Superlativamente magico, struggente e tanto altro ancora è questo splendido libro di Roberta Di Pascasio che ho letteralmente divorato in un soffio in una ininterrotta apnea emozionale e che mi ha profondamente commosso. È una silloge di dieci racconti in cui l’autrice descrive “il lato nascosto delle storie” grazie a uno stile straordinario, semplicemente perfetto, e a una rara, e per questo ancora più apprezzabile, empatia con i/le protagonisti/e scelti/e tra coloro che hanno subito una ingiustizia e che per questo provano a sopravvivere, con difficoltà, nel mondo di coloro che, invece, ce l’hanno fatta anche, e soprattutto, a discapito loro, danneggiandoli/e; Di Pascasio ci fa innamorare, sin da subito, dei/lle suoi/e uomini e donne (il mio preferito è sicuramente Federico) che spesso ci passano accanto come se fossero trasparenti oppure siamo noi, più spesso, a relegarli agli angoli per non essere disturbati/e nella nostra fittizia, e spesso vuota, vita quotidiana. Grazie di vero cuore a Di Pascasio per averci regalato queste storie e vi invito a immergervi e a lasciarvi ammaliare dalla loro magia.
Daniela Domenici
Il link alla recensione su Daniela e Dintorni: https://lc.cx/z5Q3Rk
«Avete mai provato a spiegare alle persone che, quando si ama qualcuno, non si sparisce ma si resta? Io ho una teoria tutta mia: se ti allontani io mi allontano di più».
Siamo noi ad alimentare la sorgente dell’amore e quando un rapporto mostra un evidente opacità dobbiamo solo analizzare la nostra fetta di responsabilità. «Il fallimento di una relazione secondo Zygmunt Bauman è sempre un fallimento di comunicazione» e Giulia lo sa. Verrà affidato a lei il compito di narrare la vicenda dei tanti personaggi che invadono questo romanzo. Un vero e proprio affollamento di anime che soffrono, espiano colpe, si redimono e aspettano. Le loro vite confluiscono in una sala d’attesa dove l’unica cosa da fare è dare tempo al tempo. “Apri la porta e vola” è un romanzo di Dora Esposito, una storia nella quale riconoscersi indagando. Le nostre vite, come quelle dei personaggi del romanzo, sono solo diventate un pochino opache. Giulia, Hanna, Samuel e gli altri hanno sono bisogno di acquisire maggiore consapevolezza. Veniamo catapultati nella tragedia di Hanna, dove le incomprensioni e le gelosie riescono a incanalarsi in maniera distruttiva e trovano un condotto. Chi non è cattivo lo diventa, per amore, per insicurezza, per paura di trovarsi da solo, come Samuel per esempio. Giulia esiste ma ha dato per scontato troppe cose, forse il loro rapporto si sta esaurendo ed è facile parlare di crisi quando non si ha la forza di metabolizzare. Dora Esposito ci ricorda che i rapporti non muoiono mai di morte naturale, perdiamo qualcuno e serbiamo rancore più del dovuto. Viviamo nella convinzione che l’altro non abbia mai visto in noi quello che c’era da vedere. Ebbene la regola d’oro è una sola: tratta gli altri come vorresti essere trattato tu stesso, ma… «nella vita alcune cose e alcune persone vanno cestinate. Ed è forse cestinandole che capirete quanto altro spazio c’è e quante altre possibilità avrete ancora da vivere».
Chiara Ascione
Il link alla recensione su Quattro libri: https://lc.cx/vRTpQu
Difficile fare una scelta fra i tanti titoli del periodo ma per la prima quindicina di ottobre, inclusi alcuni flashback che ci riportano a settembre, i libri che consigliamo sono davvero di livello altissimo… E quanti bei ritorni! Iniziamo a conoscere i settembrini. Carbonio rilancia Wang Xiaobo con “L’età dell’oro“; Chiara Mazzucchelli, per la panormita Kalós, esce con una gioia per chi ama la nostra Sicilia con “Bastimenti d’inchiostro. La grande emigrazione nella letteratura siciliana (1876-1924)“; strepitoso Francesco Permunian, lo scrittore e intellettuale veneto il quale, per i tipi di Quodlibet, racconta i “Teatri minimi della Valpadan. Trentuno drammi e drammetti pubblici e privati“. Era attesissimo il ritorno della partenopea Dora Esposito la quale per Arkadia esce con “Apri la porta e vola”. Per finire il mese appena trascorso stupore Bonfirraro con “Voglio vivere la mia vita” di Carmen de Burgos. Ottobre si apre all’insegna della cultura e dell’arte con due kermesse siciliane importanti: dal 3 al 6 si svolgerà la quarta edizione del Marzamemi Book Fest diretto dalla giornalista e scrittrice Sabina Minardi; dal 4 ottobre al via il nuovo progetto del Gotham organizzato dal trio Giovanni Coppola, Orazio Sorace e Salvatore Massimo Fazio. Ma parliamo dei nostri consigli, iniziando con l’inedito di un amico che non c’è più: è Oligo che onora la memoria di Vitaliano Trevisan col postumo “Aberrazioni e prospettive. Narrazioni e saggi di architettura”. Anche Espress Edizioni si fa sentire con Simon LeVay, “Attrazione, amore, sesso. La parola alla scienza“. Ecco il ritorno di Murakami Haruki, “La città e le sue mura incerte“, Beatrice Salvioni, “La Malacarne” e E. Hakuzwimana, “Tra i banchi di scuola“, tutti per Einaudi. Alfonso Lucifredi, “Troppi“, Codice edizioni; David Day, “Atlante di Tolkien” per Giunti; Caterina Perali, “Come arcipelaghi“, Neo Edizioni. “L’ora senza ombre” di autori vari per Pidgin; Alessandro Giraudo, “Oro, argento e scintillanti follie“, Add editore; Déborah Danowski e Eduardo Viveiros de Castro, “Esiste un mondo a venire? Saggio sulle paure della fine“, Nottetempo. Bella doppietta in casa Morellini con Sarah Pellizzari Rabolini, “L’alba del 2 Giugno”, Elisa B. Pasino, “New York al femminile. Terza Edizione“; il siciliano Carmelo Sardo narra “Le notti senza memoria” per Bibliotheka Edizioni e si aggiudica il #librocontrocopertina; Giulio Perrone, “Tante parole, poi l’amore“, Sem; Jakob Guanzon, “Abbondanza“, Marsilio. Il nobel 2023 Jon Fosse con “La piccola violinista” firma nuovamente per Iperborea. Henry Wise, “Holy city“, Carbonio per la prima volta in doppietta nel nostro blog. Incuriosisce Luigi Musolino con “Della donna aracnide“, per i tipi di Zona42. Mai assente il gioco più bello del mondo con Mario Giunta e la sua “Guida turistica per tifosi in Europa” per Bibliotheka Edizioni. Il nuovo di Linwood Barclay, “Fino a toglierti il fiato”, per Nutrimenti e tra i più amati catanesi riecco Alessandro Garigliano con “A ciascuno il suo terrore“, per Terrarossa, in discutibilmente e #librocopertina. Da tenere sott’occhio la Qed, casa editrice fondata da Pina La Banca meno di 5 mesi fa e già nel firmamento con nomi eccellentissimi quali, in uscita in questa prima quindicina di ottobre: Nicola Manicardi, che inaugura la collana di poesia della CE con, “Con”effe” e la voce data agli animali da Domenico B. D’Agostino con “Quattro Apocalissi”.
Sceglieteli tutti, sceglietene uno, fate come vi pare, ma leggete!
Flashback settembrini
Chiara Mazzucchelli, Bastimenti d’inchiostro. La grande emigrazione nella letteratura siciliana (1876-1924), Kalós
Proprio quando il Paese era finalmente unificato e bisognava “fare gli italiani”, milioni di loro decisero di partire per cercare migliori opportunità all’estero, dando il via a un processo di emigrazione rapido e inesorabile che avrebbe progressivamente svuotato intere regioni d’Italia. Di questo terremoto demografico si occuparono al tempo storici, sociologi, economisti e studiosi vari, ma la letteratura sembrò non dedicare la stessa attenzione a questo significativo rivolgimento sociale. Per fortuna, negli ultimi anni, la critica letteraria sia in Italia che all’estero si è occupata sempre più della rappresentazione narrativa del fenomeno migratorio, impegnandosi in un prezioso lavoro di recupero e, in alcuni casi, di scoperta di scritti più o meno noti al grande pubblico. Grazie a questo rinnovato interesse, oggi è possibile affermare che esiste un filone narrativo che riguarda il grande esodo delle classi subalterne italiane all’estero. In questa esplorazione della letteratura sulla Grande emigrazione, attraverso un approccio interdisciplinare, l’autrice si concentra sulle opere di autori e autrici siciliani – Verga, Messina, Capuana, Pirandello tra gli altri – a cavallo tra Otto e Novecento, un periodo che segna l’affermarsi del Verismo e la transizione da questo movimento a un tipo di narrativa più incentrata sulla dimensione soggettiva e psicologica dei personaggi. In particolare, l’analisi si focalizza sui testi che affrontano il tema dell’emigrazione dalla Sicilia verso gli Stati Uniti, che rappresentarono la principale destinazione transoceanica per coloro che partivano dall’isola in quegli anni.
Francesco Permunian, Teatri minimi della Valpadan, Trentuno drammi e drammetti pubblici e privati, Quodlibet
La capacità straordinaria di Permunian è di rimescolare il torbido che c’è nelle vite, in certe vite; e anche continuamente di far sorridere di gusto, un po’ satanicamente, in un infernetto spirituale di quarta categoria, che è il suo bello originalissimo. Cosa c’è nel libro? C’è, tra i tanti casi narrati, un alto e stimato dirigente scolastico che si trasforma in un serial killer di vecchiette, operante qui e là per la Valpadana. Ingenue pulzelle ingravidate da preti, che più per lussuria che per amore buttano poi la tonaca alle ortiche. E c’è il protagonista stesso del libro, un tremulo e patologico masochista esperto nella Lingua dei Segni, che s’innamora e poi sposa una giovane sordomuta che finirà per impiccarsi davanti ai suoi occhi. Cioè un’allegra e sgangherata compagnia di guitti e buffoni che si agitano sulle assi polverose di un palcoscenico di provincia, con lazzi, anatemi e battute che stanno tra le comiche di Ridolini e il teatro della morte di Kantor.
