“L’imbattibile lentezza delle tartarughe” su Lidice
L’imbattibile lentezza delle tartarughe – Alessandro Gianetti – Arkadia Editore
I vari livelli interpretativi che dona il libro di Alessandro Gianetti riportano a un unicum che possiamo ipotizzare di personale intimità, qualcosa di intimo che ha a che fare con una contemporaneità decretabile anche nella forma della scrittura dell’autore. Intimità che resta coperta in molti sfondi apparentemente facili da seguire, ma i piani di ragionamento si moltiplicano aderendo a una storia che potremo definire semplice, con personaggi semplici, rappresentazioni stereotipate in ambienti molto comuni e ben conosciuti. Se andassimo a elencare ogni piccolo frammento del libro troveremo immagini di vita comune, nel senso che sono dentro ognuno di noi. Nel racconto però, insieme alle immagini, sono inserite parole e frasi poetiche come fossero un richiamo verso uno sguardo “altro”. Vi sono inseriti riferimenti “politici” che fanno ricordare, sia pure in modo indiretto, la storia dell’Italia degli ultimi decenni. Vi è un protagonista che poi scopriamo non unico in questo ruolo. Vi sono atmosfere che possono determinare nostalgie anche in chi non le ha vissute direttamente, penso soprattutto alle parole dedicate al bar di Giovanna e altri scorci. Un libro di quelli che non se ne vedono tanti per l’essenzialità di ciò che vuol dire, perché dire di più sarebbe superfluo, perché non è ammissibile che il non detto non sia comunque patrimonio di tutti. Perché narrare oggi significa per forza dare per scontato certe cose. Qui il bisogno di sentirsi dentro un cammino che necessita di punti di riferimento, non costretti al perenne guardarsi indietro. Non obbligati a dover ripetere sempre l’inizio dei percorsi umani e delle storie che ci appartengono. Molto sappiamo già e non possiamo fare semplice ornamento della storia. C’è un urgenza che, nonostante il titolo sulla tartaruga, si sente come metodo narrativo e come indicazione a guardare avanti, capire per esempio il senso del rifiuto del lavoro, di pensare come potrà essere un futuro fatto sempre più di scelte individuali e di incertezza a cui possiamo anche arrenderci come ultima possibilità di libertà, come fa il barbone Renzo su cui si apre il libro. Con una bellissima prima pagina che è qualcosa di più di un incipit ben riuscito perché rende subito l’idea di uno sguardo letterario raffinato. “L’imbattibile lentezza delle tartarughe” edito da Arkadia nella collana Senza Rotta sembra essere anche un esperimento letterario in un quadro generale sconfortante in cui mancano di solito molti temi, forse per paura, che invece in questo testo si affrontano con la dovuta onestà di chi non ha la presunzione di risolverli, ma che attraverso l’indicazione letteraria riporta al centro del ragionamento, per forza di cose complesso. Insomma, un libro che consiglio di leggere con la dovuta attenzione, cercando di scoprirvi i tanti spunti che possono rimanere più o meno nascosti e di cui sarà un piacere poterne parlare con l’autore quanto prima.
Maurizio Giardi
La recensione su Lidice