“La laguna del disincanto” di Massimiliano Scudeletti (Arkadia): incontro con l’autore e un brano estratto dal libro
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Massimiliano Scudeletti nasce e vive a Firenze. Dopo gli studi si dedica alla realizzazione di documentari e spot televisivi, prima come sceneggiatore, poi come regista. Nel 2018 pubblica il suo primo romanzo.
Con Arkadia Editore ha pubblicato il fortunato romanzo La laguna dei sogni sbagliati (2022) e il recente La laguna del disincanto (2024).
Abbiamo chiesto a Massimiliano Scudeletti di raccontarci qualcosa su La laguna del disincanto…
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«Guardando dall’alto la galleria di un centro commerciale mi sembrò che la folla in quel non-luogo sciamasse verso una mecca del disincanto», ha detto Massimiliano Scudeletti a Letteratitudine. «Avevo trovato il titolo del mio romanzo.
Mi ero spesso chiesto che fine avesse fatto il ragazzino che si era immerso ne “La laguna dei sogni sbagliati” alla fine degli anni ’90. Il romanzo precedente finiva con: “Quella storia era servita. Ora poteva sparire, tornare nell’attrazione gravitazionale del buco nero della memoria da cui proveniva. Non era bello pensarla così?”.
Già in quella citazione da “The Sun Also Rises” – era una vita che la volevo usare – che rimetteva in gioco quel lieto fine, c’era la premonizione di questo nuovo romanzo. Non lo considero un sequel, quanto la recidiva del mio protagonista nelle sue paure, nelle sue ossessioni e, perché no? Nel suo desiderio di sfuggire al quotidiano.
«Il mondo ha perso l’incanto.» Questo sembra mormorare Alessandro Onofri, che oggi è un reporter di guerra disilluso, consapevole che prima o poi dovrà pagare pegno per il sangue visto, sempre in procinto di velargli gli occhi e la mente. Eppure, non riesce a resistere al grido d’aiuto di una amica preoccupata per i comportamenti anomali dei figli: il più grande mima un’inquietante lezione scolastica terrorizzando il fratellino.
Il confronto tra ieri e oggi è impietoso. La profezia della zia/Ipatia, sua palina – il palo della Laguna cui si legano le imbarcazioni- si è avverata: guerre, inquinamento e ingiustizie dilagano, più che in passato, ma questa volta è solo: non ci sono libri o amici di allora a coprirgli le spalle. I ruoli si sono invertiti e oggi è compito suo difendere i bambini traumatizzati le cui immagini circolano del Dark Web, la parte di Internet più nascosta, dove forse antiche credenze hanno trovato nuova linfa e collocazione.
Volevo che la concentrazione dei metalli pesanti della memoria di Alessandro si facesse morbo, gli svelasse sincronismi che altri non potevano notare. Una caduta a spirale verso una nera stella gigante che fosse un viaggio nelle tenebre. “Cuore di tenebra” ancora una volta? Certo, perché il paragone tra il mondo del Dark Web e l’Africa coloniale funzionava talmente da stupire me per primo.
Tra città simbolo, Firenze, Venezia e Bologna spesso ridotte a scenografie teatrali, dietro le cui quinte si aprono le stanze nascoste degli attrezzisti, si celano luoghi inesplorati schiacciati dalla bellezza monumentale. Angoli sconosciuti ma vivi che non si spengono assieme alle luci della ribalta.
Volevo con me il lettore in una soglia tra magia e stregoneria capitalista, tra modernità e complottismi alla QAnnon in un feudalesimo gerontocratico che tutto toglie ai giovani.
Con la determinazione, quella dell’ago al nord, a vivere una avventura, una narrazione, come l’unico modo di recuperare l’incanto.»
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Un brano estratto da “La laguna del disincanto” di Massimiliano Scudeletti (Arkadia, 2024)
Stai precipitando sempre più nelle tue paranoie», commentò Alessandro stupito dal tono isterico di Cheng.
«Se sei al cellulare, attacco immediatamente.»
«No, ho fatto come hai scritto, sono alla stazione di Bologna.» Alessandro inspirò la ventata di caffè e brioches che arrivava dal punto ristoro accanto ai tre telefoni che stavano per essere smantellati.
«Sono al corrente di quasi tutto e non mi farò bruciare per colpa tua: in rete c’è un silenzio assordante e questo è un segno di allerta massima. Ho letto i file che hai mandato per corriere da mia zia. Scelta assennata.»
