Trasformare la sofferenza dell’anima
Prefazione
Questo libro è come un fiume in piena. Lo gonfiano e lo agitano temporali, affluenti tumultuosi e tortuosi, cascate, rapide. Pesca nell’umanità più profonda, dove fatti ed emozioni si ripetono a ogni piè sospinto, dove l’insistenza sul dolore vissuto e sul riscatto che ne può derivare appare quasi necessaria.
Nella prima parte del libro la scansione in settenni aiuta il lettore a orientarsi, nella seconda parte ha il sopravvento
l’amalgama psicologico che impazza per le contrade italiane dagli anni post-Sessantotto e che non risulterà oscuro a
chi, fra Gurdijeff e Jung, psicobiologia e scandaglio della psiche, salvazione dell’anima tra consapevolezze varie, ha cercato la conoscenza di sé in tutti i modi pensabili, di tutte le versioni possibili, come è successo, talvolta affannosamente, alla nostra protagonista.
Quest’autobiografia, nel momento storico-culturale e politico che viviamo, nella società occidentale, di attacco globale e insinuante alle forze dell’io umano, certamente ha in sé qualcosa del potere della Resurrezione. Ce l’ha proprio.
Che si vuole di più? L’autrice dichiara, all’inizio: “La mia vita ha una storia complicata… ho la convinzione che possa essere raccontata allo scopo di aiutare chi soffre, chi fa male a se stesso e non lo risparmia agli altri”.
È una lettura né facile né leggera. Tuttavia credo che mantenga ciò che promette.
Giancarlo Cimino