“Sin rumbo” di Eugenio Cambaceres su L’Unione Sarda

LETTERATURE

Con Cambaceres l’editrice sarda Arkadia inaugura la collana sull’America Latina

L’argentino Eugenio Cambaceres (1843-1888), figlio di un chimico francese stabilitosi in Sudamerica nel 1833, fu una delle figure di spicco della Generación del ochenta, letterati cui va il merito di aver introdotto in Argentina il naturalismo di Émile Zola. Avvocato, di idee liberali, Cambaceres si impegnò in politica fino a ottenere un seggio da deputato. Nel 1876 fece scandalo la sua relazione clandestina col soprano Emma Wizjiak: il marito di lei prima lo sfidò a duello, poi cambiò idea imbarcandosi per l’Europa per evitare lo scontro.

La casa editrice cagliaritana Arkadia ha scelto “Sin rumbo” (traduzione di Marino Magliani e Luigi Marfè), terza e più importante opera dello scrittore di Buenos Aires, per inaugurare una nuova collana dedicata agli scrittori di lingua ispanica. Il romanzo, pubblicato nel 1885 e mai tradotto prima d’ora in italiano, racconta di Andrés, imprenditore agricolo di successo abituato alla bella vita, tra viaggi, donne e risate. Realizzato di aspettare un figlio da Donata, la figlia di un suo dipendente, il nostro pianta tutto per rintanarsi a Buenos Aires, dove dilapiderà una fortuna rincorrendo amori impossibili e giocando d’azzardo. Ma non è questa l’esistenza sognata da Andrés, anima inquieta, braccato da un destino in apparenza sempre ostile: deciderà alla fine di tornare alle sue terre, per chiudere i conti col passato, saldare i debiti accumulati e, cosa più importante, ritrovare se stesso.

I libri precedenti di Cambaceres, “Potpourri” (1881) e “Música sentimental” (1884), non convinsero la critica, un po’ per il tema, l’adulterio, ai tempi ritenuto osceno, un po’ per le trame ingarbugliate e stucchevoli per il troppo pessimismo, tratto distintivo dell’intera produzione del romanziere argentino. Con “Sin rumbo” l’autore mostra d’aver fatto propria la lezione del naturalismo di matrice europea: le descrizioni di luoghi e cose abbondano di dettagli, il modo di pensare dei personaggi è reso con efficacia ed essi risultano credibili anche per il linguaggio, che varia a seconda che si tratti di aristocratici, popolani o persone istruite.

Anche l’elemento autobiografico ha il suo peso, dal momento che, come Andrés, anche Eugenio Cambaceres fu un uomo tormentato, incapace di rimanere a lungo nello stesso posto, attitudine quest’ultima che gli costò la vita: morì di tisi a quarantacinque anni, di rientro a Buenos Aires da un viaggio in Europa.

Fabio Marcello


Arkadia Editore

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