«Mi hai fatto diventare come te. Cosa ne pensi?»
«Credo a una sola identità. Lui è il mago nero, Khan Sigu, il Mopa, lo sciamano mongolo, un genio informatico formato militarmente. Usa con i suoi la stessa disciplina di una squadra speciale, non sembra coerente con la figura all’hacker leggendario, ma manipolare le persone fino a fargli fare cose altamente rischiose è una caratteristica tipica dei militari. Se crediamo alla congolese, lui è quello che ha formato i vari insegnanti, i cavalli di Troia, che hanno fatto partire tutto. Mi torna, gli ha insegnato le tecniche di social engineering degli hacker: fingersi simili alle persone che intendono sfruttare fino a padroneggiarne le debolezze.»
«Ma perché hanno scelto Internet come palcoscenico? Non potevano fare le loro cose in clandestinità come tutti gli altri trafficanti?», fece Ale.
«Internet è come l’Africa di due secoli fa. Hai presente, no? L’avidità spinge algidi anglosassoni a colonizzarla sempre più nel profondo, sfruttando dotati indiani, servizievoli asiatici e slavi senza scrupoli, tutti comprati a prezzo di saldo. C’è la moneta del regno al posto delle perline e degli specchi; una casta apolide di marinai o bucanieri, ufficiali e schiavisti e, tra questi, colui che cerchiamo. Inoltre è abitata da popolazioni egoiste e in conflitto tra loro, pronte a offrire vicini, amici, figli e figlie e madri per una manciata di denaro. Sigu offre ciò che nessun altro ha e in quantità maggiore, seduto com’è su di un ramo morto del sistema evolutivo. Davanti a lui tremano servi, nemici e padroni: lui è la frusta e il fiaccheraio contemporaneamente. C’è un collegamento diretto tra lui e l’ultimo utente che circola per il lato oscuro della rete: lo avverte chiunque, anche chi è estraneo a questo mondo, e rabbrividisce. È il Gran Khan perché oggi, più dell’avorio e dell’oro, si cercano le emozioni, e lui è quello che ne procura più di tutti. Anche tu ne sei attirato, vero? Vorresti andare dove finisce lo schermo, a monte delle cascate dei cavi che si collegano ai server, alla fonte dei bytes dove ancora si sentono gli odori.»
Che tutti lo vedessero come un missile teleguidato verso l’oscurità era una cosa che lo faceva imbestialire, ma Alessandro non rispose e cambiò discorso.
«E tutta questa storia dei demoni?»
«Io vengo da un paese estremamente superstizioso e materialista al tempo stesso: a mio parere la cosa è molto secondaria, ma sai che non me ne intendo. Vedo uomini mascherati che agiscono come macellai folli, e basta. Credo che ci possa essere qualche altro interesse sotto, magari una schedatura dei gusti perversi degli utenti, ma sono discorsi rischiosi perché diversi ricattatori si sono accorti troppo tardi che colui che ricattavano era molto più cattivo di loro. Un momento… cazzo! Qualcuno mi sta tracciando. Abbassa! Abbassa!»
(Riproduzione riservata)
© Arkadia Editore
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La scheda del libro: “La laguna del disincanto” di Massimiliano Scudeletti (Arkadia, 2024)
Alessandro Onofri è un reporter stanco di guerra, quasi dimentico della propria infanzia tra Venezia e il petrolchimico di Porto Marghera, dove è rimasto invischiato in una brutta storia tra sette e delinquenti comuni, ma quando un’amica disperata gli mostra il filmato del figlio che terrorizza il fratello mimando una lezione di scuola dai macabri rituali, non si tira indietro. Scoprirà che altri bambini della stessa scuola presentano gravi traumi. Le loro foto circolano nelle bacheche di Silk Road, il mercato illegale di droga, armi e pornografia celato nel Dark Web, la parte di Internet più nascosta. Forse lì, tra le pieghe della rete anonima, antiche credenze hanno trovato una nuova collocazione. Se quei bambini sono solo vittime di insegnanti malati come tutti sostengono, perché i massimi livelli della Polizia Postale e dell’Interpol indagano? Cosa si cela nella scuola? L’agire di isolati pervertiti? Una mafia internazionale o, ancora una volta, qualcosa di più oscuro? Per scoprirlo Alessandro sarà costretto a mettere in dubbio le certezze con cui ha sopito i terrori dell’infanzia e a perdersi in un viaggio che lo riporterà verso il suo passato di tenebra.