Dora Esposito, Apri la porta e vola, Arkadia
Quante volte abbiamo immaginato di mandare tutto all’aria e di cambiare completamente vita? In tanti, ammettiamolo, lo pensiamo spesso. Ma mentre meditiamo di farlo la vita ci scorre davanti e c’è chi si decide di dar seguito al proposito e chi invece resta fermo lì ad attendere che qualcosa muti all’improvviso. Giulia non aspetta più. La sua esistenza viene stravolta quando capisce che i silenzi autoinflitti non servono a niente. Allora scopre che deve osare ulteriormente e, armata di sano coraggio, inizia una nuova avventura. Così è anche per Samuel. Certi eventi spiacevoli lo porteranno a riflettere, a crescere e a cambiare modo di pensare, di agire e soprattutto di vivere. Hanna, invece, una ragazza di sani principi, sta progettando meticolosamente il suo futuro, una volta che si sarà liberata di un grosso macigno che grava sulla sua coscienza, precipitatole addosso suo malgrado. E che dire di Sofia che, intenta a crescere le sue figlie, si trova di fronte a più di qualche evento spiacevole, tanto che sarà costretta a ricalibrare completamente il proprio futuro? Ci sono poi Jeo, Luca, Angelica che, a loro volta, pensano che stia andando tutto come deve andare, perché pare che i loro ideali si stiano concretizzando e i giorni avvenire saranno rosei e positivi. In realtà sarà proprio il domani a cambiare loro. E infine ecco ancora Jeffrey, Giorgio e Veruska, ma su di loro meglio non svelare nulla, basti sapere che ognuno è stronzo a modo suo e che tutti ce la possono fare, anche quando pensano che non sia possibile.
Carmen de Burgos, Voglio vivere la mia vita, Bonfirraro
La vita che viviamo diventa spesso una messa in scena in cui facciamo ciò che gli altri si aspettano, ma cosa proverebbe un’attrice che interpreta la regina se si convincesse che non potrebbe mai togliersi il mantello e la corona? La vita che viviamo diventa spesso una messa in scena in cui facciamo ciò che gli altri si aspettano, ma cosa proverebbe un’attrice che interpreta la regina se si convincesse che non potrebbe mai togliersi il mantello e la corona? L’autrice Carmen de Burgos ha vissuto intensamente la sua vita, affrontando con coraggio e forza le difficoltà e i dolori imposti dalla società dei primi del Novecento.
Wang Xiaobo, L’età dell’oro, Carbonio
Nella Cina della Rivoluzione Culturale, il ventunenne Wang Er viene spedito nelle remote campagne dello Yunnan. La sua ‘rieducazione’ si trasforma in un’iniziazione al sesso quando incontra la giovane dottoressa Chen Qingyang e comincia con lei una storia d’amore illecita, che dovrà descrivere nelle sue lunghe e scabrose ‘confessioni’ al Partito, infarcite di dettagli erotici a uso e consumo delle autorità.
Tempo dopo, Wang Er lavora a Pechino in università e passa le sue giornate nella mediocrità degli anni ’80, tra servilismo, trasgressioni e sesso gratuito, con il pensiero sempre rivolto al passato suo e dei suoi coetanei: anni di pestaggi e suicidi, di controllo sociale e delazioni, ma anche di amore vero, eroismo e audaci fughe dalla realtà. Scritto nel 1982 ma pubblicato in Cina soltanto nel 1994, L’età dell’oro continua ancora oggi ad appassionare e a commuovere.
Wang Xiaobo, autore di culto per generazioni di lettori, racconta un mondo grottesco e al contempo fin troppo autentico, in cui l’erotismo si fa ribellione politica, offrendo una satira coraggiosa e dissacrante della Cina del suo tempo.
Libro copertina, A ciascuno il suo terrore di Alessandro Garigliano, Terrarossa
Il protagonista di questo romanzo si trova coinvolto in un presunto attentato durante la proiezione in piazza di una finale di Champions League. Mentre la folla fugge in preda al panico, lui e la donna che ama si perdono nella confusione. La particolarità di questo romanzo sta nella sua narrazione strutturata attraverso un montaggio alternato: da un alto, ci sono le indagini del protagonista sul terrorismo per arrivare al colpevole del caos in piazza; dall’altro, viene descritto il suo coinvolgimento in una serie tv inquietante e che lo affascina. Il romanzo esplora le ossessioni del protagonista, i suoi conflitti interiori e il deterioramento del suo rapporto di coppia. Il romanzo sarà nelle librerie da giovedì 10 ottobre.
Le uscite di martedì 1 ottobre
Murakami Haruki, La città e le sue mura incerte, Einaudi
Due adolescenti si conoscono durante un concorso letterario e iniziano a scambiarsi lettere. Vivono in città diverse e i loro rari incontri sono pieni di speranza per il futuro. Durante le loro passeggiate, lei gli racconta di una città immaginaria, circondata da alte mura, dove lavora in una biblioteca aiutando il «lettore dei sogni», una figura che raccoglie e interpreta i sogni delle persone. Lei gli rivela che lui è destinato a quel ruolo speciale. Quando la ragazza scompare improvvisamente, lui deve affrontare un viaggio oltre lo spazio e il tempo per ritrovarla, superando barriere misteriose.
Beatrice Salvioni, La Malacarne, Einaudi
Dopo l’esordio con La Malnata, Beatrice Salvioni ci racconta ancora una volta Francesca e Maddalena, e siamo sempre a Monza, ma stavolta nell’aprile del 1940. Sono quattro anni che Francesca non ha notizie di Maddalena, da quando quest’ultima è stata rinchiusa in manicomio senza mai rispondere alle lettere dell’amica. Francesca ha sempre pensato che il silenzio di Maddalena fosse dovuto al risentimento, perché è sempre stato suo il ruolo di reietta, di Malnata. Ma ora anche la vita di Francesca è stata scossa: ha abbandonato la sua famiglia per andare a vivere con Noè Tresoldi, attirando su di sé lo scandalo e le accuse da parte della madre, che la definisce Malacarne. Quando Maddalena fa ritorno, appare cambiata: è piccola e magra, come se fosse rimasta adolescente, ma Francesca percepisce che qualcosa è profondamente diverso in lei. Cosa è successo durante il tempo trascorso in manicomio? Nel frattempo, l’Italia entra in guerra e arriva il momento per Francesca e Maddalena di decidere da che parte stare.
Le uscite di mercoledì 2 ottobre
Alfonso Lucifredi, Troppi, Codice
Il giornalista scientifico e naturalista Lucifredi ci pone davanti a un quesito: non saremmo troppi su questo pianeta? Non potrebbe essere la sovrappopolazione il dramma e non la crisi climatica? In Troppi. Conversazioni sulla sovrappopolazione umana e sul futuro del pianeta, il naturalista si affida a climatologi, biologi, demografi, economisti, medici e non solo, per dare una risposta al suo quesito. Il saggio affronta il tema da vari punti di vista sia sociale sia economico passando anche per quello politico.
David Day, Atlante di Tolkien, Giunti
Torna il racconto della cosmologia della Terra di Mezza nel nuovo Atlante di Tolkien. Mappe a colori e illustrazioni per far scoprire l’universo tolkieniano a chi ancora non lo conosce. Il libro è scritto da David Day e tradotto da Andrea Gallo.
Caterina Perali, Come arcipelaghi, Neo Edizioni
Caterina Perali, producer che vive a Milano, torna in libreria con Come arcipelaghi, il testo che chiude la trilogia della casa di ringhiera iniziata con Crepa (13Lab edizioni, 2015) e con il seguito Le Affacciate(Neo edizioni, 2020). In questo libro, Perali racconta una nuova genitorialità, quella incarnata da una donna single che decide di fare un figlio da sola in Spagna perché in Italia non è concesso. Lei si chiama Chiara e un giorno dal balcone urla la frase: «Mi basta il suo sperma!». È lì che Jean, quarantenne inquilina del condominio che cura la rubrica «Sostegno Generico» su Instagram, fa la sua conoscenza. Come arcipelaghi è la storia di due donne che vivono diversamente la vita e le relazioni, ma che troveranno un punto in comune.
Le uscite di giovedì 3 ottobre
Aa.Vv., L’ora senza ombre, Pidgin
L’ora senza ombre è la prima antologia curata dalla rivista letteraria «In allarmata radura», in collaborazione con Pidgin Edizioni. Raccoglie le opere di sedici autrici e autori così come fotografe e fotografi, nell’esplorazione del tema sulla narrazione del sé. Contrariamente all’idea che queste scritture servano solo a esaltare l’ego, l’antologia propone che possano aprire ferite profonde, trasformandosi in vortici che partono dall’io e si espandono verso l’esterno. I saggi narrativi sono a opera di: Veronica Galletta, Ester Armanino, Francesca Mattei, Simone Sauza, Francesco Spiedo (autore di Rivista Blam con Giradischi), Alessandro Busi, Fabiana Castellino (autrice di Rivista Blam con La perdita), Deborah D’Addetta (autrice di Rivista Blam con Kitöltest), Livia Del Gaudio, Aurora Dell’Oro, Leonardo Ducros, Antonio Esposito (autore di Rivista Blam con Stasera ne parliamo), Gabriele Esposito, Mario Emanuele Fevola, Maria Teresa Rovitto, Alexandrina Scoferta.
Le uscite di venerdì 4 ottobre
Nicola Manicardi, Con Effe, Qed
“Con Effe” è un canzoniere d’amore che racconta dei momenti di solitudine e dell’attesa di una rinascita dove Effe diventa musa, il quotidiano cercato nel giorno delle cose. L’amore ritrovato infine dove la parola trova ampiezza e battito.
Alessandro Giraudo, Oro, argento e scintillanti follie, Add editore
Sin dal più remoto passato, oro e argento hanno esercitato una profonda influenza sulla Storia umana, stimolando sogni di grandezza e abbellendo le residenze regali. Questi metalli preziosi, estratti dalla terra, spesso vi ritornano sotto forma di ricchezze conservate in caveau segreti, come quello della Federal Reserve o sommersi nelle profondità marine. Attraverso i secoli, hanno finanziato esplorazioni audaci, contribuito alla costruzione di maestosi palazzi e cattedrali, scatenato conflitti e facilitato la pace. Oro e argento rappresentano l’incarnazione del desiderio di ricchezza e controllo che ha attraversato ogni era, manifestandosi in tesori di guerra, lingotti, monete, statue e gioielli scintillanti. Ancora oggi, sono considerati beni rifugio e offrono sicurezza e stabilità durante le crisi geopolitiche.
