorderò di te, Pidigin
I personaggi creati da Mary South in Mi ricorderò di te usano la tecnologia per controllare la rabbia e la disperazione, e invece finiscono per mostrare i lati più fallaci e umani di sé. Provocazione e profondità e una prosa stravagante attraversano questa raccolta di racconti come: l’archistar che trae ispirazione dalle deformità della figlia per progettare gli edifici; la moderatrice di contenuti tanto ossessionata dall’attività on line del suo stupratore da diventarne la stalker; tutte storie che rivelano gli egoismi grotteschi e la necessità di sentirsi accettati.
M.S. Harkness, Desperate pleasures, Add Editore
Continua l’autobiografia, iniziata due anni fa con il primo volume, Tinderella, di Harkness. Il graphic nove si apre con la protagonista che fissa l’orizzonte, il molo, le navi. «Sto cominciando a capire» dice a sé stessa. Poi la narrazione fa un salto indietro nel tempo, quando la vita di relazionale di Harkness è sempre più altalenante, e inizia a farsi chiaro che il vuoto sentito non può essere riempito così, perché le ferite si rimarginano solo dall’interno. Bisogna fare ancora qualche passo indietro, andare agli anni degli abusi del padre, solo accennati nel primo volume.
Kerstin Ekman, Essere lupo, Iperborea
È da Capodanno che Ulf, cacciatore ed ex ispettore forestale, si tiene dentro questo segreto: ha avvistato un lupo con il quale da quel momento in poi si crea un legame sempre più intimo. Entrambi sono cacciatori e solitari, eppure Ulf si sente un intruso e porta su di sé le consuetudini e le tradizioni di una comunità di cui ora percepisce la violenza. Quella stessa comunità che ben presto si inimicherà per non essere più allineato ai medesimi valori. Un romanzo che è una riflessione sul ruolo dell’uomo all’interno della natura.
Le uscite di venerdì 14 ottobre
Libro copertina: Elogio dell’aberrazione di Francesco Permunian, Ponte alle grazie
Tito Maria Imperiale, meglio noto come el sior Titìn per via della bassa statura, vicecapocronista e firma illustre dell’«Eco del Garda», si apre ai lettori rivelando le proprie ossessioni private, a cominciare dalle perversioni condivise con la moglie che l’ha da poco abbandonato. Nel farlo, svergogna il mondo provinciale che lo circonda: un mondo di egoismo e vacuità, noia e dissipazione, in cui tutti nascondono una depravazione e l’unica smorfia etica è un moralismo ipocrita; in cui c’è chi gira un sequel del Salò di Pasolini nei luoghi reali della Repubblica Sociale e chi, nostalgico, insegna agli eredi come inni nazionali Giovinezza e La Vandeana.
Francesco Permunian
Francesco Permunian ci trascina di nuovo nel suo teatrino dell’assurdo affollato di marionette farneticanti. L’aberrazione e la turpitudine diventano in questo Elogio neutre manifestazioni di una società priva di rotta, in cui non pare concepibile trovare un indirizzo né un senso che sorpassino l’istante. Nelle sconclusionate e grottesche avventure degli sgangherati protagonisti, riportate da un narratore non sempre affidabile, alla satira esplicita e asperrima si uniscono un’ironia più sottile e un’amarezza di sfondo: Elogio dell’aberrazione è un pugno in faccia che si prende ridendo.
Francesco Falconi, I grifoni della Maremma, La Corte Editore
Dopo le emozioni straordinarie de Gli anni incompiuti, presentato anche al Premio Strega, Francesco Falconi torna con una saga familiare che abbraccia 80 anni di Storia italiana, dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Le vicessitudini di due famiglie, una maremmana e l’altra napoletana, che prendono vita sullo sfondo di una società che muta negli anni, seguendo le vicende di un’Italia dai mille volti che cade ma sa rialzarsi. 1944, ultimi mesi prima della liberazione da parte degli Alleati. Mario Innocenti ha 11 anni e vive con la madre Italia, il padre Beppe e il fratello maggiore Emireno nel cuore della Maremma. Conducono la vita semplice della gente povera durante il periodo di guerra. La situazione, però, non è destinata a rimanere tranquilla, dato il passaggio delle truppe tedesche e i numerosi rastrellamenti a cui è sottoposta la macchia. Anche la famiglia di Mario ne è vittima e, proprio in seguito a uno di questi rastrellamenti, Santa, sorella di Italia, improvvisamente scompare. Quando finalmente la guerra finisce, Beppe convince la famiglia a trasferirsi a Grosseto per aprire un bar in società con Roberto, detto il Tartaglione, l’amico partigiano con cui ha condiviso l’infanzia. Il desiderio di cambiamento è tanto, così come quello di ritornare a una vita che non sia più solo sofferenza e sacrificio ma anche svago e divertimento. Così, nell’estate del 1950, gli Innocenti conoscono i Coppola, una famiglia di Napoli in vacanza nella riviera maremmana con la loro bellissima figlia Rosa. Le due famiglie sono molto distanti a livello sociale, culturale e ideologico, ma questo non impedisce a Rosa e Mario di instaurare quella che da subito sembra ben più di una semplice amicizia.