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Massimiliano Scudeletti nasce e vive a Firenze. Dopo gli studi si dedica alla realizzazione di documentari e spot televisivi, prima come sceneggiatore, poi come regista. Nel passaggio dall’analogico al digitale abbandona l’attività per collaborare con un’agenzia assicurativa che opera prevalentemente nella comunità cinese. Continua a viaggiare nel Sud-est asiatico per passione. Compiuti i cinquant’anni, decide di dedicarsi completamente alla cultura tradizionale cinese e alla scolarizzazione di adulti immigrati. Nel 2018 pubblica il suo primo romanzo, un giallo con protagonista il videoreporter di guerra Alessandro Onofri, Little China Girl (Betti Editrice), giunto secondo al premio “Tramate con noi” di Rai Radio1, vincitore del premio Emotion al “Premio Letterario Città di Cattolica”. Dopo numerosi racconti, alcuni con protagonista sempre Alessandro Onofri, nel 2019 pubblica il suo secondo romanzo, L’ultimo rais di Favignana. Aiace alla spiaggia (Bonfirraro). Con Arkadia Editore ha pubblicato il fortunato romanzo La laguna dei sogni sbagliati (2022) e La laguna del disincanto (2024). I suoi reportage di viaggio sono apparsi sulla rivista “Erodoto 108”.
Il link alla recensione su Letteratitudine: https://tinyurl.com/5y6knsyd
Alla laguna di Venezia torna costante il pensiero di Alessandro Onofri, perché lì ha trascorso l’infanzia nel palazzo della zia, personaggio originale vissuto nel mondo dell’occultismo e della magia, di insoliti incontri con gli amici seduti con le mani unite intorno a un tavolino. Questo ne La laguna dei sogni sbagliati, quando al ragazzino capita una terribile supplente che terrorizza i ragazzi, cerca vittime, un demone che fugge lontana dal crocifisso, che si vendica di chi la critica. In questo contesto carico di violenza e di mistero Alessandro ha cercato, a suo rischio, di mettersi in contatto con i genitori scomparsi. Ne La laguna del disincanto Onofri ormai adulto, che è stato videoreporter di guerra, che è venuto a contatto col dolore e con la pazzia, riceve la telefonata di un’amica che gli parla di certi comportamenti inquietanti che ha cominciato a manifestare il figlio Duccio, alunno di un importante istituto scolastico fiorentino insieme al fratello più piccolo, Vanni, e a tanti bambini di ogni parte del mondo. La madre è riuscita a fissare immagini di lui che mostra a Vanni un tronco di pupazzo a cui sono state asportate tutte le altre parti del corpo, con segni rossi a sottolineare le ferite. E il loro cane, Ciclope, è scomparso. Perché Duccio terrorizza il fratello? Si entra in un noir che acquista una accelerazione che travolge: se in famiglia non ci sono stati fatti tali da giustificare le stranezze del bambino, bisogna partire dall’altro ambiente dove trascorre il suo tempo, la scuola. La Preside non collabora, lo farà solo più tardi messa alle strette, ma un inserviente rivela gli abbandoni di vari alunni e l’ospedalizzazione di una bambina. Intanto Duccio è diventato tutt’altra persona dal figlio che la madre conosce. Che cosa sta succedendo in quella scuola di Firenze, ma anche ad Augusta e a Bologna in una scuola di suore? Si cerca la risposta nella pedopornografia, ma i confini vanno oltre. Che cosa significa il grido di Duccio – Balial – davanti alla testa mozza di un cinghiale che lo fissa? Chi si nasconde dietro alla suora che dà nel matto quando le tolgono il braccialetto sotto cui è incastrato un amuleto? Ma soprattutto chi è Filosa, la donna che si è spacciata per insegnante a Firenze, e che cosa fa durante le lezioni? Alessandro si deve fidare di Laila, alias Feresheteh Neri, bellissima insegnante di canto che gli racconta di avere abbandonato con i suoi l’Iran di Khomeini? Un amore passionale, fisico, ma anche aperto alla tenerezza e alla fiducia lega Onofri a Laila: “Lei non c’entra. Qualcuno ha cercato di farmi fuori e lei mi ha salvato”, dice Alessandro, che la protegge. Scudeletti trascina il lettore nel mondo buio del Male, con le indagini che si allargano, con la tensione crescente intorno a Onofri che è nell’occhio dei criminali per la tenacia della sua ricerca. Un’indagine che mette a nudo gli istinti più violenti, la incapacità di conoscere ciò che di più basso si nasconde dietro l’apparenza, che fa riflettere sul pericolo reale della Rete, del Dark Web, sui misteri che cela, sulla sua capacità manipolatrice e distruttiva. Un noir che non perde mai di vista la laguna così cara a Onofri, con i suoi ricordi dove echeggiano le parole della zia Annamaria, la laguna che ormai ha perso l’incanto della fanciullezza, sulla quale continuano a alzarsi le esalazioni dell’area industriale di Porto Marghera che tingono di rosso i tramonti.