Déborah Danowski e Eduardo Viveiros de Castro, Esiste un mondo a venire? Saggio sulle paure della fine, Nottetempo
Icambiamenti climatici e le estinzioni di specie non sono gli unici segnali di una crisi globale: l’umanità si trova a un punto critico, e il discorso sulla «fine» prolifera in ogni ambito, dalla filosofia all’arte, generando narrazioni apocalittiche che minano ogni fiducia nell’umanesimo e nello sviluppo promettente. Tuttavia, questo non è un libro sull’Apocalisse. Al contrario, è animato dall’idea di rifondare un futuro diverso per tutte le forme di vita che abitano la Terra. Come possiamo contrastare il declino e non rimanere «senza mondo»? Gli autori richiamano la cosmopolitica degli indios amazzonici, basata su una diplomazia continua con l’ambiente, per proporre una nuova forma di resistenza. Non si tratta di immaginare un nuovo mondo, ma di creare un nuovo popolo: un popolo che creda nel mondo e lo costruisca con ciò che di esso resta. Traduzione di Alessandro Lucera.
Sarah Pellizzari Rabolini, L’alba del 2 giugno, Morellini
Un romanzo che dà voce a tutte le donne che si sono spese per una società più equa, il cui ricordo è stato cancellato dalle due Guerre Mondiali
È l’alba di un grande giorno: il 2 giugno 1946, finalmente, le donne possono votare. Luce si prepara per uscire e l’occhio le cade sulla foto di sua nonna Irma. Irma e Lorenza si conoscono in un collegio di Milano nel 1850 e inizia per loro un’amicizia lunga una vita. Non potrebbero essere più diverse, ma saranno legate in maniera indissolubile dagli eventi della Storia. A cavallo dell’Unità e delle lotte per i diritti delle donne, le vicende di Irma e Lorenza si intrecciano a fatti e personaggi storici realmente esistiti. In una società maschilista, dove sono gli uomini a prendere le decisioni importanti e le donne devono stare in disparte, silenziose e accondiscendenti, emergono figure che vogliono sovvertire questo iniquo sistema. Ecco che le emancipatrici fanno sentire la loro voce e Irma non si tira indietro. Quando c’è da lottare per i valori in cui crede è sempre in prima linea, sfidando anche la volontà della sua stessa famiglia. L’alba del 2 giugno racconta con delicatezza i sommovimenti che hanno portato a una delle più grandi conquiste del XX secolo, in una storia che unisce amicizia, amore e politica.
Elisa B. Pasino, New York al femminile. Terza Edizione, Morellini
La guida best seller dell’autrice di “Londra al femminile” e “Parigi al femminile”, in una nuova edizione aggiornata ed arricchita di informazioni e approfondimenti
Non si visita mai la stessa New York due volte. La città è in evoluzione continua e sull’isola di granito di Manhattan ci si imbatte sempre in qualche lavoro in corso. Il grande distretto di Brooklyn, così come il Queens, prosegue nella sua gentrificazione, pur coniugando il nuovo con i quartieri più tradizionali come Park Slope, Carroll Gardens e Cobble Hill. Ed è a poca distanza da lì la vista più bella su Lower Manhattan: il ponte sospeso di Squibb Park, che guarda i grattacieli del Financial District. Per visitare New York, che, a ogni fermata della subway, è una città differente, è utile un accompagnatore esperto che sa guidare il visitatore, ma nello stesso tempo lo invita a costruire il proprio viaggio tra itinerari meno battuti e curiosità poco note. E i consigli giusti per scoprire la vera anima dei tre livelli di NYC: sottoterra, tramite la rete della metropolitana che permette di andare ovunque e di riemergere nel secondo livello, quello della strada, dove si trovano i parchi, le case in pietra, le celebri brownstone, e dove si muovono i taxi. E il terzo livello, quello dei rooftop, dove ci si ritrova a bere un drink al tramonto, perché la vita a una cert’ora si sposta lassù.
Le uscite di martedì 8 ottobre
Espérance Hakuzwimana, Tra i banchi di scuola, Einaudi
La scuola italiana non è più quella di una volta: fra religioni diverse, non credenti e classi multietniche è inevitabile non mettersi di fronte alla diversità e fare delle scelte che siano eque per tutti gli studenti. Le classi miste diventano simboli di una società in cui i diritti sono spesso mancati. L’autrice, Espérance Hakuzwimana, in questo testo, propone di ascoltare le voci degli studenti migranti per comprendere meglio come accoglierli e affrontare insieme questo cambiamento.
Giulio Perrone, Tante parole, poi l’amore, Sem
L’editore Perrone torna a essere autore e pubblica per Sem un nuovo romanzo in cui racconta le persone normali; dieci vite umane senza pretese che vivono inesorabilmente lo scorrere del tempo fra lavoro, genitorialità e ruoli sociali da sostenere. Sono madri, docenti, mariti, professionisti. Dopo il lavoro ci può essere il nulla, la ricerca di una via di fuga per togliersi la maschera, mettersi a nudo e capire che forse nella vita hanno fallito non rincorrendo il sogno che desideravano. Eppure, qualcosa può cambiare, basta affidarsi alla potenza del caso, quella che nessuno mette in conto.
Jakob Guanzon, Abbondanza, Marsilio
“Abbondanza”, finalista al National Book Award, racconta di Henry e suo figlio Junior che dopo esser stati sfrattati dalla loro roulotte la notte di Capodanno, si ritrovano a vivere in un pick-up, lottando per sopravvivere con pochi soldi, lavandosi nei bagni pubblici e accumulando bustine di ketchup come riserva di zucchero. Sei mesi dopo, le finanze di Henry sono ridotte al minimo, ma un’opportunità sembra riaccendere la speranza. Nonostante il suo passato di dipendenza che ha sempre ostacolato la ricerca di un impiego, Henry ha un colloquio fissato per il giorno dopo, il giorno del compleanno di Junior. Per festeggiare gli eventi, si concedono una cena da McDonald’s e una notte in un motel, finalmente in un letto vero. Sembrano avvicinarsi a un miglioramento della loro situazione, ma una violenta lite nel parcheggio del motel e un malore improvviso di Junior li riportano rapidamente alla dura realtà della loro esistenza. Traduzione di Gaja Cenciarelli.
Le uscite di mercoledì 9 ottobre
Jon Fosse, La piccola violinista, Iperborea
Jon Fosse ci regala un’opera di rara forza poetica: una fiaba moderna che esplora il potere sconfinato e inconsapevole dei bambini, l’importanza dell’immaginazione e il valore salvifico della musica. La storia ruota attorno a una bambina che suona il violino e possiede un dono speciale: quando si copre gli occhi con le mani, riesce a vedere ciò che desidera. Un giorno, con questo gesto, scorge suo padre, solo e triste, su uno scoglio desolato vicino al mare, accanto a una barca rovesciata. Capisce subito che il padre ha bisogno del suo aiuto e decide di intraprendere un lungo viaggio per raggiungerlo. Durante il cammino, la bambina si trova di fronte a ostacoli che paiono insormontabili: una montagna troppo alta da scalare, una palude fangosa in cui rischia di rimanere bloccata e, infine, il mare da attraversare. In ciascuna di queste sfide, la sua musica diventa la chiave per superare le difficoltà, fino a che non trova il padre e, grazie alla forza dell’amore e della sua arte, lo riporta a casa. La piccola violinista è una toccante parabola che racconta, con semplicità e profondità, il potere trasformativo dell’infanzia e dell’arte.
Luigi Musolino, Della donna aracnide, Zona42
Luigi Musolino torna in libreria con un romanzo curato da Elena Giorgiana Mirabelli per la collana 42 Nodi, con una storia su come i desideri possano diventare ossessioni, sull’oscurità dell’infanzia e la perdita dell’innocenza. Questa è la storia di Martina e Filippo, della loro fascinazione per la strana creatura Serafina, giunta nella loro cittadina con le giostre, e del loro desiderio di fuga dall’immobilità della provincia.
Le uscite di venerdì 11 ottobre
Domenico B. D’Agostino, Quattro Apocalissi, Qed
In tempi remoti uomini e animali si cibavano solo di erbe e parlavano la stessa lingua. Millenni dopo, secondo una antica tradizione che oggi ricordano in pochi, nella notte dell’Epifania era possibile sentire gli animali confabulare tra loro e parlar male dei padroni qualora questi non li allevassero nel migliore dei modi. Al contempo, e all’oscuro degli uomini, animali di ogni latitudine si riunivano per discutere di pericoli e di calamità imminenti. Un mito che gli umani, ormai, non ricordano più. Gli animali, invece, ne conservano ancora memoria: prima della fine di tutti i tempi, uomini e bestie torneranno a comprendersi. Ma sull’opportunità o meno di parlare agli uomini per avvertirli, persino tra gli animali non c’è uniformità di intenti. Così, a quattro bestie soltanto, rappresentative dell’intero genere animale, è demandata un’orazione. Quattro discorsi per una sola decisione, in una antica e lontana notte di qualche secolo fa. Quattro disquisizioni sull’apocalisse.
Linwood Barclay, Fino a toglierti il fiato, Nutrimenti
Durante un tranquillo fine settimana di pesca, Andrew Mason vede la sua vita prendere una piega drammatica quando sua moglie Brie scompare misteriosamente. Sebbene molti sospettino di Andrew, e lo considerino il probabile colpevole, la polizia non riesce a raccogliere prove sufficienti per accusarlo. Dopo aver affrontato il dolore e il discredito, Andrew cambia identità, ricomincia da capo e si rifà una nuova vita. Sei anni dopo, mentre la sua vecchia casa è stata demolita e il suo passato sembra sepolto, una donna si presenta all’indirizzo di casa sua gridando: «Dov’è casa mia?». È possibile che Brie sia tornata, o è una mossa astuta per distruggere anche la nuova esistenza di Andrew? Traduzione di Nicola Manuppelli.
Vitaliano Trevisan, Aberrazioni e prospettive. Narrazioni e saggi di architettura, Oligo
Un architetto olandese che impara l’italiano sui trattati di Palladio e Scamozzi. Le implicazioni fisiche, percettive e mentali della visione prospettica. La lettura critica e disinibita del paesaggio e del costruito. Questo libretto raccoglie testi assai eterogenei – un inedito frammento narrativo e saggi brevi, già apparsi in pubblicazioni specialistiche – che dimostrano come l’interesse di Trevisan per l’architettura e la sua percezione non si sia mai assopito, portando sempre con sé lo sguardo critico e pungente maturato negli anni giovanili, nella Vicenza dominata dall’eredità di Carlo Scarpa.
