“La memoria della vite” su Masticadores Italia
La memoria della vite, di Massimo Granchi (Arkadia, 2025) Recensione di Marisa Salabelle
In un condominio di Roma EUR abitano alcune famiglie: i Mancini, i Bianchi, i Martelli, i Gonzales Rojas. Ognuna di queste famiglie deve convivere con problemi più o meno rilevanti, i problemi della vita di tutti: disturbi fisici o psicologici, legami familiari logorati, figure paterne scarsamente presenti, figure materne cui tutto è delegato. La nostra…
In un condominio di Roma EUR abitano alcune famiglie: i Mancini, i Bianchi, i Martelli, i Gonzales Rojas. Ognuna di queste famiglie deve convivere con problemi più o meno rilevanti, i problemi della vita di tutti: disturbi fisici o psicologici, legami familiari logorati, figure paterne scarsamente presenti, figure materne cui tutto è delegato. La nostra attenzione, però, in questo interessante e avvincente romanzo di Massimo Granchi, La memoria della vite, è focalizzata su tre personaggi: Sole, Gabriel e Liliana, tre voci narranti che si alternano raccontandosi. Sole è una ragazza di diciotto anni, brillante, vivace, un po’ pazza, piena di vita. Gabriel è il suo migliore amico, un ragazzo di origine colombiana, che vive con la madre e il fratello minore: del padre non si sa nulla. Liliana è la madre di Sole, una donna attiva ed energica, il cui lavoro consiste nel procurare badanti a famiglie che ne hanno bisogno: una donna che ama il suo lavoro e lo svolge con attenzione, ma ama anche la sua casa, la sua famiglia, i rapporti con i suoi figli (oltre a Sole c’è Paolo, di qualche anno più giovane) e amerebbe anche avere un rapporto più intenso col marito, col quale l’amore dei primi tempi sembra essersi esaurito. Sole, Gabriel e Liliana raccontano piccole cose della vita quotidiana, si soffermano sulla percezione dei luoghi e degli ambienti, approfondiscono la conoscenza l’uno dell’altro e i rapporti che hanno con gli altri personaggi, con una notevole capacità di introspezione e di analisi. Il clou di questa prima parte del romanzo è rappresentato da una lunga vacanza a Procida di Liliana con i figli e con Gabriel: l’isola, dove la donna ha trascorso molte estati nell’infanzia e nei primi anni di matrimonio, dove ha Celeste, l’amica del cuore, numerosi altri amici e amiche, e una casetta ereditata dalla nonna, con i suoi paesaggi suggestivi e le occasioni di divertimento e di relax che offre rappresenta per tutti un luogo del cuore e un momento rigenerante. Ogni problema sembra avviarsi verso la propria soluzione, anche i rapporti tesi tra Liliana e suo marito, che è rimasto a Roma, sembrano sciogliersi e una nuova possibilità sembra offrirsi alla coppia. Un gravissimo incidente chiude in modo drammatico la prima parte del libro e apre la seconda e poi la terza: nuove e diverse fasi della vita in cui ciascuno si troverà a confrontarsi con una realtà del tutto differente da quella che si sarebbe aspettato e dovrà trovare una strada per affrontare e risolvere i nodi insoluti della propria vita, fino a trovare, nel finale, una nuova e sofferta serenità.
Marisa Salabelle
La recensione su Masticadores Italia