Marisa Cecchetti
Il link alla recensione su Alleo.it: https://tinyurl.com/2u6w42ws
PISTOIA – Giovedì 28 novembre alle ore 18.00 Massimiliano Scudeletti presenta La laguna del disincanto (Arkadia editore, 2024, p. 272, euro 17,00) presso la libreria Lo Spazio Pistoia (via Curtatone e Montanara 20/22, Pistoia).
Dialoga con l’autore, Marisa Salabelle.
Alessandro Onofri è un reporter stanco di guerra, quasi dimentico della propria infanzia tra Venezia e il petrolchimico di Porto Marghera, dove è rimasto invischiato in una brutta storia tra sette e delinquenti comuni, ma quando un’amica disperata gli mostra il filmato del figlio che terrorizza il fratello mimando una lezione di scuola dai macabri rituali, non riesce a tirarsi indietro. Scoprirà che altri bambini della stessa scuola presentano gravi traumi. Le loro foto circolano nelle bacheche di Silk Road, il mercato illegale di droga, armi e pornografia celato nel Dark Web, la parte di Internet più nascosta. Forse lì, tra le pieghe della rete anonima, antiche credenze hanno trovato una nuova collocazione. Se quei bambini sono solo vittime di insegnanti malati come tutti sostengono, perché i massimi livelli della Polizia Postale e dell’Interpol se ne stanno interessando? Cosa si cela nella scuola? L’agire di isolati pervertiti? Una mafia internazionale che vende immagini pedopornografiche o, ancora una volta, qualcosa di più oscuro? Per scoprirlo Alessandro sarà costretto a mettere in dubbio le certezze con cui ha sopito i terrori dell’infanzia e a perdersi in un viaggio che lo riporterà verso il suo passato di tenebra.
Massimiliano Scudeletti nasce e vive a Firenze. Dopo gli studi si dedica alla realizzazione di documentari e spot televisivi, prima come sceneggiatore, poi come regista. Nel passaggio dall’analogico al digitale abbandona l’attività per collaborare con un’agenzia assicurativa che opera prevalentemente nella comunità cinese. Continua a viaggiare nel Sud-est asiatico per passione. Compiuti i cinquant’anni, decide di dedicarsi completamente alla cultura tradizionale cinese e alla scolarizzazione di adulti immigrati. Nel 2018 pubblica il suo primo romanzo, un giallo con protagonista il videoreporter di guerra Alessandro Onofri, Little China Girl (Betti Editrice), giunto secondo al premio “Tramate con noi” di Rai Radio1, vincitore del premio Emotion al “Premio Letterario Città di Cattolica”. Dopo numerosi racconti, alcuni con protagonista sempre Alessandro Onofri, nel 2019 pubblica il suo secondo romanzo, L’ultimo rais di Favignana. Aiace alla spiaggia (Bonrraro). Con Arkadia Editore ha pubblicato il fortunato romanzo La laguna dei sogni sbagliati (2022) e La laguna del disincanto (2024). I suoi reportage di viaggio sono apparsi sulla rivista “Erodoto 108”.
Il link alla segnalazione su Report Pistoia: https://tinyurl.com/42mj42t2
“Per scrivere questo libro mi sono dovuto addentrare in un mondo così corrotto da destabilizzarmi. Allontanavo lo schermo come per mettere una barriera tra quello che avevo evocato e me stesso. Non lo rifarei”. Massimiliano Scudeletti “C’è nelle sue pagine una pietas che ci commuove e convince, e c’è sottotraccia un’analisi sottile, senza retorica del male così come si manifesta, sia in pace sia in guerra e ovunque”.