Mario Giunta, Guida turistica per tifosi in Europa, Bibliotheka Edizioni
Seguire in trasferta la squadra del cuore, dormire a prezzi ragionevoli, mangiare in locali caratteristici, raggiungere facilmente gli stadi e i luoghi più significativi delle città, scoprire consuetudini e tradizioni dei club avversari. È ciò che offre la Guida turistica per tifosi in Europa, scritta dal giornalista romano di SkySport Mario Giunta con la collaborazione di Alberto Gervasi e Niccolò Severini.
Il libro, stampato a colori, si propone di far conoscere e apprezzare le storie, i luoghi e le tradizioni delle più importanti squadre di calcio europee. “Siamo partiti dal Portogallo, campionato in forte crescita con squadre che comunque hanno segnato la storia di questo sport”, spiega Giunta. “Inevitabile una tappa in Spagna, tra la forza e la storia di Real Madrid e Barcellona, fino a toccare le tradizioni e le radici di altri club dal fascino incredibile. Era inevitabile che il nostro tour facesse tappa anche dai cugini francesi, perché non esiste solo il milionario Paris Saint-Germain, ma tante altre realtà che vale la pena studiare e conoscere. Così come non era possibile non fermarsi in Germania – prosegue l’autore – dove, se l’immaginario collettivo porta ad identificare nel Bayern di Monaco la squadra simbolo, esistono compagini che per storia e tradizione forse sono ancora più importanti del Bayern per quello che hanno dato a questo sport. Ed infine l’Inghilterra con la Premier League: ad oggi il campionato numero uno del pianeta”.
Per ogni squadra, una ricca sezione è dedicata alla storia dei club dalla nascita ai giorni nostri (palmarès compresi), mentre diversi QRcode aiuteranno i lettori ad orientarsi nelle città europee del calcio.
Henry Wise, Holy city, Carbonio
Dopo dieci anni di esilio autoimposto, Will Seems torna da Richmond nella contea di Euphoria, nella Virginia rurale, per assumere l’incarico di vicesceriffo, deciso a fare i conti con il proprio passato. Tra foreste rase al suolo e case abbandonate, la regione sperduta delle piantagioni di tabacco, impoverita e ancora segnata da un forte razzismo, è ormai un luogo desolato e immobile dove dilaga la criminalità. Una terra di nessuno, dove si può essere brutalmente uccisi senza che la polizia si preoccupi di indagare a fondo. Come succede a Tom Janders, un ragazzo di colore che Will conosceva bene, trovato senza vita nel rogo della sua casa. A essere arrestato è un uomo che tutta la comunità locale sa essere innocente, e per fare giustizia viene ingaggiata Bennico Watts, una grintosa detective privata, perché insieme a Will possa trovare il vero colpevole. Sullo sfondo dell’America degli ultimi, un thriller d’esordio ricco di suspense che esplora la linea sottile che divide giustizia e vendetta. Con la sua prosa trascinante, poetica e ruvida, Wise racconta i tormenti interiori e le ferite ancora sanguinanti di una società maledetta e dal fascino ribelle.
Simon Levay, Attrazione, amore, sesso. La parola alla scienza, Espress Edizioni
“Il sesso è il più potente stimolo presente nelle nostre vite dopo la fame. Il sesso non è solo un atto fisico, ma un’esperienza complessa che coinvolge il corpo, la mente e il cuore”
Perché la maggior parte delle nostre abitudini sessuali non ha nulla a che fare con la riproduzione? Perché non ci riproduciamo, come alcuni animali, attraverso la partenogenesi? Perché non siamo tutti eterosessuali? Come fa il cervello a produrre l’eccitazione sessuale? La pornografia fa male? Che cosa c’è alla base delle relazioni d’amore felici? Probabilmente il sesso è, dopo la fame, il più potente stimolo presente nelle nostre vite. Ma il sesso e la sessualità sono ancora circondati da un alone di mistero… Questo saggio è accattivante e ricco di curiosità, ma, allo stesso tempo, è scientificamente accuratissimo e aggiornato sulle ricerche più recenti in materia di sessualità e attrazione. È in grado di guidarci, con un linguaggio divulgativo e una certa dose di umorismo, attraverso tematiche universali, sempre in divenire e al centro della discussione pubblica e privata.
I temi trattati nel libro sono universali e sempre attuali. L’istinto riproduttivo e tutto quello che ci gira intorno (l’attrazione, l’orientamento sessuale, il sesso, le relazioni, l’amore) costituiscono un istinto primario dell’uomo dal punto di vista evolutivo, e, dal punto di vista biologico-anatomico, coinvolgono strutture arcaiche del cervello, rintracciabili in molte altre specie animali, persino non appartenenti alla classe dei mammiferi. Per questo motivo gli studi scientifici su questi temi sono i più numerosi in assoluto, con un numero di circa 200.000 nuovi studi pubblicati in un solo anno! Ecco quindi che Simon LeVay si prefigge di compiere un’impresa titanica e assai meritoria: quella di mettere ordine tra questa selva di studi, presentandoci lo stato dell’arte delle conoscenze scientifiche nel campo del sesso, dell’amore, dell’attrazione, andando anche a indagare le parti più oscure della sfera del desiderio sessuale, parlandoci delle parafilie (tra cui la pedofilia) e delle radici biologiche e culturali dello stupro, la cui comprensione può essere utile anche a immaginare strategie di contenimento del fenomeno. Non manca poi un’immersione nei temi di scottante attualità quali l’enorme fenomeno del consumo del porno, che l’autore analizza con metodo scientifico arrivando anche a sfatare alcuni miti che lo circondano, e il tema dell’orientamento sessuale, su cui l’autore ha compiuto personalmente studi approfonditi ed è in grado di dirci molte cose interessanti e scientificamente fondate.
Libro controcopertina, Le notti senza memoria di Carmelo Sardo, Bibliotheka Edizioni
Nell’ultimo segmento della sua vita tormentata, Carlo ripercorre l’amore folle e delirante per Nora, conosciuta per caso in un bar quando lei aveva 20 anni e lui 32. Di notte, nel sogno, la loro passione si fa sempre più travolgente, mentre nella vita reale lei le cose sono molto diverse. Carlo si sposa con un’amica di Nora, ma il matrimonio non funziona e dalla città siciliana in cui vive si trasferisce a Milano per lavoro. Ma nei suoi sogni c’è sempre e solo la stessa donna. Sarà un incidente stradale a liberarlo dai fantasmi e a fargli scoprire una verità sconvolgente, che lo costringerà a riscrivere l’intera storia della sua vita. Il romanzo sarà in libreria da venerdì 4 ottobre.
Incipit. La prima volta che l’ho vista l’avevo appena sognata. Intendo dire che meno di due ore prima di ritrovarmela davanti, nel bar dove ci siamo conosciuti, dormivo beato nel letto di casa e la stavo sognando. Non so quanto possa apparire assurdo, ma ecco, io quella meravigliosa creatura l’avevo sognata esattamente come era nella realtà, senza che l’avessi mai vista, nemmeno in foto. E credo di averla sognata anche altre volte, ma non ho ricordi nitidi dei sogni precedenti. So solo che ne ero follemente innamorato. Ma nonostante l’avessi sognata solo qualche ora prima, quando poi l’ho incontrata non avevo subito capito che fosse lei, la stessa misteriosa ragazza dei miei sogni. Lì per lì, inerme davanti alla sua bellezza, mi aveva preso solo il sospetto che somigliasse a qualcuna. Mi ero incantato nel ricordare dove l’avessi già vista, che di questo ero sicuro. Aveva nel suo gesticolare, nell’incedere lento e ancheggiante, un non so che di familiare.
Salvatore Massimo Fazio
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Presentazione del libro “Apri la porta e vola” di Dora Esposito
Quante volte abbiamo immaginato di mandare tutto all’aria e di cambiare completamente vita? In tanti, ammettiamolo, lo pensiamo spesso. Ma mentre meditiamo di farlo la vita ci scorre davanti e c’è chi si decide di dar seguito al proposito e chi invece resta fermo lì ad attendere che qualcosa muti all’improvviso. Giulia non aspetta più. La sua esistenza viene stravolta quando capisce che i silenzi autoinflitti non servono a niente. Allora scopre che deve osare ulteriormente e, armata di sano coraggio, inizia una nuova avventura. Così è anche per Samuel. Certi eventi spiacevoli lo porteranno a riflettere, a crescere e a cambiare modo di pensare, di agire e soprattutto di vivere. Hanna, invece, una ragazza di sani principi, sta progettando meticolosamente il suo futuro, una volta che si sarà liberata di un grosso macigno che grava sulla sua coscienza, precipitatole addosso suo malgrado. E che dire di Sofia che, intenta a crescere i suoi figli si trova di fronte a più di qualche evento spiacevole, tanto che sarà costretta a ricalibrare completamente il proprio futuro? E poi tanti altri personaggi, in un romanzo corale che ci farà ridere, sorridere e riflettere.
