“Gli ingranaggi dei ricordi” su L’Unione Sarda

Al partigiano Serra e agli eroi dimenticati
Marisa Salabelle scrive l’affascinante saga (dalla guerra a oggi) di due famiglie

Come il bugiardino di un farmaco che ne specifica composizione e caratteristiche terapeutiche, il romanzo “Gli ingranaggi dei ricordi” si apre con alcune avvertenze per la lettura: «I capitoli pari descrivono i fatti incentrati intorno ai parenti di Generosa, ossia gli Zedda e i Serra. In questi stessi capitoli troverete le incursioni del pronipote di Generosa, Kevin. I capitoli dispari, invece, narrano le traversie dei Dubois, avendo come figura principale Demy, mentre il presente è delineato dalle vicende di Carla, sua nipote». Gli ingranaggi dei ricordi, romanzo di Marisa Salabelle fresco di stampa per Arkadia editore, si presenza con queste raccomandazioni che fanno intuire il montaggio cinematografico di una narrazione a più voci e su piani temporali diversi. Ingranaggi, appunto, richiamo immaginifico al moto delle ruote e dei pignoni degli orologi, perché ogni capitolo è un acciuffare pezzetti di vite in una delle tante storie degli altrettanti protagonisti, dove il tic-tac-tic-tac il drammatico si alterna al comico, tic-tac-tic-tac l’amore alla guerra, tic-tac-tic-tac la nascita alla morte.

Anno 1943

Nella Cagliari bombardata del 1943 Generosa lascia la città devastata e si rifugia a Sanluri, con i bambini e due donne di servizio. È in ansia per il marito, medico all’ospedale militare, per il figlio che deve nascere e per quelli che ha già, ma soprattutto è in apprensione per la sorella Gisella e Silvio, il fratello, che vivono a Roma, coinvolti nella lotta partigiana. A Olbia, Felice e le due sorelle Bella e Demy accompagnano il padre a prendere il traghetto per il continente. Ora tocca a lui prendersi cura delle ragazze, in un interminabile vagabondaggio per l’isola. Un anno dopo, l’attentato in via Rasella a Roma provoca la morte dei 33 soldati tedeschi e due civili italiani. Per rappresaglia, l’eccidio di 335 italiani alle fosse Ardeatine. E infine il 2015, le vicissitudini di Kevin e Carla con il cerchio che si chiude.

Fatti veri

«Il libro ricostruisce, fra verità e fantasia, frammenti del passato della mia famiglia, dei miei genitori in particolare», spiega l’autrice. «La parte più storica è ispirata alle vicende dell’eroico Silvio Serra, fratello minore di di mia nonna, medaglia d’oro al valor militare». E come si scoprirà nelle pagine dedicate a Kevin: «Silvio era la gloria di famiglia, un giovane sardo amico di Luigi Pintor, attivo nella Resistenza romana». Emerge dalle pagine del romanzo tutta la passione per la storia di Marisa Salabelle, che nella materia si è laureata all’Università di Firenze, ma soprattutto si percepisce l’urgenza di dare voce ai genitori:«Due giovani di estrazione assai diversa» con il babbo costretto a fare i conti con la vita sin da piccolo.

Oralità

Nonostante il doloroso sottofondo dei bombardamenti di Cagliari nella II Guerra mondiale sia stato accompagnamento di numerosi racconti, l’autrice pesca a piene mani e bene dall’oralità tramandata in famiglia, restituendo un affresco appassionato, divertente a tratti. Merito, anche, di dialoghi dinamici, infarciti dall’intercalare in cagliaritano, che danno spessore a personaggi e atmosfere. Tra i punti di forza della penna di Salabelle c’è la capacità di aprire orizzonti, di stuzzicare il lettore a curiosare tra i propri cassetti dei ricordi per riscoprire il piacere di non dimenticare.

 

Giovanni Follesa

 

 

 


Arkadia Editore

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