Massimiliano Scudeletti ritorna con il suo progetto letterario più ambizioso che ruota attorno al personaggio di Alessandro Onofri, già protagonista del giallo sociale Little China Girl (Betti Editrice 2018) e del romanzo di formazione La Laguna dei sogni sbagliati (Arkadia Editore, 2022). Usando lo stesso personaggio l’autore esplora generi diversi, fino a La Laguna del disincanto, un thriller psicologico di respiro internazionale – dimostrando la capacità di rinnovarsi, di osare, di sfidare i confini della narrativa italiana. In La Laguna del Disincanto, Alessandro Onofri è un uomo adulto, reporter di guerra disilluso e segnato, molto diverso dal ragazzino protagonista del precedente romanzo. Il suo passato è solo un’ombra lontana, dimenticata tra le acque stagnanti della Laguna di Venezia e il buio di Porto Marghera. Ma quando un’amica disperata gli mostra un filmato inquietante del figlio che terrorizza il fratello mimando un rituale scolastico macabro, Onofri è risucchiato in una nuova indagine che lo costringe ad affrontare vecchi demoni. Ciò che scoprirà scuoterà profondamente la sua fragile stabilità. Altri bambini della stessa scuola sulle colline di Fiesole sono vittime di traumi terribili. Le loro foto circolano su Silk Road, il famigerato mercato illegale nel Dark Web, un luogo dove antiche credenze trovano nuova vita grazie alle tecnologie moderne. Il Male, in questo romanzo, non è più confinato ai miti o alle leggende, ma si nasconde nelle pieghe più buie della Rete, trovando nuovi modi di emergere e prosperare. La Laguna, qui, non è più il luogo dell’incanto, ma uno specchio oscuro che cela i mostri del passato, una metafora delle acque limacciose in cui sprofonda ogni residuo di innocenza. Il romanzo non è solo una discesa nell’oscurità, ma anche una riflessione sulla perdita: degli amici, della magia dell’infanzia, dei sogni. Un’Italia cupa e inquietante fa da sfondo al viaggio esistenziale di Onofri: Venezia, Firenze, Bologna, non più città da cartolina, ma luoghi dove si consuma una battaglia invisibile tra passato e presente, tra memoria e oblio. In questo nuovo millennio dominato dalla tecnologia, dalle guerre e dalla crisi morale, Scudeletti ci costringe a guardare in faccia un male che si adatta, che muta, che si nasconde anche dietro gli schermi, ma che è più vivo che mai. Il progetto letterario LA QUADRILOGIA DEL MALE
“La Laguna del Disincanto” non è solo un romanzo noir e un thriller psicologico. È un’opera che sfida il lettore a porsi domande scomode: dove si nasconde il Male oggi? In quale angolo della nostra modernità? Nelle pieghe del Deep Web o nelle zone d’ombra della nostra coscienza? Con quest’opera, Scudeletti si avvicina alla chiusura di un cerchio. Usando lo stesso personaggio, esplora generi diversi – dal giallo sociale di Little China Girl al romanzo di formazione de La Laguna dei Sogni Sbagliati, fino a La Laguna del disincanto, un thriller psicologico di respiro internazionale – e dimostra la sua capacità di rinnovarsi, di osare, di sfidare i confini della narrativa italiana. Un progetto letterario unico, che unisce una critica sociale tagliente con una riflessione esistenziale potente, ponendo Alessandro Onofri, un reporter di guerra che evolve nel corso delle storie, come figura centrale e simbolica: l’uomo moderno che, tra traumi, orrori e disillusioni, cerca disperatamente di trovare un senso. Un progetto letterario che si concluderà con un quarto romanzo attualmente in fase di scrittura.
Massimiliano Scudeletti, “per un quarto di origine sinti”, è nato a Firenze nel 1962.