Dialoga con l’Autrice: Francesca G. Marone
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Un giorno ti racconterò è il romanzo d’esordio di Dora Esposito, edito da Arkadia. Tra i libri letti in questa prima parte del 2021, sicuramente fa parte di quelli che consiglierei a tutte e a tutti, perché si tratta di una storia scritta con uno sguardo intimo e a tratti ironico, una storia che porta chi legge a capire come sia importante perdonarsi, per tutte quelle volte in cui non ci si è amati abbastanza. Credo vi siano persone che in un modo assurdo, per pura fatalità, un giorno o l’altro debbano incontrarsi. E che poi si incontreranno effettivamente. Credo che abbiamo il potere decisionale di scegliere chi vogliamo nella nostra vita. Le persone simili a noi. Quelle che ci sembra di conoscere da una vita. Si tratta di un romanzo da leggere tutto d’un fiato. Un romanzo intimo che parla al proprio io, fornendo molti spunti di riflessione. Una lettura interna e appassionante, capace di coniugare leggerezza e introspezione. Dora Esposito con questo suo debutto letterario è riuscita a ritagliarsi un posto di rilievo, tra gli scrittori italiani esordienti. Lei considera la scrittura come un disinfettante per le ferite che sanguinano ancora, e infatti ogni parola del suo romanzo prova ad essere un cerotto per le ferite, guarite e non guarite, della protagonista della storia, Giulia, e di chiunque si trovi a leggerle. La ferita per me è ancora aperta e credo non si chiuderà mai. Non mi perdono tante cose, tuttavia non è questo il punto. Scusa se non mi manchi, mi manca soltanto il fatto che potevamo essere migliori, che potevamo recuperare il nostro rapporto. Mi manca la tua presenza come mi è sempre mancata. La trama è molto semplice, racconta la storia di una giovane donna di quarantatré anni, dal passato drammatico madre di due meravigliosi figli, di diciannove e sedici anni, a cui fa da mamma e da papà. Nella narrazione un ruolo importante è svolto dai luoghi: l’aeroporto e la città di Napoli. L’aeroporto come luogo di transito, di incontro e di forti emozioni. La città di Napoli, la città in cui Giulia è nata e cresciuta, ma da cui è voluta scappare ben presto. Queste sue origini sono rintracciabili anche nel suo carattere, forte e determinato. Vi è mai capitato di vivere attese interminabili in aeroporto, aspettando di veder comparire sul tabellone il numero del gate, dell’aereo che vi porterà a destinazione? È proprio durante una di queste attese che Dora Esposito comincia a raccontarci la storia di Giulia, tra incontri importanti e confessioni a cuore aperto Giulia in aeroporto conoscerà Yasmeen, una ragazza di origini siriana in viaggio, coraggiosa e dal passato burrascoso. Arrivata in Italia, fa irruzione nella vita di Giulia per un motivo ben preciso, perché ha un compito da portare a termine. Da questo incontro particolare e magico avrà inizio una confessione intima tra le protagoniste, fino al loro arrivo a Napoli, città in cui soggiornerà Yasmeen per una breve permanenza. Yasmeen prenderà Giulia per mano accompagnando la sua crescita interiore per quasi tutto il romanzo. Questa nuova amicizia, nata come un colpo di fulmine, riserverà un’incredibile sorpresa acui Giulia era inconsciamente pronta. C’è una parte di me che non mostro a tutti, non perché non posso, ma perché non voglio. So dov’è. È in un posto lontano, in un posto che forse non esiste più e forse, quella è la mia parte migliore, la punta del cuore, dove sono deposte le parole più belle, quelle che non ho più detto, quelle che mi hanno impedito di dire, quelle che non potrò più dire, quelle che tengo da troppo tempo per me. Giulia è una donna tenace con un passato da dimenticare, ma una grande voglia di vivere. Infatti, nonostante tutto, continua ad essere un’inguaribile sognatrice, alla ricerca di attimi di magia nella sua vita quotidiana. Dopo aver trascorso l’adolescenza con una mamma spesso alle prese con l’ansia, e senza un buon rapporto con il padre, da giovanissima per fuggire dalla sua famiglia e dalla città di Napoli decide di sposare un ragazzo dopo circa un anno di fidanzamento. Giulia che ha sempre creduto nell’amore vero e passionale sceglie di sposarsi per conquistare un po’ di libertà, per emanciparsi dalla sua famiglia e fuggire a Milano. Barattando il sogno dell’amore puro con il desiderio di una forte indipendenza, si è ritrovata ben presto intrappolata nel suo matrimonio. Fin dal suo arrivo a Milano, dovrà subire i tradimenti del marito, non di certo il principe azzurro delle favole, e ciò li porterà a litigare continuamente, alternando momenti di rabbia a momenti di calma legati alla nascita di due splendidi figli, probabilmente il dono più bello che la vita le ha fatto. Giulia si libererà presto dal supplizio di questo matrimonio, ritornando dai suoi genitori, a Napoli, dove purtroppo la sua vita sarà segnata da un altro momento drammatico: la morte di suo padre. Un lutto importante che condizionerà continuamente la sua vita. Tuttavia non perderà mai la speranza di vivere un vero grande amore, e di trovare un uomo con cui condividere la sua vita all’insegna di ogni certezza. Sai papà, mi sei mancato, e mi mancherai per sempre. Anche se non ci sei mai stato. Anche se non ci sarai mai più. Oltre a Yasmeen, in aeroporto Giulia conoscerà anche Jeo, un giovane americano in visita a Napoli dai propri parenti, dal fisico scolpito e con un futuro da modello, speranzoso di poter cambiare la sua vita. Jeo catturato dalla bellezza e della personalità della protagonista, inizierà fin da subito ad attaccare bottone con Giulia, dimostrando gentilezzae savoir faire. Sono una donna molto determinata. Ho molta volontà e, anche se alcune volte perdo il controllo, ho la capacità di scegliere la mia vita, le persone e le strade da prendere. Decido so chi deve entrare nella mia vita. Giulia fin dal primo incontro in aeroporto sa già che il destino, e anche il suo istinto, le farà rincontrare Jeo un’altra volta. Infatti, pur essendo legata da una forte attrazione con Samuel, uscirà con Jeo fino ad accettare un suo invito a trascorrere un fine settimana insieme a Parigi. Samuel è un altro tra i personaggi fondamentali del romanzo. Fra tutti, probabilmente, è quello che in modo più intenso ci racconta i momenti più faticosi del viver quotidiano. Lui è una combinazione di egocentrismo e cinismo, è ricco e attraente, ma incredibilmente solo in questa vita assurda. Giulia e Samuel sono uniti da un legame profondo, ma molto instabile e insicuro, fino all’ultimo momento. Che i vuoti non sempre possono essere colmati. Che le grandi cose si vedono dalle piccole cose. Che chi davvero ti vuole bene non ti tradisce. Che la ruota gira, ma quando oramai non te ne frega più niente. Ho compreso tanto ma ho ancora molto da imparare. Quindi molta strada da fare. La vita è bella, anche se è dura, anche con le salite e le discese, anche se devi percorrere strade ripide e pericolose, anche con le delusioni, con gli inganni, le bugie, l’indifferenza. La vita è bella perché insegna. Ma io forse non imparerò mai. Proprio mentre Giulia si trovava in aeroporto per partire con Jeo, Samuel, nel tentativo di raggiungerla, verrà investito da un camion riportando gravi conseguenze, e restando in bilico tra la vita e la morte. Ma perché l’amore è così difficile? Ma perché dobbiamo sempre soffrire, soffrire e ancora soffrire? Eppure, dicono che l’amore è una cosa meravigliosa e invece… Iniziano l’ansia, e le preoccupazioni, e la paura, e le paranoie, e i litigi, e la gelosia… E che sfaccimm! Mai una cosa facile. Mai. Scusate, mi sono fatta trasportare dalla mia napoletanità.
Il romanzo al suo interno contiene un’altra storia: quella di Luca, il camionista non colpevole dell’incidente di Samuel. La penna di Dora Esposito riesce a raccontare, con simpatia e profondità, momenti esilaranti e assurdi, di vita quotidiana che tutte e tutti noi viviamo ogni giorno. Ci pone davanti ad interrogativi esistenziali e fondamentali. Ogni lettore e ogni lettrice, durante tutta la lettura si troverà a riflettere sulle scelte caratterizzanti il proprio vissuto. Sarà infatti in grado di empatizzare con ogni personaggio della storia. Un giorno ti racconterò narra una storia travolgente, la storia di ognun* di noi. Una lettura interessante che ribadisce come non ci si può lasciare andare, senza prima amare noi stesse e noi stessi, e che insegna come l’amore non deve essere mai sprecato. Le parole di Dora Esposito hanno il potere di far perdere, e ritrovare allo stesso tempo, il lettore e la lettrice. Hanno il dono di curare ogni cicatrice invisibile del nostro animo. Il linguaggio del romanzo è semplice e universale, perché fornisce a tutte e a tutti la possibilità di guardarsi dentro per capire cosa sia accaduto nelle proprie vite e di chi sianole responsabilità, per capire l’importanza di ogni legame che creiamo con le persone della nostra vita, per capire il peso di un ti voglio bene. La storia di Giulia ci insegna a non dare mai nulla per scontato, che siano le persone o gli eventi, finché ne abbiamo la possibilità. Perché al di là di ogni nostro desiderio, o aspettativa, la vita scorre senza fare sconti a nessuno.
Sara Paolinelli
Il link alla recensione su Ex libris 20: https://bit.ly/3nCekBg
Conosco Dora Esposito da sempre. Da sempre nel senso virtuale – ovviamente – ma la seguo su tutti i social (Facebook, twitter rintracciabile con @doraebasta, instagram) ed è fra le poche “amiche imperdibili”. Dora Esposito (quando aveva i capelli lunghi) (foto tratta dal web) Certo, mi sarei immaginato – un giorno – che portasse a regime tutte le cr…, cioè tutte le cose giuste che scrive quotidianamente in un libro. Mai – però – mi sarei aspettato un libro così intimo (nel senso di lettura interna) che mi ha ricordato – non me ne voglia il Maestro Antonioni – in qualche suo film soprattutto sull’introspezione dei personaggi e sull’incomunicabilità. Questa foto testimonia che il libro me lo sono comprato e nessuno mi ha pagato per questa recensione (foto mia) Certo – il mio giudizio – può essere condizionato dal fatto che nel libro ritrovo molti dei post che Dora ha scritto. È iniziata in me una gara per scoprire quello che è autobiografico con quello di fantasia, dei personaggi vari di questo libro. Da Giulia, la protagonista, alla fantomatica Yasmeen, ai martoriati personaggi maschili (nel senso di quasi insopportabilità) Samuel, Jeo ed infine il misterioso Luca. Dora se la cava bene, anzi benissimo, a confondere la sua vita con quella di Giulia. È un libro che fa riflettere, che parla al proprio io, che invita a seguire le indicazioni del cuore e non quelle dell’istinto o del sesso. Quando scrivo una recensione non mi piace “spoilerare” troppo perchè la trama deve essere vissuta dal lettore, altrimenti è meglio leggere la Gazzetta dello Sport. Per concludere, un parere e consiglio a Dora: bene la prima. L’aspetto alla seconda opera che è sempre quella più difficile per uno scrittore. A meno che Dora non voglia tornare a scrivere aforismi per i diari. Nel prossimo libro, più dialoghi, aiutano la lettura. Consiglio davvero la lettura di questo libro. Ogni tanto riflettere sui perchè e sulle scelte della vita non fa male, anche ad un appassionato di “noir” come me. Infine cara Dora “amica virtuale” mi sembra che ti abbia fatto fin troppi complimenti visto che sui social mi tratti malissimo dicendo che alla mia età non mi resta altro che guardare i lavori dei cantieri, il cosiddetto “umarel”. Da Altedo è tutto a voi Castellamare di Stabia.