Sara Gamberini, Infinito Moonlit, NN Editore
Teresa crede nei mondi invisibili e nelle entità, ma le sue convinzioni sono sempre state ambivalenti a causa dei genitori, anarchici e atei. Teresa crede anche nell’amore, come fosse un patto stretto con la madre Dea, una donna eccentrica e scostante. Il destino, però, le ha messo sulla strada Moussa, il padre di sua figlia Maria, un uomo di origine senegalese e animista, e poi la stessa Maria, una bambina silenziosa e magica, che vive secondo ritmi e alfabeti tutti suoi, ed è molto vicina alle questioni del cielo. Teresa sta passando un momento difficile, soffre e fa fatica a capire il suo posto nel mondo. Anche Maria sta passando un momento difficile: si trova male a scuola, con le maestre e con i compagni, e avverte l’inquietudine della mamma. È per la bambina che Teresa trova la spinta a reagire, superando dubbi e paure e scegliendo di trasferirsi con lei in una casa circondata dai boschi, dove ricomporre i pensieri e i desideri a contatto con la natura.
Infinito Moonlit è un incantesimo, la storia di una madre e di una figlia che grazie al pensiero magico trovano un modo nuovo di vivere e vedere il mondo, in comunione con l’amore che unisce ogni cosa, gli esseri umani alle foglie, gli animali alla rugiada, la meditazione alla vita. Questo libro è per chi corre sotto il temporale per bere la pioggia, per i viaggi in macchina cantando L’ombra della luce di Battiato, per chi ama riparare i brutti ricordi, e per chi ha capito che un vuoto è un vuoto e possiede una sua sacralità, un’intima ragione che apre all’esperienza del sublime.
Nathan Harris, La dolcezza dell’acqua, Nutrimenti
Nel suo romanzo d’esordio Nathan Harris ripercorre i momenti immediatamente successivi all’epoca della schiavitù e cerca di dare una dimensione alle domande sul significato della libertà e sulla possibilità di affrancarsi per davvero da un passato tanto discriminatorio e ingiusto. La dolcezza dell’acqua è stato inserito nella selezione dell’Oprah’s Book Club Long list del Man Booker Prize come miglior libro dell’anno.
Lunedì 17 ottobre due le uscite per Gaspari Editore
Cristiano Caracci, Ottocento
Un affresco della Mitteleuropa tra valzer viennesi e Repubblica veneziana. La vicenda è ambientata negli anni tra la caduta di Napoleone, il Congresso di Vienna e il successivo assestamento del continente europeo. La storia prende avvio nel nord-est, specialmente tra Friuli e Veneto, per continuare a Vienna e a Dubrovnik ed altresì percorre la vita di Lorenzo Natali, protagonista immaginario che a tali avvenimenti partecipa. La penna dell’autore, ci riporta tra la dissoluzione della repubblica veneziana e i fasti della Vienna dei concerti e dei balli di gala.
Diego Lavaroni, L’ultima messa del Gastaldo. Le indagini del capitano Rotario
Il primo caso del commissario Rotario. La Notte di Natale del 1843, dopo la messa di mezzanotte, a Buttrio fu assassinato Girolamo Zecchini, gastaldo del conte d’Attimis Maniago. Il Commissario distrettuale del Regno Lombardo-Veneto affidò le indagini al capitano della gendarmeria Valerio Rotario. Furono analizzate la pista massonica, quella della vendetta passionale, ma anche della rappresaglia politica, date le frequentazioni della vittima con gli ambienti risorgimentali, ambienti eretici e vicende di stregoneria. Ma il capitano Rotario disponeva di risorse intuitive, grandi riserve di logica e di una notevole dose di pragmatismo e riuscì a districare il ginepraio; ma la soluzione del caso lasciò nel suo animo una insostenibile amarezza.
Flashback a inizio mese/2: libro controcopertina Black tulips, l’opera postuma di Vitaliano Trevisan, Einaudi Stile Libero
«Scrivere, per quanto atto privo di speranza, o forse proprio per questo, significa aver fede». “Black tulips” è l’ultima opera di Vitaliano Trevisan, inviata a Einaudi poco prima di morire; un’opera interrotta ma non incompiuta, proprio come il suo autore.
Salvatore Massimo Fazio
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