Dopo gli studi si dedica alla realizzazione di documentari e spot televisivi prima come sceneggiatore, poi come regista. Nel passaggio tra analogico e digitale abbandona l’attività per gestire un’agenzia assicurativa che opera prevalentemente nella comunità cinese. Continua a viaggiare nel Sud-Est asiatico. Compiuti i cinquant’anni, decide di dedicarsi completamente alla cultura tradizionale cinese e alla scolarizzazione di adulti immigrati. A febbraio 2018 pubblica il suo primo romanzo con protagonista Alessandro Onofri, Little China Girl per Betti Editrice vincitore del premio Emotion al “Premio Internazionale Città di Cattolica” e ha ottenuto il secondo posto al Premio “Tramate con noi” di Rai Radio1. Nel luglio 2019 ha pubblicato L’ultimo rais di Favignana – Aiace alla spiaggia, per Bonfirraro editore. A novembre 2022 è uscito La laguna dei sogni sbagliati (Arkadia Editore), il secondo romanzo della Quadrilogia. I suoi reportage di viaggio in Iran, Bhutan, Laos e Benin sono stati pubblicati nella rivista Erodoto 108. Con alcuni racconti è stato finalista al concorso internazionale “Amico rom” e alla prima edizione del premio “Samudaripen”, l’equivalente della Shoah per i rom. Da questi testi è nato “Suite romanè”, uno spettacolo teatrale che verrà messo in scena anche nella Giornata della Memoria al Teatro Lippi di Firenze.
Giovanni Pacchiano
Il link alla recensione su Loft Cultura: https://tinyurl.com/4r5hab6d
La laguna del disincanto, di Massimiliano Scudeletti (Arkadia, 2024) by Recensione di Marisa Salabelle
Massimiliano Scudeletti torna in libreria con La laguna del disincanto, che esce oggi per i tipi di Arkadia editore. Questo romanzo dal titolo suggestivo e dalla splendida copertina si collega al precedente La laguna dei sogni sbagliati, sempre pubblicato da Arkadia, come è facile intuire dalla somiglianza dei titoli. Protagonista indiscusso di entrambi i romanzi è Alessandro Onofri, un personaggio ricorrente nelle opere di Scudeletti (la sua prima apparizione infatti è nel romanzo Little China girl, edito da Betti nel 2018). Alessandro è un uomo complicato, ha avuto un’infanzia difficile, avendo perso precocemente entrambi i genitori, è stato allevato da una zia un po’ strega, ha avuto esperienze non belle durante gli anni della scuola, è stato giornalista di guerra, fotografo. È soprattutto un uomo tormentato, attratto dal “lato oscuro”, in lotta contro il male e alla ricerca della verità, ma fragile e ossessionato dai ricordi. Non è riuscito a coltivare relazioni stabili con le donne che ha amato, e dietro la sua disponibilità a combattere ogni battaglia in nome del bene e della verità si intravede una sua propensione al rischio e all’autodistruzione. Questo è almeno ciò che gli rimprovera Sarah, un’amica che si rivolge a lui per chiedergli aiuto in una situazione di grande difficoltà. Sarah vive a Firenze, ha un marito spesso assente per lavoro e due splendidi bambini che frequentano una scuola privata. Ma da qualche tempo qualcosa non va: Duccio, il maggiore, si comporta in modo strano e sembra aver soggiogato il fratellino Vanni. Indagando su certi episodi che sembrano essersi verificati a scuola e che coinvolgono altri bambini oltre a Duccio, Alessandro si imbatte in una serie di situazioni che allargano il suo sguardo, dalla scuola fiorentina ad altri istituti in altre città italiane, a episodi verificatisi in altre nazioni e in altri continenti. Pedopornografia, riti satanici, misteriosi protocolli, sacrifici di animali e non solo. Un mondo marcio si rivela ai suoi occhi, grazie all’accesso al Dark Web e a siti accuratamente nascosti all’interno di un sistema “a cipolla”: entrano in gioco a questo punto, in una sarabanda dal ritmo incalzante, amici e avversari dotati di saperi e poteri misteriosi, collaboratori appartenenti alle forze dell’ordine, l’Interpol, l’NSA. Il male sarà sconfitto, almeno provvisoriamente, ma Alessandro pagherà molto caro il suo coinvolgimento in questa vicenda. La laguna del disincanto è un romanzo avvincente, denso di azione e di colpi di scena, inquietante per l’enormità del male che rivela, poco rassicurante, perché lascia nel lettore la consapevolezza che il male non viene mai completamente sconfitto. La scrittura è impeccabile, la lettura non dico “piacevole”, perché si tratta di una storia che mette i brividi e che, sebbene scaturita dalla fantasia dell’autore, ha solide fondamenta nella realtà. Se amate Stephen King, se vi sentite attratti dall’occulto, se avete una pericolosa propensione per “il lato oscuro”, se siete appassionati di arti marziali, ma anche se non siete niente di tutto ciò, questo è il libro che fa per voi.
Marisa Salabelle
Il link alla recensione su MasticadoresItalia: https://tinyurl.com/bdex2anz