Massimo Masi
Il link alla recensione sul blog di Massimo Masi: https://bit.ly/2TouNMg
Maggio è arrivato: facendo resistenza, continuiamo quotidianamente, dal piccolo avamposto di Borgo Santa Brigida, a regalare sogni di carta. Regalare sogni di carta attraverso i libri: storie divertenti e commoventi, storie di rabbia e di dolore e anche piacevoli riscoperte e nuove traduzioni. Continuano pure le nostre mille iniziative per tenere vivo l’interesse sulla nostra libreria e intorno ai libri. Giovedì 6 maggio il Gruppo di lettura “Diari da leggere” si è confrontato intorno al libro edito da Arkadia Editore nella Collana SideKar Non è di maggio di Luigi Romolo Carrino. Sabato 8, invece, abbiamo ospitato la giornalista del Manifesto Mariangela Mainiti, con il suo libro Organsa, per l’iniziativa del Libraio per un giorno. Nata a Parma, Mariangela Mianiti vive fra Milano e Locarno. Ex pianista, giornalista, scrittrice. Ha vinto i premi giornalistici “Cronista dell’anno” nel 2003 e “Maria Grazia Cutuli” nel 2005. Per DeriveApprodi ha pubblicato Una notte da entraineuse. Lavori, consumi e affetti narrati da una reporter infiltrata (2005) e La vita Viagra (2010). Nel 2011 è uscito per Sonzogno il suo primo romanzo Anche il caviale stanca, commedia sociale dalle singolari coincidenze con la serie televisiva Un’altra vita, trasmessa su Raiuno nel 2014. Attualmente scrive per il quotidiano il Manifesto su cui tiene la rubrica Habemus Corpus.
Un romanzo su un piccolo paese della Bassa poco fuori Parma. Un romanzo sul dopoguerra, saldamente centrato fra gli anni Cinquanta e Sessanta, su un’Italia dove accanto alle spinte verso cambiamenti radicali sopravvivono sentimenti e gerarchie cupamente egocentriche e odiosamente oppressive. Sfruttatori e sfruttati convivono nella stessa famiglia e chi si sfianca di fatica guadagna una miseria pur essendo nella graduatoria della parentela figlia di quei genitori che sono gli sfruttatori. Lo sguardo che narra, e che impara via via a riconoscere e a misurare la qualità e la quantità delle emozioni e delle aspirazioni in gioco, è quello implacabile di una bambina fra i sei e i dodici anni che tutto annota e soprattutto controlla filtrando e passando al vaglio le prepotenze e gli assurdi cedimenti, che misura l’esattezza di quello che vede con l’esattezza di una dizione cristallina. Una dizione che sa rendere cristallino anche un dialetto ostico come il parmense e dintorni. La bambina è nell’ordine la terza generazione. Un’innocente va a frugare le profondità di un’avidità forse secolare, la scrittura che si vuole mantenere limpida mentre segna a dito la serie delle malvagità crea attese non prevedibili, e il noir aleggia sul romanzo come un incredibile interrogativo. Grande conferma dell’autenticità della visione infantile è l’episodio decisamente allarmane e che resta insoluto dell’abito color zabaione appeso alla corda nel cortile.
Sono tante le novità di maggio in libreria assolutamente da segnalare. Partiamo da due belle novità di questi ultimi mesi in libreria con l’arrivo di una nuova casa editrice, Readerforblind, che con la sua Collana Le Polveri riporta alla luce classici da Riscoprire. Readerforblind nasce nel 2015 da un’idea di Dario Antimi, Adria Bonanno e Valerio Valentini. Pensato originariamente come rivista indipendente di narrativa breve, nel corso degli anni questo progetto si è evoluto: da rivista a collana editoriale, da collana editoriale a casa editrice nel 2021. I titoli che potete trovare in bella mostra ai Diari sono: I Superflui di Dante Arfelli con prefazione di Gabriele Sabatini e Zebio Còtal di Guido Cavani con prefazione di Omar Di Monopoli. Due libri immancabili che arricchiranno le letture dei lettori forti e che Readerforblind riporta a nuova luce con l’obiettivo di dare una nuova vita a opere che hanno fatto la storia della letteratura italiana ma che ormai sono state dimenticate. A 100 anni dalla nascita di Dante Arfelli, 5 marzo 1921, è tornato in libreria il suo libro d’esordio I superflui, uno dei più clamorosi casi letterari dell’Italia del dopoguerra. Pubblicato per la prima volta da Rizzoli nel 1949, tradotto in più lingue, I superflui negli anni ’50 diventa un best seller negli Stati Uniti, vende quasi un milione di copie, pubblicato da Scribner, lo stesso editore di Hemingway.
Sullo sfondo dell’Italia del dopoguerra, stretta nella morsa della miseria e sfiancata dal tumulto della ricostruzione, Luca, un giovane di provincia, va a Roma in cerca di fortuna; ha in tasca due lettere di raccomandazione di altrettanti compaesani, il parroco e il segretario della sezione socialista, con le quali spera di trovare lavoro. Appena scende dal treno incontra Lidia, una prostituta che lo trascina nella pensione della “vecchia”, una vedova indigente quanto e più di loro, dove la ragazza alloggia ed esercita. Inizia così la questua del giovane che, rimbalzato tra notabili e uomini di chiesa, alla fine un lavoro, seppur precario, lo ottiene. Ma l’inadeguatezza non lo abbandona; così come non abbandona Lidia, né Luigi, l’anarchico militante, o Alberto, lo studente di Legge. Davanti ai loro sguardi si staglia l’orizzonte del possibile, che però non si può mai davvero afferrare. Una cricca di sconfitti, irrimediabilmente figli dei loro anni eppure così vicini ai nostri giorni, che guardano il mondo scorrere, a volte pensano di poterlo afferrare, e invece solo ciondolano, persi e insieme intrappolati. E a tratti il lettore è quasi portato a intervenire, come a prenderli per le spalle e scuoterli forte. Ma l’aridità della loro immaginazione, quando pure sembra il contrario, aderisce perfettamente all’essenzialità della scrittura di Arfelli: un suono secco, privo di qualunque morbidezza. Cinico, come il destino delle vite insignificanti, le vite dei superflui.
Zebio Còtal di Guido Cavani è un libro che Pier Paolo Pasolini definì “un piccolo capolavoro” e lo avvicinerà ai racconti di Silvio D’Arzo e Federico Tozzi. Caduto per anni nel dimenticatoio e uscito dal commercio è finalmente tornato in libreria con una nuova veste, la prefazione di Omar Di Monopoli e una curatela consapevole del valore dell’opera.
Zebio Còtal, rabbioso contadino del modenese, ha cinque figli, poca voglia di lavorare, e un piccolo campo che, coltivato a grano, rende soprattutto gramigna. Zuello, il figlio grande, lo ha mandato a lavorare e vivere dal fratello ricco: una bocca in meno da sfamare, un poco di denaro per ripianare i debiti e comprarsi il vino. Placida, la moglie, bersaglio prediletto della sua ira, lo sopporta in silenzio, mentre la figlia Glizia è l’unica che gli si oppone con fermezza, e insieme cercano di creare un minimo di calore familiare per sopravvivere alla povertà e alla disperazione. Poi Zuello viene cacciato dallo zio perché, ragazzone da fatica, ha sottratto poche lire per sfamarsi. Ma a casa, dove lo aspettano le “cinturate” del padre, che intanto si dà da fare sul fratellino, non può tornare. E così inizia a vagare, il primo della diaspora familiare a cui fa da sfondo una natura crudele e bellissima. Piano piano se ne andranno tutti da Pazzano, chi al Creatore, chi per cercare una sorte migliore, chi svanirà nel nulla. Anche Zebio, incespicando in mille scelte sbagliate, si allontana da casa, prima finisce in prigione, poi è disperso sull’Appennino. E con la famiglia si dissolve anche la speranza in questo romanzo dalla trama scarna e dolente, che però ha in sé oltre alla brutalità della miseria, il pathos della tragedia classica e una lingua rapida, palpitante, che resiste al tempo.
L’Orma Editore porta in libreria Resoconto parigino di Thomas Mann nella traduzione di Marco Federici Solari. Un magnifico resoconto di un particolare momento storico che mescola diplomazia, mondanità, cultura, e il tutto mixato con il passo della grande letteratura.
Nel gennaio 1926, dopo un comodo viaggio in vagone letto, Thomas Mann approda a Parigi in compagnia della moglie. Accolto come un vero e proprio «emissario dello spirito tedesco», trascorre nove giorni nella capitale francese, durante i quali incontra grandi personalità, pronuncia discorsi, intesse relazioni. Sfrecciando in taxi da un appuntamento all’altro per una Parigi «scintillante di luci e pubblicità», Mann incrocia personaggi singolari – come la memorabile figura del conte Coudenhove, convinto di poter unificare l’Europa in capo a un paio d’anni –, ma soprattutto si confronta con scrittori, attivisti e intellettuali che stanno cercando di costruire un futuro di pace. Fra un pranzo a base d’ostriche e un ricevimento di gala, Resoconto parigino affianca questioni epocali – quali la riconciliazione tra Francia e Germania e lo scontro tra democrazia e nazionalismi – a pagine di ciarliera e divertita mondanità. Con la sua penna prodigiosa, Mann evoca intere tradizioni culturali e interroga l’ambigua relazione tra letteratura e politica.
Tra le novità de L’Orma Editore segnaliamo anche Non ci capisco niente. Lettere dagli esordi di Cesare Pavese pubblicato nel gennaio scorso nei Pacchetti a cura di Federico Musardo.
«Il mio carattere era timido e riserbato: macché, io l’ho saputo sforzare alla vita moderna e tutti i giorni ne imparo di più poiché vivo in mezzo ad essa, sempre teso in me stesso, gioendo della mia personalità che sente, comprende, raccoglie.»
Cantore dell’adolescenza e editore di genio, Cesare Pavese (1908-1950) ha fotografato con malinconico e militante realismo il proprio tempo, imponendosi fin da subito come una delle voci cruciali del Novecento italiano. Le sue turbolenti lettere giovanili, spesso autoironiche in maniera sorprendente, compongono un ritratto dei tremori e delle esuberanze di un artista in erba che cerca a «pugni e calci» di trovare la propria strada nel mestiere della scrittura.
Novità di primo rilievo è il romanzo L’attentato di Miljenko Jergović, tradotto da Ljiljana Avirović per Nutrimenti. Miljenko Jergović è nato a Sarajevo nel 1966, ma risiede da molti anni a Zagabria. È autore di una trentina di opere tra romanzi, raccolte di racconti e antologie poetiche, ed è considerato uno dei maggiori scrittori di area slava, tradotto e premiato in numerosi paesi. Molti suoi libri sono stati pubblicati in Italia, tra cui Le Marlboro di Sarajevo, I Karivan, Buick Riviera, Freelander e Volga, Volga; ha anche ricevuto il premio Grinzane Cavour per Mama Leone. Da Buick Riviera è stata tratta nel 2008 la pellicola omonima, premiata come miglior film al Festival del cinema di Sarajevo e come miglior sceneggiatura al Festival del cinema di Pola. Con Ruta Tannenbaum ha vinto il premio Meša Selimović per il miglior romanzo scritto in lingua bosniaca, croata, serba e montenegrina.
Sarajevo, 28 giugno 1914: l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando viene ucciso con un colpo di pistola da Gavrilo Princip. È il casus belli della Grande Guerra, la scintilla che dà inizio al primo dei due conflitti mondiali destinati a insanguinare il Novecento e che segnerà gran parte della successiva storia europea. I due protagonisti di quell’episodio – il carnefice e la vittima – non possono essere più diversi tra loro, e non solo per ragioni di rango: da una parte, un giovane casto e idealista, che scrive poesie e patirà in prigione la mancanza dei libri più che gli stenti; dall’altra, un uomo ostinato e poco colto, divenuto erede al trono quasi per caso, che si è inimicato l’imperatore e la corte viennese sposando la donna che morirà insieme a lui nell’attentato. Intorno al loro fatale e tragico incontro, si muove un flusso magmatico di destini – vite di poeti, pazzi, cospiratori, martiri, regnanti, scrittori, assassini, filosofi – che trasforma la ricostruzione dei fatti di Sarajevo in un racconto multiforme, capace di assolvere uno dei compiti privilegiati della letteratura: interrogare la storia per comprendere gli uomini. Con L’attentato Miljenko Jergović scrive uno dei suoi romanzi più personali, implicito omaggio alla sua città natale, Sarajevo, storia di una terra divisa e martoriata, la Bosnia, ritratto di una generazione perduta di ribelli e sognatori, la stessa di cui fece parte anche il premio Nobel Ivo Andrić.
Dello stesso autore ai Diari si trova anche il romanzo Ruta Tannenbaum sempre per Nutrimenti nella traduzione di Ljiljana Avirović. Il romanzo di Miljenko Jergović è stato un successo tradotto in 20 Paesi e racconta la storia di una giovane stella del teatro croato che finirà vittima della barbarie nazista. Tradotto per la prima volta in Italia, ispirato a un personaggio realmente esistito, Ruta Tannenbaum è uno dei romanzi pù importanti di Miljenko Jergovic, autore celebrato a livello mondiale, voce di punta dell’attuale letteratura balcanica. Quasi una biografia, ma non del tutto, questo romanzo è soprattutto una dichiarazione d’amore per una terra martoriata e frammentata, composta in un linguaggio denso e ricco.
Ispirato alla storia vera di Lea Deutsch, la ‘Shirley Temple di Jugoslavia’, che calcò giovanissima le scene del teatro croato negli anni Trenta e morì neanche sedicenne sul treno che la portava ad Auschwitz, Ruta Tannenbaum è un romanzo di inconsueto splendore, l’omaggio di Miljenko Jergović alla città di Zagabria attraverso il racconto di una delle pagine più oscure della sua storia. Dotata di occhi magnetici e straordinaria immaginazione, Ruta Tannenbaum è destinata fin da bambina alla ribalta del palcoscenico. La sua è un’ascesa folgorante, che suscita ammirazione e cambia le sorti di tutti quelli che la circondano. Però i tempi sono cupi, specie per chi come Ruta è figlia di genitori ebrei. Dopo aver raggiunto le vette della notorietà, si ritroverà condannata alla negazione sociale e a una tragica fine. Ritratto personale e saga familiare, istantanea di una città e affresco di un’epoca, questo romanzo scorre tra piani molteplici: tra storia e finzione, tra quotidianità e mito, tra luci e vanità del vaudeville e le terribili ombre della Shoah; e lo fa con scrittura viva, espressiva, spesso caustica e brillante. Un libro che forse più di ogni altro nell’opera di Jergović fa risaltare la centralità dell’autore bosniaco, indiscusso protagonista della letteratura europea di questo inizio millennio.
È uscito Giovedì 6 maggio il libro di Gianni Minà per Minimum Fax Maradona: «Non sarò mai un uomo comune» Il calcio al tempo di Diego.
Questo libro è la storia di una lunga amicizia nata nel 1986 quando, ai mondiali di calcio del Messico, Diego Maradona guidò una nazionale argentina tutto sommato modesta alla vittoria. Un’amicizia che si consolidò l’anno successivo – quando il Napoli vinse il primo scudetto della sua storia – e che divenne ancor più bella e profonda quando lo stress, alcune dipendenze, ma anche il suo carattere ribelle e refrattario a qualunque regola o convenzione, contribuirono a spingere più volte Maradona sull’orlo del baratro. Questo è il resoconto fedele di quel legame, che Gianni Minà – da grande giornalista sorretto da un’empatia e indipendenza di giudizio che dovrebbero fare scuola – ci racconta attraverso gli articoli più belli che gli ha dedicato nel corso degli anni e tre memorabili incontri-intervista, durante i quali Diego si è messo a nudo, raccontando le proprie debolezze e la propria visione del calcio e della politica, sempre ammesso che le due sfere siano davvero separabili. Minà ci regala il ritratto del più grande calciatore di tutti i tempi ma soprattutto di un uomo complesso, contraddittorio, onesto fino alla brutalità.
Sempre per Minimum Fax con traduzione di Gaja Cenciarelli è da segnalare l’uscita dei racconti di Flannery O’Connor Un brav’uomo è difficile da trovare. Il libro ha una postfazione di Joyce Carol Oates.
Uscito nel 1955 e composto da dieci racconti inarrivabili per forza espressiva e spietatezza dello sguardo, “Un brav’uomo è difficile da trovare” impose immediatamente Flannery O’Connor come l’esponente di punta di quello che sarebbe stato ribattezzato il «gotico sudista». Unica sua raccolta pubblicata in vita, ha esercitato un’influenza incalcolabile su scrittori, musicisti, filosofi, politici per la ricchezza dell’apparato simbolico e la potenza e originalità del tema religioso. Dal racconto che dà il titolo al volume – con l’esplosione finale di violenza e le parole misteriose con le quali il Balordo, capo di una banda di rapinatori e assassini, chiude la storia, –all’irruzione di uno straniero nella tranquilla esistenza della «brava gente di campagna» di un’altra memorabile novella, fino alla sarcastica rielaborazione del tema razziale nel «Negro artificiale», O’Connor attinge al grottesco e a un umorismo a tratti feroce per costruire un un microcosmo umano in miracolosa sospensione tra commedia e tragedia, amore e crudeltà, dannazione e salvezza.
Il fabbricante di giocattoli di Tito Barbini per la Collana Senza Rotta di Arkadia è sicuramente un titolo che verrà parecchio apprezzato dai nostri lettori, anche per via dell’antica amicizia che ci lega a questo magnifico scrittore.
Tito Barbini, già sindaco più giovane d’Italia nella sua Cortona, amico di personalità quali François Mitterand, nel 2004 ha interrotto la sua esperienza di politico per intraprendere un lungo viaggio zaino in spalla dalla Patagonia all’Alaska, poi raccontato nel primo libro, Le nuvole non chiedono permesso. Da allora non ha più smesso di viaggiare e di raccontare luoghi e incontri, con libri di successo che oggi lo propongono come uno dei grandi scrittori di viaggio in Italia. Malgrado l’abbandono degli incarichi amministrativi mantiene viva la passione per la politica, quale luogo di possibilità e utopie.
Simón Radowitzky è stato tante cose: anarchico, russo, ebreo, argentino naturalizzato, rivoluzionario, omicida del capo della Polizia di Buenos Aires nel 1909, prigioniero, fuggiasco, militante in guerra, esule, fabbricante di giocattoli. Ma nessuna di queste “etichette”, utilizzate per descriverlo telegraficamente, può neanche lontanamente rendere appieno il suo ritratto, il dolore che in ogni azione si è trascinato dietro. In queste pagine dense e limpide, struggenti, l’autore narra la vita di un uomo che trascorse vent’anni nel bagno penale di Ushuaia, all’estremo confine del mondo, nella Terra del Fuoco. Quando morì, nel 1956, di lui si era detto tutto e il contrario di tutto. Poi l’oblio ne coprì le gesta. Oggi, soprattutto in un momento storico come questo, quando le statue vengono abbattute in segno di una presunta ribellione all’ordine costituito e alla supremazia bianca, parlare di Radowitzky è come tornare al vero senso del termine “anarchico”.
Nella Collana SideKar di Arkadia è uscito Lettere dall’orlo del mondo di Barbara Garlaschelli.
Un amore che vive di lettere che vanno e vengono senza sosta, raccontando la paura di perdersi per sempre, ma anche di incontrarsi diversi, cambiati. Una donna. Un uomo. Comunicano scrivendosi lettere da luoghi sconosciuti, sorretti da un amore che riesce a superare i limiti dello spazio e del tempo. Un uomo e una donna sospesi sull’orlo del mondo. Il loro è un sentimento forte, feroce, immerso in una dimensione da sogno. O da incubo. Tutto il loro universo è nelle righe che si scrivono senza sapere se l’altro le leggerà. Tutto è vero e falso nello stesso istante, perché l’istante, l’ora, il qui è l’unica verità che conta. Da cosa si vogliono salvare? Chi sta salvando chi? Perché la distanza appare come l’unica salvezza possibile? E perché continuano a cercarsi?
Per la Collana Eclypse di Arkadia segnaliamo anche il libro di Dora Esposito, Un giorno ti racconterò.
Un romanzo corale in cui la protagonista Giulia racconta la sua storia, le sofferenze per gli uomini che ha incontrato nella sua vita, ma nonostante le relazioni travagliate, le delusioni, le ferite dell’anima, lei non ha mai smesso di credere nell’amore, quello autentico, e nel destino che, con fili invisibili, intreccia le vite di ognuno per una precisa e prestabilita ragione. “Nulla succede per caso”. Dite alle persone che gli volete bene, finché c’è tempo. Non date mai per scontate le cose, le persone, gli affetti e gli eventi, perché tutto può cambiare. Non accontentatevi. Proprio come fa Giulia, bionda con il carré sempre liscio e mai ordinato, occhi grandi, azzurri e lentiggini sul naso. Un passato da dimenticare, una grande voglia di vivere, un amore malato, un altro interrotto per paura d’amare, però lei ci crede ancora. Desidera perdersi tra le braccia di qualcuno che le dia più sicurezze che incertezze. Ma deve prima fare una cosa importante. Yasmeen, invece, una ragazza iraniana molto coraggiosa con un passato burrascoso, arriva da lontano per raccontare la sua storia e, come un uragano, sconvolge la vita di Giulia con un motivo ben preciso. Ha un compito da eseguire. Anzi due. In un aeroporto, le due incontrano Jeo, un modello americano dal fisico scolpito, che sente il bisogno di un cambiamento, di un amore impossibile. Viene dalla Grande Mela per una proposta di lavoro. Spera di dare una svolta alla sua esistenza ma, intanto che passano i giorni, cambia quella di qualcun altro. In questo viaggio chiamato “romanzo” c’è anche Samuel, un ragazzo egocentrico, cinico, ricco, molto attraente, che pensa di più alla sua carriera che all’amore. Tante donne, ma una sola gli farà perdere la testa. Ha paura di amare e di farsi amare. E poi c’è Luca. Di lui non sarà svelato nulla. Possiamo solo anticipare quanto sia un grandissimo stronzo. E per concludere: ogni tanto chiedetevi scusa per tutte le volte che non vi siete amati abbastanza.
Antonello Saiz
Il link alla segnalazione su Giuditta legge: https://bit.ly/3uMi2cs
“C’è una parte di me che non mostro a tutti, non perché non posso, ma perché non voglio. So dov’è. È in un posto lontano, in un posto che forse non esiste più e forse, quella è la mia parte migliore, la punta del cuore, dove sono deposte le parole più belle, quelle che non ho più detto, quelle che mi hanno impedito di dire, quelle che non potrò più dire, quelle che tengo da troppo tempo per me”. Il romanzo di Dora Esposito, pubblicato da Arkadia Editore, è ironico, esilarante, malinconico e riflessivo. Come dice l’autrice stessa – la scrittura serve a mettere un cerotto –, in primis al suo percorso di vita e successivamente a quello che lei vuole raccontare e alle sue ferite. La protagonista è Giulia, una bionda con il carré sempre liscio, gli occhi azzurri grandi e le lentiggini sul naso. Un corpo poco mediterraneo all’apparenza ma dalla napoletanità presente nello spirito e nella personalità. Giulia ha un passato da dimenticare. Un marito violento che l’ha amata poco, due figli a cui ha fatto anche da papà, una madre ansiogena e un amore interrotto per la paura di lasciarsi andare. Una famiglia che non l’ha protetta e delle cicatrici invisibili sotto ai vestiti che tornano spesso a farle male.
“Si lascia andare via anche la memoria delle emozioni, o le ricordi ma non senti più niente, e semmai dovessi provarne di nuovo qualcuna, sarebbe quella del vuoto che mi hanno lasciato”.
Un giorno, in aeroporto, incontra Yasmeen, una ragazza iraniana coraggiosa dal passato burrascoso e, come in un incontro molto “particolare” dalle sfumature cinematografiche e intime, le due iniziano a raccontarsi fino a Napoli. Giulia racconta di lei, della sua storia, della sua vita e di quanto sia diventata una donna forte e determinata. Così Yasmeen inizia a fare parte della sua vita per la breve permanenza partenopea. In questa amicizia nata quasi per magia o per un colpo di fulmine, Giulia capisce che qualcosa non torna.
“Le persone buone dicono sempre di sì, tranne quella volta in cui dicono di no, quella è per sempre!”
Quanto siamo disposti a voler dire “ti voglio bene” a chi davvero ne vogliamo? Quante volte non ci siamo amati abbastanza e quante volte non ci siamo perdonati? Troppe dice Giulia… tante scrive Dora… Una storia delicata per tornare a perdonare noi stessi e quella parte di noi che non ci ha permesso di amarci abbastanza. L’amore assoluto deve essere prima di tutto per la nostra persona e solo, dopo questa passaggio, forse, possiamo lasciarci andare. Una donna forte è Dora Esposito, una donna che non si lascia più piegare e che a partire dalla sua storia, seppur romanzata, ci insegna che mai nulla è perduto e che l’amore non deve essere sprecato. Ama tantissimo cantare, oltre a scrivere, infatti il canto per lei è liberazione totale. La scrittura è un cerotto che medica le ferite più profonde. È nata a Castellammare di Stabia nel 1975. Ha vissuto a Milano, poi è ritornata nella sua città natale. Mancata psicologa, di lei si dice sia una blogger (DoraEbasta) che tenta di esternare i suoi pensieri attraverso la scrittura. Mamma di due ragazzi – lei si reputa più brava a fare il papà –, per crescerli ha rivestito entrambi i ruoli. Influencer, aforista con vari account su Twitter, Instagram e Facebook, dove conta oltre cinquantamila follower, ha collaborato con vari personaggi dello spettacolo ed è autrice degli aforismi pubblicati sulle agende Comix. Le sue frasi sono usate un po’ ovunque, ma non se la prende. Appassionata di scrittura e canto, ha esplorato il mondo del doppiaggio, della dizione, della radio e del teatro. Non si definisce una vera e propria scrittrice, ma una donna che ha trovato nei social un luogo dove esprimere quel che prova.
Giusy Laganà
Il link alla recensione su Viaggi Letterari: https://bit.ly/3gwwUaw
Ho appena finito di leggere questo libro e prima di recensirlo mi corre l’obbligo far sapere che nella mia vita, dopo averne letti tanti e mai ho cercato una letteratura di genere perché penso che chi scrive ha sempre qualcosa di nuovo che possa incuriosirmi, è la prima volta che iniziato un testo, mi son fermato solo dopo averlo finito. Dire che è uno dei più belli che ho letto è poco, perché la protagonista Giulia, è coinvolta in una storia divertente, triste, bella, malinconica, ironica, gradevolissima e, aggiungo ancora, con uno stile di scrittura scorrevole e mai banale. Grazie Dora Esposito.
Dora Esposito
Un giorno ti racconterò
Arkadia in collana Eclypse
Le recensioni in LIBRIrtà
Giulia, ha vissuto una vita difficile. Il romanzo fa pensare a quante Giulia ci sono che sopportano eroicamente la difficile condizione di essere donna in un mondo dispoticamente maschilista. La protagonista ha la sfortuna d’illudersi che il primo uomo incontrato all’età di diciannove anni è il suo principe azzurro eterno. Il matrimonio giunge presto, e per lei altro non è che la più crudele delle storie tra donna e uomo: la violenza domestica, intervallata dalla nascita di due figli, è descritta come è nella realtà? Probabile; perché la crudeltà inaudita e inaccettabile, narrata non può appartenere a una società definita civile. Solo dopo anni Giulia riesce a liberarsi da questo supplizio, tornando a casa dei genitori, dai quali era fuggita per inseguire il suo sogno. Gli anni passano, i suoi figli crescono e anche Giulia, quarantatreenne, mantiene la sua bellezza, non solo esteticamente con occhi azzurri e chioma bionda, ma anche per il suo carattere fortificatosi. Ciò che l’autrice narra in questo passaggio, rasenta livelli di altissima scrittura: la morte del padre, con il quale Giulia non ebbe mai un rapporto idilliaco, la addolora perché “tu non mi manchi [papà n.d.a.] ed è questo il mio dolore più grande, scusa se non mi manchi, mi sei sempre mancato, ciao pa’”. Nel romanzo si susseguono incontri che segnano ancora di più l’esistenza della protagonista. Un giorno di ritorno da Milano destinazione Napoli, incontra in aeroporto, una strana persona, particolarmente intrigante di nome Yasmeen, ma non solo, conosce anche Jeo, modello americano in viaggio verso il capoluogo partenopeo per andare a trovare dei parenti. Questi si invaghisce di Giulia, tanto che riescono, dopo essersi sentiti più volte a raccordarsi per trascorre un week-end assieme, nonostante lei in quel periodo, vivesse una relazione con Samuel, ragazzo che passava da una storia affettiva(?) all’altra, ma che in lei aveva trovato la donna ideale. Destino volle che Samuel, nel tentativo di raggiungere la sua amata proprio nel week-end deciso con rotta Parigi assieme a Jeo, viene investito da un camion con gravi conseguenze rimanendo appeso al filo tra la vita e la morte. Ci si prepari a conoscere un’altra Esposito che con liaison da affermata scrittrice racconta di Luca, il camionista, non colpevole, dell’incidente accorso a Samuel. Quella di Luca è una storia nella storia, un romanzo nel romanzo, senza slegamenti: il tragicomico narrato fonda basi su una penna camaleontica. Quante Dora Esposito ci sono in questo romanzo che meriterebbe essere un libro consigliato per ogni stagione? I dialoghi che l’autrice fa fare alla protagonista inducono a riflessioni di momenti simpatici, come ad astrazioni o ancora ai rapporti d’intesa nei nuclei familiari. A riguardo, piacevolissimo, e qui spoileriamo solo un millessimo del talentuoso atto ispirativo dell’autrice, quando crea uno scambio di battute tra Giulia e sua madre. Durante la preparazione di un pranzo domenicale la madre disserta su come vanno vestiti i giovani d’oggi e frattanto chiede alla figlia di assaggiare il pollo e la pasta al forno che è “la fine del mondo”. Giulia ringrazia ma non assaggia e le motivazioni sono correlate al vestiario di cui prima la madre faceva critica sui giovani d’oggi: “Non farmi assaggiare la coscia del pollo sennò mi scandalizzo, quanto alla pasta al forno, non vorrei essere la causa della fine del mondo”. Esilaranti momenti che viviamo in tanti, ma non tutti abbiamo quell’ironia simpatica che, diciamolo chiaramente, l’autrice possiede e così come riesce a passare ad interrogativi esistenziali in ulteriori passaggi con uno degli interrogativi storici per antonomasia: la magia, è un dato reale? Si coniuga con altezze filosofiche? Forse! Così come forse la storia di Giulia potrebbe essere autobiografica: ma se mi sbaglio sicuramente non toglie nulla alla spettacolarizzazione della parola (scritta) che ho letto tutto d’un fiato (e non è una locuzione che mi piace usare) che mi ha reso felice di aver fatto la conoscenza di un’autrice con un livello di scrittura superiore. Concludo col meraviglioso pensiero ripreso nel risvolto di copertina: “Ogni tanto chiedetevi scusa per tutte le volte che non vi siete amati abbastanza”. Su questa scia aggiungo la mia personale riflessione che per poter amare bisogna amar se stessi. Un classico, ma l’ho fatta mia. Il successo dal giorno d’uscita di “Un giorno ti racconterò” (Arkadia 2021, pp.173, € 15) di Dora Esposito, conferma che certa editoria (ardita) fa bene a proporre nuovi autori, che nulla hanno da invidiare ai ‘colossi’ pilotati dalle major. Così facendo hanno vinto la scommessa.
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